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LETTERA

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Non so se sono io o se è il mondo che non funziona.

Quello che voglio dire è che mi piacciono le persone, sì, mi piacciono. Mi piacciono le città, la natura, le storie. Mi piace il cibo, specialmente la pizza e, dopo una giornata sfiancante in ufficio, tutto quello che voglio è vedere un film come se fosse un anestetico.

Troppe auto passano davanti al mio appartamento al secondo piano nella grande città. Odio quel rumore. Odio sentire i vicini discutere, urlare, sfogare le loro frustrazioni nel peggior modo possibile. E poi, alla fine, guardare alla TV quei volti paffuti e senza vergogna delle persone ricche che sorridono e ti suggeriscono che “Il denaro non significa la felicità!” e altre affermazioni ipocrite.

Mi sento intrappolato. Aiuto! Così intrappolato che temo che un giorno o l’altro smetterò di respirare.

Vivo in un buco puzzolente. Sono single, senza lavoro da un paio di mesi. Ho perso i miei genitori da anni e mia sorella risiede permanentemente in prigione. Ha ucciso suo marito sette anni fa. Era uno stronzo; tutti lo sapevano. Le aveva mancato di rispetto in parecchie occasioni ma, ucciderlo, non era stato così saggio. In ogni caso, Lucy, mia sorella, ha sempre agito in modo strano. Una volta, quando era adolescente, cercò di suicidarsi ingoiando delle pillole. Era sempre stata ostile nei miei confronti ma, francamente, la prigione a vita è troppo. Non la uccideranno. Usano i prigionieri per fare degli esperimenti. Ho sentito che gli scienziati li mettono in gabbia e usano l’elettricità per studiare le loro reazioni. Povera Lucy! Vita sbagliata! Secolo sbagliato!

Nessuna famiglia, nessun partner, nessun lavoro, e questo posto mi sta soffocando senza pietà!

La gente è nemica. Questa mattina sono sceso in strada per cercare di raccogliere qualche moneta per sopravvivere a questo schifo di giornata. A nessuno è fregato un cazzo di me! Mi hanno insultato, minacciato e una vecchia stronza ha chiamato la polizia.

Il problema principale con il mondo in cui viviamo è iniziato due secoli fa. A quel tempo, le cose non stavano andando meravigliosamente ma, oggi, la nostra società si è tramutata in una mostruosità legalizzata dove l’unico scopo è reprimere e uccidere. Sì, uccidere o, come dicono loro, eliminate gli errori. Per questo motivo, se non trovo un lavoro, mi aspetto la visita degli assistenti sociali e , certamente, opteranno per la decisione peggiore.

Vorrei aver vissuto nel XXI secolo quando tutto è iniziato. Se fossi stato lì avrei preso un fucile e avrei sparato ai mostri che hanno provocato questa follia collettiva. In ogni caso, i principali colpevoli sono le persone, quelli che hanno votato per loro. Quei leader cattivi prima hanno cominciato, con la loro sciocca propaganda nazionalista, a fare il lavaggio del cervello delle menti semplici in tutte le nazioni. Poi, hanno aggiunto crudeltà dopo crudeltà fino a quando quelle idee malate sono state accettate dalla popolazione ingenua. E infine, come colpo finale, hanno stabilito il diritto di eliminare i mendicanti, i senza lavoro e i senza casa di qualsiasi tipo. Nel mio secolo, le persone vedono queste follie come qualcosa di normale. Sfortunatamente questo è il maledetto XXIII secolo.

Nel mio caso, sono condannato. Appartengo alla categoria “devono essere eliminati”.

Credetemi quando dico che ho fatto domanda per ogni possibile lavoro disponibile, ma non sono più così giovane. Inoltre, ho avuto problemi con il mio lavoro precedente. La mia ex direttrice voleva che facessi dei lavori che non era previsto che dovessi fare. In ogni caso, non mi sono rifiutato. Come sapete, il mio secolo non permette di essere così schizzinosi. Ma ci fu una richiesta che mi infastidì molto. La mia grassa capa cominciò a trattarmi male chiedendomi di pulirle le scarpe. Io eseguii quell’ordine spiacevole per evitare di perdere il lavoro. Per quanto duramente cercassi di mantenere la calma, la mia pazienza svanì quando mi chiese di togliermi i vestiti e di distendermi sul pavimento perché voleva frustarmi. Ricordo ancora la sua rotonda faccia grassa e sudata che mi guardava. Era una scrofa alla bramosa ricerca di cibo. Dopo aver contato fino a dieci, mi resi conto che la rabbia non aveva abbandonato la mia mente. Così, agguantai quella frusta minacciosa dalle sue mani unte e cominciai a picchiarla violentemente ma, all’improvviso, mi resi conto del mio comportamento e mi fermai. “Che cosa ho fatto?” pensai. Poi mi ricomposi, ma era troppo tardi. Fui licenziato e denunciato alla polizia.

Il resto della storia mi ha visto impegnato ad andare giornalmente nell’ufficio di polizia, a firmare fogli in cui affermavo che avrei pagato una costosa penale a quella direttrice pervertita non appena avessi trovato un nuovo lavoro.

È passato un sacco di tempo da allora, e non ho ancora trovato nulla. A breve sto aspettando la visita dei valutatori sociali. Decideranno se eliminarmi o meno. Non mi aspetto nulla di buono. Vorrei aver vissuto in un altro secolo.

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