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CAPITOLO II

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CAIRO – ALESSANDRIA – RECENTI SCAVI NEI DINTORNI DI ALESSANDRIA

L'Egitto ai giorni nostri

L'Egitto è presentemente uno Stato tributario della Turchia con monarchia assoluta ed ereditaria per via di primogenitura nella dinastia fondata nel 1811 da Mohammed-Alì, i cui successori, dopo il 26 Giugno 1867, portano ufficialmente i titoli di Khédive (vice-re) e di Altezza.

La bandiera dell'Egitto è di colore rosso avente al centro la mezzaluna bianca ed una stella a sei raggi pure bianca.

L'attuale Khédive d'Egitto S. A. Abbas II Hélmi è pure Sovrano della Nubia, del Kordofan e del Darfour. Ma dopo la rivolta del Mahdi nel 1883 non ha più conservato che una parte della Nubia compresa fra la 1ª e la 2ª Cateratta, vale a dire tra Assouan e Wady-Halfa ed il porto di Souakin sul Mar Rosso.

S. A. Abbas II è nato il 14 Luglio 1874 ed è figlio del Khédive Mohammed-Tewfik (nato nel 1852, morto il 7 Gennaio 1892) e nel succedere al padre fu nominato Khédive col firmano del 26 Marzo 1892.

Notizie statistiche

La superficie totale dell'Egitto (non compresi gli antichi possessi perduti nel 1883) è di 994,300 chilometri quadrati, dei quali soltanto la diciottesima parte è coltivata, cioè la parte che trovasi nella valle del Nilo.

Il terreno incolto e non coltivabile è rappresentato dai deserti, Arabico all'Est, Libico all'Ovest della valle del Nilo.

La popolazione, come risulta dall'ultimo censimento del 3 maggio 1882, era di:


Dei sette milioni circa di abitanti, che forse risultano nello scorso anno 1895, una settima parte, cioè, un milione circa, è di religione cristiana, compresi i Copti, i quali professano il cristianesimo, ma con credenze e liturgie speciali, ed ottantamila stranieri, la maggior parte dei quali sono stabiliti al Cairo e ad Alessandria. Tutto il resto della popolazione è musulmana.

I deserti poc'anzi ricordati non sono interamente disabitati; vi si trovano circa duecentomila beduini nomadi, che trasportano le loro tende là dove trovano nutrimento, anche per gli animali, che conducono seco.

Città dell'Egitto che contano oltre ventimila abitanti tra indigeni ed esteri


La lista civile colle annesse spese, compresa quella del Gabinetto di S. A. il Khédive risulta di Lire egiziane 262,861, pari a Lire italiane 6,834,386.

Esercizio finanziario del 1893


Risulterebbero quindi 18 milioni, 726 mila, 890 lire italiane in eccedenza effettiva nell'anno 1893.

Notevoli differenze di bilancio non vi possono essere nei successivi quattro anni.

Clima dell'Egitto

Il clima in Egitto, quantunque assai caldo in estate, è in complesso temperato e salubre. Ciò che lo caratterizza è l'assenza completa di pioggie per la maggior parte dell'anno; in alcune località (al Cairo per esempio) si può dire che non piove quasi mai.

In ciascun anno, come è noto, si produce una piena del Nilo, e questo fenomeno, che ha sempre esistito dacchè è formato l'Egitto, è causato dalle pioggie torrenziali che regolarmente cadono in primavera nella regione equatoriale dei fiumi e dei grandi laghi, in tutto il Soudan e nell'Abissinia.

La piena comincia al Cairo quasi sempre al 10 Giugno e raggiunge il suo maximum al 7 ottobre.

L'altezza della piena è d'ordinario ad Assouan (1ª Cateratta) dai 16 ai 17 metri, ed al Cairo dai 7 agli 8 metri.

Durante la piena l'alto Egitto è quasi intieramente coperto dalle acque, mentre che nel basso Egitto è in molte sue parti preservato da dighe ed il terreno viene in quel periodo coltivato a cotone ed a grano turco.

Numerosi canali, che prendono origine dal Nilo, diramano le acque loro in ogni parte del suolo egiziano.

Parecchi di questi canali conservano l'acqua durante tutto l'anno e servono tanto alla navigazione, quanto all'irrigazione; ma molti altri non rimangono provveduti d'acqua che nella piena del fiume, e successivamente per un periodo di tempo più o meno lungo.

Governo ed Amministrazioni diverse dell'Egitto

Per la configurazione del suo territorio l'Egitto si divide in due grandi regioni naturali: la prima comprende la valle del Nilo col Fayum da Wady-Halfa (2ª Cateratta) sino al Cairo, è l'alto Egitto; la seconda abbraccia il Delta, è il basso Egitto.

