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CAPITOLO UNO

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Sofia stava davanti all’Assemblea e cercava di non sentirsi sopraffatta dal suo splendore, o da tutto quello che sarebbe accaduto quel giorno. Attorno a lei c’erano i nobili, con i loro abiti eleganti che avevano tenuto impegnati per settimane i sarti e gli stilisti di Ashton, mentre i soldati portavano le loro migliori uniformi.

E non c’era solo la nobiltà, ovviamente. L’Assemblea dei Nobili era un’assemblea per tutti ora, con i componenti del popolo comune sulle loro panche, vestiti con ciò che erano riusciti a trovare per l’occasione.

“Mi sento vestita male,” disse Sofia a Kate che la teneva sottobraccio per sostenerla. Il suo semplice abito bianco sembrava quasi piatto confronto all’oro e ai gioielli, alle sete e ai broccati, e anche dopo gli aggiustamenti apportati dai sarti della città, faceva ancora fatica a contenere il gonfiore della sua gravidanza. Accanto a lei Sienne, il suo gatto della foresta, le si strofinava addosso facendo sommessamente le fusa.

“È il giorno del tuo matrimonio,” disse Kate. “Sei per definizione la donna più bella nella stanza.”

“Il giorno del nostro matrimonio,” sottolineò Kate, anche se chi stava guardando non avrebbe potuto dirlo dall’aspetto di sua sorella. Kate indossava un’uniforme militare, e Sofia dubitava che qualcuno avrebbe potuto osare suggerirle un abito da sposa.

“C’è solo la piccola questione della tua incoronazione da gestire, prima,” disse Kate con un sorriso.

Sofia fece un respiro attento, sentendo il bambino dentro di sé che si muoveva. Le venne da sorridere. Tutte quelle settimane, ed era ancora difficile credere che sarebbe presto diventata madre.

“Pronta?” chiese Kate.

Sofia annuì. “Sono pronta.”

Kate la condusse fuori, e le grida di esultazione della folla in attesa colpirono Sofia come un muro di suono. C’erano così tante persone. Sofia le poteva sentire e percepire la presenza dei loro pensieri attorno a sé. Poté sentire un messaggio mentale di gioia proveniente da coloro che avevano poteri come i suoi.

“Vorrei che Cora ed Emeline potessero essere qui,” disse Sofia.

“Torneranno non appena convinceranno i capi di Casapietra a smettere di nascondersi,” le assicurò Kate.

Sofia si era in parte aspettata che sarebbero rimasti tutti dopo la battaglia per il trono.

Pensavo che sarebbero rimasti, inviò Sofia a sua sorella.

Kate scrollò le spalle. Sono abituati a nascondersi, e la maggior parte di loro hanno le loro vite a Casapietra. Cora ed Emeline li riporteranno indietro. Ora vieni, la tua carrozza sta aspettando.

Era vero, e l’idea che avrebbe avanzato verso il proprio matrimonio in una carrozza dorata era più che sufficiente a farla ridere. Se qualcuno le avesse detto che una volta cresciuta quello sarebbe stato il suo matrimonio, non ci avrebbe creduto. Però la carrozza era necessaria. Sofia non era certa di essere in grado di andare fino alla piazza principale della città a piedi senza arrivarvi esausta, al momento, quindi lei e Kate salirono sulla carrozza e i quattro cavalli iniziarono a trainarla a trotto regolare, mentre tutti i membri dell’Assemblea seguivano in corteo, esultando in loro sostegno.

Se solo fossero capaci di essere così uniti quando dibattono, disse Sofia a Kate con il pensiero.

Sei riuscita a fare un sacco, le rispose Kate. Stai facendo le cose giuste.

Sofia però non era sicura di quanti risultati avesse raggiunto fino a quel punto. Oh, aveva fatto le sue dichiarazioni alla fine della battaglia per Ashton, e sperava di aver reso la vita migliore alla gente, ma la vita nel regno era complessa. Sembrava che per ogni sua proposta ci fossero una decina di obiezioni, suggerimenti, raccomandazioni.

