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Capitolo Nove

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Fuse era seduto a fissare il camino. Aveva setacciato il fienile chiamando Rajiani. Se c’era, era ben nascosta. Aveva perfino attraversato il campo addentrandosi nel bosco, ma non l’aveva trovata. Mancava anche Ransom. Per qualche ragione, era una consolazione pensare a loro due insieme. Forse non era scappata per sempre.

Si spaventò per una bussata alla porta d’ingresso. “Oh, no,” sussurrò, “Quackenbush è tornato.”

Si diresse verso la porta.

Potrebbe essere Rajiani.

Quando la aprì, rimase sorpreso nel vedere la signora Smithers.Il suo primo pensiero fu che fosse successo qualcosa alla madre.

Devono aver mandato un telegramma all’infermiera, chiedendole di venire a dirmelo.

Un adolescente che lui non conosceva, era dietro di lei. Era più alto di Fuse di un uno o due centimetri, vita magra, spalle larghe, e lo stesso sorrisino della signora Smithers.

“Buongiorno, Vincent,” disse la signora Smithers. Lei reggeva un vaso coperto e il ragazzo un grande cesto di vimini. Lo teneva davanti a sé, come se fosse pesante.

Fuse fissò la signora Smithers per un attimo prima di ricordare le buone maniere. “Mi scusi,” disse, spaventato da quello che avrebbe detto in seguito. “Entrate, signora Smithers.” Si fece da parte e spalancò la porta. “Cosa c’è che non va?”

“Non c’è niente che non vada. Siamo venuti ad augurarvi Buon Natale.”

“Oh, è fantastico.Avevo paura che qualcosa…”Si bloccò. “Buon Natale anche a voi.” Lanciò un’occhiata al ragazzo.

“Questo è mio figlio, William.”

“Ciao, William.” La voce di Fusecolse una nota di allegria e sollievo nel sapere che non si trattava di una visita ufficiale.

“Buongiorno, signor Vincent.” William indossava una tuta nuova e una camicia azzurra inamidata sotto il cappotto di velluto a coste. Il colletto della sua camicia era abbottonato.

“Signor Vincent?” Fuse chiuse la porta. “Non sono un signore. La maggior parte dei bambini mi chiama Fuse.”

Il ragazzo guardò la madre, poi di nuovo Fuse, visibilmente insicuro su come rispondere. Spostò il cesto nell’altra mano.

“Dove vai a scuola?” chiese Fuse.

“Alla Booker T. Washington.”

“So dov’è,” disse Fuse. “È la scuola per Negri, quella oltre la vecchia sgranatrice di cotone. In che classe sei?”

“In prima superiore.” William alzò il mento. “Ho preso una ‘A’ in scienze la settimana scorsa.”

“Davvero? Amo le lezioni di scienze.”

La signora Smithers si rivolse al padre di Fuse. “Buongiorno, signor Fusilier.” Gli diede una pacca sulla spalla. “Come si sente oggi?” Guardò Fuse. “Possiamo mettere il tacchino in cucina, Vincent?”

“Tacchino? Certo.” Fuse fece strada verso la cucina. “Non sapevo che sarebbe venuta oggi, signora Smithers.”

“Beh, neanche noi, fino a stamattina.” Appoggiò la pentola smaltata di bianco sul tavolo della cucina e fece cenno a William di posare il cesto accanto ad essa. “Ho pensato a te e a tuo padre che mangiavate uova e pancetta per la cena di Natale e ho deciso che io e William saremmo venuti a condividere il nostro cibo con voi.” Sollevò il coperchio della pentola per dare la possibilità a Fuse di dare un’occhiata al tacchino. “Se per te va bene, ecco qui.”

“La mamma ha cucinato le patate dolci”, disse William togliendo il panno ricamato che copriva il cesto. “Anche salsa di piselli e pane di mais.”

“Wow. È meraviglioso, ma che mi dice della sua famiglia signora Smithers? Lei e William non volete cenare con loro oggi?”

“Questa è la mia famiglia, Vincent. William ed io. Suo padre è stato ucciso in Francia, a Verdun. Era un corriere di muli per l’esercito americano. Tutti glialtri nostri parenti sisono trasferiti a nord, a Detroit. Sai quanto mi piaccia cucinare, e ne abbiamo in abbondanza.”

Fuse non sapeva cosa dire a proposito del padre di William. Non poteva immaginare la vita senza suo padre.

“Mi dispiace per tuo padre,” disse. “Sai, tua madre si prende cura del mio.”

“Si.” William era impegnato a prendere le pentole e i piatti da dentro la cesta coperta.