Le altre parti indipendenti dalla valle del Nilo formano tre regioni: il canale di Suez colle sue adiacenze, la quasi isola del Sinaï e le oasi del deserto.

Amministrativamente l'Egitto è diviso in Governatorati ed in Moudiriehs.

Il Governatorato è una circoscrizione territoriale, che abbraccia una delle città marittime coi suoi sobborghi ed è amministrata da un governatore dipendente dal Ministero degli interni. Il Cairo è la sola delle città interne retta da un governatore.

La Moudirieh è una provincia non retta da un Governatore, ma amministrata da un Prefetto.

Le Moudiriehs sono ripartite in Distretti, governate come presso noi da un Sotto-Prefetto dipendente dal Prefetto della rispettiva provincia, cioè dal Moudir.

In Egitto si contano nove Governatorati e quattordici Moudiriehs.

Governo dell'Egitto

Come già si disse, l'Egitto è una monarchia vassalla della Sublime Porta. Il Sovrano porta il nome di Khédive, ed il suo governo, in virtù dei Firmani imperiali, gode di una autonomìa quasi assoluta, e si amministra con leggi proprie senza alcuna ingerenza dello Stato sovrano.

L'Egitto paga alla Turchia un leggero tributo.

Il potere è esercitato da S. A. il Khédive assistito da un determinato numero di Ministri risponsabili.

Una legge organica promulgata il 1º Maggio 1883 ha costituito in Egitto:

1º Un'Assemblea generale di Notabili;

2º Un Consiglio legislativo;

3º Un Consiglio provinciale in ciascuna provincia.

Per ciascuno di questi tre enti sono indicati gli incarichi e le attribuzioni.

Amministrazione dei Wakfs

(beni di mano morta)

I beni Wakfs o di mano morta sono destinati a provvedere alle spese del culto, alla conservazione degli Ospizi, degli Asili e delle Scuole di Moschea, che sono le Università Musulmane.

Questi beni derivano da private donazioni ed ammontano ad una cifra cospicua; sono inalienabili e l'Amministrazione loro è indipendente dalle altre Amministrazioni dello Stato e costituiva un tempo un Ministero speciale. Ora è affidata ad un Direttore generale detto dei Wakfs.

Organizzazione giudiziaria

L'organizzazione giudiziaria in Egitto è piuttosto complicata.

Esistono tre specie di tribunali:

1º I tribunali della Riforma detti tribunali misti;

2º I tribunali indigeni;

3º I tribunali indigeni speciali (Mehkémehs) che giudicano secondo il diritto Musulmano.

Tribunali misti.– Si è fatta sentire la necessità di creare questi tribunali in vista dei numerosi stranieri che trovansi in Egitto, greci, italiani, francesi, inglesi, tedeschi, ecc., i quali in virtù delle Capitolazioni non sono sottomessi che alle leggi dei rispettivi loro paesi.

Questi tribunali giudicano gli affari civili e commerciali che riguardano indigeni e stranieri, o stranieri di nazionalità diverse.

Sono in numero di tre ed hanno sede al Cairo, ad Alessandria ed a Monsourah-Zagazig. Al disopra di questi tribunali di prima istanza havvi la Corte d'Appello mista in Alessandria.

I consiglieri ed i giudici sono parte indigeni e parte stranieri.

Tribunali indigeni.– La necessità di conciliare presso gli Egiziani le esigenze della vita moderna coi precetti della loro legge religiosa ha indotto a creare recentemente i Tribunali indigeni.

Questi Tribunali pronunciano in materia civile e commerciale sopra gli affari che riflettono soltanto gli indigeni e giudicano i loro reati e delitti.

Sono in numero di sette e di prima istanza, e la Corte di Appello che a loro sovrasta risiede al Cairo.

I consiglieri ed i giudici sono per la maggior parte indigeni. La provincia poi dalla frontiera verso la Nubia è posta provvisoriamente sotto la giurisdizione di un Tribunale speciale e di una Corte di Appello sedenti ad Assouan.

Mehkémehs o tribunali indigeni speciali.– Trattano tutto quanto concerne le relazioni private, matrimoni, divorzi, donazioni, legati, successioni, ecc.

Giudicano pure sulle contestazioni relative ai Wakfs (manimorte), nominano i tutori e curatori, registrano le vendite immobiliari e rilasciano i titoli di proprietà.

