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Processioni e Trasparenti: storia e origine

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Le Sacre rappresentazioni

A partire dal Medioevo in particolare nell’area mediterranea si sono sviluppate diverse Sacre rappresentazioni, ben presto diffuse oltre le Alpi. In esse si mettevano in scena gli episodi salienti della vita di Gesù, sviluppando in forma espressiva gli aspetti umani dei protagonisti oltre al significato religioso del fatto enunciato nei testi sacri. Particolare successo e tradizione ebbero le rappresentazioni degli ultimi giorni di Gesù in terra, quindi gli eventi della Settimana Santa: esse sovente cominciavano con la lavanda dei piedi e terminavano con la Resurrezione, ma presentavano diverse varianti a seconda della disponibilità culturale ed economica dei luoghi in cui si svolgevano. In alcuni casi avevano valore liturgico, come sequenze di canti e recite, o processioni, e perciò erano regolate dalle autorità ecclesiastiche, mentre altre si svilupparono dalle laude spirituali in vere e proprie rappresentazioni teatrali, sovente a carattere popolare, e per lo più gestite da confraternite o da qualche ordine religioso. Fra questi nel Medioevo si distinguono i Francescani, che seguivano il loro santo fondatore il quale a Greccio, nella notte di Natale del 1223, allestì quello che viene considerato il primo Presepe, cioè una rappresentazione vivente dell’episodio evangelico. Da queste manifestazioni si svilupparono in seguito le moderne forme di teatro, dell’opera in musica e degli oratori.


Giotto, San Francesco istituisce il Presepe a Greccio, 1295–99, affresco, Basilica superiore di Assisi. La croce e il leggio rappresentati in scorcio dal retro collocano la scena nell’ambito teatrale delle Sacre rappresentazioni.

Le prime attestazioni certe delle Processioni di Mendrisio, risalgono al XVII secolo: la prima citazione documentaria non equivoca concerne la Processione del Giovedì Santo e si trova in un libro dei conti della Confraternita del Santissimo Sacramento, responsabile della sua organizzazione; riguarda le spese per l’acquisto di cera e olio per illuminare la “funzione” notturna del 1697. Per ogni attività tanto diurna nelle chiese quanto notturna, le spese sempre presenti sono quelle per la cera, che è da intendersi in forma di candele singole grandi e piccole o doppiate, chiamate “torchie”, cioè attorcigliate. Probabilmente però le Processioni avevano luogo già da un secolo, se non almeno dalla metà del Cinquecento. D’altra parte non sono mai citate negli atti delle visite pastorali prima della metà del XIX secolo, anche quando è noto da altre fonti che fossero già praticate. Forse perché erano considerate di pertinenza di confraternite e ordini religiosi: l‘ordine dei Servi di Maria si occupava della Processione del Venerdì, e la confraternita del SS. Sacramento gestiva quella del Giovedì. Sfortunatamente di questa confraternita non esistono a Mendrisio libri precedenti la metà del XVI secolo, e comunque anche le poche volte che sono citate delle spese straordinarie, molto raramente se ne indica la causale.


Solo le stampe che riproducono vecchie fotografie testimoniano l’uso disinvolto dei pannelli laterali delle Porte, senza tener conto delle sequenze cronologiche degli episodi illustrati e delle relazioni tra la scena nel centrale e i testi dei Profeti nei laterali. Avendo allargato la strada si erano aggiunti pannelli fino a riempire lo spazio occupato dalla Porta.

Le Processioni della Settimana Santa di Mendrisio

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