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CAPITOLO OTTO

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Dopo aver bevuto una tazza di caffè, Mackenzie tornò alla Living Word. Si rendeva conto che si trattava di una congregazione molto grande, e che ci avrebbe messo un’eternità a parlare singolarmente con ogni persona. Immaginò che, se la voce si era già sparsa, c’erano buone probabilità che tutte le persone vicine al pastore Woodall si trovassero in chiesa, forse a dire qualcosa in suo ricordo, oppure per stare vicino a Dio in quel momento di lutto.

Il suo intuito ancora una volta si rivelò giusto. Al suo arrivo, Woodall era stato rimosso dal portone. Anche se c’erano ancora parecchie forze locali di polizia e agenti federali, c’erano anche persone comuni, radunate dietro i sigilli gialli che delimitavano la zona del crimine.

Alcune piangevano, molte si abbracciavano. Mackenzie notò un uomo solo, che stava in piedi con la testa girata dall’altra parte, leggermente abbassata, e le labbra che si muovevano impercettibilmente, recitando una preghiera.

Mackenzie aspettò che terminasse, poi lo avvicinò. Vide che aveva un’espressione adirata.

“Mi scusi, signore, ha un momento?” gli chiese mostrandogli il distintivo e presentandosi.

“Sì” disse l’uomo sbattendo le palpebre e strofinandosi gli occhi con le dita, come per tentare di scacciare le ultime tracce di sonno, o di un incubo. Le tese la mano e si presentò. “Sono Dave Wylerman, mi occupo del dipartimento di musica qui alla Living Word.”

“C’è un dipartimento di musica?”

“Sì, abbiamo quattordici musicisti che si alternano formando tre gruppi.”

“Perciò lei ha lavorato con il pastore Woodall in passato?”

“Assolutamente sì. Lo incontravo almeno due volte la settimana. A parte le riunioni, negli ultimi dieci anni è diventato un caro amico di famiglia, sia per mia moglie che per i miei figli.”

“Le viene in mente qualcuno che possa aver compiuto un’azione del genere? Qualcuno che serbasse rancore verso di lui?”

“Be’, la chiesa è molto grande. Non credo ci sia qualcuno qui che conosca tutte le persone che la frequentano. Ad ogni modo, a me non viene in mente nessuno che potesse avercela con lui fino a questo punto...”

Il buio aveva nascosto le lacrime di Dave Wylerman fino a quel momento, ma quando questi alzò gli occhi verso di lei, erano lucidi. Sembrava tormentato, come se tentasse di trovare le parole giuste per dire qualcosa.

“Ha un momento per parlare in privato?” chiese Mackenzie.

“D’accordo.”

Gli fece cenno di seguirla, quindi si allontanò dall’entrata della chiesa tornando alla macchina. Aprì la portiera del passeggero, immaginando che potesse fargli bene un attimo di riposo. Lei salì dal lato del guidatore e una volta la porta, si accorse che Wylerman stava lottando per non crollare.

“Le altre persone che lavorano in chiesa sono state informate?” domandò Mackenzie.

“No, solo io, gli anziani e alcune persone molto vicine al pastore Woodall. Però li stanno informano adesso. Immagino che nel giro di un’ora lo sapranno tutti.”

Meglio, pensò Mackenzie, così riceveranno la notizia da qualcuno che conoscono, piuttosto che sentirla dai notiziari.

“Mi corregga se sbaglio” proseguì lei, “ma poco fa mi sembrava turbato. C’è qualcosa che vuole dirmi che non voleva che altri sentissero?”

“Be’, come sa, è una grande comunità. Ogni domenica, contando entrambe le funzioni che celebriamo, ci sono tra le cinque e le settemila persone. Con un gruppo così nutrito di fedeli, abbiamo bisogno di molti anziani che si occupino di varie cose. Qui alla Living Word ne abbiamo sei, anzi, ne avevamo sei. Uno di loro aveva iniziato a suscitare preoccupazione fra gli altri, prima di andarsene. Non credo che sarebbe capace di fare una cosa del genere, ma... non lo so. Le cose che aveva insinuato... hanno colto tutti alla sprovvista. Sia gli anziani... che gli altri ecclesiastici...”

“Come si chiama questa persona?”

“Eric Crouse.”

