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Capitolo 2

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Ren mise una mano dietro la schiena di Lacey e la tirò a sé, sentendo il suo calore fluirgli deliziosamente lungo la coscia. Spinse la propria erezione contro la sua mano e intensificò il bacio, ringhiando e muovendosi ad un ritmo erotico che lei assecondò volentieri. La maggior parte dei demoni era andata via, riducendo così il suo picco di potere paranormale, ma non le avrebbe rivelato quel piccolo segreto perché era preso da altre emozioni.

Lacey si fermò quando si rese conto di non sentire più i brividi lungo la spina dorsale, erano stati i demoni fuori dalla finestra a provocarli. Pensare ai demoni ebbe un effetto domino su di lei... le fece ricordare che, solo pochi istanti prima, Vincent era scomparso misteriosamente. La scena le balenò nella mente, facendola sussultare.

Nel momento in cui smise di muoversi e di baciarlo con trasporto, Ren si scostò un po’ per guardarla negli occhi. Vedendo la sua espressione spaventata, abbassò la gamba e fece scivolare Lacey contro il proprio corpo finché non fu in piedi, costretta ad aggrapparsi alle sue spalle per non perdere l’equilibrio.

«Stavo solo cercando di farti calmare.» gli disse lei senza fiato. Adesso che le sue cosce erano di nuovo in fiamme, sperava che le tornassero quei brividi gelidi. Cercando di distrarsi, guardò il punto in cui prima si trovava Vincent. «Dov’è finito Vincent?».

Ren si passò una mano tra i capelli quando si rese conto che Lacey l’aveva baciato soltanto per distrarlo. Sospirò e cercò di ignorare che, al piano di sotto, Nick e Gypsy ci stavano dando dentro come conigli. Serrò le labbra, probabilmente stava ancora assorbendo il potere degli altri membri del PIT, visto che i demoni sembravano spariti.

«Lo ha portato via Storm.» le disse, come se non potesse fregargliene di meno.

Si rifiutò di scostarsi, costringendola a scivolare tra lui e la finestra. Ren guardò l’impronta insanguinata sulla finestra, poi spostò lo sguardo per seguire i movimenti di Lacey.

«Portato dove?» sussurrò lei, dandogli le spalle. Sentì un brivido quasi impercettibile quando lui le si avvicinò furtivamente da dietro.

Ren le poggiò le labbra all’orecchio e sussurrò a sua volta, con voce roca: «Ho sentito che l’Inferno è bello da visitare, in questo periodo. Magari Storm l’ha portato lì per una bella vacanza.».

«O magari l’ha solo portato al castello.» ribatté Lacey a voce un po’ troppo alta, girandosi subito verso di lui. Dannazione, le aveva fatto tremare le ginocchia. «Avrebbe potuto darci un passaggio.» borbottò, sentendo le proprie guance andare in fiamme mentre si chiedeva se Storm avesse visto il suo slancio sessuale verso Ren e avesse deciso di non interromperli.

«Come mai tanta fretta?» le chiese Ren, non era ancora pronto a farla ricongiungere con il suo caro defunto. Non riuscì a nascondere un sorrisetto realizzando che avrebbe potuto trasformare quel pensiero in realtà tutte le volte che voleva, visto che quel cretino resuscitava sempre.

Lacey abbassò lo sguardo, risentendo accidentalmente Gypsy e Nick. Sentì il calore riaffiorarle sulle guance. «In negozio c’è solo un letto e penso che sia occupato. E poi voglio assicurarmi che Vincent stia bene.».

«Vincent sta bene.» la informò Storm dopo averli teletrasportati nell’ufficio del castello prima ancora che lei finisse la frase. Si teletrasportò velocemente dietro la scrivania, lontano dalla rabbia di Ren per essere stato interrotto. Non era colpa sua se Vincent rimase impavidamente nella zona di pericolo.

«Venticinque minuti e tredici secondi.» disse Vincent, guardando dritto verso Ren.

«Cioè?» sbottò Ren, sentendo la rabbia aumentare adesso che aveva di nuovo l’idiota davanti agli occhi.

«Ecco quanto ci vuole per resuscitare dopo un collo spezzato.» disse Vincent sogghignando. «Scusa se ti ho rovinato la sorpresa.».

