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Cadence

Anche gli ultimi arrivati si erano finalmente dispersi e la strada ora era libera dagli autobus e dalla folla di persone. Ogni partecipante al campeggio era stato indirizzato al suo alloggio e ognuno di loro era stato mandato a disfare i suoi bagagli. Ora tutto quello che mi era rimasto da fare era di dare le indicazioni ai venti leader delle case che erano tutti in piedi davanti a me e mi stavano fissando in attesa di istruzioni.

Togliendo il leggero strato di sudore dalle mie sopracciglia con il dorso della mano, mi presi un minuto per ammirare la vista della valle che si poteva avere dal ciglio della strada. Abingdon era un luogo realmente meraviglioso ed era pieno di alcuni dei miei migliori ricordi della mia infanzia. La valle al di sotto era una grande striscia di verde, piena di pini e vecchi alberi. Tuttavia, nonostante la sua bellezza, era troppo caldo per restare in piedi sotto il sole cocente e dare le istruzioni ai leader. Indicai loro, quindi, di seguirmi.

“Come sapete, voi tutti siete stati scelti per essere i capi delle case degli studenti qui al campeggio Riley,” cominciai. “Ho le istruzioni per voi, ma credo che potremmo tutti prenderci una pausa da questo caldo. Andiamo alla Creator Hall dove c’è l’aria condizionata.”

Mi girai verso il sentiero sterrato che conduceva al campeggio e iniziai a camminare. Una volta arrivata sotto le alte querce e i pini il sollievo dal sole battente fu istantaneo. Non era insolito in Virginia provare delle intense ondate di caldo durante i mesi estivi, ma quasi trentacinque gradi erano un po’ tanti per metà giugno.

“Scusaci, ma questo include anche noi? Non sono sicuro che noi siamo stati nominate capi delle case,” disse una voce bassa al mio fianco.

Girai lentamente la testa verso sinistra. Fitz, il ragazzo viziato numero uno, si stava rivolgendo a me. Il ragazzo viziato numero due, Devon, era seduto semplicemente con uno stupido sorrisetto sul volto. Scossi la testa, non sapendo cosa fare dei due. La domanda di Fitz era educata, appropriata e corretta. Non c’era modo per loro di sapere quali sarebbero stati i loro incarichi perché non li avevo ancora decisi. I miei genitori mi avevano detto solo di usarli per quello di cui avevo bisogno.

Guardai Fitz e cercai di essere indifferente al modo in cui si gonfiarono i muscoli delle sue spalle quando si alzò dalla panchina su cui era seduto. La sua maglietta lo avvolgeva in un modo che diceva che sotto c’erano dei muscoli guizzanti e una pelle ben tesa e tirata. Cercai di ignorare la sua mandibola ben cesellata–sì, maledettamente ben cesellata–come se fosse fatto di marmo scolpito. I suoi zigomi pronunciati appartenevano alla copertina di una rivista di moda.

Nonostante tutto, il mio tentativo di ignorare quel metro e ottanta di vigoroso splendore fu inutile. Per la seconda volta dopo aver visto Fitzgerald Quinn, le farfalle cominciarono a danzarmi nello stomaco.

La prima volta di questa sensazione, per nulla benvenuta, era stata quando mi aveva toccato lievemente con le dita la pelle del mio avambraccio. Il suo sorriso era stato ampio con un eccesso sia di carineria sia di indelicatezza. Questa combinazione aveva provocato una scarica elettrica dentro di me che poteva essere descritta solamente come un fuoco in tutto il mio corpo. Avevo avuto paura che se avesse abbassato la sua mano verso il mio polso, sarebbe stato in grado di sentire il battito accelerato delle mie pulsazioni.

Non sapevo perché mi prendesse così tanto. Le sensazioni che suscitava erano ignote per me. In fin dei conti era solo un altro stupido ragazzo. Okay… uno stupido ragazzo molto attraente, e mi ritrovai a prendere una pagina dal copione di mia madre per nascondergli le reazioni del mio corpo. Era meglio tenere tutto il fascino di quel cattivo ragazzo lontano da me.

