Читать книгу Piangendo Sulla Luce Versata - George Saoulidis - Страница 7
ОглавлениеCapitolo i^2
“Non sei così vecchio. Abbiamo la stessa età. Stai dicendo che anche io sono vecchia?” domandò Thalia con un’espressione che sembrava avvisarlo di fare attenzione a ciò che avrebbe detto.
Yanni aprì le braccia con fare di scuse e rispose, “No, certo che no. Sto parlando di età accademica. Di idee. Non mi sento più così sveglio”.
Thalia rifletté seriamente sulla situazione, cullando la bambina che stava dormendo; era l’immagine della dolcezza. “Yanni, fai ciò che riesci. Forse dovresti passare il testimone a qualcuno a cui insegnerai come raggiungere il traguardo. È una cosa tanto brutta?”
“Ugh. È la mia idea, tesoro. Ci ho lavorato per così tanti anni, non sopporterei vederla nelle mani di qualcun altro” disse Yanni, parlando più con sé stesso che con la moglie.
Thalia si portò di fronte a lui, come ad ordinare al marito di prestarle attenzione e disse, “Yanni. Se consoliderai gran parte delle tue prove, non avranno altra scelta che dartene credito. Pensa alla tua famiglia, fa’ un buon lavoro, passa il testimone e lascia che qualcun altro finisca la gara”. Gli porse la bambina in modo da poter svolgere le faccende domestiche.
Yanni prese la bimba fra le braccia prima di posarla nella culla. Poi accese il carillon, e la piccola rise di lui, i suoi occhi non si concentrarono mai veramente su qualcosa, ma guardavano tutto ciò che la circondava.
L’uomo trascorse la giornata lavorando nel suo laboratorio domestico. Almeno questa volta si ricordò di accendere il laser.
Lo guardò. La sorgente luminosa lo guardò di rimando, senza sfarfallare.
Indossò gli occhiali protettivi ed aumentò l’intensità. “Ho solo bisogno di un momento in cui esclamare Eureka. Un po’ di fortuna” pensò. Ovviamente sapeva che il momento in cui qualcuno esclamava Eureka era un mito. La vera scienza era lenta e continua, o non così ininterrotta, ma piena di vicoli ciechi.
Non gli avrebbe però fatto male tentare la sorte.
Procedette quindi inserendo valori casuali alle variabili con le quali stava lavorando, testando il laser con ogni modifica. La specificità delle sue prove dipendeva dalle equazioni di Maxwell, le quali, nella loro semplicità, avevano infinite permutazioni. Aveva maggiori possibilità di uscire con Kate Upton piuttosto che inserire la variabile che avrebbe validato la sua dimostrazione.
Scrivi. Invio. Nessun cambiamento.
Scrivi qualcos’altro. Invio. Come sopra.
Poi tentò il loro anniversario, non aveva senso non essere superstiziosi a quel punto.
Nada.
Il compleanno di Georgie?
Poi squillò il telefono. Fortunatamente.
Il messaggio di Nikos recitava: “Una persona che non ha dato il proprio contributo alla scienza prima dei trent’anni non ne sarà mai in grado. Albert Einstein”.
Yanni fece per rispondere qualcosa tipo, “Wow, grazie per aver rigirato il coltello nella piaga”, ma subito udì il suono di un clacson in strada, ed ovviamente si trattava di Nikos.
S’affrettò fuori, bramando un cambio di scenario, e chiuse la porta sul commento “non bere” di Thalia. Si sentì in colpa, quindi riaprì l’uscio, mise dentro la testa e disse, “Ok tesoro, non berrò. Promesso”.
Nikos lo stava aspettando nella sua decappottabile, accomodato al posto di guida come se si trovasse su un divano. Stava sorridendo a delle ragazze che stavano attraversando la strada, le quali gli sorridevano di rimando.
“Hai fatto quello che fai con le ragazze, scrivere il messaggio e suonare il clacson qualche secondo più tardi mentre stavo rispondendo. Non farlo più con me” disse Yanni con amarezza, senza salire in auto.
“Ehi, l’hai inventato tu. Io l’ho solamente perfezionato!” ribatté Nikos, ed entrambi scoppiarono a ridere.
“Già, sembra che ultimamente funzioni solamente così” disse Yanni con un’espressione triste e preoccupata in volto.