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Capitolo 4

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Avendo bisogno di qualcosa da fare, i ragazzi si erano diretti verso la cucina e Michael aveva riempito due calici di vino rosso.

Fece un respiro profondo, sentendo ancora una leggera scarica di energia provocata dalla caccia ai demoni in cui era stato impegnato. Sogghignò soddisfatto, sapendo che avrebbe potuto dare una spinta a quell’energia non appena avesse avuto la possibilità di tornare a caccia. Alzò lo sguardo e vide Kane che lo osservava, per poi distogliere subito lo sguardo e prendere il bicchiere.

“Allora...” Michael iniziava ad essere sospettoso “... com’è che ti sei presentato proprio quando Aurora e Skye hanno deciso di venire?”.

Kane scrollò le spalle “Kriss e Dean hanno invitato me e Tabatha a cena, poi sono arrivati loro e la cena si trasformata in un party. Hanno accennato che sarebbero venuti da te e, visto che non ero riuscito a parlarti, ho pensato di venire per vedere come stavi.”.

Michael si accigliò “Non per rubarmi le sigarette, quindi?”.

“Non questa volta.” rispose Kane sorridendo, ma il suo umorismo svanì bruscamente. Visto che suo fratello stava già diventando paranoico, avrebbe potuto fargli anche lui un po’ di domande. Senza girarci intorno, optò per la verità. “Dean mi ha detto che ti ha visto, oggi.”.

“Sì, ci siamo visti.” rispose Michael con tono evasivo, non gli piaceva la piega che stava prendendo la conversazione.

“Ha anche detto che stavi prosciugando da un demone.” aggiunse Kane senza mezzi termini, poggiando il bicchiere. “Quando hai iniziato a farlo?”.

Michael non esitò a mentire “Quando quell’essere ha deciso di mordermi per primo.”.

Kane aprì la bocca per dire qualcosa ma... cos’avrebbe potuto dire? Prendendo di nuovo il bicchiere, fece un altro sorso mentre ci pensava.

Vedendo Kane improvvisamente accigliato, Michael calcò un po’ la mano aggiungendo una parte della verità. “L’ho sorpreso a guardare Aurora quando sono andato a trovarla, così ho seguito il suo odore in un vicolo. Pensavo che sarebbe stato facile ucciderlo, perciò non ero molto concentrato. Poi però mi ha affondato i denti nella spalla. Io mi sono incazzato e ho deciso di ricambiare il favore... non penso che se lo aspettasse.”.

“Probabilmente no.” mormorò Kane mentre cercava di sentire i pensieri di Michael, ma riuscì a sentire soltanto senso di colpa e bramosia che iniziavano a confonderlo, così smise di provarci.

Michael sorrise come se la cosa fosse divertente. “In realtà il suo sangue ha guarito la mia ferita quasi all’istante, perciò ho deciso di prosciugarlo finché non è morto. Fine della questione.”.

Kane alzò un sopracciglio e fece un cenno con il bicchiere, finendo di bere il suo vino. Sembrava una spiegazione plausibile ma restava comunque in sospeso il motivo per cui si era comportato male con Dean. Stava per chiedergli che sapore aveva il sangue del demone ma poi decise di resistere, per ora. E comunque... se voleva tanto saperlo, poteva semplicemente morderne uno e scoprirlo da solo.

Per qualche strano motivo, gli venne in mente il viso putrefatto di Misery e dovette voltarsi per nascondere a Michael la propria espressione di disgusto. Si diresse verso il frigorifero alla ricerca di qualcosa che cancellasse il ricordo di quel sapore in bocca.

Sentendo dei brividi gelidi, Michael si mise a sedere su uno sgabello e imprecò mentalmente quando un sottile velo di sudore gli ricoprì la fronte.

Parlare di sangue demoniaco gli aveva solo fatto venire voglia di andare a caccia, perciò aveva il disperato bisogno di una distrazione. Si passò una mano tra i capelli, sperava di non aver fatto venire voglia a Kane di bere sangue demoniaco. Lui era in grado di gestirne gli afflussi di energia ma non aveva idea di come avrebbe reagito suo fratello, e l’ultima cosa di cui avevano bisogno era che si aprisse un’altra crepa tra Los Angeles e il regno dei demoni.