Questa era la prima volta che i miei genitori mi avevano dato l’incarico di occuparmi del giorno di benvenuto al campeggio e non volevo fare casino. Quando mi avevano detto che avrei avuto dei piantagrane avevo fatto delle ricerche. Fitzgerald Quinn era il figlio di un politico molto ricco e di gran successo. Devon Wilkshire era l’erede di un’azienda compresa nella lista delle 500 più importanti di Fortune. Da una scuola superiore privata a una università della Ivy League, entrambi erano nati con la camicia. Non era insolito per gli studenti e gli istruttori del campeggio provenire da famiglie ricche e prestigiose. Tuttavia, questi due ragazzi si erano recentemente ritrovati nei guai per un qualche motivo a me sconosciuto. Sapevo solamente che non avevo bisogno di quel tipo di distrazione proprio in quel momento.

Avendo questo in mente, decisi il lavoro perfetto per loro. Avrei assegnato loro un posto dove raramente mi avrebbero incrociato e, soprattutto, un posto dove non avrei incrociato Fitz.

Ignorando il fatto che potevo ancora sentire lo sfrigolio dove mi aveva toccato la sua mano, sfoggiai un’espressione imperscrutabile e risposi.

“Non sarete i responsabili di una casa, ma ho degli incarichi per voi. Dopo che avrò dato le istruzioni ai leader vi darò le vostre.”

Ero sicura che nessuno di questi ragazzi ricchi avesse mai aspettato qualcosa nella propria vita. Immaginai che sarebbe stato un bene per loro dover aspettare un po’ di più. Dovevano sapere chi era il capo lì. Inoltre, una volta capito, forse avrei potuto evitare di essere ancora toccata da Fitz.

Mi girai verso le antiche querce che erano lungo il sentiero sterrato. I loro rami arcuati coperti di muschio erano sopra di noi mentre camminavamo fornendoci riparo dal sole soffocante. Completammo la breve camminata ed entrammo alla Creator Hall. Avvicinandomi a uno dei lunghi tavoli della mensa, mi asciugai il sudore dalla nuca. Respirai profondamente, prendendomi un minuto per godermi la fresca aria condizionata. Sapevo che non sarei stata a lungo lì. Girandomi verso le persone che avrebbero aiutato a ispirare le giovani menti creative quell’estate, feci un cenno alla stanza attorno a me.

“Benvenuti alla venticinquesima estate presso il campeggio Riley. Alcuni di voi sono istruttori che son già stati qui, alcuni sono nuovi. Per coloro che non mi conoscono, il mio nome è Cadence Riley. I miei genitori sono i fondatori di questo campeggio.” Feci una pausa quando sentii una risata. Guardai in fondo al gruppo. Il compare di Fitz chiaramente pensava che ci fosse qualcosa di divertente. “Ha qualche domanda signor Wilkshire?”

Devon in realtà ebbe la decenza di sembrare imbarazzato, prima di borbottare qualcosa che suonò come un “No, signora.”

Riportando la mia attenzione al resto del gruppo, cercai di non far trasparire la mia irritazione e proseguii.

“La Creator Hall è centrale rispetto a tutte le abitazioni del campeggio. Questa zona della sala è la mensa dove sono serviti tutti i pasti agli studenti e anche ai membri dello staff. Nel caso qualcuno abbia bisogno di cure mediche è presente in questo edificio anche una piccola infermeria. Il campeggio è diviso in quattro sezioni–Musica, Arti visuali, Danza, e Teatro. Ogni sezione ha cinque alloggi che servono come residenze estive per i nostri studenti. Questi alloggi avranno tra otto e dieci studenti. Dal sorgere del sole fino allo spegnimento delle luci saranno sotto la vostra responsabilità. Siete stati scelti come leader per un alloggio che riguarda la vostra area di competenza. Come alcuni di voi già sanno, il campeggio Riley era un piccolo villaggio di minatori ma è stato abbandonato durante la Grande Depressione. Mentre gli alloggi sono stati restaurati con tubature moderne, non ci sono abbastanza docce per tutti. Perciò tutti condivideranno un bagno comune diviso tra maschi e femmine.”

