Читать книгу Le Follie Di Olivia - Amanda Mariel, Christina McKnight - Страница 6
Capitolo 1
ОглавлениеYorkshire Inghilterra, 1810
Lady Olivia Montague camminava nel salotto privato e le sue pantofole minacciavano di consumare il tappeto mentre andava avanti e indietro. Riusciva a stento a credere a quello che stava succedendo. Perché proprio adesso? Perché dopo tutto quel tempo? Per amor del cielo, erano passati più di quindici anni dall’ultima volta in cui aveva avuto notizie del duca.
Perché diavolo aveva cambiato idea? Rivolse la propria attenzione alle sue amiche, Lady Emma e Lady Juliet. “Devo trovare un modo per sfuggire a questa farsa e voi, signore, dovrete aiutarmi.”
“Non riesco a capire quale sia il problema”, disse Emma dal punto in cui era seduta vicino al camino, con gli occhi viola freddi e tranquilli.
Juliet saltò in piedi, con i boccoli biondi che sobbalzavano mentre si muoveva. “Capisco perfettamente, ma forse se provaste a considerare la situazione da un punto di vista più positivo…”
Juliet si girò per lanciare un’occhiata alle sue ben intenzionate amiche. Lady Emma Finch e Lady Juliet Gale erano entrambe figlie di conti ed amiche di famiglia di lunga data. Loro tre erano state praticamente inseparabili negli anni. Onestamente, sembravano più sorelle che amiche. E anche se Olivia sapeva che le altre due avevano buone intenzioni, non poteva fare a meno di essere irritata con loro in quel momento.
Strinse gli occhi e rispose, “Non avete bisogno di capire, e non c’è niente di buono in questa…questa…atrocità.”
“Questo è un bel modo di descrivere il vostro imminente matrimonio.” Emma scosse la testa, stringendo forte le labbra.
Juliet sospirò, girando lievemente le spalle prima di tirarsi di nuovo su. “E se vi innamoraste veramente di lui? Sarebbe una svolta positiva.”
Olivia respinse le parole di Juliet, non appena questa le ebbe pronunciate. “Non ho intenzione di innamorarmi di nessuno, meno che mai di lui.” Esasperata, emise un sospiro, poi riprese a camminare. “Non ho intenzione di sposarlo.”
Il rumore del ventaglio di Emma contro il bracciolo della sedia a dondolo di broccato dorato sulla quale era seduta riportò l’attenzione di Olivia su di lei. “Non potete dire sul serio. C’è un fidanzamento ufficiale. Sareste rovinata se rifiutaste.”
“E inoltre è un duca.” Juliet sorrise, con gli occhi blu che brillavano. “Ogni donna sogna di essere una duchessa.”
Olivia non poteva negare la validità delle affermazioni delle sue amiche, ma non pensava che fossero valide per se stessa. Scosse la testa e si girò verso di loro. “Non mi importa un fico secco di cosa sia, e non voglio diventare una duchessa.”
Ben più che frustrata, si lasciò cadere su un divano lì vicino. “Tutto quello che desidero, è una via di scampo. Diamine, non so niente di quest’uomo. Non so neppure che aspetto abbia, e pretendono che lo sposi.”
Olivia si portò una mano alla fronte ed iniziò a massaggiarsi le tempie con il pollice ed il dito medio. Le pulsava la testa, ma non aveva tempo per riposarsi o bere un tonico. Doveva usare ogni singolo momento per trovare un modo di sfuggire al matrimonio imminente.
Juliet si chinò in avanti, le labbra contratte in una smorfia di rimprovero. “Ora siete ingiusta. Non è un completo estraneo. Lo avete già incontrato. Lo avete detto voi.”
Olivia si lasciò cadere la mano in grembo e guardò di sbieco Juliet. “Per quanto mi ricordi, vi ho detto quanto lo detestassi. E’ stato maleducato, sgradevole, confusionario, si credeva in diritto di…”
“Era giovane, un bambino proprio come voi stessa”, la interruppe Emma, arricciando un lato delle labbra ad abbozzare un sorrisetto compiaciuto. “Veramente, Olivia, dovreste dargli almeno una possibilità.”
Juliet assunse un’espressione sognante, tutta serenità e gioia, mentre guardava Olivia. “E se fosse diventato un bell’uomo con un comportamento esemplare?” Batté le mani, riuscendo a malapena a contenere l’eccitazione. “E se arrivasse e vi facesse perdere la testa?”
Olivia scosse la testa e strinse gli occhi. “Vi assicuro che non succederà.”