Altre giurisdizioni.– Gli indigeni che non sono di religione Musulmana vengono sottoposti per tutto quanto riflette gli affari dei Mehkémehs (tribunali indigeni speciali) alla giurisdizione dei tribunali creati dai capi dei diversi culti (Patriarchi).

Finalmente i Tribunali consolari istituiti in ciascun consolato pronunciano sopra gli affari civili e commerciali fra stranieri della stessa nazionalità, e ne puniscono i reati ed i delitti.

Istruzione pubblica

L'istruzione pubblica comprende in Egitto l'insegnamento primario, l'insegnamento secondario o preparatorio e l'insegnamento superiore o speciale.

Il primario è impartito in 42 scuole di fanciulli ed una di ragazze. Diciotto di queste scuole si trovano al Cairo e lo venticinque altre nelle principali città dell'Egitto.

Tutte queste scuole sono poste sotto la direzione del Ministero dell'Istruzione Pubblica; ve ne sono pure altre speciali, ma sotto la diretta dipendenza dell'Amministrazione di manomorta (Wakfs).

Esistono inoltre in tutto l'Egitto 5400 case d'insegnamento (Kouttabs) annesse per la maggior parte alle Moschee od alle Sébilles (fontane pubbliche), e vi si insegna la lettura, la scrittura ed i principii di religione ad oltre 140 mila ragazzi.

L'insegnamento secondario e preparatorio non è dato che in tre scuole governative: le scuole Tewfik e Khèdivieh al Cairo e la scuola Ras-el-Tin ad Alessandria.

Finalmente le scuole superiori e speciali sono:

La scuola politecnica, la scuola di diritto, la scuola di medicina e la Dar-el-Oloum, ossia scuola normale araba, con due corsi normali europei, cioè la scuola di arti e mestieri e la scuola di agricoltura.

Il Ministero della guerra mantiene al Cairo una grande scuola militare pel reclutamento degli ufficiali.

L'insegnamento superiore Musulmano è impartito in parecchie università collegate a moschee di primo ordine; la più importante è la grande università di El-Azhar, celebre in tutto il mondo, che conta oltre a 12 mila studenti.

L'insegnamento libero è largamente rappresentato in Egitto da numerose scuole primarie e secondarie mantenute da congregazioni religiose o da privati, e queste scuole danno l'istruzione a migliaia di Egiziani.

NB. Delle Istituzioni scientifiche e militari e della Sicurezza pubblica si terrà parola in capitoli speciali.

Debito pubblico

L'Egitto, come la maggior parte degli Stati organizzati, è gravato da un debito pubblico. Questo debito fu contratto dai Governi dei precedenti Khédivi, per dotare il paese di grandi lavori di utilità pubblica, di cui era affatto sprovveduto quali sono ferrovie, canali, ponti ecc.

Una legge promulgata il 19 Luglio 1880, detta Legge di liquidazione, ha consolidato il debito egiziano ed ha rivolti alcuni cespiti di rendita dello Stato al pagamento degli interessi ed al progressivo ammortamento di questo debito.

Un imprestito posteriore a questa legge venne contratto nel 1885 per riparare ai disastri cagionati all'Egitto dagli avvenimenti del 1882 e dalla rivolta del Soudan.

Questo nuovo debito fu denominato Debito garantito.

Una speciale Amministrazione detta Cassa del debito pubblico, diretta da sei Commissari stranieri, rappresentanti le potenze più interessate, riceve i fondi destinati al servizio degli interessi e dell'ammortamento del debito garantito e di una parte del Debito pubblico e si assicura dell'equo riparto conforme alle leggi del paese ed alle convenzioni internazionali.

Produzioni. – Commercio

Produzioni minerali.– I prodotti minerali dell'Egitto sono poco importanti per ora.

Esistono nulladimeno nelle colline, che fiancheggiano la valle del Nilo, come nel deserto arabico e nella penisola del Sinaï, cave di granito, di sienite rossa, di porfido, di pietra bigia fina, di alabastro trasparente, di marmo veneto, di mica, di breccia verde di Egitto molto apprezzata; vi sono pure giacimenti di smeraldi, di onici e di granati, con miniere d'oro e di rame; ma queste ricchezze minerali non sono usufruite. L'estrazione del petrolio venne abbandonata. La sola produzione importante è quella del sale, di alcali naturali e del salnitro.

Le saline sono principalmente situate nei dintorni di Rosetta e di Damietta.

Il sale ricavato è soltanto sufficiente alla consumazione del paese.

Produzioni agricole.– L'agricoltura in Egitto è la precipua occupazione degli abitanti ed è la sorgente più stabile delle loro ricchezze e della loro prosperità. Le coltivazioni in Egitto si dividono in tre distinte categorie: Sèfi, Nili, Chètui.

