Читать книгу Ade Online: Succube - Alex Itsios - Страница 8

CAPITOLO 3

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Dolore. Se si potesse descrivere questo mondo in una sola parola, quella parola sarebbe dolore. Dopo il duro allenamento a cui ci hanno sottoposto Amyndas e i suoi istruttori, ogni dannata parte di questo corpo nel quale sono stato intrappolato è dolorante. Mi muovo come se le mie membra non mi appartenessero davvero. Ho la sensazione di negoziare con il mio corpo e non di comandarlo. Come potrò sopravvivere in questo posto?

Ed è solamente il primo giorno.

Ok, ma fatemi ritornare un po' indietro, al momento della presentazione di Amyndas nell'anfiteatro.

Dopo aver finito di pontificare, Amyndas ci ha condotti oltre gli archi dietro di lui, attraverso la strada polverosa portandoci alla nostra caserma di addestramento in arenaria rossa e arancione: una discreta escursione all'interno della città di Komana. Tutti noi abbiamo potuto vedere meglio la città, da più vicino, qui si alternano parti fatiscenti a strutture intatte. Il tempo ha consumato gli ornamenti della pietra lavorata tutto intorno a noi. La presenza di erbacce e cespugli acuisce la sensazione di declino e di abbandono che la Terra ha sofferto in nostra assenza. Questo posto puzza di polvere e disintegrazione.

Dobbiamo marciare tra gli edifici verso i ‘campi di addestramento’ di sabbia scurita dal sole che si estendono in un'ampia piazza tra le basse strutture rossastre. Quegli edifici sono il posto dove dovremo vivere nel periodo, e forse anche dopo, in cui ci verrà insegnato a diventare i combattenti in cui Amyndas vuole trasformarci. Ben presto fa arrivare i suoi allenatori per insegnarci da zero come combattere, un tempo lo sapevamo fare, anche se adesso è un'azione più automatica rispetto a quanto eravamo abituati a fare nel nostro mondo virtuale.

Una volta arrivati, gli istruttori ci dividono in gruppi, donne da una parte, uomini dall'altra, e, successivamente, in piccole squadre che contano dai cinque ai dieci elementi e ci forniscono armi e armature in accordo con il ruolo che ci viene assegnato.

“Tu sarai uno spadaccino” mi dice l'uomo che si fa chiamare Sergente Obol, l'istruttore del mio gruppo.

Ad altri viene assegnato il ruolo di esploratore, lanciere, portatore di scudo e così via. All'inizio mi piace l'idea di avere arma e armatura, mi sento meno nudo per la prima volta dal momento della mia condanna. Ma questo è stato prima di passare ore e ore di esercitazioni e di allenamento di battaglia, anche se i miei livelli di attacco e di difesa sembrano essere i più alti del mio gruppo. Per la fine della prima giornata, riesco a malapena a trascinarmi fuori dalla sabbia verso la mensa per portare alla bocca, con mano mal ferma, la carne e il pane che ci vengono dati e per placare la mia sete con diverse coppe d'acqua.

Adesso capisco! Non siamo solamente stati esiliati da Elysium, hanno anche cancellato, oltre alla memoria, anche tutta l'esperienza precedentemente acquisita. Questo è accaduto non solo quando hanno bevuto dall'acqua del fiume Lethe, ma, probabilmente, anche quando le nostre coscienze sono state messe dentro questi corpi pronti per essere torturati.

Davvero un piano perfettamente perverso: forgiare un'armata di persone senza cervello, tele bianche, riempirli d'odio e far loro il lavaggio del cervello trasformandolo in una scelta élite, condannati a vivere il resto della loro vita come leccapiedi senza pensieri al servizio dello stesso che li ha esiliati in questo posto dimenticato dagli Dei. Una punizione adeguata ai nostri crimini, immagino, per aver scelto di contrastare il volere di Lord Hades. Hades è un despota ancora più crudele di quanto avessi immaginato, e di quanto avessi scoperto. Sembra che a farmi atterrare qui siano stati il mio crimine d'opinione e il modo in cui ho agito in seguito.