Michael si destò dai propri pensieri e girò la testa, vedendo Kane chino nel frigorifero.

“Che diavolo stai facendo?” gli chiese.

Kane si raddrizzò con in mano affettati, maionese, senape, olive nere, lattuga e un pomodoro maturo. “Beh, qui c’è da mangiare... perciò mangiamo.”.

“Pensavo che avessi cenato da Kriss.” ringhiò Michael, continuando a bramare qualcosa di molto meglio di un sandwich. Si asciugò la fronte con la manica e si concentrò per calmarsi.

“Sì, ma ho di nuovo fame... e tu sembri un po’ sciupato.” ribatté Kane, vedendo la doppia personalità di Michael alternarsi.

Sperando di darsi una calmata grazie al vino, invecchiato e molto forte, Michael riempì di nuovo i bicchieri mentre Kane preparava i sandwich.

“Allora, a che altro stai pensando?” chiese Michael, non sopportando quel silenzio pesante.

Kane si accigliò, poggiando il cibo sul ripiano. “A Dean. È ferito e non credo che stia guarendo. Prima mi ha mostrato la ferita e non mi sembrava così brutta ma poi, durante la cena, ho iniziato sentire il male dentro di lui.”.

“Samuel l’ha trafitto con la sua Spada Demoniaca.” disse Michael, entrambi erano testimoni del dolore che quell’arma aveva provocato a Ren. “È a quella ferita che ti riferisci?”.

Kane annuì “Stavo pensando... se una Spada dei Caduti può uccidere Samuel o un demone qualsiasi, allora è ovvio che una Spada Demoniaca possa uccidere un Caduto... giusto?”.

“Giusto.” Michael annuì, aveva trovato la sua distrazione.

Kane iniziò a tagliare il pomodoro a una velocità incredibile. “Abbiamo visto entrambi il casino che è successo con Ren, ma lui non è un Caduto e Dean è ancora vivo. Noi abbiamo guarito Ren con la Spada dei Caduti che, presumo, Dean e Kriss possiedono da sempre. Ma se fosse servita per guarire Dean allora l’avrebbero già usata, e ovviamente non è stato così... perciò una Spada dei Caduti non è tra le opzioni di guarigione per un Caduto.”.

Le emozioni di Michael erano divise tra la rabbia per il tentato attacco di Samuel contro Aurora e la preoccupazione per Dean. “L’intento di Samuel era uccidere Aurora con la sua spada, quindi sì... è lecito supporre che quell’arma possa uccidere un Caduto.”.

“Tu e Dean sembrate avere molto in comune, ultimamente.” disse Kane, fissando quel capolavoro di sandwich che stava preparando.

“E cioè?” gli chiese Michael.

“Entrambi state fingendo di stare bene quando poi non è così.” rispose suo fratello senza mezzi termini.

“Frena, Mister Strizzacervelli. Non sono io quello che sta morendo perciò pensa a Dean, io so badare a me stesso.” ribatté Michael, stringendo il bicchiere un po’ più forte.

“Vero.” disse Kane sospirando. Sapeva di aver punzecchiato suo fratello a sufficienza, per il momento, e probabilmente lui aveva ragione, Dean meritava la massima attenzione.

“Come stanno Kriss e Tabatha?” chiese Michael, cambiando argomento.

“Kriss sta migliorando.” Kane sogghignò sollevando il coltello. “Non flirta più con Tabatha, il che è un bene per la sua salute. Per quanto riguarda Tabatha...” Kane sospirò e agitò le sopracciglia.

“Non lo voglio sapere.” lo interruppe Michael, alzando le mani in segno di resa.

“Vorresti saperlo, se facessi più sesso.” disse Kane, giungendo alla rapida conclusione che, se Michael avesse rivolto tutta l’attenzione su Aurora, allora la questione sui demoni sarebbe già un capitolo chiuso.

Michael sorrise e alzò il bicchiere come per brindare “In ascensore... oggi pomeriggio.”.

Kane poggiò il coltello sul ripiano e fissò suo fratello. “Ok, prima la metropolitana, poi il tetto del Love Bites, e adesso l’avete fatto in un ascensore?! Chi sei tu, in realtà, e cos’hai fatto al mio Michael?”.

