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Testimonianza all'FBI di Jeff Terry, proprietario del Bristol, a seguito dell'uccisione del faccendiere Nat Calaiò – New York, Dicembre 2016

«Nat Calaiò, non è come credete, Nat Calaiò era a conoscenza di innumerevoli segreti riguardo alcuni membri del dipartimento di stato, per questo motivo mi sembra di capire che alcuni di loro siano scomparsi»

«Quindi se le parlassi di omicidi rituali?»

«Credo niente di tutto questo: Nat Calaiò non era precisamente un mafioso, ma una di quelle persone che si sarebbero potute definire “faccendieri”; lui si occupava soprattutto di intermediazioni tra cartelli del narcotraffico, soprattutto da qui, da New York, e in particolar modo coi messicani»

«E con ciò?»

«Purtroppo la sfortuna di chi possiede locali come il mio, spesso può essere quella di aver a che fare con talmente tante persone…diciamo che Pete Norton fece l'errore di intralciare alcuni carichi di droga e di armi che dovevano giungere qui in città»

«Si spieghi meglio»

«Pete Norton stava facendo delle intense ricerche sulle tratte della coca e delle armi a cavallo tra gli Stati Uniti e l'America Latina»

«Lei come ha avuto simili informazioni?»

«Io, se dobbiamo essere chiari, fui quasi ricattato da Nat Calaiò per seguire ogni minima traccia di Pete Norton, così come fui avvertito dallo stesso Pete di riferirgli su chi lo avrebbe potuto cercare; accadde che Pete Norton per ben due volte riuscì a bloccare dei carichi di coca destinati al suolo statunitense direttamente da qui, da New York, intralciando perfino le indagini della DEA, e Nat si fece sempre più minaccioso nei miei confronti perché non riusciva a trovare il modo per far fuori Pete; Nat aveva colombiani e messicani residenti in città che cominciavano a spazientirsi, sapeva che avevo dei buoni rapporti con Pete, e probabilmente sospettava che Pete tramite me potesse arrivare ai suoi affari»

«C'è dell'altro?»

«Improvvisamente venimmo a sapere di Pete Norton internato per la vicenda legata a Virginia Blade, e quell'evento per Nat fu come una liberazione: ora sapeva dove trovare e bloccare Pete nei suoi intenti, per di più facendosi come una sorta di vendetta per quei carichi saltati, e comunque più che di vendetta, da parte di Nat si dovrebbe parlare di estrema necessità, per il fatto che era braccato continuamente da messicani e colombiani, che non si sentivano più al sicuro; la morte di Pete sarebbe stata per tutti continuità e garanzia di affari; Nat, da questo punto di vista, fece un ottimo lavoro, sapeva che Pete non ne avrebbe avuto per molto, sarebbe uscito presto, e non perse tempo nel farlo uccidere; quel che di cui ancora non mi capacito, è il fatto di come anche Nat sia stato ucciso: una volta mi parlò di un carcere messicano, me ne parlò nel caso in cui un giorno non l'avessi più rivisto…»

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