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CAPITOLO SECONDO

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Dieci anni dopo…

Giacinta fissò la morbida seta rosa del suo abito e si accigliò. Non era certa che le piacesse la tonalità, ma non c'erano molti colori tra cui scegliere, per le donne non sposate. Il rosa era una delle scelte più accettabili. Ma avrebbe preferito il rosso. Un abito color ciliegio scuro, intrigante e audace ... Un giorno ne avrebbe avuto uno, ne era sicura. Giacinta sospirò e si alzò in piedi. Attraversò la camera da letto, aprì la porta e trovò sua cugina, Scarlett, che stava praticamente volando per il corridoio. “Hey!” Scarlett si fermò davanti a Giacinta e le diede una pacca sul braccio. "Avete sentito?"

Talvolta Scarlett era di buon umore. In un’altra, un diavolo in una buona giornata, qualcosa di più provocatorio in altre ancora... Aveva i capelli rossi di sua madre, anche se più scuri di due toni, e il carattere di suo padre. Lady Scarlett Lynwood aveva il coraggio di osare. Leggeva qualsiasi cosa, aveva idee strane e non aveva alcun problema a dire a quella massa di stupidi nobili cosa pensava realmente di loro. Giacinta ne incolpava la zia Gabriella, la madre di Scarlett. A volte Scarlett metteva davvero tutti in imbarazzo, ma erano una famiglia e Giacinta non abbandonava mai le persone che amava.

"Cosa avrei dovuto sentire?" Scarlett non indossava mai il bianco e nemmeno una sfumatura delicata di rosa. Ma aveva solo sei mesi più di lei: come diamine era riuscita ad ottenere il permesso di vestirsi di verde scuro?

"Non è eccitante?" Sarebbe stato meglio parlare in privato. La propensione di Scarlett per i discorsi strani e l’esoterismo potevano essere equivocati da qualcuno. Sarebbero dovute scendere di sotto o addirittura tornare nella camera da letto di Giacinta, ma a volte era troppo difficile frenare l’impetuosità di Scarlett. "Sta arrivando un principe!” gridò.

Questo era davvero interessante! Giacinta aguzzò le orecchie. Un vero principe stava arrivando in Inghilterra? Rivolse la sua completa attenzione a Scarlett. "Siete sicura?"

Doveva scoprire tutti i dettagli del caso. Se in qualche modo fosse riuscita a farsi notare da questo principe, e se magari fosse nata una storia tra loro, poteva anche diventare principessa. Oh, aveva sempre sognato di diventarlo! Beh, in realtà, aveva sempre sperato di diventare duchessa. Ma per lei niente era mai abbastanza. Non da quando Lady Elizabeth Kendall aveva sposato il duca di Whitewood ed era diventata lei stessa una duchessa. Giacinta sperava di arrivare ad un titolo più alto di quella smorfiosa. Lady Elizabeth si dava sempre tante arie, e lei la detestava! Non la sopportava per nulla, e sarebbe stata una rivincita per Giacinta potersi fregiare di un titolo più alto del suo, in società.

Scarlett annuì vigorosamente. “Mentre ero in libreria ho sentito una conversazione tra il Conte di Carrick e il Marchese di Chisenhall. Il principe è arrivato pochi giorni fa e stasera farà la sua prima apparizione al ballo di Silverly ".

"Interessante…” esclamò Giacinta con un tono strano, a metà tra lo snob e il leggero, come solo lei riusciva a fare. Era troppo sperare che il Conte di Carrick non facesse parte dell'entourage del principe? Odiava quell'uomo ... Quella era l'unica notizia davvero eccitante che Scarlett le avesse mai dato. Fissò il suo abito rosa, ancora più frustrata di prima. Come poteva splendere per un principe, con un colore così noioso? Ma doveva farcela. Giacinta non sapeva esattamente come comportarsi, ma in ogni caso avrebbe provato a conquistarlo.

"Parteciperete al ballo stasera, allora?"

"Potete giurarci!- esclamò Scarlett - Non capita tutti i giorni di vedere da vicino un principe! Credete che sarà bello? "

"Non saprei." disse Giacinta, sebbene sperasse che fosse molto più bello del Duca di Whitewood. Sarebbe stata un'ulteriore rivincita su quella fastidiosissima Lady Elizabeth. Arricciò il naso. “Non è detto che sarà bello, solo perché è principe! Sapete qualcos’altro, su di lui?"

Scarlett scosse la testa. “Non molto ... Il suo nome è Adrian Ene, il principe ereditario di Vasinova. Dopo queste poche parole, Il conte e il marchese sono usciti dalla libreria e non mi è stato possibile ascoltare più nulla.”

"Suppongo che dovremo aspettare e dargli un’occhiatina al ballo. È già arrivata la carrozza? " Giacinta uscì con decisione in corridoio e si avviò verso le scale. Scarlett la seguì. "Dovrebbe essere il momento di partire, non credete?"