La coltura Sèfi, ossia di estate, è applicata alle regioni non tocche dall'inondazione al tempo della piena del Nilo.

Queste regioni sono il basso Egitto, il Fajoum, non che le provincie dell'alto Egitto irrigate da canali.

I prodotti principali che si ricavano sono il cotone, la canna di zucchero, il riso sultano, il sesamo, i pistacchi, il sorgo, i cocomeri ed i meloni.

La coltura Nili si effettua immediatamente prima della piena del Nilo e si semina il grano turco precipua base del nutrimento della popolazione agricola, non che il riso detto Sabaïni (di 70 giorni), ma questo si semina nelle vicinanze dei laghi.

Durante la piena del Nilo, il cotone, il riso e la canna da zucchero continuano a rimanere sotto acqua non facendosi il raccolto che nei mesi di ottobre e novembre.

Le colture Chétui, ossia d'inverno, si praticano in tutto l'Egitto, e sono il grano, l'orzo, le fave, le lenti, i finocchi ed i legumi; questi ultimi si raccolgono in Egitto durante tutto l'anno, ma specialmente nella stagione invernale.

Frutteti.– In Egitto numerosi giardini circondano le abitazioni e producono in abbondanza arancie, mandarini, cedri, granati, uva, fichi, albicocche e pesche.

Gli alberi fruttiferi di Europa, pomi, peri, prugni ecc., non danno che esili prodotti.

Le palme danno in tutto l'Egitto un abbondante raccolto di datteri.

Riepilogando si può stabilire che i principali prodotti del suolo egiziano sono:

1º Il cotone;

2º I grani di cotone;

3º Il grano;

4º Il grano turco;

5º La canna da zucchero;

6º Il bersim che serve al nutrimento degli animali.

In Egitto non esistono foreste.

Animali domestici.– Gli animali domestici in Egitto sono il cavallo, il mulo, l'asino, il camello, il bue, il bufalo, gli agnelli e le capre.

Essendovi scarsità di praterie, l'allevamento del bestiame è limitato; di modo che in ciascun anno l'Egitto deve importare dalla Siria e dalla Persia una quantità notevole di cavalli, di buoi e di altri animali.

Il pollame è molto abbondante e dappertutto, si pratica l'incubazione artificiale delle uova.

NB. È riservato un capitolo speciale per la caccia e per la pesca.

Produzioni industriali dell'Egitto

L'Egitto, mancante di cadute d'acqua, di combustibile e di metalli non si può chiamare un paese industriale.

Gli sforzi dei Vicerè e specialmente di Mohammed-Alì Pascià per sviluppare l'industria in Egitto sono rimasti infruttuosi.

Le sole industrie importanti sono quelle della lavorazione di alcuni prodotti agricoli, allo scopo di dar loro un maggior valore per la vendita.

L'industria dello zucchero occupa il primo posto.

Commercio dell'Egitto

Commercio interno.– Il commercio interno consiste principalmente nella vendita dei prodotti del suolo, servendosi delle fiere e dei mercati che si tengono ad epoca fissa in tutte le provincie.

Le fiere più notevoli, dal punto di vista del movimento commerciale, sono le tre fiere di Tantah che durano parecchi giorni; quella che ricorre al principio del mese di agosto dura una settimana ed attira oltre un milione di persone.

Le tre fiere di Dessoîck sono anche assai importanti.

Oltre queste fiere, che hanno in pari tempo carattere commerciale e religioso, i principali mercati sono quelli che si tengono periodicamente a Benha, El-Alf, Zagazig, Touah, Damanhour, Giusch ed al Cairo.

Commercio esterno.– Prendendo per base il 1892, che fu un anno normale, il commercio esterno ascese in detto anno a 585 milioni di franchi, cioè:


Inoltre il valore delle mercanzie in transito ha toccata la cifra di 23400000 franchi.

Su questa cifra, i carboni in deposito a Port-Said per l'approvvigionamento dei battelli, che transitano pel Canale rappresentano un valore in L. 22100000 e pei diversi altri transiti di mercanzie L. 1300000. – Totale L. 23400000.

Come si è detto poc'anzi, i principali prodotti che formano oggetto d'importazione sono:

I tessuti e fili di cotone, i tessuti e fili di lana e di seta, biancheria ed abiti confezionati; il carbone, il legno per costruzioni, il ferro e l'acciaio, le macchine; le frutta, il riso, l'indaco, il petrolio, gli ammali viventi, il caffè, il tabacco, il sapone, gli olii e le farine.

