Vita di Francesco Burlamacchi
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Francesco Domenico Guerrazzi. Vita di Francesco Burlamacchi
Vita di Francesco Burlamacchi
Indice
PROEMIO
CAPITOLO I
CAPITOLO II
CAPITOLO III
CAPITOLO IV
CAPITOLO V
CONTINUAZIONE DEL CAPITOLO V
CAPITOLO VI
CAPITOLO VII
CAPITOLO VIII
APPENDICE. LETTERA INEDITA DI FRANCESCO BURLAMACCHI
NOTE
Отрывок из книги
Francesco Domenico Guerrazzi
Pubblicato da Good Press, 2020
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APPENDICE LETTERA INEDITA DI FRANCESCO BURLAMACCHI
A Francesco Burlamacchi toccò per bazza la statua decretata nel 1859; gliela rizzarono in Lucca nella piazza di S. Michele nel settembre del 1863, ed in cotesto giorno fece la orazione un professor Pacini, il quale, a sentirlo, pare che cammini fra l'uova, pauroso di pestarle, e ne aveva ben donde, però che la fama del Burlamacchi in quella solennità si adoperasse a mo' d'incenso repubblicano da ardersi per gloria della monarchia. Ed è poi falso quello che si affermò nella epigrafe stampata in fondo a cotesta orazione, cioè: che la paurosa tirannide apponesse lungamente a delitto perfino la ricordanza dei generosi morti per la libertà della patria; dacchè la tirannide dei Medici non solo consentisse che i generosi si ricordassero, ma ella ne mantenesse viva la memoria, e questo dimostrai nella vita di Francesco Ferruccio, raccontando come, nello apparecchio condotto a Porta a Prato nella occasione delle nozze di Francesco dei Medici con la regina Giovanna d'Austria, insieme coi simulacri dei fiorentini famosi in armi, anzi accanto a quello di Giovanni delle Bande-nere padre di Cosimo, facessero dipingere la immagine del Ferruccio; onde il Vasari, comechè fosse prelibatissimo piaggiatore di corte, non dubitò salutarlo sfortunato, ma valoroso capitano: più tardi, ornando le volte della Galleria degli Uffizi, questi stessi principi ordinarono che fra le figure degli illustri guerrieri fiorentini quella del pro' Ferruccio comparisse. Quanto alla tirannide lorenese, allorchè in una delle nicchie vuote degli Uffizi il Batelli stampatore collocò la statua dell'eroe morto per la libertà della patria, ella lasciò fare e non disse verbo. Cause vere per le quali il Burlamacchi ebbe la statua nel 1859 furono queste due, che ai patrizi servili parve bello sfruttare in loro vantaggio la rinomanza dello infelice repubblicano, e che a quei giorni, avendo essi l'erario nelle mani, poterono farlo co' quattrini del pubblico.
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