«Ren non era in sé.» disse Lacey mettendosi tra loro, ma il fatto che desse le spalle a Ren la diceva lunga su chi stesse difendendo.

Vincent osservò il ghigno che apparve lentamente sulle labbra del succubo... peccato che Lacey non potesse vederlo. Bene, lui sapeva come accendere la miccia quando le cose si scaldavano. «Presumo che Ren non sia in sé molto spesso, visto che è un succubo e gira in una città infestata da demoni. Io non mi fiderei neanche lontanamente di lui.».

«Beh, peccato che stasera ci ha salvati entrambi.» rispose Lacey caparbiamente.

«Io non ho bisogno di essere salvato... hai dimenticato il mio piccolo difetto?» tuonò Vincent, avvicinandosi per guardarla negli occhi. La vide inspirare a bocca aperta e si pentì all’istante della propria bravura nel ferirla.

La sua espressione si addolcì quando la vide allungare una mano per sfiorargli una guancia ma, quando invece riecheggiò uno schiaffo nella stanza, si accigliò di nuovo. Beh... magari se lo meritava, eppure non riusciva a capire il perché.

«Questo è per esserti ucciso davanti ai miei occhi, idiota senza cuore.» disse Lacey duramente, prima di aggiungere un po’ più forte: «E solo perché non te lo ricordi non vuol dire che ti perdono.».

«Ne prendo atto.» rispose sarcasticamente Vincent quando lei si voltò di scatto e si diresse verso la scrivania dov’era seduto Storm.

Lacey poggiò i palmi sulla scrivania e si sporse verso di lui sussurrando: «Scusa... non dovevo dire niente a riguardo, vero?».

Storm cercava disperatamente di guardarla negli occhi ma continuava a vedere comunque la sua scollatura per il modo in cui si era chinata, con quell’abito sexy che lui stesso aveva scelto. Certe volte si meravigliava da solo.

«Qualcuno doveva dirglielo, prima o poi.» rispose, dopo essersi teletrasportato accanto a lei guardando gli altri due uomini. Si strofinò il mento per nascondere il sorrisetto quando Lacey girò lentamente la testa per guardarlo ma senza cambiare posizione. «Ren, che ne dici di inserire i fatti di stasera nel database?» disse Storm.

Ren apparve all’improvviso dietro la scrivania, cogliendo di sorpresa Lacey che, ben presto, si accorse che lui non la stava guardando negli occhi... abbassò lo sguardo confusa e poi si fermò, vedendo cosa stava fissando in realtà. Rifiutandosi di provare imbarazzo, gli rivolse un sorriso malvagio e si raddrizzò lentamente per poi voltargli le spalle.

Storm fece una smorfia divertita quando Ren lo guardò con aria accusatoria. Quel breve momento di piacere per gli occhi non era colpa sua... almeno aveva condiviso con lui quella delizia. Riportò l’attenzione su Vincent, che era ancora lì in piedi e si strofinava il mento mentre osservava Lacey.

«Non voglio parlarne.» lo informò lei, ponendo fine alla sua lunga serie di domande prima ancora che potesse iniziare.

Vincent alzò le mani in segno di resa, «D’accordo.».

«Hai accettato di entrare nel PIT?» gli chiese, ammorbidendo il tono di voce e cercando di non guardare la sua guancia arrossata.

«Credo di sì.» rispose Vincent, sapendo che Storm lo aveva imbrogliato. Ovviamente Lacey non era affatto in pericolo e il Viaggiatore nel Tempo lo sapeva.

«Ehi, io te l’avevo detto che stava bene.» si difese Storm scrollando le spalle quando Vincent gli rivolse uno sguardo cupo.

«Dov’è la fregatura?» chiese Vincent, non molto turbato per essere stato convinto ad accettare un accordo che lo legava a un leggendario Viaggiatore nel Tempo e all’elusiva organizzazione del PIT.

«Ti serve un partner.» rispose subito Lacey, ricordando il ragionamento alla base di quella regola.

«Ti stai offrendo?» Vincent sorrise, quell’accordo gli piaceva sempre di più.

«No.» rispose Ren, «Lei sta con me.».

