Читать книгу Cyberpsicologia - Juan Moisés De La Serna, Dr. Juan Moisés De La Serna, Paul Valent - Страница 9

CAPITOLO 2. I RISCHI DI INTERNET

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Una delle maggiori preoccupazioni dei genitori riguarda la corretta gestione delle nuove tecnologie da parte dei minori. Tutti sanno che la tecnologia offre grandi benefici, specialmente sul posto di lavoro, e anche in casa, quindi le case possono avere una lavatrice, un forno a microonde, una stufa elettrica … tutti progressi importanti che “liberano” un tempo che in passato potevano occupare gran parte della giornata.

D’altra parte, in casa ci sono altri dispositivi orientati quasi esclusivamente al tempo libero, ad esempio la televisione, la radio o il computer. A parte l’uso educativo e d’apprendimento di tali dispositivi, ad esempio, seguire un corso di lingua attraverso un CD, guardare documentari televisivi o preparare attività con il computer, a parte questo, i genitori hanno sempre avuto dei dubbi sulle conseguenze nei minori dell’abuso di questi dispositivi orientati al tempo libero.

Anche se già i pediatri, gli psicologi infantili e gli educatori lo avevano affermato, l’hanno confermato anche alcune ricerche al riguardo, in relazione alla Public Health England, non lascia alcun dubbio riguardo l’influenza deleteria della televisione sulla salute dei bambini.

La relazione contiene uno studio che ha coinvolto quarantaduemila bambini britannici, di età compresa tra 8 a 15 anni, analizzando gli effetti nocivi del consumo eccessivo di ore davanti alla televisione, i cui risultati non lasciano spazio ad alcun dubbio, segnalando che quelli che passano più tempo sono quelli che hanno una carenza importante nei risultati accademici ottenuti da questi, anche se si va oltre, e si attribuisce una relazione diretta dell’abuso di ore davanti alla televisione con una bassa autostima e la sofferenza della malattie d’umore come la depressione e l’ansia.

Nonostante i benefici attribuibili alle informazioni fornite e all’intrattenimento, quando il tempo speso in televisione supera quattro ore al giorno può causare anche una riduzione di altre attività, sia attività accademiche che attività per il tempo libero, facilitando in tal modo l’isolamento del loro social media.

Se è vero che non si stabilisce una relazione di causa-effetto, lasciando aperte nuove ricerche, scoprendo come questa influenza sia, essendo tra le possibili spiegazioni, che più tempo impiegano a guardare la TV, meno tempo hanno per l’interazione sociale con i loro coetanei.

Poiché il tempo è limitato, sia per i bambini che per gli adulti, quando trascorriamo buona parte della giornata a guardare programmi televisivi, trascuriamo necessariamente altre attività che potremmo sviluppare.

Nella fase dell’infanzia, le relazioni sociali sono importanti, poiché servono a configurare le persone, mentre sviluppano le capacità comunicative, e l’identità si forma attraverso il confronto con gli altri e l’appartenenza a gruppi uguali.

Coltivare l’amicizia è un’attività fondamentale in questa fase della vita, che richiede molto tempo, e che si riduce nel momento in cui si dedica tempo alla televisione, anche per i programmi educativi.

L’isolamento e la mancanza di instaurazione di rapporti di amicizia e compagnia, con tutte le esperienze che questo comporta, sia positive che negative, potrebbe verificarsi dopo, perché questi piccoli hanno dei livelli più bassi di autostima, dal momento che non sviluppano abilità sociali e interazioni che gli altri, alla loro età, già gestiscono perfettamente.

Forse l’aspetto più preoccupante di questo rapporto è che si è osservata una relazione tra il tempo trascorso davanti la televisione e alcune patologie psicologiche. Sebbene sia vero che in precedenza determinati comportamenti, come lo stile di vita sedentario e una dieta povera erano stati collegati a problemi di salute come l’obesità e, in alcuni casi, l’insorgenza del diabete precoce. Rapporto che, in linea di principio, può colpire chiunque indipendentemente dall’età, ma che è particolarmente preoccupante quando si verifica nei minori.

I Disturbi Depressivi Maggiori (in inglese Major Depressive Disorder – MDD) sono le conseguenze più gravi sulla salute psicologica del bambino riportate in questo studio, poiché trascorrono troppo tempo isolati davanti allo schermo del televisore o del computer.

Con quello che verrà configurato un quadro clinico delle conseguenze, sia fisiche che psicologiche del bambino che si trascineranno durante la vita adulta, se non diamo a lui o ai suoi genitori i mezzi necessari per superare questa situazione.

Una volta conosciute le conclusioni della relazione presentata dal Public Health England, si può solo riflettere sul ruolo dei genitori o dei tutori, quando si lascia il piccolo solo davanti la tv, sapendo che è da quattro ore che la guarda, il piccolo avrà maggiore probabilità di soffrire di bassa autostima, e nel tempo sarà più esposto a soffrire di depressione e di disturbi d’ansia, quadri clinici che in futuro richiederanno un trattamento adeguato da parte dello specialista.