Una ragazza carina con i capelli scuri alzò la mano per fare una domanda e io le feci cenno di andare avanti.

“Io ho fatto domanda per danza e anche per arti performative. Sai dirmi a che sezione sono stata assegnata?”

“Qual è il tuo nome?”

“Sophia Stanton.”

Presi la mia cartellina, e guardai tra le carte alla ricerca del suo curriculum.

“Sophia. Hai una laurea in teatro alla Juilliard, hai insegnato ballo alla Steps a Broadway, e stai cercando di accumulare più esperienza con la coreografia. Giusto?” Quando lei annuì, le sorrisi. “Hai un curriculum impressionante. Sei stata assegnata al Demi-pointe, una dei nostri alloggi per la danza. Benvenuta a bordo!”

“Grazie!” disse raggiante.

Proseguii parlando degli altri edifici del campeggio, come il Flourish. Era l’unico negozio del campeggio dove gli studenti potevano comprare cose come materiale artistico, corde per gli strumenti o scarpette per la danza. Il negozio vendeva anche altre cose essenziali come articoli da toeletta, acqua o snack vari. Quando dissi al gruppo che erano disponibili anche francobolli, buste e cartoline per coloro che volevano scrivere a casa durante l’estate fui interrotta.

“Francobolli? Chi usa più la posta? Non avete l’e-mail?” chiese Devon incredulo.

Quasi roteai gli occhi ma in qualche modo riuscii a trattenermi. Stavo cominciando a pensare che Fitz avesse tutto il cervello dei due. Ebbi il pensiero di soprannominarli Batman e Robin. Mentre Fitz sembrava calmo, controllato e tranquillo, Devon sembrava avere degli impulsi più pazzi. Era come un bambino che non aveva ancora imparato le buone maniere.

“Non abbiamo internet qui e non ci sono computer a disposizione degli studenti o dello staff,” gli dissi. Lui si pizzicò il volto come se fosse sbalordito dall’idea. Non avrei spiegato i costi astronomici dei computer a qualcuno che chiaramente non capiva il valore di un dollaro. Dissi invece, “Questo è un campeggio per artisti. Agli studenti qui non interessa star dietro ai loro account su America Online. Molti non ne hanno neppure uno. Inoltre, c’è qualcosa da dire sulle lettere scritte a mano. Penna e inchiostro aggiungono un tratto distintivo che non può essere raggiunto con una tastiera.”

Devon alzò le spalle e si appoggiò alla parete.

“Credo di essere solo abituato a Georgetown. Quando siamo qui sembra di essere come in –”

“Amico! Questo posto ti sembra Georgetown? Smettila di fare lo stupido e lascia parlare la signorina,” disse bruscamente Fitz a Devon, poi si girò verso di me. “Mi scuso per il mio amico. Per favore continua.”

Una sensazione di curiosità e di paura corse lungo la mia spina dorsale. Per quanto avessi ammirato Fitz per aver messo a posto il suo amico, mi ritrovai a guardarlo con cautela. Non mi fidavo ancora di lui, Avevo la sensazione che stesse solo provando a entrare nelle mie grazie. Osservai con attenzione quel ragazzo terribilmente bello, solo per provare una terza ondata di farfalle nello stomaco quando si passò una mano sulla nuca tra i suoi capelli tagliati corti. I suoi occhi incrociarono i miei–meravigliose pozze grigie coperte da spesse sopracciglia scure. C’era della malizia in quel grigio, e potei solo immaginare i pensieri che gli passavano per la mente. Cose spinte–di quello ne ero sicura.

Quando l’angolo della sua bocca si alzò in un sorriso, fu veramente difficile sopprimere il sospiro che voleva fuggire dalle mie labbra. Le mie pulsazioni aumentarono di nuovo, e dovetti combattere il rossore che minacciava di inondare le mie guance.