Emma alzò gli occhi verso il soffitto, come se stesse pregando, poi disse, “Ma potrebbe farlo. Se solo gli concedete una possibilità.”
Olivia era pronta a scommettere che la sua amica stesse veramente pregando. Dopotutto, Emma era sempre stata quella più equilibrata tra loro. Se i suoi genitori le avessero chiesto di sposare un gentiluomo di loro scelta, lo avrebbe fatto senza lamentarsi.
Juliet sorrise ad Emma prima di rivolgere nuovamente l’attenzione ad Olivia. “Ha ragione e lo sapete. Molto più cambiare col passare degli anni. Quanto tempo è passato? Dieci, dodici anni?”
“Quindici”, Olivia pronunciò la parola a denti stretti. Quindici lunghi anni senza una parola da parte di quell’uomo. Quindici anni nei quali Olivia aveva pensato di essere stata dimenticata. Come diavolo potevano aspettarsi che lei dimenticasse tutto ciò?
Emma si scostò dalla guancia una ciocca di capelli nero corvino. “Il ragazzo che ricordate è diventato un uomo da molto tempo ormai. Scommetto che è molto cambiato.”
“Non importa comunque. Non è questo il punto.” Olivia gesticolò in segno di rifiuto. “Anche se fosse bello e ben educato, non si potrebbe negare il fatto che abbia passato gli ultimi quindici anni ignorando la fidanzata. Né la mia famiglia né io abbiamo mai ricevuto notizie da lui o dai suoi. Mi sono considerata libera.”
“Forse aveva una buona ragione?” disse Juliet, con gli occhi blu che emanavano ottimismo.
“Sapete entrambe che non desidero sposare nessuno…mai. E ora”, Olivia sospirò a fondo, “ora sono di nuovo imprigionata. Non lo sopporto. E non lo farò. Dovete aiutarmi.”
Emma strinse le mani di Olivia nelle sue e le rivolse un sorriso rassicurante. “Allora lo faremo, almeno per quanto possiamo.”
“Oh, lo so. Andiamo alla fiera.” Juliet rivolse loro un sorriso compiaciuto, saltando su dalla sedia. “Mi hanno detto che c’è una donna che legge il futuro. Potete incontrarla e forse vi dirà cosa dovreste fare.”
Olivia si alzò di scatto all’idea e sorrise all’amica. “Almeno potrà darmi qualche consiglio.”
Juliet aveva sempre creduto in quelle cose, mentre Emma le considerava solo sciocchezze. Olivia non aveva chiare opinioni riguardo all’ignoto, ma credeva che alcune persone avessero ricevuto in dono intuizioni e capacità.
Credeva che l’indovina potesse dirle qualcosa di utile, o perlomeno si riservava di esprimere un giudizio dopo avere visto la donna. Che male poteva esserci?
“Forse”, Olivia lasciò la mano di Juliet con un sospiro, “anche se è ancora più probabile che non mi procuri altro che un po’ di divertimento.”
Juliet guardò Emma di sbieco per un attimo, poi scosse la testa. “Non dovete essere sempre così seria.”
“Sapete bene come mi sento riguardo a queste cose. Semplicemente non voglio illudere Olivia.” Emma si alzò. “Ci incamminiamo, quindi?”
Anche Juliet si alzò, poi prese sottobraccio Olivia e le si avvicinò. “Ignoratela, non c’è nulla di sbagliato nella speranza.”
Olivia fece un sorrisetto, non volendo guastare l’eccitazione di Juliet, anche se sapeva bene che il consiglio di Emma era valido. Prese a braccetto Emma e le strinse lievemente il braccio. “In qualsiasi modo vada a finire, vi ringrazio entrambe.”
Mentre si allontanavano dal salotto, il cuore di Olivia batteva forte, un misto di anticipazione ed eccitazione che le stringeva lo stomaco. Anche se l’indovina non le avesse detto niente di buono- cioè niente di utile- Olivia sarebbe sfuggita al futuro che le veniva imposto.
Doveva farlo. Non avrebbe accettato nessun altro risultato.
L’area della fiera era molto affollata dalla piccola aristocrazia locale così come dalla gente comune. Il cuore di Olivia batteva veramente libero, mentre lei e le sue amiche si facevano strada attraverso la folla, alla ricerca del carro dell’indovina. Non dovettero andare lontano prima di trovarlo. Olivia provò un attimo di esitazione trovandosi davanti il carro a colori vivaci, con le amiche al suo fianco. E se l’indovina non le avesse detto niente di buono? Olivia avrebbe potuto dimenticare le sue parole ed andare avanti? O le sarebbero risuonate nella mente nonostante gli sforzi? Forse era meglio non sapere.
