Читать книгу Ndura. Figlio Della Giungla - Javier Salazar Calle - Страница 10

COME LA DISPERAZIONE MI PORTA A FARE COSE SPIACEVOLI

Un sole raggiante spuntò dalle nuvole accarezzando il mio viso scarno. Guardai l'orologio, erano quasi le otto del mattino. Feci un rapido calcolo, aveva piovuto quasi venti ore di fila. Bevvi un buon sorso d’acqua e mangiai i due frutti rimasti. Non mi sentivo affatto bene. Mi sentivo debole, tremante, con le forze ridotte, quasi svenuto. Potevo sentire come il solito suono di sottofondo di grida, ronzii e simili si impossessasse di nuovo della giungla, questa volta accompagnato dal rumore dell'acqua che scorreva sul terreno, cadendo attraverso le foglie degli alberi in migliaia di cascate e, soprattutto, l'incredibile ruggito che veniva dal fiume alle mie spalle. La solita umidità era aumentata con la pioggia fino a divenire soffocante.

Il fuoco del tronco si era spento quasi completamente e sul ceppo rimanevano solo alcune braci rossastre. Cercai un po' di legna, la scheggiai il più possibile e la gettai sulla brace cercando di ravvivare il fuoco. Usai anche l'accendino per accendere alcuni rami. Avevo bisogno di qualunque calore possibile. A poco a poco, per infiniti minuti, combattei contro il tempo fino a quando finalmente spuntò una piccola fiamma, un alone di speranza. Camminai intorno all'area accumulando piccoli rami e tutto ciò che mi sembrava potesse bruciare facilmente, anche se quelli che trovavo erano bagnati. Continuavo a tremare. Ammucchiai tutto vicino al tronco in fiamme e mi tolsi i vestiti fradici, rimanendo completamente nudo. Poi, con i rami li allungai assieme allo zaino, come potei, vicino al fuoco per asciugarli, misi le scarpe a distanza di sicurezza e mi avvicinai fino a quasi bruciarmi. Il gracchiare delle rane mi circondava. Eccomi lì, in piedi sul terreno bagnato di foglie cadute, nudo, strofinando tutto il mio corpo senza fermarmi, tranne che per lanciare qualche altro ramo sul falò, tremando. Stavo malissimo e il dolore raggiungeva ogni angolo del mio corpo. Il ginocchio, in particolare, mi faceva male in un modo che non pensavo fosse possibile.