Читать книгу Nel Letto Dell'Alfa - Kate Rudolph - Страница 6
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Capitolo Uno
Luke Torres avrebbe dovuto sentirsi a proprio agio nel suo territorio, ma in quel momento gli alberi forti, nudi e pronti per la prima nevicata invernale non facevano che renderlo nervoso. In agguato in quei boschi c’erano degli estranei. Nemici della peggior specie. Quei vigliacchi non avevano cercato di colpire lui. Al suo posto, avevano preso di mira sua sorella.
E Luke non l’avrebbe tollerato.
Era scesa da tempo l’oscurità e la mezzanotte si stava avvicinando. Luke sentiva sottopelle gli artigli pronti a erompere e ad entrare in azione. Presto avrebbe conosciuto il volto del suo nemico e avrebbe strappato la spina dorsale a chiunque si fosse messo contro di lui o avesse tentato di fare del male a qualcuno della sua gente.
Maya Nunez e Sinclair camminavano al suo fianco, insieme ad una mezza dozzina di altri leoni mutaforma schierati nella loro forma animale. Di solito la foresta subito fuori da Eagle Creek, in Colorado, brulicava di vita a qualsiasi ora del giorno. Ma ora regnava il silenzio, e Luke udiva solo il respiro dei suoi compagni di branco. I predatori popolavano la notte e tutte le prede rimanevano nascoste.
La radura si aprì davanti a loro, piccola, forse sei metri di diametro. Meno di una settimana prima, Luke aveva ritrovato lì sua sorella dopo che era stata rapita da un nemico misterioso. Molte cose erano cambiate da allora. Eppure non sapevano ancora nemmeno lontanamente come guarirla. La strega non era riuscita a neutralizzare la maledizione che stava uccidendo Cassie e non avevano più tutto il necessario per riprovarci.
Il nemico non gli aveva detto di presentarsi da solo, così Luke non aveva fatto alcuno sforzo per nascondere i compagni, almeno non quelli che camminavano su due gambe. Anche se avrebbe potuto portare con sé un numero ancora maggiore di leoni, gli errori del passato gli avevano insegnato molto. Non avrebbe più lasciato senza difese la sua casa e sua sorella. Se non avesse commesso quell’errore la prima volta, la vita di Cassie non sarebbe stata in pericolo.
Le vite di tutti loro, in realtà, molto probabilmente.
L’aria davanti a Luke fremette momentaneamente e si fece più rarefatta, rivelando la presenza di un uomo alto che indossava un impermeabile nero, pantaloni scuri e stivali neri. Doveva aver scelto quell’abbigliamento per apparire minaccioso, ma così com’era sembrava solo ridicolo. Quello stregone era tutto pelle e ossa, l’impermeabile pendeva dalle sue spalle come se fosse appeso su una gruccia. Ma si percepiva molto potere a crepitare nell’aria e Luke sapeva che il pericolo rappresentato da quell’uomo non stava nella sua misera corporatura.
Non vedendo presentarsi altre streghe, Luke si preoccupò. Beh, più di quanto si fosse già preoccupato fino a quel momento. Quante altre ce n’erano, protette dalla magia che le nascondeva come un mantello? Anche i suoi leoni erano abili a nascondersi, ma sfruttavano la conformazione del terreno a loro vantaggio. Usare la magia equivaleva a barare.
Lo stregone diede un’occhiata a Luke, Maya e Sinclair e fece un sorrisetto. “Eri troppo spaventato per venire da solo, vero, grande Alfa?” Parlava come se da un momento all’altro dovesse mettersi ad arricciarsi i baffi o sparire dietro un mantello. Se la situazione non fosse stata così preoccupante, quel modo di fare sarebbe risultato comico.
Luke non aveva tempo per l’umorismo, e per quanto riguardava i suoi nemici, quello in particolare era quasi insultante. “Sembra che tu sia in vantaggio su di me, visto che mi conosci. Tu chi sei?” Non aveva interesse a fare giochetti, non con una posta in gioco così alta.
L’uomo si ricompose, raddrizzò la schiena guadagnando un paio di centimetri in altezza e parlò con un tono di voce più basso di mezza ottava. “C’è chi mi chiama...” iniziò chinando la testa e con un respiro sibilante, poi lanciò un’occhiata alla sua destra e trasalì. Fece un solo rapido cenno in quella direzione e si irrigidì. “Tim. Sono Tim.”