“Papà adorerà tutto questo cibo,” disse Fusementre la signora Smithers regolava il coperchio di vetro della ciotola del condimento

“William,” disse lei. “Vai a prendere le altre cose dal furgone.”

“C’è dell’altro?” chiese Fuse.

“Abbiamo panini, mirtilli rossi,” disse William. “Purè di patate e…” Guardò sua madre.

“Salsa Gravy e crema di mais,” disse la signora Smithers con un ampio sorriso.

“Ti aiuto.” Quando Fuse prese il cappotto appeso dietro la porta sul retro, vide gli stivali di Rajiani. “Oh, no. È uscita a piedi nudi sulla neve.”

“Chi?” La signora Smithers raggiunse lo sportello del forno per aprirlo. “Tua madre è tornata a casa?”

“No, Rajiani. È una ragazza che ho trovato addormentata nel fienile due giorni fa.”

“Come ha fatto ad entrare nel vostro fienile?”

“Non lo so. Non parla inglese. Posso solo dire che viene dall’India e credo che la sua lingua sia l’hindi.”

“India?! Com’è arrivata fino a qui, in Virginia?”

“Questo è quello che vorrei sapere. Ed è nervosa, come se avesse paura di essere catturata da qualcuno. Buford Quackenbush era qui poco fa. Quando ha bussato, lei è corsa fuori dalla porta sul retro senza nemmeno prendere il cappotto e gli stivali.”

“Si gelerà là fuori. E cosa ci faceva quiquel Quackenbush?”

“Lo conosce?” chiese Fuse.

“Spazzatura bianca, ecco cosa so di lui. Non è altro che uno spilorcio e un contrabbandiere.” Sbatté la pentola del tacchino sul fornello. “Mi dispiace, Vincent. Sarà anche un amico di famiglia, ma per me è solo pura spazzatura bianca.”

“Non è nostro amico.”

“Questo è un bene. Ora, che mi dici di questa ragazza?” La signora Smithers usò l’orlo del suo cappotto per afferrare la maniglia della porta del forno per aprirla.

“Non so nulla di lei, solo che ha paura di tutti.”

“Faresti meglio ad andare a prenderla.”

“Ci ho provato. Ma dopo che Quackenbush se n’è andato, ho passato un’ora a cercarla, senza fortuna.”

“Oh, giorni celesti! Una ragazza che si nasconde in quel modo.” Fece scivolare la teglia nel forno e chiuse lo sportello in ghisa. “Tu e William portate dentro il resto del cibo, poi accendete il fuoco. Il tacchino è cotto abbastanza bene, ma lo lasciamo riscaldare un po’. Come hai detto che si chiama?”

“Rajiani.”

“Rajiani. Porto il suo cappotto e gli stivali nel fienile e vediamo se riesco a convincerla ad entrare in casa.”

“C’è una stufa a cherosene nella stalla diStormy, nel retro del fienile. Spero che sia entrata dopo che sono tornato in casa. Ma non cercare di toccarla, non le piace che qualcuno le si avvicini troppo.”

“Hai detto che è una ragazza, ma intendi una bambina? Quanti anni ha?”

“Circa tredici, credo.” Quando Fuse disse la sua età, notò una reazione da parte di William. Sembrava volesse chiedere qualcosa sulla ragazza, ma poi chiuse la bocca e rimase in silenzio.

“Va bene.” La signora Smithers prese il cappotto e gli stivali di Rajiani e uscì dalla porta sul retro. “Vediamo cosa fa questa tredicenne fuori in una mattina fredda come questa.”

I due ragazzi uscirono dalla porta principale per recuperare il resto del cibo.

“Che bel camioncino,” disse Fuse.

“È un Diamond T,” disse William. “Del 1920. L’ho guidato fin qui.”

“Hai guidato in autostrada?”

“Beh, usciti dalla città la mamma mi ha lasciato guidare un po’.”

“Noi abbiamo unFord Modello T nel fienile,” disse Fuse. “Vorrei poterla guidare fino al negozio di mangimi, ma potrei finire nei guai.”

“Io non guido mai in città.”

“Giochi a scacchi?” chiese Fuse.

William scosse la testa prendendouna cassa di legno per le uova dal retro del camioncino. “Troppo difficile per me.”

Fuse prese la seconda cassa e si diressero in casa. “Nah, non è difficile. Sembra così all’inizio per via dei diversi tipi di pezzi. Se vuoi ti insegno a giocare.”

“Non saprei. Tu giochia biglie?”

“Ring Taw e Three Hole, sono i due giochi che mi piacciono.”

“Si, Ring Taw. So giocarci bene. Ho già vinto centoventi biglie dai bambini a scuola giocando a Ring Taw.”