Eppure, deve esserci un modo migliore di questo, piuttosto che semplicemente subire gli allenamenti sul sabbioso campo d'addestramento. Quando mi siedo con gli altri, mi guardo attorno per scoprire chi di loro potrei riuscire ad usare a mio favore. Se devo trovare un modo per salire in cima, farmi strada verso il meglio e, addirittura trovare un modo per tornare a Elysium, non posso essere solamente uno tra i tanti di questa orda di senza cervello che esegue solamente gli ordini e ingurgita la brodaglia che gli viene data. Ho bisogno di creare la mia squadra scegliendo i membri in questa variopinta raccolta di anime perse. Devono decidere di diventare miei soldati, non ciecamente, ma coscientemente, con una decisione presa con il loro libero arbitrio.

I primi giorni arrivo alla mia baracca stanco morto e piombo in un sonno profondo, solo per essere risvegliato all'alba, con i muscoli ancora doloranti per un nuovo giorno di torture. Ma, ad un certo punto, inizio a percepire brandelli di sogni nel mio sonno profondo. E vado avanti in questa maniera di notte in notte.

Anche se lentamente, sto riacquistando la consapevolezza, comincia con deboli suoni: stridii, scricchiolii, tintinnii, suoni che si fanno più forti, lamenti, grugniti, il cozzare di metallo contro metallo. Subito dopo mi colpisce l'olfatto: sudore, pelle, terra, metallo, sangue. Infine, la vista mi porta fuori dal buio.

Sto lottando, sono nel bel mezzo di una battaglia, una battaglia combattuta da migliaia di individui intorno a me. Umani, avatar base, tutti corazzati e coperti di sangue e fango, sembrano combattere contro mostri di ogni genere. Appaiono una serie di finestre di stato sospese ognuna a tenere il conto di ogni colpo che viene sferrato in entrambe le fazioni. Sembra che io debba combattere per la mia vita, contro un mostro che riesco a mala pena ad identificare. È tutto denti, artigli, scaglie e fetore.

Con la mia spada, taglio, affetto e infilzo. Il mio avversario taglia, morde, e mi schiaccia. Ad ogni istante la mia barra dei Punti Ferita scende, ma allo stesso modo scende anche quella del mostro, e, appena raggiunge lo zero, il mostro scompare per essere rimpiazzato da un altro e un altro ancora e la battaglia va avanti.

Quando tutto è finito mi trovo, solo, sul campo di battaglia ricoperto di cadaveri, tra il sangue, il fango e l'aria fumosa, le bandiere strappate sventolano sulle loro aste in lontananza. Quale fazione ha vinto? Non ne ho idea. So solo che la mia Barra della Vita mi segnala che mi rimangono pochi Punti Ferita.

Un momento. Non sono solo. Qualcuno mi sta venendo incontro. Appena i fumi svaniscono, vedo che si tratta di una donna in armatura, con una spada simile alla mia. Mi sorride e lascia cadere la spada, inizia a togliersi l'armatura pezzo dopo pezzo, iniziando dai bracciali, poi gli schinieri, infine il pettorale e la gonna. Si spoglia nuda, svelando un corpo sensuale sotto gli indumenti e l'insanguinata e ammaccata armatura.

Pieno di eccitazione per la ricompensa che mi viene offerta, inizio anche io a spogliarmi dell' armatura e dei vestiti. In pochi istanti ci troviamo entrambi nudi e pronti.

La vista del suo corpo nudo mi accende qualcosa dentro; immediatamente sento un formicolio scorrere lungo il corpo mentre fisso il suo seno abbondante e la figura voluttuosa. Mentre mi si avvicina, il mio sguardo osa scendere più in basso, verso la morbida, liscia collinetta di carne tra le sue cosce. Vedo le pieghe delle piccole labbra spuntare attraverso le grandi labbra, e una vampata di calore e di eccitazione mi travolge. Resto sorpreso per un istante, ma so, nel profondo, che è una sensazione naturale in questo corpo.