Lacey rimase sorpresa per la possessività nella voce di Ren, ma non lo contraddisse. Poi guardò Storm incuriosita e gli chiese: «Non si può fare a tre?». Non si rese conto del doppio senso finché non vide Vincent alzare un sopracciglio e non udì un ringhio dietro di sé.

«Oddio, dateci un taglio, pervertiti. Non intendevo in quel senso e lo sapete.» insistette Lacey, incrociando le braccia sul petto. Sbatté le palpebre, doveva bloccare tutti i cattivi pensieri che stavano improvvisamente cercando di trasformarsi in immagini nella sua piccola mente malvagia.

Storm si strofinò una tempia cercando di non ridere. Qualcuno doveva andarle in soccorso e, a quanto pare, toccava a lui. «A volte le squadre escono in gruppo ma, anche in quel caso, dev’esserci quella persona speciale da tenere d’occhio, e viceversa. Ho un partner temporaneo perfetto per Vincent, visto che il suo compagno è assente per un po’.».

«Beh, non mi sembra che questa persona abbia tenuto d’occhio il suo partner... .» puntualizzò Vincent, si sentiva sarcastico e non gliene fregava se agli altri dava fastidio. Si accigliò guardando Lacey e si chiese quand’è che era diventato così affezionato a lei. La rabbia che aveva provato quando Ren aveva detto “Lei sta con me” non era un buon segno.

«È un po’ difficile tenere d’occhio un mutaforma che si è dato alla macchia. Sono sicuro che Trevor è nei paraggi, ma neanch’io so quale forma ha assunto.» ribatté Storm.

«Un mutaforma... sul serio?» chiese Vincent, sentendosi come se si trovasse improvvisamente in un negozio di caramelle paranormali con sapori esotici di tutti i tipi. Sapeva che i mutaforma non erano solo una leggenda, ma i demoni della cosca cercavano una di queste misteriose creature da sempre e non erano mai riusciti ad individuarla.

«Lo metti in squadra con Chad?» chiese Ren, ma non era contrario all’idea se serviva ad allontanare Vincent da Lacey.

«Pensaci... hanno entrambi lo stesso problema.» gli fece notare Storm, sapendo che avrebbe colto il significato nascosto.

«Vuoi dire che anche lui ha un desiderio di morte?» chiese Vincent con una smorfia, visto che quello era l’unico problema che Storm lo aveva accusato di avere. Ignorò l’occhiataccia che Lacey gli lanciò di punto in bianco. Lei odiava sentirlo parlare della morte come se fosse una cosa da niente. «Se avevi intenzione di mettermi in squadra con un demone, allora perché non mi hai lasciato con quelli a cui mi ero già abituato?»

«Chad è umano al cento per cento ma Storm ha ragione. Poco tempo fa è stato assassinato... pugnalato al cuore.» disse Ren, poi si fermò quando Storm lo guardò e lo avvertì mentalmente di non dire una parola sui Caduti... né Kriss né Dean. Ren dovette concentrarsi per mantenere un’espressione seria mentre metteva insieme i pezzi del puzzle.

Riportando l’attenzione su Vincent, continuò: «Chad è tornato in vita ed è ancora umano come te. Finora è morto solo una volta e contro la sua volontà, quindi non lo chiamerei desiderio.».

«La prossima volta potrebbe morire per davvero... o no.» aggiunse Storm. «In ogni caso, non mi è permesso dare anticipazioni.».

«Sì, certo.» disse Vincent, vittima del proprio sarcasmo ancora una volta.

«Non sta mentendo.» insistette Lacey, avvicinandosi a Storm. «Se dice cosa succederà in futuro o dà anche solo un indizio, inizia a sanguinare da ferite che noi non possiamo neanche vedere.».

Si girò verso Storm e allungò una mano per sfiorargli affettuosamente un braccio. «Io l’ho visto.» aggiunse tristemente. «Hai infranto le regole per colpa mia. Stasera quelle cose orribili mi hanno attaccata e a quest’ora sarei morta, se tu non avessi avvertito Ren di quello che stava per accadere.».