Gesù riprendi il controllo. Ho decisamente perso la strada.

“Grazie, Fitz,” ringraziai, cercando disperatamente di mantenere il contegno. “Ora, a che punto ero?”

Proseguii, dando a ogni responsabile le istruzioni per la sera e dissi loro dove fare rapporto con i loro studenti il mattino successivo. Dopo aver risposto ad alcune domande, i responsabili cominciarono a uno a uno ad andarsene e a dirigersi verso I loro alloggi assegnati. Una volta che se andarono tutti, rimasi da sola con Batman e Robin.

Questo dovrebbe essere divertente.

Feci loro un sorriso esageratamente dolce e feci cenno con un dito ai due piantagrane di seguirmi. Fitz–per quanto arrogante sembrasse–in realtà sembrava nervoso per quello che gli aspettava. Camminai davanti a loro, fuori dalla fresca aria condizionata della Creator Hall, nella umida aria esterna. Non mi guardai indietro per vedere se mi stessero seguendo ma li potevo sentire sussurrare dietro di me. Non ero in grado di sentire quello che stavano dicendo. Sentii solo occasionalmente Fitz sibilare al suo amico di chiudere la bocca.

Mi fermai quando arrivammo al fienile che stava a circa duecento metri dalla sala principale. Aprii le ampie porte rosse del fienile e feci cenno di entrare. Come previsto, mio padre era dentro, circondato dalla sua collezione di attrezzi, scope e ramazze. Sembrava stesse cercare di sistemare una grossa ruota metallica. Le sue mani erano luride, e notai una macchia nera di grasso sulla sua guancia sinistra.

“Ehi, papà,” lo chiamai allegramente mentre mi dirigevo verso di lui. Lui sorrise quando mi vide, evidenziando ancora di più le sue rughe sul suo volto abbronzato.

“Cadence! Come stai, ragazza? Sopravvissuta al primo giorno?”

“Chiedimelo domani. Non è ancora finito,” scherzai.

“Dillo a me. É solo il primo giorno e già ho una carrucola di una delle tende del palcoscenico che si è rotta. Tua mamma era pronta per essere già legata.”

“Sono sicura che poi mi racconterà tutto,” dissi ridendo. “L’altra sera a cena ti ho sentito dire che eri un po’ a corto di personale quest’estate. Sono venuta a offrirti un po’ di aiuto. Vorrei che tu incontrassi Fitzgerald Quinn e Devon Wilkshire. Ho pensato che i lavori di manutenzione sarebbero una scelta perfetta per loro. Sono sicura che avrai parecchio lavoro per tenerli occupati.”

E di questo ne ero certa. Mio padre era fantastico e io lo amavo profondamente ma era un tipo che non perdeva tempo. Dopo tutto era il capo carpentiere di tutti gli edifici del campeggio. Era il suo sudore che rendeva fattibili le visioni di mia madre. C’erano ben pochi dubbi che avrebbe fatto in modo che quei ragazzi avrebbero finito l’estate con ben più di qualche callo sulle mani. Se fossi il tipo di ragazza che scommetteva avrei scommesso che anche Fitz e Devon lo sapevano. Potevo sentire le loro occhiatacce senza aver bisogno di guardarli.

“Sono sicuro che avrò ben più di un po’ di lavoro per tenere occupati questi ragazzi!” disse ridendo mio padre. Girandosi verso Fitz e Devon, si pulì con uno straccio il grasso dalle mani prima di allungarle per stringere le loro. “Piacere di conoscervi. Sono Jameson Riley, ma tutti qui mi chiamano signor Jimmy. In che alloggio staranno i ragazzi?”

Devon e Fitz si girarono verso di me con aria interrogativa.

“Oh, non ve l’ho detto?” chiesi con finta innocenza. “Siamo al completo quest’anno, perciò starete qui, nel solaio del fienile.”

Sorrisi e girai I tacchi, lasciando entrambi fissarmi sbalorditi mentre me ne andavo.

Inviolata

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