“È stato trasformato in un demone del sesso.” rispose Michael con un’espressione seria, poi rubò il sandwich che Kane ha appena finito di preparare.

“No.” borbottò Kane “Tu sei un esibizionista e un ladro di sandwich.”.

“Allora preparane un altro.” disse Michael, guardando quello che aveva in mano. “È proprio buono.”.

Kane era contento che Michael si stesse nutrendo di qualcos’altro oltre al sangue di demone. Per un attimo pensò di tornare a vivere lì con Tabatha, ma poi scartò subito l’idea. Trasferendosi lì, avrebbero finito per interferire con le strane abitudini sessuali di Michael e Aurora.

Scrappy si sedette a terra tra i due, guardando prima uno e poi l’altro. Quando si stancò di essere ignorato, abbaiò. Stavano mangiando e ne voleva un po’ anche lui.

Kane guardò Scrappy “Vuoi un po’ di roastbeef, eh?”.

Il cagnolino girò su se stesso reggendosi sulle zampe posteriori, con uno sguardo implorante.

“Tieni.” disse Kane, facendone cadere a terra quattro belle fette che Scrappy cominciò subito a divorare.

Michael aveva appena finito di mangiare quando sentì le risatine di Aurora provenire dalla biblioteca. Chiuse gli occhi soddisfatto. Il suono delle sue risate era proprio ciò che gli ci voleva, in quella casa fredda e vuota.

“Andiamo a dare un’occhiata?” chiese Kane, non avendo bisogno di leggere la mente di Michael per sapere a cosa stava pensando. Sogghignò quando suo fratello si alzò senza rispondere e si diresse verso la porta.

Tornarono nella biblioteca e si fermarono sulla soglia quando videro un’aura che circondava i due Caduti, seduti a terra uno di fronte all’altra. In mezzo a loro c’era un libro sospeso in aria ed entrambi lo stavano toccando con gli occhi chiusi. Il viso di Skye non era visibile da quella prospettiva, mentre Aurora sorrideva e cambiava espressione come se stesse guardando un film.

Kane si appoggiò al muro mentre Michael rimase lì, incantato da ciò che stava vedendo. La luce brillante si ritrasse lentamente verso la punta delle loro dita e il libro si posò a terra.

Aurora, ancora meravigliata, aprì gli occhi per guardare Skye. “Ma l’ha lasciata lì, alla finestra.” gli disse, sentendosi felice e confusa allo stesso tempo. “Non sentiranno la mancanza l’uno dell’altra?”, poi afferrò il libro e lo abbracciò come se fosse dispiaciuta per i protagonisti.

“Sai già leggere?” chiese Michael, non credendo ai propri occhi.

“Diciamo che abbiamo usato un trucco.” rispose Skye con un sorriso. “Ma, per essere sicuro che lei acquisisse il controllo, abbiamo iniziato con alcune fiabe. Come tutte le bambine... quelle Disney sembrano essere le sue preferite.”.

Michael si avvicinò ad Aurora e si accovacciò dietro di lei per guardare il libro. Sorrise quando vide di quale libro si trattava.

“Peter Pan. È sempre stato uno dei miei preferiti.” disse, realizzando che, probabilmente, lei era dispiaciuta per il ragazzino.

Aurora gli sorrise e gli diede un bacio sulla guancia “Grazie per averci permesso di venire qui e leggere i tuoi libri.”.

Michael stava per rispondere quando Kane comparve accanto a lui, facendo capolino da dietro l’altra spalla di Aurora. Michael si accigliò, chiedendosi che avesse intenzione di fare suo fratello.

“È la copia che ti ho comprato a Londra?” chiese Kane piegando la testa di lato.

“Sì, è quella.” rispose Michael. “Adesso togliti da dosso a lei, grazie.”.

“Oh è tutto ok... nessun problema.” disse Aurora. “Gli devo ancora un favore per averlo buttato giù dalle scale.”.

Skye si accigliò, non conosceva ancora quella storia; si piegò all’indietro reggendosi sulle mani e cercò di immaginare Aurora che colpiva il Dio del Sole biondo, che era così potente da aprire i portali per il regno dei demoni.