Storm cercò di nascondere l’amore che gli brillava negli occhi mentre fissava Lacey e sentiva il suo tocco gentile... ma le voleva un bene dell’anima, perciò era difficile. «Il fatto che adesso tu sia qui è valso la pena di ogni singola goccia di sangue.» le disse onestamente, prima di incrociare lo sguardo di Ren. «E poi, le conseguenze della tua morte erano terribili, questo posso dirlo perché non è successo.».

«Ovviamente è successo e tu l’hai cancellato.» Lacey gli sorrise affettuosamente, poi gli si avvicinò e lo abbracciò forte. «Tu e Ren avete deciso di salvarmi.» si corresse, poi si scostò e guardò Vincent. «Se Storm ti vuole con Chad, allora probabilmente ha una buona ragione.».

Adesso Vincent vedeva tutto con chiarezza. Quei due tipi potenti erano in grado di proteggere Lacey molto più di quanto avrebbe mai potuto fare lui... lo avevano già dimostrato. Chi era lui per privarla di quella sicurezza?

Sospirando esageratamente, sbatté le palpebre verso di lei. «Va bene, mi hai convinto. Adesso siamo entrambi fan di un Viaggiatore nel Tempo.». Omise intenzionalmente il nome di Ren perché non lo convinceva come fidanzato... al massimo come guardia del corpo.

Ren ignorò i pensieri di Vincent che sentiva forte e chiaro. Per quanto lo riguardava, aveva vinto la guerra già solo per il fatto che Lacey non l’aveva implorato di essere la partner di Vincent.

«Quindi accetti di fare squadra con Chad?» gli chiese Lacey sorridendo. Non poteva tenergli il broncio neanche in cambio di soldi... lo adorava. Sussultò quando lo schermo dell’enorme monitor a parete si frantumò all’improvviso, emanando scintille sul pavimento.

Ren si strofinò il setto nasale, poi si concentrò sul monitor e usò i propri poteri per riparare il danno appena fatto.

Vincent lo guardò con aria sospettosa, poi ricambiò il sorriso di Lacey. «Certo. Per quanto ne so, Chad è stato graffiato da un demone gatto e adesso ha nove vite... ops, otto.» disse, scrollando le spalle. Potrei fargli vedere come funziona.».

Si avvicinò a Lacey e le mise spavaldamente un braccio attorno alle spalle, poi si girò verso Storm insieme a lei e gli chiese: «Cosa fa esattamente Chad per il PIT?».

«È un poliziotto di alto grado, anche se è uno dei pochi agenti umani rimasti in città. Con tutte le chiamate particolari arrivate al 911, abbiamo dovuto riempire la città di agenti paranormali, con infiltrati tra i soccorritori, negli ospedali e tra i vigili del fuoco.» rispose Storm.

«Capisco.» Vincent annuì, calcolando mentalmente quanti paranormali ci sarebbero voluti per risolvere il problema di quella città. «Dopo il fuggifuggi a cui ho assistito stasera dal negozio, mi meraviglio che gli umani non siano già stecchiti come mosche.».

Storm scompariva e riappariva così velocemente che nessuno se ne accorse. Per fortuna Ren era troppo impegnato per notare il suo indebolimento, era concentrato su Vincent che stava toccando di nuovo Lacey.

Riportando l’attenzione sull’argomento, Storm continuò: «È grazie agli sforzi congiunti del PIT se il numero di vittime umane è stato ridotto al minimo, tuttavia gli obitori della città erano comunque pieni. I demoni cercano di stare lontani da noi ma non fraintendermi... è una situazione pericolosa e proprio qui, in casa nostra.».

«Già, la cosa peggiore che potrebbe capitarti è essere ucciso brutalmente... e continuamente.» aggiunse Ren, facendola suonare come se fosse la cosa più bella del mondo. Nessuno sapeva che poteva essere così meschino.

«Ooh... non mi sono venuti abbastanza brividi, riprova.» rispose Vincent con tono annoiato.

Storm interruppe la loro guerra verbale per evitare che Vincent morisse per la prima volta da membro ufficiale del PIT. «Tu hai esperienza con diversi tipi di demoni e sai quali potrebbero essere le loro debolezze, ci saresti di grande aiuto. E non preoccuparti, avrai un arsenale di armi... e non mi riferisco a quelle standard... abbiamo tutto quelle che serve per rovinare la giornata a un demone.».

