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ATTO UNICO

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Salotto in casa del dottore Arletti

Due porte laterali. In fondo, la porta comune dietro due pesanti portiere

SCENA I

Il Domestico

(un giovine piuttosto tarchiato, dal volto stupidamente austero, dall'incesso solenne – introduce Laurina Corbari.) Giacchè insiste tanto, favorisca in questo salotto e aspetti. Ma le ripeto che il dottore non c'è.

Laurina

(snella, piccoletta, graziosa, elegante, – di un'eleganza birichina e capricciosa – entra con un'aria un po' insolente, la testolina eretta, agitando l'ombrellino, avanzandosi senza titubare.)

Il Domestico

(urtato da quella noncuranza) E poi, è ammalata, lei?

Laurina

Molto! (Alla chetichella, con una mano guantata, stendendo il mignolo e l'indice, fa le corna contro la jettatura.)

Il Domestico

E dunque, questa non è l'ora adatta. Per le consultazioni, egli non riceve che dalle nove alle undici antimeridiane. Se rincasa prima che lei si sia stancata d'aspettare, sto fresco! Trovandola qui, s'irriterà e le batoste toccheranno a me.

Laurina

Evvia, giovanotto! Al dottore non dispiacerà troppo di trovare qui una bella donnina.

Il Domestico

Che che! Il dottore non è un uomo…

Laurina

(interrompendolo) Davvero?!

Il Domestico

Non è un uomo come gli altri. (Analizzandola un po' con lo sguardo di sbieco) A certi dettagli non ci bada. È uno scienziato.

Laurina

E voi?

Il Domestico

Cosa?

Laurina

Siete uno scienziato anche voi?

Il Domestico

(rispondendo in buona fede) Io, no.

Laurina

Meno male! Se non siete uno scienziato, avete senza dubbio l'abitudine di badarci… a certi dettagli, e quindi per una bella donnina potrete compiacervi di sopportare una rimenata dal vostro padrone. (Toccandogli la pancia, come per infilargliela, con la punta dell'ombrellino) No?

Il Domestico

(tra l'imbarazzo e il disdegno) In verità, faccio il domestico da più di un anno in casa del dottor Arletti e, fra tante signore venute a consultarlo, nessuna mi ha mai parlato così.

Laurina

(con un gesto abbreviativo) Già, ma io non sono una signora.

Il Domestico

(spalancando gli occhi) Non è una signora?!

Laurina

Di che vi meravigliate, caro domestico? Non è punto necessario d'essere una signora per fare una visita al dottor Arletti. Basta dargli venti lire. Io gliele darò. (Cogliendo un'idea che le passa, all'improvviso, per il cervello) Del resto, per assicurarmi un'accoglienza cordialissima, mi farò presentare a lui da sua moglie.

Il Domestico

(spalancando gli occhi più di prima) Da sua moglie?

Laurina

(nervosa e rabbiosetta) Sicuro! Siamo colleghe.

Il Domestico

(inalberandosi) Ma che colleghe!.. Ma che colleghe!.. Se lei ha voglia di scherzare, non ne ho voglia io!

Laurina

Per mostrarvi che non scherzo niente affatto, caro domestico burbero e permaloso, vi prego di annunziarmi alla signora Arletti. Il mio nome: Laurina Corbari.

Il Domestico

(guardandola attonito) E lei spera che…

Laurina

Io vi garantisco che la signora Arletti, udendo il mio nome, si precipiterà. (Facendo con un piede un gesto di comando come si fa con la mano) Andate!

Il Domestico

(la guarda ancora con un piglio canzonatorio. Poi, si stringe nelle spalle) L'annunzierò. (Esce a destra.)

Laurina

(si ferma nel mezzo della stanza, battendo a terra reiteratamente la punta di un piedino, guardando il soffitto, digrignando i denti tra le piccole labbra tinte di rosso.)

Il Domestico

(dopo un istante, ritorna con una fisonomia che esprime mortificazione e intontimento.) La signora viene subito.

Laurina

Avete visto?!

Il Domestico

(ha un gesto come per dire: «Dopo tutto, io me ne infischio»; e, s'avvia, lemme lemme, verso la porta comune.)

Laurina

(facendogli una smorfia alle spalle) Scioccone!

Il Domestico

(si volta, risentito.)

Laurina

Non vi ho chiamato. Potete ritirarvi!

Il Domestico

(pazientemente, esce.)

SCENA II

Valeria

(dalla destra, ansiosa, tremebonda, ma cercando di sembrare disinvolta) Lei ha chiesto di me?

Laurina

(squadrandola da capo a piedi) Se è la signora Valeria Arletti, ho chiesto precisamente di lei.

Valeria

Sono appunto la signora Valeria Arletti. Ma io, con chi ho l'onore di parlare?

Laurina

Lo ignora?

Valeria

(con puerile dissimulazione) Lo ignoro.

Laurina

Quel barilotto del suo domestico non le ha annunziato Laurina Corbari?

Valeria

Sì, ma… è un nome che mi riesce nuovo.

Laurina

Nuovo nuovo nuovo?

Valeria

Nuovo nuovo nuovo.

Laurina

Sicchè, lei non sa nemmeno vagamente chi sono?

Valeria

Come vuole che lo sappia?..

Laurina

Allora glielo dirò io stessa.

Valeria

(perdendosi d'animo, ma ostentando, viceversa, una vivace presenza di spirito) Ne avrò molto piacere.

Laurina

Grazie. (Un breve silenzio.) Mi fa il favore d'invitarmi a sedere?

Valeria

Prego, prego… S'accomodi pure…

Laurina

(sedendo) E perchè non siede anche lei?.. Tanto, glielo avverto, non me ne vado sùbito. Dobbiamo un po' discorrere. Segga.

Valeria

(impallidendo) Ma sì… Volentieri… (Siede, a una certa distanza, di fronte a Laurina.)

(Ancora un silenzio.)

Laurina

Dunque, io sono, anzitutto, una cocotte.

Valeria

Oh!

Laurina

Si scandalizza?

Valeria

No. Trovo strano che lei si dia, da sè, della cocotte.

Laurina

A scanso d'equivoci e di malintesi, io non intendo mica d'offendermi chiamandomi così. Non ci mancherebbe altro! Io mi voglio tanto bene! Come mi potrebbe saltare in mente di perdermi di rispetto? E poi, lei, credo, fa confusione. Io non ho detto d'essere una cocotte disonesta. E non l'ho detto, perchè non lo penso. So di essere una cocotte onestissima, io! Non ho mai ingannato, non ho mai mentito, non ho mai fatto vedere lucciole per lanterne, non ho mai rovinato nessuno, non ho mai tolto un marito a una moglie, non ho mai tolto a un'amica o a una nemica nemmeno un gatto, nemmeno un pappagallo… Oh, dica francamente: non le par giusto che io mi vanti del mio stato di servizio?

Valeria

Ma, scusi, la ragione della sua visita qual'è? Non si sarà scomodata a venire da me solamente per darmi notizie della sua onestà.

Laurina

Ha mostrato tanto desiderio di sapere chi sono!

Valeria

Adesso, l'ho saputo. Passiamo oltre.

Laurina

No, no. Abbia pazienza: non l'ha saputo che in parte. C'è dell'altro. Non desidera saperlo?

Valeria

L'ascolto. Purchè non si dilunghi troppo.

Laurina

Mi sbrigo in due parole. Ma non se le lasci sfuggire dall'orecchio. «Io sono… l'amante di Riccardo Negri». Le giunge, forse, nuovo nuovo nuovo il nome di Riccardo Negri come le è giunto il mio?

Ad armi corte: Commedia in un atto

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