Maya si spostò vicino a lui e Luke fece affidamento sul fatto che fosse pronta ad affrontare la strega al fianco di Tim, anche se rimaneva nascosta. Nel frattempo lui non distolse l’attenzione dal loro nemico visibile. “L’affanno fa parte del tuo nome? O serviva a fare scena?” Era ormai chiaro che Tim fosse l’uomo di facciata in rappresentanza del vero potere.
Lo stregone si accigliò, scoprendo un po’ i denti. “Ti prendi gioco di me quando in realtà hai paura di muoverti da solo nel tuo stesso territorio?”
Luke non si mostrò arrabbiato, ma promise a se stesso che avrebbe avuto il piacere di strappare via le viscere di quell’uomo se solo avesse fatto una mossa sbagliata. “Conosco le mie forze.”
“Evidentemente sei più debole di quanto pensassi,” disse Tim con un sorrisetto, piegando leggermente la testa. Tese una mano, allargando lentamente le dita. Quando il palmo fu rivolto verso il cielo, mosse le dita in uno strano modo e apparve una fiamma scoppiettante. Lo stregone se la passò da una mano all’altra.
“Cosa vuoi?” Luke non si lasciò distrarre dal fuoco. Tim doveva averci sperato.
“Moltissime cose,” rispose, lanciando in alto la fiamma e riprendendola, per poi estinguerla chiudendo la mano a pugno. “Ma tu puoi offrirmene solo alcune.” Lanciò un’altra occhiata alla sua destra, solo per un secondo, prima di tornare a concentrarsi su Luke.
“Allora perché diavolo mi hai voluto qui?” sbottò Luke a denti stretti. Nell’ultimo mese era già stato attaccato sulla sua stessa terra una volta, e mai avrebbe voluto che succedesse di nuovo.
Tim non si offese per quel tono, o almeno non all’apparenza. “Ho bisogno di informazioni.”
“Un modo interessante di procedere, per ottenerle.” Dire a quell’uomo di andare a farsi fottere non avrebbe aiutato Luke in alcun modo; anzi, avrebbe solo peggiorato le cose. A una parte di lui non importava, ma la mise a tacere. Per lui in quel momento era inutile. “Quali informazioni?”
“Dov’è il Pozzo?”
“Così puoi avvelenare la mia acqua?” Che cosa poteva mai farsene uno stregone di un pozzo? E non potevano trovarlo da soli? Né Maya né Sinclair sembravano capire di cosa stesse parlando, anche se non davano a vedere nulla. Era stata la loro mancanza di reazioni a convincere Luke che nemmeno loro avessero idee in proposito.
Tim lo sbeffeggiò. “Sei davvero così disinformato?”
Così non si andava da nessuna parte, e lui aveva già rivelato di non aver capito di cosa si trattasse. Non c’era motivo di non andare fino in fondo. “Non so proprio di cosa tu stia parlando. Non posso darti informazioni che non ho.”
Tim esitò per un momento, occhieggiò verso destra, annuì leggermente e irrigidì le spalle, dandosi un contegno. “Vuoi che tua sorella muoia? Dacci le informazioni e revocheremo la maledizione. Continua a fingere di non sapere nulla e non sopravviverà alla settimana.”
Dalle mani di Luke eruppero gli artigli, pronti a squarciare la gola di quel bamboccio insolente. “Stai ammettendo di essere stato tu ad aver lanciato la maledizione su mia sorella?”
Tim fece spallucce. “Ora sono le tue azioni a decidere il suo destino.”
Luke si sforzò di trattenere i suoi istinti omicidi. Uccidere quello stregone non avrebbe risolto il suo problema. Avrebbe solo complicato le cose. “Sarebbe pericoloso andare lì adesso. Il fiume è straripato, devo organizzarmi.” Un fiume scorreva a sud del suo territorio e le abbondanti piogge, inusuali per la stagione, lo avevano gonfiato fino a rompere gli argini. Non c’era nessun pozzo in zona, ma Luke sperava che il bluff gli avrebbe fatto guadagnare tempo.
“Hai cinque giorni.” Tim schioccò le dita e scomparve, lasciando al suo posto uno scintillio nell’aria. Luke mandò i suoi leoni a perlustrare la zona, ma non c’era traccia delle streghe. Era come se non fossero mai state lì.