La cyberdipendenza:

I pericoli per la salute di questi giovani consumatori non rimangono lì, e anche se la tecnologia è uno strumento, e in quanto tale dipende dall’uso o dall’abuso che ne facciamo, ciò potrebbe avere una maggiore influenza sulla vita e sulle relazioni.

Attualmente, è difficile trovare uno studente che non usi abitualmente Internet per lavoro o per svago, pertanto potrebbe avere una dipendenza da Internet.

Ogni volta l’invasione delle nuove tecnologie si ha in giovane età, praticamente dai primi anni di vita, i bambini ora hanno i tablet e, con qualche anno in più, hanno il loro Smartphone, con accesso a Internet.

Oggi, si incoraggia l’uso delle nuove tecnologie anche nelle scuole, attraverso i tablet che sostituiscono i libri, oltre all’insegnante che utilizza la sua scheda elettronica, tutto collegato a Internet, dove si preparano materiali di consultazione specifici per le lezioni.

Ma quando si inizia ad usare Internet, non ci sono limitazioni nel suo utilizzo, specialmente quando si entra nei giochi o nei social network, un’attività che richiede sempre più tempo, fino a quando senza sapere come, si sviluppa una dipendenza.

Uno dei rischi più importanti in questo settore è quello della dipendenza dalla tecnologia, dal momento che dobbiamo tener conto del fatto che qualsiasi sostanza o attività umana può creare dipendenza a condizione che siano soddisfatte le seguenti condizioni:

- Perdita di controllo della volontà.

- Uso eccessivo di quest’attività, allontanandola dalle altre, che si tratti di rapporti lavorativi o sociali.

- Un certo livello di isolamento, a meno che non siano “dipendenze sociali”.

- Con conseguenze negative, sia economiche, che emotive e familiari, a causa di questa dipendenza.

- Con “inclusioni” di pensieri, rendendo difficile non pensarci, e di conseguenza, un aumento di ansia e irrequietezza quando si trascorre un tempo senza accedere a tale dipendenza.

- Con conseguenze negative sul rendimento scolastico.

- In alcuni casi comporta anche qualche negligenza personale, che può essere dimostrata con disillusione e mancanza di igiene.

Tutto ciò è spiegato dagli stessi meccanismi neuronali che ci permettono di tendere a ripetere i comportamenti, date le sue conseguenze piacevoli e positive che facilitano l’apprendimento.

Lo stesso succede con l’uso di nuove tecnologie che, se smettono di essere utili per il lavoro o la vita di tutti i giorni e diventano “necessarie” o “essenziali”, possono dare origine a una dipendenza tecnologica, sia all’utilizzo “eccessivo” di nuovi terminali, telefoni intelligenti, smartphone o tablet, nonché all’uso intensivo e “incontrollato” dei servizi di messaggistica istantanea, come Messenger, Whatsapp, Twitter o Tuenti.

Ciò ha portato alla comparsa di nuovi fenomeni che prima non esistevano, quindi è stato necessario creare nuovi termini per contemplarlo, come ad esempio il F.O.M.O. (Fear Of Missing Out), o la paura di perdere le ultime novità, cioè la necessità di essere a conoscenza dei social network in ogni momento in modo da non perdere l’ultimo dispositivo mobile che è uscito o l’ultimo video del tuo cantante preferito, identificato da l’Università di Essex (Inghilterra), insieme all’Università della California e all’Università di Rochester (USA), pubblicata sulla rivista scientifica Computer in Human Behavior.

D’altra parte, l’Università Villanova (USA) ha descritto per la prima volta un nuovo fenomeno chiamato “Sleep Texting”, che fa riferimento al fenomeno di non avere un sonno regolare, quando ci sono continue interruzioni per leggere i messaggi ricevuti e inviare nuovi messaggi. Questo fenomeno spiega una diminuzione della quantità e della qualità del sonno tra i giovani, che sono i principali utenti che ne soffrono.

In questo senso è stato fatto da uno studio dell’Università di Washington e dall’Università Lee (USA) i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Psychology of Popular Media Culture.

In esso, l’influenza dell’uso di M.S.N. (acronimo in inglese che indica i messaggi di testo) nella salute degli studenti universitari. A questo studio hanno partecipato ottantatre studenti, in cui la qualità della salute è stata analizzata attraverso il Pittsburgh Sleep Quality Index, che fornisce informazioni su tre indici: la stanchezza, i problemi del sonno e le relazioni sociali.

Si voleva studiare l’effetto in questi tre indici in base al numero di messaggi ricevuti e inviati durante il giorno, rilevando che i tre indici erano influenzati negativamente in quanto il numero di messaggi che si doveva “gestire” aumentava, ma dove si sono scoperti effetti più grandi rispetto ai problemi del sonno, dove pochi livelli “moderati” di messaggi cominciavano già a causare alti livelli di ansia e quindi difficoltà ad addormentarsi.

La minore quantità e qualità del sonno porterà conseguenze nella “vita diurna”, con una minore capacità di conservazione e attenzione tra gli studenti, e se questa situazione viene mantenuta nel tempo, può influire anche sulla salute.