Lacey guardò Ren quando Storm menzionò le armi. In realtà la loro arma migliore era Ren ma, dopo quello che era successo al “The Witch’s Brew”, aveva capito che era anche un’instabile bomba atomica che poteva far saltare in aria tutti se avesse perso il controllo. Ricordando come gli aveva fatto riprendere il controllo, arrossì e distolse lo sguardo.

«Ma ricorda...», aggiunse Storm, «... il tuo compito principale è tenere Chad al sicuro finché non torna Trevor. Se ti distrai e vieni ucciso da un demone, lui rimane da solo finché tu non resusciti.».

«A proposito di armi...» disse Vincent con un lento sorriso, «... una volta terminato il lavoro di babysitter, ti propongo di unirti a me per recuperare alcuni oggetti rari di mia conoscenza... roba nascosta dai demoni.».

«Pensi davvero che farai squadra con Storm?» gli chiese Ren con un sopracciglio alzato, sentendo di nuovo il desiderio di farlo a pezzi.

Lacey si accigliò sentendo la gelosia nella sua voce. Quell’uomo era geloso fino al midollo ed era evidente che non voleva condividere né lei né Storm con nessun altro.

«Che avaro.» lo accusò.

Ren strinse le spalle, «Mi sconvolge l’alta opinione che ha di se stesso.».

Lacey alzò gli occhi al cielo. «Oh, dacci un taglio... hai cinque anni, per caso?». Si allontanò da Vincent e si avvicinò a lui, scrutando il suo viso in cerca di segni di miglioramento nel suo umore e per provare una sua teoria.

«Io sono molto più vecchio di te.» la prese in giro Ren, sorridendo adesso che Vincent era rimasto da solo.

«Hai fatto bloccare lo scaldabagno mentre ero sotto la doccia.» ribatté Lacey scherzosamente, adesso aveva la prova che la sua vicinanza era come un calmante per lui. «Quindi mentalmente sei molto più piccolo di me.».

«Che ne dici di andare a conoscere Chad?» chiese Storm a Vincent, cercando di distrarlo e di tenerlo fuori dai guai. Lacey stava imparando in fretta come placare il lato oscuro di Ren, mentre Vincent era molto più lento di comprendonio.

«È prudente lasciarli da soli?» sussurrò Vincent, poi alzò la voce per attirare la loro attenzione e aggiunse: «Comunque... sono abbastanza sicuro di essere più vecchio di entrambi, perciò siete in castigo... anche se Lacey potrebbe cavarsela con una sculacciata, se accetta di fare la brava.». Le rivolse un sorretto provocatorio quando lei si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati.

Storm allungò subito una mano e teletrasportò Vincent lontano dal pericolo, cercando di memorizzare l’espressione sul viso di Ren. Magari sarebbe tornato indietro nel tempo con una fotocamera, già che c’era.

Vedendo uno strano lampo di luce balenargli davanti agli occhi, Ren sbatté le palpebre. Invece dell’idiota a cui mirava, si ritrovò ad afferrare il nulla e vide un pezzo di carta che svolazzava in aria. Lo afferrò con un ringhio frustrato.

«Che cos’è?» gli chiese Lacey, sollevata che Storm fosse scomparso di nuovo con Vincent. Almeno lui l’avrebbe tenuto al sicuro... e in vita.

«A quanto pare, il tuo ex partner se ne starà fuori dai piedi per tutto il giorno.» disse Ren, poi si accigliò quando il messaggio svanì all’improvviso e fu sostituito da una foto istantanea del proprio viso distorto dalla rabbia. Ha-ha. Storm era proprio simpatico, ultimamente. Sorrise quando l’istantanea si trasformò in polvere e gli scivolò tra le dita.

Poi si voltò per guardare Lacey e notò il suo sguardo divertito. Stava ancora guardando la mano con cui lui teneva la foto.

«Ti sei divertita, eh?» le chiese con un sopracciglio alzato. Lei gli rendeva difficile rimanere arrabbiato. Il modo in cui annuì era troppo carino.

Pioggia Di Sangue

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