“Non gioco a biglie da molto tempo, ma quando la neve si scioglierà e non ci sarà più fango, possiamo giocarci qui fuori in giardino.”

“Le biglie sono meglio degli scacchi.” William spostò la sua cesta delle uova per poter aprire la porta d’ingresso. “L’India è da qualche parte vicino la Cina, giusto?”

“Si,” disse Fuse. “Dall’altra parte del mondo.”

“Come pensi sia arrivata qui?”

“Dev’essere venuta con una nave, ma siamo lontani dall’oceano.”

“Le piacciono le ragazze, signor Fuse?”

“C’è una ragazza nella mia scuola, si chiama Monica Cuddlestone. È più grande di me, ma bella come una farfalla.”

“Cosa le ha detto?”

“Non le ho detto niente. Come si parla alle ragazze?”

“Questo è quello che mi piacerebbe sapere, signor Fuse.”

Guardò William. “Non parla con loro,” fece una pausa e aggiunse, “signor William?”

William rise. “Nessuno mi ha mai chiamato signore.”

“Nemmeno a me.”

“Ci parlavo con le ragazze.” William entrò in cucina davanti a Fuse. “Quand’ero piccolo ed erano bambine come me, ma ora hanno un aspetto un po’ diverso. Sai, non sono più magre comepali della luce, e mi indicano e si parlano a bassa voce tutto il tempo. Poi cominciano a ridere con la mano davanti alla bocca. Cosa possiamo fare?”

“Monica è uguale.” Fuse guardò la porta sul retro e abbassò la voce. “Mi ha dato del secchione l’altro giorno a lezione di matematica.”

“Perbacco.” William fissò Fuse, con gli occhi spalancati. “L’ha detto ad alta voce?”

Fuse annuì appoggiando la scatola sul tavolo della cucina.

“L’insegnante l’ha colpita con un righello?”

“No, non l’ha sentita.”

“L’hai chiamata così anche tu?” chiese William.

“Non sapevo cosa dire. Ho afferrato il mio libro, l’ho apertoemi sono nascosto dietro le pagine.”

“Si, è successo anche a me. Una di quelle ragazze ridacchiando mi ha detto, ‘ehi, ragazzone’. Non sapevo cosa fare, così ho ridacchiato come aveva fatto lei e ho risposto, ‘ehi, ragazzona’. Si è arrabbiata e se n’è andata come se l’avessi chiamata come una specie di animale morto o qualcosa di simile. Ora non ci parliamo nemmeno più.”

Fuse si mise a ridere accendendo il fuoco. “Le ragazze sono cambiate quando siamo arrivati al liceo.”

“È vero. È come se fossimo rimasti normali e loro fossero diventate stupide.” William sistemava tranquillamente i piatti sulla tavola. Dopo un attimo disse, “Non ho mai visto l’oceano.” Mise le scatole vuote sul pavimento accanto al bancone della cucina.

“Nemmeno io, tranne che sui libri.”

“Scommetto che c’è del buon pesce nell’oceano.”

“Sicuramente.”

“Pensi che alle ragazze piaccia pescare?”

La porta sul retro si aprì ed entrò la signora Smithers. “Che il Signore abbia pietà, Vincent. Che cosa hai fatto a quelle povere mucche?”

“Parli delle decorazioni natalizie?”

“M-mmm.” Si tolse il cappotto e lo appese.

“L’ha fatto Rajiani. Stamattina presto ha preso l’orpello dall’albero di Natale e l’ha messo intorno alle corna e al collo delle mucche. L’hai trovata là fuori?”

“No. Ho lasciato gli stivali e il cappotto nella stalla di Stormy. Mi sono sentita osservata, ma non ho sentito nulla, tranne gli animali sgranocchiare il mais. È proprio un bel puledro quello che hai lì”

“Pensi che sia una pazza, mamma?” chiese William sollevando il coperchio della ciotola di piselli. “‘Scappata dal manicomio giù a Richmond?”

“Non è pazza, William…” Fuse parlò più forte di quanto avesse voluto e si bloccò quando la signora Smithers gli lanciò un’occhiataccia. Usò l’attizzatoio per aprire la porta della stufa. “Ha solo paura di qualcosa.” Mescolò i carboni ardenti e aggiunse altra legna al fuoco.

La signora Smithers prese una casseruola dall’armadietto. “Ricordo di aver letto che le mucche sono sacre in India.” Mise le patate dolci nel tegame con il cucchiaio. “Quella ragazza sta trattando le mucche come divinità, come fanno nel suo paese.”

“Immagino che questo spieghi le decorazioni che ci ha messo sopra.” Fuse chiuse con fragore lo sportello della stufa, ritraendo rapidamente la mano e agitando le dita. “Pensi che qualcuno le stia dando la caccia?”

