Читать книгу Sposa - Морган Райс, Morgan Rice - Страница 13
CAPITOLO CINQUE
ОглавлениеCaitlin e Caleb, seguiti da Scarlet e Ruth, camminavano a passo svelto sull'Isola di Skye, affiancati da Taylor, Tyler e da diversi altri membri del covo di Aiden. Caitlin fu felicissima di vederli tutti. Dopo le difficoltà iniziali del ritrovarsi in quel luogo e in quell'epoca, finalmente sentì un senso di pace e tranquillità, visto che sapeva che si trovavano esattamente dove erano destinati ad essere. Anche Taylor e Tyler, e tutta la gente di Aiden erano stati elettrizzati nel vedere tutti loro. Era così strano incontrarli in quel luogo ed in quell'epoca diversi, in quel clima fredda, su quell'isola desolata e arida, nel bel mezzo del nulla. Caitlin stava cominciando a vedere come le epoche ed i luoghi cambiassero, ma le persone erano senza tempo.
Taylor e Tyler li condussero in un veloce giro a piedi dell'isola, e oramai camminavano da ore. Caitlin chiese immediatamente se avessero notizie di Sam o Polly; alla loro risposta negativa, lei sentì la disperazione prendere campo nel suo animo. Sperò disperatamente che anche loro ce l'avessero fatta a tornare indietro nel tempo.
Mentre camminavano, Taylor disse loro dei rituali, delle usanze e dei nuovi metodi d'addestramento del covo; continuò a raccontare tutto ciò che Caitlin poteva voler sapere. Caitlin realizzò che Skye era fantastica, uno dei posti più belli in cui fosse mai stata. Sembrava antica, primordiale, con rocce che emergevano dal paesaggio, colline muschiose, laghi nascosti tra i monti, che riflettevano la luce mattutina, ed una splendida foschia che sembrava essere sospesa sopra ogni cosa.
“La foschia non ci lascia mai,” Tyler disse, sorridendo, leggendo la mente di Caitlin.
Caitlin arrossì, imbarazzata, come sempre, di fronte alla consapevolezza di quanto fosse semplice per gli altri leggerle i pensieri.
“Infatti, ecco da dove prende il nome: Skye significa ‘l'isola nebbiosa,’” Taylor disse. “Ha un effetto scenografico, non credi?”
Caitlin annuì, scrutando il paesaggio.
“Ed è utile contro i nemici in battaglia,” Tyler s'intromise. “Ecco perché nessuno osa avvicinarsi alle nostre coste.”
“Non li biasimo,” Caleb disse. “L'ingresso non è stato proprio agevole.”
Taylor e Tyler sorrisero.
“Solo i degni possono avvicinarsi. E' la nostra prova. Sono passati anni dall'ultima volta che qualcuno ha provato a venire qui —e molti più anni ancora, da quando qualcuno è riuscito a superare la prova e raggiungere le nostre coste.”
“Solo chi ne è degno può sopravvivere ed addestrarsi qui,” Taylor esclamò. “Ma l'addestramento è il migliore al mondo.”
“Skye è un luogo spietato,” Tyler aggiunse, “un luogo estremo. Il covo di Aiden è quanto di più vicino a questo luogo ci possa essere. Ci addestriamo insieme quasi tutto il giorno, e col clima più duro —freddo, nebbia, pioggia, sulle scogliere, sulle montagne, sui laghi ghiacciati, sulle coste rocciose—talvolta anche nell'oceano. Ci sono davvero pochi metodi d'addestramento che non conosciamo. E siamo più temprati alla battaglia, di quanto non siamo mai stati.”
“E non ci addestriamo da soli,” Tyler aggiunse. “Anche i guerrieri umani vivono qui, guidati dal loro Re, McCleod. Hanno un castello e la loro legione di guerrieri, e tutti viviamo e ci addestriamo insieme. E' molto insolito, vampiri ed umani che si addestrano insieme. Ma siamo molto vicini qui. Siamo tutti guerrieri, e tutti rispettiamo il codice dei guerrieri.”
“Ma ovviamente,” Tyler disse, “non varchiamo la soglia per quanto riguarda l'accoppiamento. Molti di loro vorrebbero le nostre abilità di vampiri, ma Aiden ha delle regole severe in merito al tramutare gli umani. Allora, sono rassegnati al fatto che non diventeranno mai come noi. Noi viviamo e ci addestriamo insieme in armonia. Noi affiniamo le loro abilità, facendoli andare oltre quanto qualsiasi umano potrebbe mai sognare. E loro ci offrono rifugio e protezione. Hanno un arsenale di armi con la punta d'argento, e se un covo rivale dovesse mai attaccare, sarebbero pronti a difenderci.”
“Un castello?” Scarlet chiese improvvisamente. “Un vero castello?”
Taylor guardò in basso ed esplose in un grande sorriso. Si avvicinò e prese la mano libera di Scarlet, mentre camminavano.
