Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 1
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Bertini Giuseppe. Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 1
CATALOGO DE' SIGNORI ASSOCIATI
DISCORSO PRELIMINARE
A
B
Отрывок из книги
Si avverta che nell'articolo di Barthelemy è occorso un errore di tipografia alla pag. 85, dove la parola soverchio dee del tutto esser tolta per non guastare il senso.
Ce qui est plus à regretter c'est le peu de goût, que nous avons pour la musique… Nous croions rassembler aux anciens, mais, que par cet endroit, les Italiens rassemblent bien plus que nous! Condillac, Orig. des Connoiss. humain. t. 2, sect. 1, c. 6.
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Benchè egli sia certo, che non furono i Greci i primi inventori della Musica, e che dovettero anzi apprenderla in su i principj da nazioni della loro in que' tempi più ripulite e più antiche27: pur nondimeno i Greci, la di cui immaginazione era così bella, di cui l'ingegno era così sublime, e l'anima così sensibile, tanto presi rimasero dagli incanti della Musica che divenne ben presto tra le loro mani la prima delle Arti. I musici de' primi loro tempi furono i Poeti, che erano insieme i legislatori, gli storici e i teologi della nazione. La Musica, dice Mr. de Barthelemy, diede anima successivamente ai versi d'Esiodo, d'Omero, d'Archiloco, di Terpandro, di Simonide, e di Pindaro: essa era inseparabile dalla poesia, e l'una e l'altra tramandavansi a vicenda i proprj vezzi. (Viagg. d'Anac. cap. 27.) La Storia, le massime, le esortazioni, i proverbj, le leggi, gli oracoli degli antichi Greci non si appalesavano che in versi ed in musica. Onde è che la persona del musico-poeta era tenuta come sacra dal popolo ed in somma venerazione e rispetto. Oltr'a ciò tutta l'Enciclopedia de' Greci consisteva nella Musica: essa comprendeva l'oratoria, la morale, la politica, la fisica, la medicina; nè veruno riputavasi in queste uomo di vaglia che non fosse insieme un bravo Musico. Tale era lo stato di quest'arte sino a Pitagora: ell'era perfettissima pria che venisse al mondo quest'ingegnoso filosofo, come cel dimostra la storia di più valenti artisti, che riscontrar si possono nel nostro Dizionario. “Benchè Pitagora, dice un recente Scrittore, non sia stato nè il primo, nè il solo tra' Greci che abbia dinotato il potere della Musica su gl'individui, e la sua influenza su i costumi delle nazioni intere, e che abbia impiegata la Musica, o per guarire delle malattie, o per eccitare o calmare le passioni, fu il primo frattanto, secondo l'opinion generale e riconosciuta per vera, che cercò di soggettare quest'arte a certe regole.” (Meiniers, Histoire des Sciences dans la Grèce, traduite par Laveaux.) Egli stabilì una nuova teoria della musica, con introdurre in essa le ragioni numeriche, e credendo di trovare un legame intimo tra l'astronomia e la musica, formò il fantastico sistema dell'armonia celeste e terrena, il quale altro effetto non produsse che di spargere sull'arte l'incertezza, la confusione, e le tenebre.28
Prova di ciò ne sia l'oscurità che s'incontra nelle opere dei filosofi posteriori a quest'epoca, di quelli eziandio che non furono seguaci di Pitagora. Essi rendonsi inintelligibili, se non si sanno le regole armoniche fondate sopra i numeri de' musici pitagorici. Da ciò derivano ancora tutte le questioni e i dubbj su la greca musica, che han diviso e dividon tuttora i letterati, malgrado i tanti Scrittori della medesima di questa nazione, le cui opere salvate si sono dalle ingiurie de' tempi, come un Aristosseno, un Aristide Quintiliano, un Gaudenzio, un Nicomaco, un Bacchio, un Euclide, un Tolomeo, un Briennio ec. Se non che il più volte da noi lodato Requeno con un zelo degno di sì grand'uomo, e con indefesso studio è venuto a capo d'interpetrarci cogli sperimenti e co' fatti, i principj musicali di siffatti scrittori, e di ordinare in un corpo di Storia le preziose memorie della Greca Musica. Tuttochè egli abbia avuta la modestia di non dare alla sua luminosa opera che il titolo di Saggi, parmi, che dir si possa a ragione, aver egli soddisfatto appieno alle brame d'ogni uomo di lettere, espresse alcun tempo avanti dalla geometrica penna del Signor d'Alembert29.
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