La nazione che manda una maggiore quantità di mercanzie in Egitto è l'Inghilterra.

I principali prodotti che formano oggetto di esportazione dall'Egitto sono:

Il cotone, i grani di cotone, lo zucchero, le fave, il grano, il riso, il grano turco e le cipolle; ed è pure l'Inghilterra che accoglie la quantità maggiore di questi prodotti.

Del Cairo

La città del Cairo, capitale dell'Egitto, è denominata dagli Arabi Misr-el-Kahira, la Vittoriosa, perchè nella notte di sua fondazione, verso il 970, dicesi splendesse fulgido in cielo il pianeta Marte.

Deve la sua origine al Generale arabo Gohar, ed appena sorta divenne la sede dei Califfi Fatimiti, verso la fine del decimo secolo dell'êra cristiana.

La sua popolazione si avvicina ai 400 mila abitanti.

La città, sulla riva destra del Nilo, giace ai piedi del monte Mokattam.

Ha bellissime piazze, delle quali quattro sono assai vaste. La cittadella che le sovrasta è piena di notevoli ricordi.

Quale centro del commercio dell'alto Egitto, il Cairo espande per tutto l'Egitto non solo i prodotti dell'industria locale, ma anche quelli dell'industria europea, che vi affluiscono in larga misura.

Cinquecento moschee si elevano in vari punti della città. Alcuni di questi monumenti sono veri capolavori dell'architettura araba.

Le moschee di primo ordine sono quelle di Touloun, di Sultan-Hassan, di El-Azhar, di Mohammed-Alì nell'interno della cittadella, di Kaboun e di Kait-Bey.

Il Cairo è la città che in tutto il continente africano primeggia per le sue istituzioni scientifiche, per i suoi Musei, per le scuole e per la sua biblioteca.

Il suo museo di antichità è visitato da migliaia di forestieri, che vi arrivano da ogni parte dell'Europa ed anche dell'America.

Alcuni sobborghi del Cairo hanno una notevole importanza: fra questi Boulac, che è il porto del Cairo sul Nilo; è importante per i suoi numerosi opifici, pei suoi depositi e per la sua stamperia governativa, della quale si parlerà in un altro capitolo; l'Abbassieh colle sue caserme, colle Scuole militari e col suo Osservatorio; Hélouan celebre per i suoi bagni solforosi, e finalmente il Vecchio Cairo conosciuto sotto il nome di Fostat.

Giace il Vecchio Cairo pure sulla riva destra del Nilo a due chilometri Nord-Est del Cairo. È fabbricato sulle ruine dell'antica Babilonia di Egitto. Il dolce ed invariato clima del Cairo durante il periodo invernale fa sì che una ragguardevole quantità di forestieri di ogni nazione viene a svernare in questa simpatica città ed ogni anno, ne va aumentando il numero.


Statistica dei viaggiatori che vennero in Egitto negli anni qui sotto indicati.


Gli alberghi e le pensioni al Cairo sono numerose e si comprende come il forestiero sia allettato a recarsi nella Capitale di Egitto a passarvi l'inverno, perchè oltre al dolce e costante clima, all'aria salubre ed alle molteplici distrazioni sa pure di trovarvi una piacevole dimora.

Ma quante sono le regioni del mondo incivilito che posseggano un Palazzo-albergo quale è quello di Guezireh? Era prima la residenza estiva del fu Khèdive Ismail-Pascià, ed in mezzo al suo grandioso parco vi è il Casino, dove giornalmente una scelta orchestra suona vari pezzi di musica. Durante la stagione invernale vengono dati diversi balli con abbondante e distinto servizio, il tutto a spese della Società, che tiene l'albergo con tutte le relative dipendenze.

La villa Guezireh, solito convegno delle passeggiate invernali della società elegante, siede mollemente sulla sponda sinistra del Nilo e quindi è separata dalla città dal corso del fiume (400 metri). Ma oltre ai mezzi ordinari per portarsi dal Cairo a Guezirah vi sono pure eleganti vetture a quattro cavalli a disposizione del pubblico, le quali, con poca spesa ed a breve intervallo, vanno e vengono dalla città a Guezireh.

Oltre a questo servizio speciale creato dalla Società che amministra la villa Guezireh, essa è pure provveduta di un piccolo vapore sul Nilo unicamente destinato a trasportare i passeggeri dall'una all'altra riva del fiume.

Si è detto che numerosi sono gli alberghi nell'interno del Cairo; fra questi primeggiano il Schepheard, il Continental, il New-Hôtel ecc.