Una donna dai capelli scuri e dagli occhi marroni indagatori apparve sulla soglia. “Non esitate, bambina”, disse facendosi da parte per lasciarle entrare.
Juliet diede una gomitata ad Olivia per farla muovere. Lei fece qualche passo incerto, poi salì gli scalini che portavano nel carro. Juliet ed Emma la seguirono da vicino.
“Sedetevi”. L’indovina indicò una panca di un verde brillante.
Juliet fece un cenno incoraggiante ad Olivia, mentre Emma fece un lieve sorrisetto.
Olivia andò verso la panca e si accomodò. Emma e Juliet si sedettero vicino a lei, stringendosi ai lati per starci tutte.
L’indovina si accomodò su una panca davanti a loro. In mezzo c’era un tavolino, con un mazzo di carte vicino alla donna. “Io sono Madame Zeta, e voi?” Sorrise, sollevando la guancia coperta di lentiggini.
“Olivia.” Si schiarì la voce e disse, “Lady Olivia Montague.” Si guardò intorno osservando l’interno a colori vivaci del carro. Non aveva mai visto niente di simile, anche se lo trovava in qualche modo invitante. La tensione nei muscoli svanì, mentre rivolgeva di nuovo l’attenzione a Madame Zeta.
“Immagino che siate qui per farvi rivelare la sorte?”
Olivia esitò per un attimo. Annuì, poi frugò nella borsetta e tirò fuori tre scellini. “Si, per favore.”
La donna dalla pelle color del miele attraversò la stanza e Olivia lasciò cadere le monete nel suo palmo.
Madame Zeta si voltò, facendo cadere gli spiccioli in una piccola scatola vicino a lei. “Molto bene.” Poi le si avvicinò di nuovo. “Porgetemi la mano.”
Anche se il polso di Oliva accelerò, non esitò a girare la mano e a metterla in quella di Madame Zeta. C'era qualcosa in quella donna che la metteva a suo agio. Era forse il suo sguardo caloroso o l’intelligenza che rivelava? O forse i sorrisi gentili dell’indovina?
Madame Zeta esaminò il palmo di Olivia, poi fece passare un dito scuro sulle linee della pelle di Olivia. Le provocò un lieve solletico, ma Olivia rimase ferma e tranquilla.
“La vostra strada è molto ben delineata, ma non al punto di non potere essere alterata.” Madame Zeta continuava a fissare il palmo di Olivia mentre parlava. “Abbiamo tutti un cammino da percorrere. Il cammino della vita. Qualsiasi cosa succeda, ci mantiene saldi.”
Olivia si mordicchiò il labbro inferiore, aspettando che la donna dicesse di più.
“State affrontando un crocevia.” Madame Zeta fissò Olivia negli occhi.
Olivia deglutì nonostante la gola secca. “Sì.”
“E’ una questione di cuore”, disse Madame Zeta, con uno sguardo d’intesa.
Olivia non poté fare altro che annuire e continuare a fissare quella donna intrigante.
Madame Zeta avvolse la mano di Olivia tra le proprie dita e la strinse lievemente. “L’amore arriverà sulle ali della follia. La scelta che farete influenzerà il vostro destino, bambina mia. Non prendete decisioni affrettate.”
Olivia la guardò, cercando di decifrare il significato delle parole della donna, ma per lei erano semplicemente senza senso. Emanò un respiro profondo e chiese, “Cosa significa? Cosa devo fare?”
Madame Zeta lasciò la mano ed Olivia fu assalita da un gelo improvviso. “Questo dovete deciderlo voi.”
“Ma…”
Madame Zeta scosse la testa, alzandosi. “Nessun altro può compiere il vostro cammino, bambina.”
Olivia continuava a guardarla, mentre mille domande le risuonavano in testa. Sicuramente la donna poteva dirle di più. Poteva darle qualche linea guida. “Per favore”, chiese Olivia con un tono più disperato di quanto intendesse.
“Non posso predire di più, bimba.”
Emma si alzò e afferrò Olivia per il braccio, stringendolo lievemente. “Andiamo.”
“Certamente.” Juliet balzò in piedi con un ampio sorriso.
Olivia si alzò per raggiungerle, quindi lasciò il carro con il cuore pesante. Le parole di Madame Zeta erano un enigma e lei non sapeva proprio come risolverlo, ma doveva farlo comunque.