Peccati Erotici Delle Italiane 2
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Giovanna Esse. Peccati Erotici Delle Italiane 2
Nuovi peccati
Profanazione
Prefazione con suor Angelica
Il momento della veritÃ
Decisa, per capire
Ricordi e timori
Senza ritorno
Intrighi. Per chi crede che milf e cuckold siano concetti nati ieri..
I primi calori
Paradiso e inferno
Peccato pendente
Io so; tu sai... lei, non saprà !
Un amico in più
Un approccio diretto
A un passo dal peccato
Un anno di amori
Quasi vergine. Floriana
Ragazzi curiosi
Segnati da una notte
Senza freno
Fine dei giochi
Quasi vergine. Dolores
In cerca di aiuti
L'appuntamento
Stare insieme
Esposta e schiava
Appagata in un motel
La proposta
Conciata per le feste
Uno
Due
Tre
Una notte pazza
Giulia e Giovanna Esse. Una storia di trent'anni fa..
Отрывок из книги
Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi.
(Pablo Neruda)
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Una volta, distratta dai lavori di casa e inseguendo chissà quali pensieri, entrai nel bagno senza bussare. La porta era appena accostata; avevo le mani impicciate e spinsi lâanta col piede per aprire. Câera mio figlio, dentro, ma ci misi qualche momento a capire ciò che mi si parava davanti agli occhi. Il ragazzo era seduto sullo sgabello, il tronco allâindietro, le gambe allungate e aperte. In equilibrio precario e gli occhi socchiusi, stava venendo, masturbandosi, esattamente nel momento in cui realizzai ciò a cui stavo assistendo. Sono certa che il poverino non mi vide, non fu per malizia che sborrò davanti alla mamma, almeno⦠non poteva prevedere che sarebbe accaduto. Eâ molto probabile che si sarebbe fermato, ricomposto, se solo fossi entrata trenta secondi prima. Ma adesso, nel pieno dellâacme, gli occhi chiusi e il corpo rigido per lâemozione, non avrebbe potuto bloccare lâorgasmo. Infatti venne copiosamente, eruttava continuamente dal pene i fiotti bianchi, sembrava non finire mai⦠ed io, là , immobilizzata dalla sorpresa; incapace di decidere subito quale sarebbe stata la cosa più giusta da fare. Quando si riprese e si accorse di me, si raggomitolò su se stesso in preda al panico. Non lo sgridai⦠non feci niente: dovevo essere, a mia volta, uno spettacolo. Ferma sulla porta, con gli occhi sgranati, con tutti i panni che mi erano caduti dalle mani, sparsi sul pavimento. Lâimbarazzo più totale ebbe il sopravvento⦠tornai sui miei passi senza nemmeno accostare la porta. Quel giorno mi tenni pronta a rispondergli, qualunque cosa il mio ragazzo avesse detto a sua discolpa, ma lui non disse assolutamente niente; semplicemente, per quello e per i giorni successivi, fece del suo meglio per evitarmi. Soprattutto evitava accuratamente di guardarmi negli occhi, anche quando parlavamo tra di noi. Di quellâepisodio non trovai mai lâoccasione per parlare a mio marito. Il tempo passò ed io sperai che tutto fosse dimenticato, con la crescita e con le frequentazioni di un giovanotto. Il mio ragazzo era pieno di amici, simpatico e benvoluto. Questa per me era solo una grande gioia!
Ma una mamma vede meglio di un gatto, naturalmente⦠Così mi accorsi che alcune cose continuavano a capitare, ma adesso non ero più una sprovveduta. Tenevo un certo controllo della situazione; mi ero addirittura preparata dei âdiscorsettiâ ad hoc, da adoperare in caso di bisogno, per rimettere in riga quel mio ragazzo, un poâ troppo innamorato della sua mamma.
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