Non posso passare sotto silenzio l'Albergo Metropoli, dove, con mia piena soddisfazione, ho soggiornato per oltre sette mesi. Esso è in posizione centralissima della città ed è tenuto da due nostri italiani, Moroni e Manusardi.

È un albergo non vasto, ma però possiede tutti i requisiti che desidera generalmente un forestiere, il quale non abbia la tasca riboccante di lire sterline.

Il Cairo è una delle città orientali che hanno maggiormente conservato il carattere che le distingue dalle nostre europee; sebbene si debba confessare come essa vada trasformandosi rapidamente.

Il Cairo gode tuttora la riputazione di essere la migliore scuola della letteratura araba. L'arabo parlato dalle persone educate del Cairo, quantunque sia inferiore a quello dei Beduini dell'Arabia, quanto ad esattezza grammaticale ed a pronuncia, è però superiore di molto a quello che si parla dagli arabi di Barberia.

Alessandria ed il suo Ramleh

Alessandria è una delle più grandi città commerciali ed il primo porto dell'Egitto sul Mediterraneo. La città è situata sopra una lingua di terra, che si protende fra il mare e l'antico lago Mareotide a 182 Chilometri a Nord-Ovest del Cairo.

Ha due porti, il vecchio ed il nuovo, e comunica col Cairo sia per mezzo della ferrovia, sia per una strada carrozzabile, sia per mezzo di un canale importante di acqua dolce, il Mahmoudieh, derivante dal ramo più occidentale del Nilo (ramo di Rosetta).

Alessandria, fondata da Alessandro il Grande nel 332 avanti Gesù Cristo sulle rovine dell'antica Rhacotis, fu la Capitale dell'Egitto sotto ai Tolomei e sotto ai Romani, mentre all'epoca dei Faraoni non era che un piccolo villaggio. Nel tempo dei suoi splendori, durante il romano impero, raggiunse la cifra di 900 mila abitanti ed era, dopo Roma, la prima città del mondo.

Presentemente l'industria alessandrina contribuisce per una minima parte alla floridezza del suo commercio.

Si fabbricano tuttavia essenze di fiori, tessuti di cotone e di seta; vi sono alcune fonderie e fabbriche di non grande importanza. Sono ragguardevoli i depositi di legname, che viene da ogni parte del mondo e massime dall'impero di Austria-Ungheria, per far fronte alla quasi totale mancanza di legnami indigeni, specialmente per uso di costruzioni.

Alessandria co' suoi moderni fabbricati, massime dopo il bombardamento sostenuto nel 1882, è diventata una città cospicua, emula di quelle di Europa; ma essa possiede pochi monumenti, e del suo antico splendore, non vi rimane che la Colonna di Pompeo ed alcune ruine pagane, di cui discorreremo in seguito.

Ramleh

«Heri solitudo… mane civitas.» (Ieri solitudine… oggi città).

Il Ramleh non è altro che un quartiere suburbano di Alessandria, una specie di prolungamento esterno della città a Nord-Est e sull'area di Nicopolis.

L'etimologia del nome Ramleh deriva da Rame, e Ramleh significa la Sabbiosa.

Ma se questa denominazione era giustamente applicata nei tempi andati, ora non ha più ragione di esistere; poichè la Sabbiosa si è progressivamente convertita in una striscia di terreno incantevole seminata di ville e di giardini.

La borgata di Ramleh, situata in riva del Mediterraneo, è un complesso di otto o nove gruppi di abitazioni con otto mila abitanti di colonia fissa, senza contare nè i 2500 Beduini, nè i cinque o sei mila Alessandrini, famiglie del Cairo e forestieri, che durante l'estiva stagione vengono in questa deliziosa lingua di terra a godere le aure fresche, che di continuo spirano dalla parte del mare.

Vi sono lungo il Ramleh parecchie chiese e moschee; numerosi ed eleganti villini con ricca vegetazione scaglionati lungo il percorso di circa dieci chilometri.

Due ferrovie ed una linea di tramways serpeggiano quasi parallele attraverso a questo verdeggiante labirinto di case e giardini.

All'estremità di questa striscia di terreno ubertoso, cioè all'altezza del Ramleh, propriamente detto, siedono in loro maestosa mole il Casino, l'Albergo e lo Stabilimento balneario.

Le due stazioni estreme sono dunque Alessandria-Ramleh San Stefano, collegate fra loro da una delle due ferrovie poc'anzi menzionate, che ad ogni mezz'ora d'intervallo, dalle ore 6 del mattino alle 12 di sera, trasporta passeggieri avanti e indietro.