In fondo alla scala, le aspettava il padre di Scarlett, Killian, il conte di Thornbury. "Ah, eccovi qui! – esclamò l’uomo – Ero convinto che sarei dovuto salire a cercarvi!”

Scarlett ridacchiò. “Padre, vii preoccupate troppo. Non siamo in ritardo, almeno credo. Non sapevo che stasera ci avreste fatto voi, da cavaliere!”

Lui sorrise. “La vostra cara zia Odessa è indisposta stasera e mi ha implorato di sostituirla. Spero che vada bene per voi due. "

"A patto che non mi farete fuggire tutti i pretendenti! – scherzò Scarlett - Non che ne abbia molti."

"Giuro che non gli darò la caccia! – rise l’uomo – Anche se nessun giovanotto è abbastanza buono per mia figlia." Si voltò verso Giacinta. "O per mia nipote."

"Grazie per avermi inserita nella lista, zio Killian – ridacchiò Giacinta - Sono contento che sarete voi il nostro cavaliere, stasera. Mia madre ha bisogno di più tempo per se stessa. "

"Allora è meglio affrettarsi – esclamò lo zio – Così non avrà il tempo di ripensarci! Volate fuori dalla porta e salite subito in carrozza, presto!” ridacchiò l’uomo, spingendo entrambe le ragazze fuori dall’atrio.

Il viaggio verso il meraviglioso ballo non fu lungo; tuttavia, la fila di carrozze in attesa di essere parcheggiate aveva rallentato la loro entrata di quasi un'ora. Di solito a Giacinta essere in ritardo non importava, anzi lo trovava più chic. Più persone c’erano nella sala da ballo quando lei faceva il suo ingresso, meglio era. Quella sera, però, fremeva dall’impazienza. Doveva vedere subito, quel fantomatico principe!

"Ci vuole troppo tempo!" piagnucolò Scarlett.

"Vi state pentendo di essere venuta al ballo?" Giacinta sollevò un sopracciglio. "Questo ritardo è più che normale. Lo sapete, vero? ” Anche lei fremeva, ma non voleva che la cugina se ne accorgesse: avrebbe potuto stimolare in lei delle pessime maniere…

"Non l’ ho dimenticato – si lagnò Scarlett – Ma ciò non significa che mi piaccia."

Alla fine raggiunsero l'ingresso. Un valletto aprì la portiera della carrozza e aiutò Giacinta e Scarlett a scendere. Lo zio Killian scese per ultimo. Entrarono e attesero che il cerimoniere li annunciasse. Quando entrarono nella sala da ballo, traboccava di gente! L'intera nobiltà aveva deciso di partecipare al ballo di Silverly! La notizia dell’arrivo del Principe, evidentemente, era arrivata alle orecchie di tutti. Per questo c’era tanta gente, quella sera.

"Avete intenzione di ballare, stasera? – ridacchiò Scarlett – O farete da tappezzeria, come al solito?”

"In realtà pensavo di poter passare un po’di tempo nella sala da gioco – ribatté Giacinta, senza scomporsi – C’è sempre gente interessante, là dentro, e potrei trovare qualcuno con cui valga la pena di passare del tempo."

"Non farete nulla del genere! – tuonò lo zio – Vi avverto che se questa è la vostra intenzione vi riporto tutti e due a casa subito!”

Giacinta trattenne un sorriso. Questo era il motivo per cui era felice che alla festa li avesse accompagnate lo zio, piuttosto che sua madre. Avrebbe fatto di tutto, per far trascorrere una piacevole serata alle sue due ragazze! Per una sera, si sarebbero sentite libere.

"Non preoccupatevi, zio Killian - sorrise Giacinta -Scarlett ed io non vi deluderemo.”

Scarlett la guardò e poi guardò suo padre. “Oh, siete davvero due persone impossibili!” esclamò. Se si fossero trovate da sole con lui, di sicuro avrebbe messo su il broncio. Ma perfino lei sapeva che ad un evento così importante un atteggiamento del genere non si confaceva, ad una signorina in attesa di marito.

“Bene. Ballerò. Ma solo con chi piacerà a me, e non a voi, caro padre. "

"L’importante è capirsi.” sibilò l’uomo.

Giacinto ridacchiò. "Vi lascio ai vostri soliti litigi. Mi farò portare dai domestici qualcosa da bere e mi metterò in attesa dei signori per firmare il loro carnet.”

Scivolò via prima che uno dei due potesse fermarla. Giacinta aveva uno scopo e nessuno le avrebbe impedito di agganciare il principe. Certo, non aveva idea di che aspetto avesse, ma dubitava che potesse passare inosservato. Giacinta, come tutte le ragazze della sua età, conosceva bene tutti i membri della nobiltà, quindi sarebbe stato facile individuarlo. Forse il suo piano era un po’ lacunoso…comunque era l’unico che le fosse venuto in mente.