“Sì, tesoro. Ti ci stiamo portando adesso. Infatti,” lei disse, mentre passavano intorno ad una collina, e puntò il dito, “è proprio laggiù.”
Tutti si fermarono a guardare, e Caitlin rimase stupefatta dinnanzi a ciò che vide. Davanti a loro, c'era un paesaggio esteso composto da ondeggianti colline, monti, laghi e, a distanza, inerpicato su una piccola scogliera, c'era un antico castello, posto sulla riva di un grande lago.
“Il Castello di Dunvegan,” Taylor annunciò. “Dimora dei re scozzesi per secoli.”
“WOW!” Scarlet gridò. “Mammina, andiamo a vivere in un castello!”
Caitlin non poté fare a meno di sorridere, così come gli altri, visto che l'entusiasmo di Scarlet era contagioso.
“Può venire anche Ruth!?” Scarlet chiese. Caitlin guardò Taylor, che annuì. “Naturalmente, tesoro.”
Scarlet urlò per la gioia, abbracciando Ruth, ed il gruppo si precipitò lungo il pendio, verso il castello distante.
Appena Caitlin scrutò il castello, percepì che alcuni segreti si celavano dietro le sue mura, segreti che potevano aiutarla nella ricerca di suo padre. Ancora una volta, sentiva di trovarsi esattamente nel posto giusto.
“Aiden è qui?” Caitlin domandò a Tyler.
“E' ciò che ci chiediamo da un po',” Tyler rispose. “Non lo vedo da settimane. Talvolta sparisce per un po' di tempo. Sai com'è fatto.”
Caitlin infatti lo sapeva. Ripensò a tutte le volte, a tutti i luoghi in cui era stata con loro. Aveva disperatamente bisogno di parlare con lui ora, di saperne di più sul motivo per cui erano finiti in quel luogo e in quell'epoca, di sapere se Sam e Polly stessero bene, e di sapere qualcosa riguardo all'ultima chiave —e soprattutto, se suo padre era lì ora. Aveva così tante domande che non vedeva l'ora di porgli. Del tipo, che cosa è successo a Londra prima che fossero tutti rispediti indietro? Kyle era riuscito a sopravvivere?
Appena si avvicinarono al castello, Caitlin guardò in alto e ne ammirò l'architettura—si ergeva per quindici metri, e si estendeva su molti livelli, in forma rettangolare, con diverse torri quadrate e balaustre. Si ergeva maestoso e orgoglioso sulla cima di una scogliera, affacciandosi sul vasto lago e il cielo aperto, e a differenza degli altri castelli, era luminoso e arioso, con dozzine di finestre. Il suo approccio era impressionante, con un ampio viale pietroso che conduceva ad un cancello principale e un imponente accesso ad arco. Quello non era chiaramente un posto a cui ci si poteva facilmente avvicinare, e non appena Caitlin guardò verso l'alto, scorse delle guardie umane su tutte le torri, sorvegliarli come un falco.
Quando si avvicinarono all'entrata, si sentirono improvvisamente squillare delle trombe, seguite da un calpestio di zoccoli di cavalli.
Caitlin si voltò. Galoppando all'orizzonte, precipitandosi verso di loro, c'erano dozzine di guerrieri umani, che indossavano le armature. A guidarli, c'era un uomo dal portamento solenne, tutto coperto di pellicce, con una grande barba arancione, affiancato da assistenti, e con l'atteggiamento di un re. I tratti del suo viso erano delicati, e sembrava il tipo di uomo che sorrideva facilmente. Era accompagnato da un enorme entourage di guerrieri, e Caitlin si sarebbe agitata, se Taylor e Tyler non fossero stati così rilassati. Chiaramente, si trattava di amici.
Appena i soldati si fermarono davanti a loro, disponendosi in due file separate, Caitlin si fermò, scioccata.
Lì, al centro del gruppo, stavano smontando da cavallo le due persone che più amava al mondo. Non riuscì a crederci. Sbattè le palpebre diverse volte. Erano davvero loro.
Davanti a lei, sorridenti, c'erano Sam e Polly.
*
Caitlin e Sam si fecero avanti, dinnanzi ai due grandi gruppi di guerrieri, e s'incontrarono un un grosso abbraccio. Caitlin si sentì così sollevata a stringere suo fratello, abbracciarlo, vedere e sentire che era vivo, e che si trovava davvero lì. Poi, passò ad abbracciare Polly, subito seguita da Caleb, che si fece avanti a sua volta e diede un grande abbraccio a Sam e Polly.
“Polly!” Scarlet gridò, appena le su avvicinò, con Ruth che abbaiava al suo fianco. Polly s'inginocchiò e le diede un grande abbraccio, prendendola in braccio.
“Non pensavo che ti avrei rivisto!” Scarlet disse.
Polly sorrise. “Non ti libererai di me così facilmente!”
Ruth abbaiò, e Polly s'inginocchiò ad abbracciare anche lei, mentre Sam abbracciava Scarlet.