Il Casino di San Stefano fu costruito negli anni 1886 e 1887 sopra disegno di S. E. Boghos Pacha Nubar figlio dell'attuale Presidente dei Ministri al Cairo, laureato ingegnere alla Scuola centrale di Parigi.

Poco dopo vi si è aggiunto uno stabilimento di bagni di mare, che prese subito voga.

Nel 1893 si costrusse l'annesso Albergo a ponente del Casino, la cui direzione venne affidata al Cav. Luigi Steinschneider, il quale già godeva meritata fama di persona intelligente e capacissima.

La moda ha le sue esigenze inviolabili; tuttavia non so comprendere come molte agiate famiglie dimoranti in Egitto preferiscano recarsi, durante la stagione estiva, in Europa, con grave disagio e spesa, per installarsi in un qualche stabilimento di bagni marini, ove liquefanno dal caldo, piuttostochè godere della fresca brezza, che di continuo spira dal mare lungo il Ramleh!

Anche i forestieri che vanno a svernare al Cairo nei mesi propizi, cioè dal dicembre all'aprile dovrebbero, prima di abbandonare l'Egitto, portarsi al Ramleh, dove troverebbero una esilarante temperatura, salvo poi a recarsi in seguito nei siti alpestri del Continente europeo.

Sotto il Bonaparte si combattè la battaglia di Nicopolis, fra Chatby e l'attuale Sidi-Gabir, stazione della ferrovia.

A Sidi-Gabir, sino al 1871, si vedeva il Pretorio del Castello della 2ª Legione traiana, fortis germanica.

Risultato dei recenti scavi operati nei dintorni di Alessandria

Per la nobile iniziativa di alcuni personaggi, che si interessano al glorioso passato della città di Alessandria, venne costituita nel 1893 la Società archeologica alessandrina.

Come lo stesso suo nome designa, essa ha per movente la ricerca delle antichità tuttora ivi sepolte. È d'uopo tuttavia considerare che queste ricerche non possono estendersi che per quanto lo consentono le nuove costruzioni, le quali si dilagano ogni giorno, adagiandosi sullo stesso terreno, su cui giaceva l'antica città.

Oltre la missione scientifica, la Società archeologica ha per obiettivo di venire in aiuto al recente Museo greco-romano sorto in Alessandria e di porlo in condizione di attuare quegli scavi che sono giudicati opportuni.

Per coloro, che conoscono la topografia dell'antica città, non può cadere in dubbio, che ove si potesse disporre di somme di qualche rilievo per intraprendere una serie di scavi già progettati, si otterrebbero risultati importanti e sicuri. Prova ne sia, che quantunque una gran parte dell'antica Alessandria sia coperta dalle moderne costruzioni, tuttavia il campo che rimane all'esplorazione è assai esteso, ed il terreno, sotto cui giaciono sepolti e il teatro e il ginnasio, l'Acropoli ed il Serapeum (tempio di Serapide) e il tribunale ecc., non è ancora al giorno d'oggi occupato.

Grandi e profondi lavori di scavo occorrerebbero, per esempio, a Ramleh, a levante di Alessandria e lungo il mare, per mettere allo scoperto il quartiere reale, altrimenti chiamato Bruchium, non che la Necropoli dell'Est.

Il punto dove giace il Bruchium è ben determinato, perchè compreso fra il terreno occupato un giorno dagli obelischi e la porta orientale dell'antica Alessandria (porta Rosetta). In quei dintorni sorgeva pure il Museo e non lontani la torre detta dei Romani ed il famoso Cæsareum. La torre sta crollando in mare; l'altra più al Nord è già crollata ed i guardacoste l'hanno rasa al suolo.

Si è detto poc'anzi, che fra i preziosi resti da disseppellirsi vi sarebbe l'Acropoli; ora credo opportuno il dire quale significato venisse dato a questa parola.

Acropoli, parola greca che significa città alta, si applicava alle parti delle città greche costruite sopra eminenze naturali. Forti per la loro posizione e circondate da mura solide, esse offrivano un asilo sicuro contro le invasioni.

Quivi, senza dubbio per la facilità della difesa, gli abitanti andarono a fissare le loro dimore. Le case, che si costruirono in seguito nella parte piana, formarono la città.

Nell'interno delle Acropoli si collocarono i principali edifizi, quali sono i templi, gli archivi, il pubblico tesoro ecc.

Eguale sistema tennero le colonie greche in Italia, e nell'epoca medioevale, per l'abituale stato di guerra, si imitò da noi l'esempio dato dai greci. L'Acropoli di Alessandria contava nei tempi andati fra le più importanti.

La borgata di Rachotis, già menzionata, fu la culla di Alessandria ed era un posto militare stabilito dai Faraoni per sorvegliare la costa contro le imprese libiche dal lato Ovest.

