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Beatrice Gavazza. Agatone e la tragedia attica di fine V sec. a.C.
Inhalt
Premessa
Nota
Introduzione. 1. Identità e cronologia
2. Attività e opere
3. Temi e motivi
4. Lingua e stile
5. Metrica e musica
6. Agatone e altri poeti
7. Ricezione e fortuna
8. Studi moderni sui frammenti
Testimonianze. I. La vita. I.1. Identità, cronologia e carriera (testt. 1–6)
I.2. Il trasferimento in Macedonia (testt. 7–11)
I.3. Ricchezza, bellezza e amori (testt. 12–16)
I.4. Orientamento politico (testt. 17–18)
I.5. Spurium ([test. 19])
II. L’opera. II.1. Temi (test. 20)
II.2. Stile (testt. 21–22)
II.3. Metrica e musica (testt. 23–25)
II.4. Evoluzione del coro (test. 26)
II.5. Poetica della μίμησις (test. 27)
Tragedie e frammenti “Erope”
“Alcmeone”
“Anteo” o “Fiore”
“Tieste”
“Misi”
“Telefo”
Incertarum fabularum fragmenta
Conclusioni
La formazione: Atene e la cultura sofistica
Dal teatro ateniese alla corte macedone
Il rapporto con la politica
L’attività poetica: sperimentazione e contaminazione
Ricezione e fortuna di Agatone: l’oblio dell’opera e il fascino del personaggio
Bibliografia. Abbreviazioni bibliografiche
Bibliografia
Concordanze
Registro. 1. Index fontium
2. Index verborum
3. Index rerum et nominum notabiliorum
Fußnoten. 2. Attività e opere
3. Temi e motivi
7. Ricezione e fortuna
8. Studi moderni sui frammenti
I.1. Identità, cronologia e carriera (testt. 1–6)
I.2. Il trasferimento in Macedonia (testt. 7–11)
I.2. Il trasferimento in Macedonia (testt. 7–11)
I.3. Ricchezza, bellezza e amori (testt. 12–16)
I.4. Orientamento politico (testt. 17–18)
I.5. Spurium ([test. 19])
II.1. Temi (test. 20)
II.2. Stile (testt. 21–22)
II. L’opera
II. L’opera
II.3. Metrica e musica (testt. 23–25)
II.3. Metrica e musica (testt. 23–25)
II.4. Evoluzione del coro (test. 26)
II.5. Poetica della μίμησις (test. 27)
“Erope”
“Alcmeone”
“Anteo” o “Fiore”
“Tieste”
“Tieste”
“Misi”
“Telefo”
Incertarum fabularum fragmenta
Incertarum fabularum fragmenta
Incertarum fabularum fragmenta
Отрывок из книги
Beatrice Gavazza
Agatone e la tragedia attica di fine V sec. a.C.
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Perciò … poiché sono sapienti, i poeti tragici ci perdonano, noi e quelli che hanno una forma di governo simile alla nostra, perché non li accetteremo nella nostra costituzione, visto che tessono le lodi della tirannide.
Il libro VIII della Repubblica di Platone costituisce, insieme al libro IX, una riflessione sulla corrispondenza tra sapienza ed etica da una parte e le forme di governo a cui gli uomini danno vita dall’altra. Giunti al discorso sulla condizione del tiranno e dello stato sottoposto al governo di un simile individuo, gli interlocutori ricordano alcune parole di lode nei confronti della tirannide attribuite a Euripide (Resp. VIII 568a–b).47 Il personaggio di Socrate afferma a questo punto la necessità di escludere i poeti tragici dallo stato da lui prospettato come il più giusto, in quanto sarebbero responsabili di opere elogiative – composte dietro compenso (568c 7: μισθοὺς λαμβάνουσι) – nei confronti di quelle costituzioni che si reggerebbero sulla κακία/ἀδικία dei singoli (malvagità/ingiustizia): la democrazia e la tirannide.48
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