Mi stringe le braccia intorno al collo, e sento tutto il suo corpo premere contro il mio. Questa è la prima sensazione piacevole che provo da quando sono in questo mondo. Non è una sensazione di dolore dovuto alla battaglia, nè sete o ustione a causa del sole. È calda, morbida e ovunque mi tocchi mi risveglia le terminazioni nervose. Mi sento improvvisamente sopraffatto. Il respiro mi si blocca in gola.

Le mani vanno istintivamente ad afferrare i grandi seni, sono stupefatto da quanto siano morbidi nelle mie mani. Lei mi guarda mentre scorro i pollici sui suoi capezzoli con movimento circolare, affascinata da come iniziano a inturgidirsi al mio tocco. Ogni rilievo e ogni fessura del suo corpo mi lascia stupito e sembra che anche a lei piaccia. Le sue mani iniziano a scendermi lungo la schiena facendomi rabbrividire.

Ci prendiamo qualche momento per esplorare l'una il corpo dell'altro, anche se lo facciamo in modo piuttosto maldestro. Il corpo di una donna è diverso da quello di un uomo; è più morbido, ha più curve e apparentemente è più sensibile in alcune aree. Imparo che, mentre lei mi tocca, quando mi accarezza l'orecchio o le cosce, il mio corpo formicola. Le sue mani esitano sulle mie cosce, mentre le mie sono sui suoi fianchi. Ci guardiamo l'un l'altro in preparazione, e, finalmente, le nostre mani cominciano a scendere verso l'inguine.

Non appena le sue mani si chiudono attorno al mio membro, il mio respiro cessa di nuovo. Scosse di eccitazione intensa ed estasi scuotono tutto il mio corpo e i miei fianchi si piegano leggermente. Le sue dita sono delicate, attorno a me, assicurandosi di non farmi male. Osservo il suo dito scivolare lungo una vena sul mio uccello e salire gradualmente fino alla punta. Sospiro mentre lei la tocca e la percorre in cerchio con cautela. È in questo momento che realizzo che la punta è molto più sensibile del resto di me, e sembra che anche lei lo abbia capito. Approfittando di questa nuova conoscenza, continua il movimento sulla punta con una pressione aggiuntiva. Respiro pesantemente tra i suoi capelli, gli occhi chiusi, mentre mi godo quelle carezze.

Un liquido chiaro comincia ad accumularsi sulla punta mentre mi accarezza, se lo strofina con curiosità tra la punta delle dita. Prende la sostanza e, guardandomi dritto negli occhi, se la lecca dal dito. Contemplando per un attimo il gusto, riprende ad accarezzarmi con un sorriso compiaciuto.

Impiego un momento per riprendermi, prima di iniziare ad esplorare ulteriormente il suo corpo. Le mie dita scendono a trovare le sue labbra; i polpastrelli assorbono le sensazioni estranee. Faccio scivolare il dito dentro il suo ingresso e mi colpisce l'umidità iniziale. È scivoloso e mi avvolge completamente le dita. Eppure, questo sembra piacerle, ed emette un lieve gemito nel mio orecchio. Il suono del suo gemito mi scatena un'altra ondata di scosse e tensione attraverso il corpo e intensifica le sensazioni suscitate dal suo tocco.

Ci accarezziamo a vicenda con maggiore intensità e una bollente eccitazione si impadronisce completamente del mio corpo. Ci spostiamo a terra, lei è sotto di me. I nostri corpi si strofinano e si sfregano l'uno contro l'altro, il mio uccello che preme contro la sua coscia. Procedo a tentoni fino a quando non mi rendo conto che strofinare la mia asta su di lei mi ha provocato una tensione all'inguine. La sensazione è travolgente e cresce al punto in cui la mia mente sembra fluttuare. La vista si offusca e il cuore batte all'impazzata contro il petto. Le sinapsi nel cervello si sovraccaricano di estasi, e esplodo tra le braccia della mia virtuale guerriera-amante. Alla fine, mi sveglio sulla branda, ora mi sento più rivitalizzato di prima.

Ade Online: Succube

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