Per esempio la ricostruzione di Ashton dopo la battaglia. Se guardava dalla sua carrozza, Sofia poteva vedere edifici in mezzo alla distruzione, soldati trasformati in operai mentre lavoravano nella città, ma ogni giorno sembrava portare nuovi dibattiti se questo o quell’edificio fosse più appropriato, su chi possedesse la terra, o chi dovesse fare il lavoro ora che gli operai vincolati non erano più un’opzione.

Quella è una cosa che ho ottenuto, disse mentalmente Sofia mentre passavano vicino a un gruppo di uomini che portavano i loro segni di proprietà sul polpaccio nudo, senza che nessuno desse loro fastidio o tentasse di comandarli, ora che erano liberi. Se non farò altro, questo sarà comunque tanto.

Penso che farai molte altre cose, le assicurò Kate.

Attorno a loro le folle continuavano a esultare. Qua e là risuonava la musica mentre degli artisti di strada si univano ai festeggiamenti. Lord Cranston e i suoi uomini entrarono in marcia, unendosi alla sfilata a perfetta andatura mentre si dirigevano verso la piazza. Qualcuno lanciò qualcosa e Kate lo prese al volo, sospettosa, ma si trattava solo di un fiore. Sofia rise e lo sistemò alla bell’è meglio nei riccioli corti dei capelli di sua sorella.

“Farò qualcosa per farti assomigliare a una sposa,” disse Sofia.

“Per quello, non dovremmo entrambe indossare delle maschere?”

“No,” disse Sofia con fermezza. Quello era un aspetto su cui era stata chiara, per lo stesso motivo per cui niente di tutto questo avrebbe avuto luogo all’interno di una Chiesa della Dea Mascherata, ma piuttosto nella piazza.

Quella piazza era così zeppa di persone che ci vollero i soldati per tenere uno spazio sgombero al centro. Lì si trovava una piattaforma adornata di sete, con un trono disposto accanto a un altare. L’attuale alta sacerdotessa della Dea Mascherata era lì insieme ai cugini di Sofia e Kate, Hans e Jan. Frig e Ulf erano tra le montagne a controllare la ricostruzione di Monthys, mentre Rika, Oli ed Endi si trovavano a Ishjemme.

Anche Lucas era lì, splendente con i suoi abiti di seta, con uno sguardo al contempo deliziato dalle sue sorelle ma allo stesso tempo irrequieto.

Hai anche tu la sensazione che non veda l’ora di levarsi di torno questa cosa in modo da poter andare a cercare i nostri genitori? chiese Sofia a Kate con il pensiero.

In modo che noi tutti possiamo farlo, la corresse Kate. Deve essere difficile starsene ad aspettare così quando adesso sa dove cercarli, e senza neanche avere la prospettiva di un matrimonio per passare il tempo.

Se volete saperlo tutte e due, sono più che contento per voi, disse Lucas ad entrambe con il pensiero, quindi vi state sbagliando. Non mi perderei questo giorno per niente al mondo. Sei pronta ad essere regina, Sofia?

In tutta risposta Sofia scese dalla carrozza e avanzò salendo sul palco mentre la folla esultava. Si girò a guardare la gente lì raccolta, sentendo la loro gioia, e la speranza. Sapeva che si aspettavano che lei parlasse.

“Poche settimane fa ho preso Ashton con la forza,” disse. “Ho preso decisioni da regina perché avevo un esercito a sostenermi. Poi sono andata all’Assemblea dei Nobili e ho posto loro il mio caso. Hanno accettato che fossi la regina perché il mio sangue mi dava il diritto di esserlo. Oggi verrò incoronata, ma niente di queste cose sembrano piacere abbastanza. Quindi vi chiedo questo: mi volete come vostra regina?”

Quando arrivò la rombante risposta, Sofia si portò al trono e si sedette. Hans arrivò con una corona, una cosa delicata i cui fili di platino e oro si intrecciavano come giunchi, con fiori di gioielli a decorarne la circonferenza. La passò all’alta sacerdotessa della Dea Mascherata. Quella era una parte della cerimonia che Sofia avrebbe preferito evitare, ma se intendeva riunire tutta Ashton, doveva almeno mostrarsi favorevole ad accettare tutta la sua gente, inclusi i tanti seguaci della Dea Mascherata.