“Che genere di insinuazioni ha fatto?” volle sapere Mackenzie.

“Continuava a blaterare di come le cose rimaste nel buio sarebbero venute alla luce prima o poi, e che la luce sarebbe stata abbagliante, che rimanere folgorati da questa luce forse era proprio quello che serviva alla Living Word.”

“Quanto è durato questo comportamento?” chiese Mackenzie.

“Circa per un mese. Da quello che ho capito, se n’è andato di sua spontanea volontà più o meno due settimane fa, ma prima di allora gli anziani ne avevano parlato tra loro e il pastore Woodall stava per chiedergli di abbandonare il proprio ruolo. Il fatto è che tutto ciò che diceva Eric era accurato, stando alle Scritture. Erano cose dette da Gesù, cose in cui credono tutti quelli che frequentano la Living Word. Ma... so che può sembrare stupido... era il modo in cui le diceva, ha presente? Come se si riferisse a qualcosa di specifico. Inoltre, non aveva mai parlato a quel modo prima. Era anziano, certo, ma non era il tipo da recitare versi della Bibbia a memoria o tenere prediche infervorate.”

“Allora, se non crede che sarebbe capace di compiere un omicidio, perché mi ha voluto fare il suo nome? È stato solo questo improvviso cambiamento di carattere ad allarmarvi?”

Wylerman alzò le spalle. “No. Alcuni hanno iniziato a notare che Eric faceva di tutto per evitare incontri dove il pastore Woodall era presente. Non sono mai stati grandi amici, ma andavano d’accordo. Poi all’improvviso, da quando ha iniziato a parlare della luce e delle tenebre, ha preso anche le distanze da Woodall.”

“Ha detto che ha abbandonato la comunità due settimane fa?”

“Sì, giorno più, giorno meno. Non so se adesso sia al servizio di qualche altra chiesa. La cosa strana, tra l’altro, è che sembrava conoscere a memoria gli impegni di Woodall. Era appena tornato da un ritiro qualche giorno prima.”

“Un ritiro?”

“Sì, una piccola pausa che si concede due volte l’anno. Se ne va su una piccola isola tranquilla al largo della Florida.”

“Da quanto era tornato?” volle sapere Mackenzie.

“Lui e la moglie erano tornati cinque giorni fa.”

Mackenzie rifletté per un momento, memorizzando le nuove informazioni, poi chiese: “Sa per caso dove vive Crouse?”

“Sì, sono stato a casa sua in un paio di occasioni, per piccoli gruppi di preghiera.”

Mackenzie non sapeva bene perché, ma c’era qualcosa di inquietante in tutto quello. La tempistica con cui Eric Crouse aveva lasciato la Living Word era quasi perfetta per il sospettato che cercava. La disturbava il pensiero che l’uomo che aveva davanti, distrutto dal dolore, potesse aver lavorato a stretto contatto con il responsabile di tre omicidi.

“Potrebbe dirmi dove?”

“Certo” disse Wylerman, “ma le sarei grato se non gli rivelasse che ha ottenuto l’informazione da me... né da altri alla Living Word, in realtà.”

“Capisco, d’accordo” disse lei.

Seppur riluttante, Wylerman le indicò come arrivare alla casa di Eric Crouse. Mackenzie si annotò le indicazioni sul telefono. Mentre parlava con lei, Wylerman era probabilmente con la mente ancora insieme ai suoi compagni di chiesa. Adesso guardava in quella direzione, asciugandosi le lacrime dagli occhi.

“Grazie per il suo tempo, signor Wylerman” disse Mackenzie.

Wylerman annuì senza aggiungere altro, poi scese dall’auto. Mentre raggiungeva il gruppetto radunato davanti all’edificio, teneva la testa bassa, e Mackenzie notò che tremava. Non aveva mai capito come le persone potessero avere una fiducia tanto incrollabile in un Dio invisibile, però rispettava il senso della comunità che era evidente tra coloro che condividevano la stessa fede. In quel momento le dispiaceva da morire per Dave Wylerman, e per tutti coloro alla Living Word che domenica mattina avrebbero sentito il peso del vuoto lasciato da Woodall.

Mackenzie mise in moto e si diresse a ovest, verso quella che sembrava la prima pista solida di quel caso.

Prima Che Commetta Peccato

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