È la traduzione dal omonimo libro in russo dell’autore Olga Chernobryvets. Tutte le storie ascoltate da quelle persone che la circondano. Olga scrive in maniera concisa e breve ma profonda. Dall’autore: Ringrazio di cuore tutti i miei eroi e porgo ringraziamento speciale a miei traduttori Alfredo Bertollo, Claudio Pozzani, Petrizia Monaco, Sivia Guerra, Antonella Frugone, Franca Pissinis. Auguro a tutti voi l’ispirazione creativa e la felicità.
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Olga Chernobryvets. Vestito rosso a pois
Vestito rosso a pois
Soddisfazione
Conversazione con l’albero
Su Sirius
Inganno ottico
Fiji
Are you happy?
Della prattica di un’avvocato
I capelli non lavati
Intellettualmente
Cent’anni fa
Voglio stare da sola
Nuvola
Corta distanza
La volpe
Debito
Vivacità
Con il terzo chiodo
Educazione
Angelo della morte
Rispetto al’americana
Terreste
Ii pensiero del povero. La contentezza
Ii pensiero di un milionario. Qualcosa di nuovo
Il pensiero di un milionario. il pane
Негласный гимн Генуи
Генуэзские контрасты
Сontrasti di genova
Музыка океана
Nuvola rosa
Рожева хмара
Аренцано
Arenzano
Іменем амазонки
Donne amazone
Лигурия
Liguria
Лесбос
Lesbo
Плакать от счастья
Piandere di gioia
Быть последней
Essere L’ultima
Itaca d’amore
Parte prima
Le scene sono ambientate in:
Scena 1
Scena 2
Scena 3
Scena 4
Scena 5
Scena 6
Scena 7
Scena 8
Scena 9
Scena 10
Scena 11
Scena 12
Scena 13
Scena 14
Scena 15
Scena 16
Scena 17
Scena 18
Scena 19
Scena 20
Scena 21
Scena 22
Scena 23
Scena 24
Scena 25
Scena 26
Scena 27
Scena 28
Scena 29
Scena 30
Scena 31
Scena 32
Scena 33
Scena 34
Scena 35
Scena 36
SCena 37
Scena 38
Scena 39
Scena 40
Scena 41
Scena 42
Scena 44
Scena 45
Scena 46
Scena 47
Scena 48
Scena 49
Scena 50
SCena 51
Fine della prima parte
Отрывок из книги
«Quando eravamo studenti», mi racconta Ludmila Alexandrovna – ti ricordi come abbiamo vissuto, non avevamo neppure il tempo per preparar da mangiare. Allora a ventidue anni avevo già un ulcera аllo stomaco.
Ai tempi sovietici in caso di malattie gravi ti trattenevano a lungo in ospedale. Dovetti stare lì un mese.
.....
Mi sento spaventata, lui è emozionato. Parla con me.
– Come ti chiami? Ludmila? Quanti anni hai? Ventidue? Si, mi ricordo… era in Barnaul. Esatto: ventidue anni fa. Senti, ci vediamo stasera, ti va? Devo dirti qualcosa di molto importante.