“Non preoccuparti, tesoro.” le disse Kane gentilmente. “Alla fine Michael si accorgerà che lo sto provocando apposta e minaccerà di uccidermi mentre m’insegue per la casa con una delle sue grosse spade.”.

Kane aveva appena finito di parlare quando la punta di una spada gli apparve sotto il mento. Alzò un sopracciglio e si raddrizzò lentamente, guardando Michael. I due si fissarono a vicenda per un attimo, poi Kane allontanò bruscamente la spada e corse fuori dalla stanza.

“Torna qui!” gridò Michael.

“No!” gridò Kane in risposta. “Tu mi farai del male e io sono un tipo delicato.”.

Aurora e Skye rimasero ad ascoltare i rumori di passi che si spostavano al piano di sopra, poi udirono altri rumori. Si guardarono a vicenda e scoppiarono a ridere.

“Quei due sono più divertenti di quanto pensassi.” ammise Skye. Quando erano arrivati in quella casa non sapeva davvero cosa aspettarsi. “Scegli il prossimo.” le disse, indicando la pila di libri.

Aurora li osservò e alla fine ne scelse uno con un castello sulla copertina. Presa dalla curiosità, iniziò a sfogliare le pagine alla ricerca delle immagini. Si accigliò quando non ne trovò nessuna e richiuse subito il libro, sibilando quando si tagliò con la carta per il movimento brusco.

“Ahi.”. Si accigliò di nuovo, ricordando i tagli che si procurava da bambina con i fili d’erba. La stupiva sempre come una ferita così piccola potesse fare così male.

Skye sogghignò quando lei si guardò il dito ferito con un’espressione imbronciata. “Sai, le immagini che vedi nella tua mente sono molto meglio di qualsiasi illustrazione che troveresti tra le pagine.”.

Al piano di sopra, Kane era inchiodato al muro mentre lottava con Michael. Pensò di aver sbagliato a crederlo nei guai, sembrava giocherellone come al solito.

“Sei un tipo delicato, eh?” lo derise Michael.

“Ma posso comunque prenderti a calci nel culo fino alla settimana prossima.” ribatté Kane con impertinenza.

Michael sorrise e lo lasciò andare, facendolo scivolare a terra. Si guardarono a vicenda mentre lui poggiava i piedi a terra. Iniziarono a ridere perché nessuno dei due si era reso conto che Michael aveva tenuto Kane sollevato da terra.

Kane stava per alzarsi quando sentì un odore stuzzicante. Si accigliò quando notò che il color ametista degli occhi di Michael fu sopraffatto dal nero. Lo vide inspirare profondamente e poi guardarsi indietro, verso le scale.

Michael deglutì quando sentì l’odore del sangue di Aurora. Era una piccola quantità ma abbastanza da riaccendere con forza la sete che aveva dimenticato momentaneamente. In un baleno, uscì nel corridoio e scomparve dalla vista di suo fratello.

Il viso di Kane perse ogni traccia di divertimento e umorismo. L’unica volta che aveva visto degli occhi così neri era stato quando aveva guardato in quelli di un demone.

“Ok... non è un buon segno.” disse, uscendo anche lui nel corridoio.

Con altrettanta rapidità, seguì Michael al piano di sotto. Non ci voleva uno scienziato per capire cos’era quell’odore e da dove proveniva. Entrò nella biblioteca appena in tempo per vedere Michael inginocchiarsi accanto ad Aurora, prendendole la mano tra le sue.

Aurora trasalì quando Michael le apparve accanto all’improvviso, prendendole la mano. Il gesto interruppe la loro concentrazione e lei si chiese cosa stesse facendo, poi lui le sollevò la mano per esaminare il taglio che si era procurata con la pagina. Fuoriuscì una goccia di sangue e Aurora immaginò che forse lui non voleva far macchiare il libro.

Guardandolo negli occhi, fu sorpresa di vedere il suo splendente color ametista ridotto a piccole chiazze, sparse in un mare di oscurità. “Michael?” sussurrò, sapendo che c’era qualcosa che non andava in lui.

Tutti i movimenti cessarono quando lui si portò lentamente il dito ferito alle labbra e lo baciò. Poi, incapace di resistere alla tentazione, si mise la punta del dito in bocca e iniziò a succhiarla sensualmente. Voleva assaporarla ancora, dunque lasciò che i propri denti sfiorassero la ferita.