“Per il potere di cui mi investe la Dea Mascherata,” disse l’alta sacerdotessa, poi fece una pausa come se ricordasse che doveva dire altro, “per il diritto del vostro sangue, l’autorità dell’Assemblea, e… apparentemente il volere della gente, nomino voi, Sofia, regina di questo regno.”

Le grida di esultanza quando pose la corona sulla testa di Sofia furono quasi assordanti. Sofia si guardò attorno osservando i volti sorridenti della gente cui voleva bene, e capì che c’erano ben poche cose che avrebbero potuto renderla più felice.

Eccetto, ovviamente, il matrimonio che stava per essere celebrato.

***

Sebastian si trovava all’ingresso del tempio della Dea Mascherata, e avrebbe voluto essere insieme a Sofia nel momento in cui veniva incoronata. Sarebbe stata un’infrazione troppo grossa della tradizione, però, dato quello che stavano per fare.

“Nervoso?” chiese a Will, che era in piedi accanto a lui con la sua uniforme da soldato. La sua famiglia era sicuramente là fuori nella folla da qualche parte. Una parte di Sebastian avrebbe desiderato che anche la sua famiglia fosse ancora in giro per poter vedere quel momento, nonostante tutto quello che avevano fatto al regno, a lui e a Sofia.

“Terrorizzato,” gli confermò Will. “E tu?”

Sebastian sorrise. “Sono felice che questo stia succedendo, dopo tutto quello che c’è stato prima.”

Le trombe suonarono, segnalandogli di muoversi in avanti per poter finalmente sposare la donna che amava. Si mosse tra la folla, il suo abito semplice come quello di Sofia, come una seconda metà pronta ad essere un intero con lei. La gente si faceva da parte per farlo passare, e Sebastian si trovò comunque un po’ sorpreso dalla benevolenza che sembrava ricevere nonostante tutte le voci che erano state fatte circolare su di lui e nonostante tutto ciò che la sua famiglia aveva fatto per anni e anni.

Salì sulla piattaforma e si inginocchiò, la testa china in riconoscimento della sua nuova regina. Sofia rise e si alzò in piedi, tirando su anche lui.

“Non devi farlo,” gli disse. “Non devi mai inginocchiarti davanti a me.”

“E invece lo faccio,” disse Sebastian. “Voglio che la gente veda che questo è il tuo regno. Che tu sei la regina.”

“E presto tu sarai il mio re accanto a me,” disse Sofia. Parve volerlo baciare, e Sebastian assolutamente lo voleva fare, ma avrebbero dovuto aspettare per quello.

L’alta sacerdotesse sbuffò sommessamente, seccata, come a ricordare loro che c’era un matrimonio che li aspettava.

“Siamo riuniti oggi per assistere al matrimonio della regina Sofia della Casata di Danse con il principe Sebastian della Casata di Flamberg. Stanno, privi di maschera, davanti alla dea, e uno di fronte all’altro.”

Lasciò appositamente perdere la parte in cui nessuno di loro avrebbe seguito la cerimonia tradizionale. Sebastian lasciò stare. Il fatto che stesse per sposare la donna che amava era l’unica cosa che aveva importanza in quel momento.

“Ora,” disse l’alta sacerdotessa. “La regina Sofia mi dice che desidera pronunciare le sue parole a questo punto. Vostra Maestà?”

Sofia allungò una mano e toccò il volto di Sebastian, e in quel momento la folla fece silenzio in modo che le parole potessero essere trasportate dal vento.

“Quando ti ho incontrato la prima volta,” disse, “non sapevo chi ero. Non sapevo quale fosse il mio posto nel mondo, né se ce ne fosse uno. Però sapevo che ti amavo. Quella parte è rimasta costante. Quella parte non è cambiata. Ti amo, Sebastian, e voglio passare il resto della mia vita con te.”

Fu allora il turno di Sebastian, ma non aveva preparato ciò che avrebbe detto. Aveva pensato che gli sarebbe venuto in mente quando fosse giunto il momento, e infatti fu così.

