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VII

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Di ritorno da Felixstowe, Mrs Russel, a cui la timida e dolce ritrosia delle due fanciulle era assai piaciuta, le invitò a venire ogni sabato a giocare al tennis colle sue figlie e la figlia del nuovo pastore anglicano. Le due fanciulle vi andarono, ma essendo molto timide e non sapendo giocare al tennis non si divertirono troppo, e il sabato seguente non vi andarono più.

Ma da quella visita riportarono una cosa nuova nella loro vita; un libro prestato da Nelly Russel: «Jane Eyre», di Charlotte Brontë. Non avevano mai letto un romanzo e fu per loro un avvenimento. In Rose Cottage non si parlava che delle sofferenze di Jane, della dolcezza di Helen, della fierezza di Rochester; Myosotis lo leggeva ad alta voce, la sera, a Leslie che ascoltava colle guancie accese e le mani strette in grembo, e al papà che ogni tanto sonnecchiava. Ma le ragazze lo svegliavano per rileggergli i passi più emozionanti, e poi andavano in cucina a leggerli anche a Jessie.

Ma quella crollava la testa sotto la cuffia bianca inamidata: – A me non piacciono quelle storie. Meglio leggere la Bibbia: si capisce meno, ma si sa che fa bene.

La sera che il libro fu terminato, Myosotis riprese rassegnata la sciarpa che stava ricamando per Leslie; ma Leslie tenne il libro tra le mani, quasi le dolesse separarsene.

– È strano, – sospirò essa, facendo scorrere tra le dita le nitide pagine ormai lette, – è strano che nei libri accadono tante cose!… Invece nella vita non accade mai niente.

– Perchè dici questo? – chiese la sorella maggiore volgendo su lei gli occhi teneri e inquieti. – Ti annoi, forse?

– Non so se m'annoio – rispose Leslie, pensierosa. – Non so precisamente che cosa voglia dire «annoiarsi».

– Già, – fece Myosotis, contemplando la diafana, biondissima sorellina. E seguendo il filo dei suoi pensieri dovette dirsi che, in fondo, non sapevano nè l'una nè l'altra che cosa volesse dire annoiarsi o divertirsi, gioire o soffrire.

La vita non aveva finora offerto alle loro labbra che la pura inconsapevolezza d'ogni cosa, come un fresco e insapore sorso d'acqua montanina.

– Perchè proprio a questa Jane – continuò Leslie, sfogliando il libro con nostalgica lentezza – vanno a capitare tante cose? Non è verosimile. Poteva accaderle niente, come a noi.

Myosotis rise. – Ma è appunto perchè le sono capitate tante cose, che l'autore ha scritto il romanzo. Di una ragazza a cui non succede niente, nessuno scrive.

– Già, sarà così – disse Leslie pensierosa. – La nostra vita!… Come è bianca e vuota! Certo di noi nessuno scriverà.

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