Aurora sussultò quando sentì il calore iniziare a strisciarle lungo il corpo, andando ad annidarsi tra le sue gambe. Sussultò per la sensazione di quella lingua che si sfregava eroticamente sul proprio dito, poi si morse il labbro quando i denti aguzzi sfiorarono la ferita, provando dolore e sollievo allo stesso tempo.

Skye rimase fermo a guardare il Dio del Sole con estasi. Il legame tra lui e Aurora non era spezzato del tutto, perciò provava inavvertitamente una parte di ciò che lei stava provando... ed era meraviglioso. Cercò di fare respiri profondi per nascondere la respirazione affannosa.

Michael chiuse gli occhi e assaporò la piccola ondata di potere, finché essa non si trasformò in uno schiacciante desiderio di prosciugare altri demoni. Sentendo un silenzio assordante, alzò lo sguardo e vide Kane che lo osservava attentamente dalla soglia della porta. Imprecò mentalmente, sapendo di essersi appena tradito davanti al suo perspicace fratello.

Kane sapeva che Michael non era in sé, ma quella era proprio una cosa assurda. Nel momento in cui i loro sguardi s’incrociarono, vide la sete di Michael come se fosse qualcosa di tangibile, di contagioso... che crea dipendenza. Suo fratello aveva prosciugato ben più di un demone e gli aveva mentito a riguardo.

La sua mente cercava delle risposte e, all’improvviso, capì perché Michael beveva sangue demoniaco. Se poche gocce di sangue di Caduto provocavano una tale reazione... figuriamoci prosciugare un demone, cioè una creatura generata dai Caduti.

Kane spostò lo sguardo su Aurora, notando il rossore sulle sue guance e il respiro divenuto irregolare. Era eccitata per la sensazione delle labbra di Michael sulla pelle e non capiva che, se lui avesse perso il controllo, le cose sarebbero diventate molto pericolose. Lei non aveva colpe, aveva scatenato la strana dipendenza di Michael senza volerlo.

‘Ecco un’altra prova che l’amore è cieco.’ pensò Kane tra sé.

Il pavimento vibrò sotto i suoi piedi ma non vi prestò attenzione, finché non vide un libro che iniziava a tremare su uno scaffale. Guardandosi intorno, ne vide altri che iniziavano a fare la stessa cosa. Allungò una mano per rimettere a posto il libro più vicino, poi vide la lampada sul tavolino accanto a Michael che iniziava a scivolare verso il bordo.

“Michael.” il sussurro Kane riecheggiò forte nel silenzio della stanza.

Michael percepì l’avvertimento nella voce di Kane e si scostò da Aurora, rendendosi conto di ciò che stava facendo. Ritraendosi dalla ferita, posò un lieve bacio sulla punta del dito e si sforzò per allontanarsi con calma.

“Devi stare attenta, a volte le pagine di questi vecchi libri sono taglienti.” le disse sorridendo, distraendola così da quello che aveva appena fatto.

Aurora ritrasse lentamente la mano e la strinse, sentendo ancora il calore di quelle labbra sulla pelle. Si portò la mano al petto e, con l’altra, schermò in modo protettivo quella meravigliosa sensazione, poi fece un cenno a Michael con un’espressione radiosa.

“Prometto di stare attenta.” gli disse timidamente, e Skye annuì. Nessuno dei due aveva notato le vibrazioni nella stanza perché la loro attenzione era fissa sul bacio sensuale di Michael.

Con grande sollievo di Kane, le vibrazioni cessarono all’istante e la lampada si fermò ad un paio di centimetri dal bordo.

“Aurora, Skye, tornate pure alla vostra lettura. Noi andiamo a perlustrare la zona in cerca di qualsiasi cosa che possa costituire un pericolo per gli umani.” dichiarò Kane, pregando che Michael cogliesse il suggerimento e andasse con lui. “E poi, restando qui, saremmo solo una distrazione.”.

“Direi.” Skye spalancò gli occhi, rendendosi conto di averlo detto ad alta voce. Sorrise quando Aurora ridacchiò.

Michael maledisse se stesso e concluse che Kane aveva ragione... uscire da quella stanza era la cosa migliore da fare, per ora. D’altra parte, però, essere seguito da Kane non lo entusiasmava molto, era l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento.