Al dire di Tacito, in questo posto militare esisteva un antico santuario d'Iside e di Osiride, che si tramutò in seguito nel celebre Serapeum.

L'antico posto militare dei Faraoni conservò ancora all'epoca Greco-Romana la sembianza della sua antica destinazione. Il Santuario fu ricostruito da Tolomeo II, detto per ironia Filadelfo (amico dei suoi fratelli), per le sanguinose persecuzioni, che esercitò contro tutti i principi della sua famiglia.

Il tempio venne riedificato con quella splendidezza principesca, alla quale Filadelfo aveva abituati gli Alessandrini.

Il posto militare crebbe per importanza e per estensione; dopo Costantino si conservava ancora come vera cittadella.

Dall'alto di questa fortezza l'imperatore Caracalla potè freddamente contemplare il massacro degli abitanti di Alessandria.

La cinta fortificata dell'Acropoli, o posto militare, ebbe a sostenere molti assedi; il più memorando fra tutti fu quello sotto Teodosio, quando gli Alessandrini, riuscendo a prendere di assalto la cinta, corsero a distruggere il Serapeum (il maschio della fortezza), collo stesso accanimento che più tardi i Parigini impiegarono alla presa della Bastiglia.

Il piano generale del Serapeum era il seguente. Aveva all'esterno l'aspetto di una fortezza; nessuna via di accesso, tranne una scala monumentale di cento gradini, che conduceva al propileo del tempio, chiuso da robuste inferriate. Questa lunga scala non aveva accessi laterali e continuava, non interrotta, per lo sviluppo dei cento gradini.

Il tempio, vera Acropoli, aveva forma quadrata; nel suo centro un piazzale circondato da colonne.

A questo largo tenevano dietro portici simmetrici di proporzioni ammirevoli. Mediante questi portici, il piazzale centrale rimaneva separato dalla famosa biblioteca e dai locali riservati al culto degli Dei. La ricchezza del portico era straordinaria: il soffitto dorato coi capitelli delle colonne in bronzo dorato; negli interstizi delle colonne numerosi capolavori di un valore inestimabile.

Al centro dell'Acropoli sorgeva ed esiste tuttora la meravigliosa colonna diocleziana, conosciuta generalmente sotto la denominazione di colonna di Pompeo, di mole straordinaria, di forma elegante e corretta nelle sue proporzioni.

Eccone le dimensioni:



L'ingegnere capo dei ponti e strade, Saint-Genis, che sul finire del secolo scorso accompagnò Bonaparte nella sua spedizione in Egitto (1798), esclama pieno di ammirazione:

«Questa colonna è non solamente il principale monumento che colpisca la vista ed ecciti meraviglia nel percorrere il suolo di Alessandria, ma da lontano essa domina la città, i minareti, gli obelischi ed il castello del Faro; essa serve in mare per orientamento alle navi e guida gli Arabi nelle vaste distese del deserto.»

La colonna di Pompeo si trovava un tempo dentro il recinto della città; ora si trova un chilometro circa distante dalle mura della città moderna verso il lago Mareotide.

Se questo superbo monolite, unico nel suo genere, esiste tuttora, lo si deve all'enorme suo peso, che non ha concesso agli Arabi di scalzare le pietre, su cui posa la sua base.

La colonna è di ordine corinzio, con proporzioni bellissime, elegante di forme e svelta nella sua superba mole.

Il fusto è di un solo pezzo di granito rosso.

Coi recenti scavi operati sotto l'intelligente iniziativa dell'italiano cav.Botti, Direttore del Museo di antichità in Alessandria, che per la sua onesta operosità e per le sue estese conoscenze archeologiche onora sè stesso ed il nostro paese, si è potuto penetrare in una galleria già esistente e discendere sino al disotto della base della colonna di Pompeo; dal qual punto s'irradiano altri sotterranei, ingombri di macerie ed in gran parte da esplorarsi.

Dipenderà dai mezzi pecuniari, di cui potrà in seguito disporre la società archeologica di Alessandria il mettere allo scoperto altri preziosi avanzi, partendo dal concetto, che il terreno sottostante, che attornia la colonna pompeiana, racchiude nelle sue viscere importanti reliquie della grandezza dell'antica città.

Presentemente gli scavi si fanno nella Necropoli occidentale, nel tempio sotterraneo di Ecate a Souk-el-Wardiana sul mare. L'asse del tempio misura 60 metri. Le are pei sacrifizi furono trovate al centro della sala ipostila, che precede la rotonda.

Egitto

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