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Cavalluccio

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Alla distribuzione delle consegne della mattina c’era Cavalluccio.

I cavallucci di mare sono molto lenti, e per questo non vengono assunti come corrieri, ma molti di loro lavorano come magazzinieri.

“Ciao, Santo!” lo salutò il Cavalluccio, che sedeva su una grossa pietra.

Santo con tutto il cuore sperava che Cavalluccio non notasse la stella.

“E che cos’hai sopra lo zaino?” subito si interessò il magazziniere.

Gli toccava rispondere:

“Mi hanno premiato oggi, con una stella, per avere fatto un servizio esemplare”.

“E perché la porti dietro?” Cavalluccio non la piantava.

“Dietro?” Santo faceva finta di non avere neppure notato come la stella fosse finita dietro sulle spalle. “La cinghia si sarà guastata, probabilmente”, rispose con noncuranza il corriere e si aggiustò la borsa in modo tale che ora Stella si trovasse davanti.

“Ecco, così meglio”, approvò Cavalluccio.


Santo non disse nulla, si affrettò a mettere tutti i pacchi nella sacca. Per evitare ulteriori domande, non si fermò nemmeno a verificare la lista delle consegne e nuotò via verso il primo indirizzo.

Fino a mezzogiorno Santo si sforzò di non prestare alcuna attenzione alla stella e ignorò qualsiasi suo tentativo di partecipare al lavoro. Verso metà giornata però capì che non poteva continuare così e si rivolse alla collega:

“Senti, Stella, facciamo un patto. Ti chiedo solo di non disturbarmi. Per il resto io me la cavo benissimo da me. D’accordo?”

“Ma per essere più efficienti noi possiamo dividere il lavoro”, con prontezza scattò la stella. “Per esempio, io prendo la lista delle consegne e vedo dove bisogna nuotare”.

A Santo l’offerta non piacque. Preferiva da solo scegliere dove nuotare. Lui esitò nel rispondere. Stella prese il suo silenzio per assenzo e continuò:

“Risali la corrente, fino alla vecchia spiaggia”.

Fu evidente che la Stella era completamente capace di orientarsi sul territorio e costruiva la rotta in maniera tale, che non fosse necessario nuotare due volte per la stessa strada. Santo si chiese perfino se potevano finire la giornata senza passare nemmeno una volta per lo stesso percorso. E dovette riconoscere che la loro impresa riuscì, dopo avere consegnato l’ultimo pacco che era nella sacca al proprio destinatario.

“E questo è l’ultimo”, Santo sospirò sentendosi allegerito. In un modo o nell’altro era felice di congedarsi dalla Stella e tornarsene nella tana.

“No, non è l’ultimo”, obbiettò la Stella. “Ci rimane ancora un indirizzo”.

“Non è possibile”, scuotè la testa Santo: la sua sacca era vuota.

Poi il corriere osservò la lista di viaggio che teneva Stella: effettivamente c’era ancora un indirizzo.

“Lì abita un Comandante marino”, commentò la Stella.

“Tu conosci tutti gli indirizzi a memoria?” si meravigliò Santo.

“Non tutti”, chiarì la stella. “Ma il Comandante è una persona troppo importante per…”

“Chiaro”, la interruppe Santo, “è una persona troppo importante perché le stelle marine non ne facessero pettegolezzi”.

Riflettendo poi che lui aveva rivolto alla stella di mare solo battute caustiche, Santo si ammorbidì:

“Beh, oggi è il tuo primo giorno di lavoro: diciamo che è finito. Tornerò io al magazzino e verificherò se la consegna per il Comandante non sia rimasta là”.

“É molto cortese, ma preferisco tornare al magazzino insieme”, risposte Stella.

“Come vuoi”, sospirò Santo, e nuotarono indietro insieme.

Quando alla fina della giornata Cavaluccio vide il corriere che si avvicinava, chiese preoccupato:

“Santo, è successo qualcosa?”

“Penso che abbiamo un problema. Forse abbiamo dimenticato un pacco sullo scaffale”, rispose Santo.

“No, questo è escluso”, rispose con convinzione il magazziniere. “Non mi è rimasto nulla per oggi. Non potrebbe essere invece che avete perso voi il pacco?”

Santo cominciò ad avere dei dubbi. Perdere il pacco è la paura più grande del postino. Ma qui si ravvivò Stella:

“Non potevamo averlo perso, sono assolutamente certa. Da stamattina abbiamo avuto in consegna dieci pacchi e dieci pacchi abbiamo consegnato”.

“Io vi ho dato tutto quello che c’era qui”, si difendeva Cavalluccio. “Non mi ricordo già più, quanti pacchi ci fossero, ma stamattina non mi avete detto nulla..”

“Però io ricordo quanti pacchi c’erano. Ho contato”, insisteva la stella marina. “Io non sapevo, quanti fossero gli indirizzi, ma ho contato la quantità dei pacchi. E tu ce ne hai dati dieci. Ma gli indirizzi nella lista erano undici. Per questo l’undicesimo pacco deve essere rimasto con te”.

Tra sé e sé Santo notò che Stella aveva fatto quello che avrebbe dovuto fare egli stesso: controllare la quantità dei pacchi all’accettazione in magazzino. Ma la mattina era così preso dai suoi pensieri che si era dimenticato completamente dell’ordine. Bene allora che Stella fosse una tipa attenta. Santo non voleva ammetterlo, ma la collega dimostrava già di essere preziosa.

Il giorno dell’Oceano. Le avventure di Santo, merluzzo-postino

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