“Si, credo di sì. Molto probabilmente è scappata di casa. La sua mamma e il suo papà probabilmente sono preoccupati da morire. Penso che dovresti dirlo allo sceriffo.”

“Cosa farà lo sceriffo?” Si soffiò sulle dita.

“Verrà a prenderla finché non scopriranno da dove è scappata.”

“Vuoi dire che la metterà in prigione?”

“Può essere.” Mise la padella con le patate dolci sul fuoco a scaldare. “Così non scapperà di nuovo.”

“Ma lei non capirebbe, chiusa in una cella.”

“Una volta ho visto quello sceriffo giù a Hackberry Road,” disse William. “Mi ha fatto il malocchio, e mi ha spaventato peggio di un orso affamato che vuole mordere uno scoiattolino, e non avevo fatto nulla di male.”

“È venuto nella nostra scuola due settimane fa,” disse Fuse, “cercando Billy Quackenbush.”

“Cosa aveva fatto?” chiese William.

“Non ne sono sicuro, ma ho sentito dire che salta sempre la scuola per commerciare liquore scadente giù al molo.”

“Whiskey scadente di contrabbando?” chiese William.

“Si.” Fuse innescò la pompa e fece scivolare il piatto sotto il beccuccio.

“Mmm.” La signora Smithers stava in piedi con le mani sui fianchi, osservando le pietanze sul tavolo. “Suona veritiero per quel gruppetto di Quackenbush. Immaginate, un padre che fa contrabbandare il proprio ragazzo. Ma adesso sono più preoccupata per quella ragazza là fuori. So che il signor Andrew Jackson Winsome lavora come spazzino di notte giù alla prigione della contea.” Mescolò il sugo e picchiettò il cucchiaio sul bordo della ciotola. “Potrei dirgli di andare di nascosto a controllare gli annunci di ragazze scomparse in questa parte del paese. Quegli agenti non sospetterebbero del vecchio Winsome che fa domande, e anche se lo facessero, non penserebbero di venire qui a casa tua.”

“Di sicuro è meglio che consegnarla allo sceriffo,” disse Fuse.

“Se non ci sono mandati o volantini su ragazze adolescenti scomparse, allora vedremo cosa fare.”

“E se avessero un mandato per lei?”

“Allora dovremmo andare a parlare di lei con lo sceriffo.”

“Potrebbe essere una schiava fuggitiva,” disse William. “Scommetto che lo sia.”

“Non ci sono più gli schiavi in questo paese, William,” disse la signora Smithers. “Te l’ho già detto.”

“Ho sentito parlare di persone che tengono gli schiavi incatenati in cantina e li fanno uscire la notte per fare tutto il lavoro.”

“E io ti dico che non ci sono più schiavi. Adesso vai fuori a prendere un carico di legna da ardere.”

“Si, Ma’,” disse William abbassando lo sguardo sul pavimento. Dopo essersi guardato le scarpe per un attimo, si diresse verso la porta sul retro.

“La legnaia è vicino al fienile, William,” disse Fuse. “Vuoi una mano?”

“Nossignore. Posso farcela da solo.”

“Abbottonati il cappotto,” disse la signora Smithers, alzando la voce mentre William chiudeva la porta dietro di sé. “Ricevuto niente dalla Octavia Pompeii, Vincent?”

“No, signora.” Riempì la teiera con l’acqua della pompa e la mise sul fuoco. “Penso di aver già perso.”

“Quando ha inviato la trascrizione la tua scuola?”

“A settembre.”

“I tuoi voti erano tutti buoni?”

“Tutti come gli ultimi tre anni.”

“Allora di cosa ti preoccupi?” Mise la padella con gli involtini della cena sul bordo della stufa.

“Quest’anno hanno deciso di aprire il concorso a tutte le nazioni, non solo agli americani come in passato”

“Mi stai dicendo che pensi di non essere bravo quanto quegli stranieri?” Mise il tegame di rotoli sulla parte posteriore della stufa.

“Ci sono solo cinquanta posizioni aperte, signora Smithers, più quattroriserve nel caso in cui uno dei primi cinquanta non riesca a farcela all’inizio del primo semestre.”

“Proverai a giocare a scacchi o a tennis?”

“Entrambi.”

“Entrambi?” Si pulì le mani sul grembiule. “Wow, accidenti”

La porta sul retro si aprì, ed entrò William senza legna da ardere.

“William Smithers,” disse la signora Smithers, girandosi. “Dov’è il tuo cappotto?”

William guardò fuori dalla porta, poi di nuovo sua madre. Indicò l’esterno.

Raji: Libro Uno

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