Caitlin si beò nel caldo abbraccio di tutta la sua famiglia e dei suoi cari, finalmente riuniti. Ripensò a Londra, a tutti loro malati e morenti, a quando non poteva neppure immaginare che una scena come quella si potesse realizzare. Si sentì così grata che tutto sembrasse essere tornato al proprio posto, e si meravigliò di quante vite avesse già vissuto. Questo le fece provare gratitudine nei confronti della propria immortalità. Non poteva immaginare che cosa avrebbe fatto con una sola vita.
“Che cosa vi è successo?” Caitlin chiese a Sam. “L'ultima volta che vi ho visto, mi avevate promesso che non avreste lasciato il capezzale di Caleb e Scarlet. E quando sono tornata, non c'eravate più.”
Caitlin era ancora arrabbiata per il loro tradimento.
Sam e Polly abbassarono lo sguardo, colmi di vergogna.
“Mi dispiace tanto,” Sam disse. “E' stata colpa mia. Polly è stata rapita, e sono andato a salvarla.”
“No, la colpa è mia,” Polly disse. “Sergei aveva detto che c'era una cura, e che dovevo seguirlo per ottenerla. Sono stata così stupida da credergli. Ho pensato che li avrei salvati. Ma non ho mantenuto la promessa che ti avevo fatto. Riuscirai mai a perdonarmi?”
“E me?” Sam chiese.
Caitlin guardò i loro volti e vi scorse un'assoluta sincerità. Una parte di lei era ancora delusa che fossero venuti meno alla parola data, lasciando Scarlet e Caleb così vulnerabili ad un attacco. Ma un'altra parte di lei, quella che si stava evolvendo, le stava dicendo di perdonarli completamente e lasciarsi tutto alle spalle.
Fece un respiro profondo, e si concentrò sul lasciarsi tutto alle spalle. Espirò e annuì.
“Sì, vi perdono entrambi,” lei disse.
I due sorrisero.
“Tu dovresti perdonarli,” Re McCleod disse improvvisamente, smontando da cavallo e dirigendosi verso di loro, “ma io non li perdono per aver imbarazzato i miei uomini in quel modo!” lui disse, esplodendo in una sonora risata. “Specialmente Polly. Voi due avete messo i miei migliori guerrieri in imbarazzo. Chiaramente, abbiamo molto da imparare da voi, così come abbiamo imparato da altri. Vampiri contro umani. Mai imparziale,” lui disse, scuotendo la testa, ridendo di nuovo di cuore.
McCleod si fece avanti e si avvicinò a Caitlin e Caleb. A Caitlin lui piacque immediatamente. Sorrideva facilmente, aveva una risata profonda e confortante, e sembrava mettere tutti quelli che lo circondavano a proprio agio.
“Benvenuti sulla nostra isola,” lui disse, avvicinandosi, prendendo la mano di Caitlin e baciandola mentre si inchinava. Poi, si spostò avvicinandosi a Caleb, e strinse con calore la sua mano tra le sue. “L'Isola di Skye. Non esiste un altro posto simile sulla terra. Dimora dei più grandi guerrieri. Questo castello appartiene alla mia famiglia da centinaia di anni. Resterete con noi. Aiden ne sarà entusiasta. Così come i miei uomini. Vi dò ufficialmente il benvenuto!” disse con un urlo, e tutti i suoi uomini esultarono.
Caitlin fu sopraffatta dalla sua ospitalità. Non sapeva affatto come rispondere.
“E' un grande piacere,” lei disse.
“E noi vi ringraziamo per la vostra cortesia,” Caleb disse.
“Sei un re?” Scarlet si fece avanti e domandò. “C'è una vera principessa qui?”
Il sovrano guardò in basso, ed esplose in una fragorosa risata, più forte e profonda di prima. “Ecco ora, io sono un re, effettivamente sì—ma temo che qui non ci sia alcuna principessa. Solo noi uomini. Ma forse tu potrai porvi rimedio, bellezza mia!” disse con una risata, e fece due passi avanti, sollevò Scarlet, e la fece girare. “E quale sarebbe il tuo nome?”
Scarlet arrossì, diventando improvvisamente timida.
“Scarlet,” lei disse, abbassando lo sguardo. “E lei è Ruth,” proseguì, indicando verso il basso.
Ruth abbaiò, come in segno di risposta, e McCleod mise la bambina giù, con una risata e accarezzò il pelo di Ruth.
“Sono certo che siate tutti affamati,” lui disse. “Al castello!” gridò. “E' ora di festeggiare!”
Tutti i suoi uomini gridarono, raggruppandosi, e dirigendosi verso l'entrata del castello. In quel momento, file di guardie scattarono sull'attenti.
Sam mise un braccio intorno alla spalla di Caitlin, e Caleb lo mise intorno alla spalla di Polly, e tutti camminarono insieme, diretti all'entrata del castello. Caitlin sapeva che non avrebbe dovuto, ma – nonostante tutto – si concesse di sperare ancora una volta di aver trovato una casa definitiva, un luogo nel mondo in cui tutti loro, finalmente, potessero vivere per sempre in pace.