“Ne abbiamo passate talmente tante,” disse Sebastian. “Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato di averti persa, e altri in cui sapevo di non meritarti. Ho cercato di seguirti oltre il regno, e alla fine sei stata tu a trovarmi. Ti amo, Sofia.” Fece una pausa e sorrise. “Non avrei mai pensato che sarei stato io a sposare qualcuno della famiglia reale.”

L’alta sacerdotessa prese le loro mani e le strinse tra loro. Il cuore di Sebastian pulsava per l’attesa. Normalmente quello sarebbe stato il momento in cui avrebbe dovuto pronunciare la loro unione, ma non era così che Sofia voleva che accadesse.

Invece suonarono ancora i corni.

***

Kate guardò verso l’ingresso della Chiesa della Dea Mascherata, incapace di contenere l’eccitazione ancora per molto. Già il fatto che sua sorella venisse incoronata e si sposasse sarebbe bastato a rendere quel giorno uno dei migliori della sua vita, ma ora le parve di aver aspettato fin troppo. Guardò con bramosa attesa mentre Will avanzava.

Nessuno di loro due sembrava regale come Sofia e Sebastian, ma quello andava bene per Kate. Loro erano soldati, non governatori. Già bastava che Will fosse lo stesso meraviglioso ragazzo che lei aveva visto quando era andata alla forgia dei suoi genitori.

Marciò verso la piattaforma, e a metà del percorso Lord Cranston e i suoi uomini sguainarono le spade, formando un arco di acciaio sotto al quale Will potesse proseguire. Kate fu felice di vederlo, felice che fossero tutti vivi dopo la battaglia che avevano combattuto.

Will salì sulla piattaforma e Kate gli prese la mano, senza aspettare che qualche vecchia sacerdotessa decidesse quando fosse il momento giusto.

“Quando ti ho incontrato la prima volta,” disse Will, “ho pensato che fossi una testa dura, cocciuta e probabilmente capace di farci ammazzare entrambi. Mi sono chiesto che genere di selvaggia fosse arrivata alla forgia dei miei genitori. Ora so che sei davvero tutto questo, Kate, ed è proprio questo che ti rende così meravigliosa. Voglio essere tuo marito fino a che le stelle saranno tanto sbiadite da non poterti più vedere, o fino a che io non sarò tanto sbiadito da esserti di intralcio.”

“Tu non mi sei di intralcio,” rispose Kate. “Il cuore mi batte più forte solo a guardarti. Vorrei poter promettere di stabilirmi con te e realizzare la pace, ma sappiamo entrambi che non è così che va il mondo. La guerra può arrivare anche nei momenti più felici, e non è nella mia natura stare a guardare. Quindi, fino a che lama o arco o forse solo l’età non ci rivendicheranno, voglio che tu sia mio.”

Non era il tradizionale genere di promessa, ma era ciò che si trovava nel cuore di Kate, e lei sospettava che fosse la parte che contava. L’alta sacerdotessa non sembrava particolarmente impressionata, ma da dove Kate si trovava, quello era solo un incentivo in più.

“Ora che abbiamo sentito entrambe le vostre reciproche promesse, chiedo a voi, Sofia della Casata di Danse: prendete Sebastian della Casata di Flamberg come vostro marito?”

“Sì,” disse Sofia.

“E voi, Kate della Casata di Danse, prendere Will… figlio di Thomas il fabbro, come vostro marito?”

“Non l’ho appena detto?” sottolineò Kate, cercando di non ridere davanti all’incapacità dell’anziana donna di comprendere che qualcuno nato come fabbro non potesse avere un nome di casata. “Va bene, va bene, sì.”

“E voi, Sebastian della Casata di Flamberg, prendete Sofia della Casata di Danse come vostra moglie?”

“Sì,” rispose Sebastian.

“E voi, Will, prendete Kate della Casata di Danse come vostra moglie?”

“Sì,” rispose lui, più felice di quanto Kate sospettasse davanti alla prospettiva di unirsi a lei per una vita intera.

“Allora è mio piacere dichiarare che siete una carne sola, unita agli occhi della dea,” intonò la sacerdotessa.

Ma Kate non la sentì. A quel punto era troppo impegnata a baciare Will.

Una Corona Per Gli Assassini

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