Voltandosi verso di lui, gli sorrise e disse “Tu vai verso est, io vado a ovest.”.

Passò accanto a Kane con l’intenzione di fare esattamente come aveva appena detto e si augurò che i demoni fossero abbastanza stupidi da trovarsi nei paraggi. Era appena uscito sul portico quando Kane lo raggiunse e lo afferrò per un braccio, facendolo sobbalzare.

“Che stavi facendo?” gli chiese Kane sibilando. “Era solo un taglietto, non erano necessarie tutte quelle attenzioni.”.

“Stava sanguinando.” ringhiò Michael, come se quella risposta fosse sufficiente... ma non lo era, e lo sapevano entrambi.

Kane lo fissò e ripeté “Sanguinando...”, poi scosse la testa. “Così non va, Michael. Ti comporti come un tossico in cerca della sua prossima dose ed è il sangue di Aurora che ti crea questa dipendenza.” dichiarò Kane con lo sguardo fisso, adesso aveva capito tutto. “Ecco perché prosciughi i demoni. E il loro sangue ti sta facendo qualcosa.” continuò.

Michael, con il viso contorto per la rabbia, si voltò verso Kane, ignaro dei propri occhi che adesso erano di un nero profondo. “Tu uccidi i demoni a modo tuo e io li uccido a modo mio. Lo fanno tutti, hai dimenticato questa maledetta guerra che tu stesso hai iniziato? Smettila di farmi da baby-sitter. Nel caso in cui te ne sia dimenticato, io so badare a me stesso... ci sono riuscito benissimo mentre tu eri sottoterra, e adesso non è diverso.”.

Kane restrinse lo sguardo ma non disse nulla mentre Michael si allontanava dal portico. Poteva ignorare gli insulti, ma di certo non poteva ignorare l’oscurità negli occhi di suo fratello. Quello era il Michael di cui parlava Dean.

Scrappy si sedette ai piedi di Kane e guaì prima di guardarlo.

Kane abbassò lo sguardo verso di lui e sospirò stancamente. “Lo so, lo so... ‘Segui tuo fratello e tienilo d’occhio’. Tu e Syn dovete avere un legame mentale che io ignoro.”.

Non voleva lasciare Aurora e Skye da soli ma se la sarebbero cavata, la casa era ben protetta e, per fortunata, Michael sembrava essersi completamente dimenticato di loro... almeno per ora. Concludendo di avergli dato un vantaggio sufficiente, Kane seguì suo fratello grazie al proprio sangue che gli aveva inoculato pochi giorni prima.

Non gli ci volle molto per raggiungerlo, tuttavia rimase a guardare con discrezione da lontano. Quello che Michael stava facendo era sbagliato... cioè... non l’uccidere i demoni, ma il modo in cui lo faceva. Utilizzava il loro sangue come se fosse una droga e, come accade con tutte le droghe, si valutano gli effetti collaterali per capire se vale la pena assumerle. Finora, gli effetti collaterali non si erano dimostrati tanto buoni.

Kane era accovacciato su un tetto a spiovente e osservava Michael, che aveva rallentato e stava percorrendo il marciapiede vuoto con passo incerto. Sentì una forte presenza alle sue spalle e si alzò in piedi sospirando.

“Devo intervenire?”.

Kane scosse la testa “No pa’, ci penso io.”.

Una risata sommessa riecheggiò “Non vuoi vedere di nuovo Michael morto, vero?”.

“Eh no.” sospirò Kane, guardando dietro di sé. “Gli devo molto.”.

“A volte il risveglio dalla morte aiuta a vedere le cose da un’altra prospettiva.” disse Syn; non avrebbe privato Kane di quel sentimento di redenzione a meno che non fosse stato costretto.

“L’abbiamo sperimentato già due volte.” ribatté Kane. “Salutami mamma.”.

Syn annuì e svanì, lasciando Kane da solo sul tetto. Girandosi di nuovo verso Michael, lo vide arrampicarsi sulla veranda di una vecchia casa fatiscente, accanto ai binari ferroviari. Kane piegò la testa di lato, chiedendosi che intenzioni avesse suo fratello.

Sangue Che Crea Dipendenza

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