Fece il giro dell’ intera sala da ballo, ma non vide il principe. La frustrazione cresceva dentro di lei. Forse non era ancora arrivato, o magari era uscito in giardino per respirare un po’ d’aria fresca. Ormai aveva perlustrato ogni angolo della sala, quindi non le restava che uscire fuori. Faceva un po’ freddo, per essere primavera, ma era sopportabile.

Sgattaiolò fuori dalla porta che dava sulla terrazza e alzò lo sguardo al cielo. Le stelle brillavano nella notte come diamanti sul velluto. Rimase incantata per un attimo da quella meravigliosa bellezza, poi si scosse. Non aveva tempo per la poesia o distrazioni simili. Giacinta camminò per tutta la terrazza che portava al giardino e poi scese la scaletta.

L'unica luce che guidava il suo cammino era quella della luna piena su in alto. Ma era abbastanza, o almeno lei lo sperava. Quasi inciampò nel vestito, mentre scendeva, e dovette afferrarsi alla ringhiera della balconata, per non cadere. Ma comunque mise un piede in fallo e cadde in avanti, finendo per terra.. Imprecò sottovoce.

Si era ferita le mani cadendo sulla ghiaietta sottostante. Se le strofinò, per cercare di alleviare il dolore. "La mia solita fortuna! – borbottò – Ma è quello che mi merito per la mia testardaggine di cercare un principe! Non so cosa mi abbia preso!”

"Chi è là?" esclamò la voce di un uomo.

Giacinta girò la testa in direzione della voce. L'ultima cosa che voleva era di essere scoperta in quella imbarazzante situazione! Si rimise velocemente in piedi e si affrettò a nascondersi dietro un cespuglio vicino. Il gentiluomo che aveva chiamato, o almeno così presumeva lei, si avvicinò e si guardò attorno. Ma sembrò concludere che non ci fosse nessuno in giro. Giacinta fece un respiro profondo e lo trattenne finché l’uomo non tornò sui suoi passi. Espirò lentamente, ma si sentì attanagliare dal panico quando si accorse che ora c’erano due uomini sul vialetto. Evidentemente un amico aveva raggiunto il gentiluomo.

"Devono essere le voci che vengono dal ballo.” disse uno dei due.

"Siete sicuro, Marius?" chiese l’altro. Entrambi parlavano con un accento che Giacinta non conosceva. Forse erano del seguito del principe di Vasinova? Magari, uno dei due era proprio il principe! Giacinta si sentì invadere dall’eccitazione. Sfortunatamente, non poteva piombargli addosso uscendo fuori…da un cespuglio. Sarebbe stato assolutamente imbarazzante! Cosa avrebbe pensato, il principe, di una donna che si divertiva tra le fratte nel bel mezzo di un ballo? Non l’avrebbe mai neppure considerata, come possibile moglie!

"Per quanto possibile, Vostra Altezza.” rispose Marius.

Era davvero il principe! Giacinta riusciva a malapena a nascondere la sua eccitazione. Se solo avesse potato dargli un’occhiatina… Beh, almeno poteva ascoltare ciò che dicevano: era già un bel punto a suo favore!

"Molto bene - disse il principe – Ma, per maggiore sicurezza, forse dovremmo continuare la nostra conversazione in un luogo più appartato."

"Avete ragione, Vostra Altezza - concordò Marius – Questo viaggio in Inghilterra è troppo importante per permetterci un qualsiasi errore... Dovremmo mescolarci un po’ di più a questi nobili. Ciò ci aiuterà a nascondere il nostro vero scopo.”

Scopo? Che intendevano, con quella parola? Giacinta non riusciva a capire quale potesse essere il loro reale intento, anche se in fondo poco le importava. Tutto ciò che voleva, in quel momento, era trovare il modo di farsi impalmare principessa.

Gli uomini si allontanarono e tornarono nella sala da ballo. Non appena fu assolutamente sicura di essere sola, Giacinta balzò fuori dai cespugli. Oddio, il suo vestito e i suoi capelli dovevano essere in uno stato orribile! Avrebbe dovuto trovare subito la stanza da bagno, per rimettersi un po’ a posto.

Si diresse di corsa verso le scale…e sbattè contro un possente petto maschile. Giacinta rimbalzò all'indietro, ma l’uomo l’afferrò prima che lei potesse cadere rovinosamente a terra.

"Lady Giacinta! - esclamò il gentiluomo, con un leggero disappunto nel suo tono di voce – Cosa state combinando?”

Giacinto gemette. Di nuovo lui tra i piedi! E’ vero che lui l’aveva afferrata al volo…ma se non le si fosse parato davanti lei non sarebbe neanche inciampata!

Oddio, quanto detestava quell’antipatico Rhys Rossington, conte di Carrick! Lui era la rovina della sua vita ...

Spiando La Mia Canaglia

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