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Un’ennesima settimana di finte ricerche lo condusse ad un’altra pista. Al menzionare il nome di Joanna, un sorriso si insediò nel viso di un’anziana donna che si presentò come Diane Collins, una donna del posto qualunque. Annuì con l’entusiasmo di chi non riceveva ospiti da molto tempo, ed invitò Slim ad accomodarsi nel salotto illuminato, dalle cui finestre si intravedeva un prato impeccabile che si concludeva con un curato laghetto ovale. L’unica cosa fuori posto sembrava essere un rovo che si estendeva dalla staccionata di legno fino al retro del giardino. Slim, le cui nozioni di giardinaggio si limitavano all’occasionale calcio alle erbacce che spuntavano davanti alla porta del suo palazzo, si chiedeva se si trattasse di un cespuglio di rose privo di tutti i fiori.

“Sono stata l’insegnante di Joanna,” disse la signora, cingendo tra le mani una tazza di tè, che aveva il vizio di roteare tra le dita come nel tentativo di scongiurare l’artrite. “La sua morte sconvolse l’intera comunità. Fu così improvvisa, e lei era una ragazza così adorabile. Così in gamba, così bella. Vede, c’erano dei veri e propri monelli in quella classe, ma Joanna era sempre così educata.”

Slim ascoltò con pazienza il lungo monologo di Diane sulle qualità della ragazza ormai morta da tempo. Quando era sicuro che non stesse guardando, sfilò una fiaschetta dalla tasca e si versò un goccio di whiskey nel tè.

“Cos’è successo il giorno in cui è annegata?” chiese Slim, quando Diane iniziò a divagare con aneddoti di quando insegnava. “Non sapeva delle correnti a Cramer Cove? Insomma, Joanna non ne fu la prima vittima. Né l’ultima.”

“Nessuno sa cosa accadde veramente, ma il suo corpo venne trascinato a riva dalla marea e trovato da qualcuno a passeggio col cane la mattina seguente. Ovviamente, era troppo tardi.”

“Per salvarla? Beh—”

“Per il matrimonio.”

Slim sobbalzò. “Scusi?”

“Scomparì la notte prima del suo grande giorno. Ero là, tra gli invitati che la stavano aspettando. Al tempo, credevamo che avesse piantato in asso lo sposo.”

“Ted?”

La donna aggrottò la fronte. “Chi?”

“Lo sposo? Si chiamava—”

Scosse il capo, respingendo l’ipotesi di Slim con un movimento della mano rugosa.

“Non ricordo. Mi ricordo la sua faccia però. La foto era sui giornali. Non avrebbero dovuto fotografare un uomo tanto distrutto. Anche se, devo dire che giravano delle voci…”

“Quali voci?”

“Che fosse stato lui a spingerla. La famiglia di lei era benestante, quella di lui no.”

“Ma prima del matrimonio?”

“Per questo non aveva alcun senso. Ci sono modi migliori di uccidere qualcuno, no?”

Il modo in cui Diane alzò lo sguardo e iniziò ad osservarlo face sentire Slim come se stesse guardando dentro la sua anima. Non ho mai ucciso nessuno, voleva dirle Slim. Ci ho provato una volta, ma non l’ho mai fatto.

“È stata condotta un’indagine?”

Diane alzò le spalle. “Certo che sì, ma non approfondita. Erano i primi anni Ottanta. Molti casi rimanevano irrisolti all’epoca. Non esistevano la scientifica, il test del DNA e tutto ciò che vediamo adesso in televisione. Si facevano domande — io stessa sono stata interrogata — ma in assenza di prove cosa potevano fare? Venne considerato uno spiacevole incidente. Una ragazza che per qualche strano motivo andò a nuotare la notte prima del suo matrimonio, sprofondò e annegò.”

“Cosa ne fu dello sposo?”

“Si trasferì, a quanto ne so.”

“E le famiglie?”

“Ho sentito dire che la famiglia di lui se ne andò oltreoceano. Quella di lei si trasferì a sud. Joanna era figlia unica. La madre morì da giovane, ma il padre è morto solo l’anno scorso. Cancro.” Diane sospirò, come se la tragedia avesse così raggiunto il suo apice.

“Le viene in mente qualcun’altro con cui potrei parlare?”

Diane alzò le spalle. “Forse dei vecchi amici. Non saprei. Ma faccia attenzione. Non è qualcosa di cui si possa parlare liberamente.”

“Perché no?”

La signora anziana posò la tazza di tè sul tavolino, che conteneva farfalle tropicali schiacciate da una lastra di vetro.

“Carnwell era una città molto più piccola una volta,” disse. “Oggigiorno è una specie di città di pendolari. Puoi andare a fare la spesa senza imbatterti in un volto familiare. Non era così prima. Tutti si conoscevano, e come ogni comunità affiatata, caricavamo i nostri fardelli, faccende che preferivamo rimanessero segrete.”

“Faccende di che tipo?”

La donna rivolse lo sguardo verso la finestra, e, di profilo, Slim vide che le labbra le stavano tremando.

“Alcune persone credono che Joanna Bramwell sia ancora fra noi. Che… ancora ci perseguiti.”

Slim si maledisse per non aver messo più whiskey nel suo tè. “Non capisco,” disse, forzando un sorriso svogliato. “Un fantasma?”

“Si prende gioco di me, signore? Penso che forse sia arrivata l’ora di—”

Slim si alzò prima che finisse la frase, alzando le mani al petto. “Mi perdoni, signora. È solo tutto molto insolito per me.”

La donna continuò a fissare fuori dalla finestra e mormorò qualcosa sottovoce.

“Mi scusi, non ho sentito.”

Il suo sguardo lo face rabbrividire. “Ho detto, che non parlerebbe così se l’avesse vista.”

Come se le sue batterie le si fossero scaricate, Diane non disse più nulla di rilevante. Slim annuiva mentre lei lo riaccompagnava alla porta d’entrata, ma tutto ciò a cui riusciva a pensare era lo sguardo di Diane e a come l’avesse spinto a guardarsi le spalle.

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