Da qui l’importanza di “educare” i più giovani all’uso di questi dispositivi elettronici, poiché, come indicato, questi possono generare problemi di prestazioni e concentrazione, oltre a influire sui rapporti sociali e, più seriamente, può influire sulla loro salute, a causa del mantenimento di elevati livelli di stress e della mancanza di sonno di qualità.

Tutto ciò presupponendo che la persona sia “padrona della sua volontà”, cioè, non è ancora caduta in una dipendenza tecnologica, che causerebbe effetti negativi ancora maggiori. Il problema principale nel rilevamento di questo tipo di situazione è che i genitori non sanno quanto sia “normale” o che sia andato oltre il giusto e sia diventato pazzo.

Allo stesso modo, la persona che soffre, nonostante abbia compreso le difficoltà e le conseguenze dannose che ne derivano, non è in grado di riconoscere di avere un problema e richiede l’aiuto di altri per superarla, anche se potrebbe richiedere uno specialista per superare la sua dipendenza.

Come si può vedere nel risultato precedente, la tecnologia può causare gravi difficoltà quotidiane alla persona, al punto da mettere a repentaglio la propria salute, come nel caso di danneggiare la qualità e la quantità del sonno al fine di dover rispondere ai m.s.n. che si ricevono.

Oggigiorno è difficile pensare che un giovane non conosca e non abbia un account, per esempio, su Facebook, Twitter o Tuenti, visto che sono nati nell’era dei social network, ritenendosi “nativi digitali”, cioè quelli nati dopo il decennio degli anni ottanta e che da piccoli avevano accesso alle nuove tecnologie.

Quelli che hanno qualche anno di più, quelli che sono nati prima degli anni ‘80, devono sforzarsi di rimanere informati e addestrati con i social network, e questi sono quelli che vengono chiamati “immigrati digitali”, cioè persone che sono nate senza queste possibilità e ora devono entrare in questo mondo, a volte confuso e a volte sconcertante, ma in ogni caso utile e necessario.

Come in precedenza, per alcuni lavori, era necessario avere una patente di guida e un livello di istruzione minimo, ora i candidati sono tenuti ad avere competenze sufficienti nell’uso del computer e dei social network. Come risultato di questi nuovi strumenti, sono emersi lavori impensabili alcuni anni fa, come quello di Community Manager, responsabile dei forum e delle comunità virtuali, o quelli più tecnici incaricati della promozione di siti web come i consulenti S.E.O. e S.E.M., che cercano di ottenere una maggiore visibilità nei social network e su Internet di una marca o azienda specifica.

I giovani hanno incorporato nelle loro vite gli strumenti offerti da questa nuova tecnologia, sia accademiche che ricreative, e ci sono molte università che insegnano una parte o tutto la loro didattica online, essendo in grado di connettersi da qualsiasi dispositivo fisso o mobile, come tablet, iPad o smartphone. Gli insegnanti hanno una duplice funzione, quella di organizzare e registrare le lezioni da insegnare e quella di tutoraggio virtuale, per risolvere i dubbi che possono essergli sorti.

Ciò ha permesso di aprire le porte delle università agli studenti di tutto il mondo, con l’unico requisito di avere le competenze linguistiche necessarie per seguire le lezioni, e questo se si ha un dispositivo con una connessione Internet.

A questo proposito, l’unica cosa che non è stata possibile risolvere è stata la realizzazione degli esami, che devono essere effettuati faccia a faccia, sia presso l’università stessa che presso un centro istituito nel paese dello studente. In tal modo, si verifica che lo studente che esegue l’esame, conosce adeguatamente l’oggetto dell’esame.

Nel mio caso particolare, dopo diversi anni di insegnamento faccia a faccia in diverse università, ho dovuto seguire un corso di formazione per continuare il mio lavoro di insegnamento, ma questa volta attraverso i social network, per i quali ho dovuto adattare gli strumenti tecnologici che in precedenza utilizzavo nuove richieste, compresa la familiarizzazione delle piattaforme di formazione come Moodle, o l’uso di programmi di videoconferenza per insegnare on-line, il che mi permetteva di dettare lezioni in Spagna, sia nella penisola che nelle isole, mentre erano seguiti dall’Ibero-America.

Tuttavia ci sono i rischi di Internet che si presentano quando il tempo libero dei giovani diventa quasi esclusivo nell’uso intensivo di questa tecnologia, perdendo il contatto sociale e, a volte, il contatto con la propria realtà. Sono stati fatti su di esso molti studi, a causa di questa nuova modalità, in cui vengono rilevati ogni giorno nuovi casi di cyberdipendenza, cioè, le persone che non sono in grado di disconnettersi dalla rete, facilitando l’isolamento sociale e l’abbandono dell’igiene mentale e personale, associata anche a un’alimentazione scorretta, tutti questi rischi di Internet causati da un’insufficiente educazione all’uso corretto della tecnologia.

È stato condotto un nuovo studio dall’Università Kaohsiung Medical e dall’ospedale Hsiao-Kang (Taiwan), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica J.A.M.A. Pediatrics, in cui vi è stato un follow-up di duemila duecentonovantatre giovani per 2 anni, valutato a 6, 12 e 24 mesi.

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