I Puritani di Scozia, vol. 1

I Puritani di Scozia, vol. 1
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Вальтер Скотт. I Puritani di Scozia, vol. 1

CAPITOLO PRIMO

CAPITOLO II

CAPITOLO III

CAPITOLO IV

CAPITOLO V

CAPITOLO VI

CAPITOLO VII

CAPITOLO VIII

CAPITOLO IX

CAPITOLO X

CAPITOLO XI

CAPITOLO XII

CAPITOLO XIII

CAPITOLO XIV

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Sotto il regno degli ultimi Stuardi, il regio Consiglio privato adoperava tutti i modi posti in sua facoltà per abbattere lo spirito di puritanismo, che formò, può dirsi, il carattere del governo precedente; ed era ad un tempo sollecito di far rigermogliare quelle feudali instituzioni, che unendo al signore il vassallo, poteano come il Consiglio sperava, collegare e questo e quello più saldamente alla corona. I magistrati ordinavano frequenti rassegne, esercizi militari, talvolta giuochi e passatempi. La qual ultima provvisione nelle circostanze che correvano era per lo meno sbagliata in politica; perchè la gioventù d'entrambi i sessi, a cui in tutti altri tempi il flauto e il tamburino, se parlisi dell'Inghilterra, la cornamusa quanto alla Scozia, avrebbero offerto una tentazione invincibile, allora trovava un vezzo anche maggiore nel resistere agli ordini delle magistrature che le prescrivevano di ballare. La gioia fugge laddove è comandata, ma una cagion più possente si frammetteva, perchè queste feste non si adempissero colla regolarità desiderata da chi le volea.

Il rigorismo de' Calvinisti aumentava in proporzione del desiderio, che il governo manifestava di vederlo allentare. L'osservanza giudaica della domenica, il divieto de' piaceri, fossero anche i più innocenti, erano le massime professate dai più zelanti d'ostentare una straordinaria santità; ed essendo costoro inimici del Governo, non omettevano sforzi intesi a far sì, che tutte le persone, sull'animo delle quali preponderavano si astenessero dall'obbedire ai bandi di adunata della contea, ogni qualvolta il feudatario dovea mostrarsi a capo degli armigeri ch'ei dovea fornire alla corona in numero proporzionato alla natura del feudo tenuto da esso. I Puritani, detti ancora Presbiteriani2 abborrivano tanto più sì fatte assemblee, perchè i Lordi luogo-tenenti e i seriffi aveano ordinato si rendessero dilettevoli alla gioventù che vi conveniva col far succedere all'armeggiare della mattina il sollazzarsi dopo il meriggio. Que' predicatori, sempre armati di qualche citazione della bibbia, e gli entusiastici loro proseliti, non risparmiavano nè avvisi, nè prediche per diminuire a tali adunanze il numero dei concorrenti. Conoscevano essere un buono espediente a frenare la forza del governo, l'impedire che si dilatasse quello spirito di corporazione, solito ad allignare fra giovani che abbiano sovente occasione di trovarsi insieme o per esercizi militari o per prove di destrezza. Nè all'ingegno di tai fanatici fecondo in astuzie mancavano scuse da suggerire a chi voleva ascoltare i loro consigli, e a norma d'essi sottrarsi alla dovuta subordinazione. Non tutti però i compartecipi delle costoro massime riuscivano a deludere gli ordini superiori, perchè il Consiglio privato, nelle cui mani era il potere esecutivo sulla Scozia, puniva a tutto rigor di legge coloro, che senza un ben provato motivo disobbedivano alle chiamate de' bandi della contea. Il timore pertanto del castigo costringeva molti e molti anche de' più infervorati nel Puritanismo a mandare i propri figli ne' luoghi assegnati a tali unioni. Per vero dire comandavano ad essi di tornare alle lor case, appena seguita la rassegna; ma spesso accadeva che que' giovani non potessero resistere alla tentazione de' passatempi vespertini, il che i Presbiteriani chiamavano: partecipare alle abbominazioni di Babilonia.

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»La signoria di Tillietudlem (soggiunse lady Margherita, rizzandosi con aria di dignità) ne ha sempre forniti dodici, e spesse volte lo zelo de' proprietarj ha triplicato un tal numero. Mi ricordo che sua maestà, il re Carlo II, quando mi fece l'onore di accettare una colezione in mia casa, s'informò d'una maniera affatto particolare…»

»La carrozza del duca s'incammina, o Milady (s'affrettò ad interromperla sir Gilbert, partecipando in quel momento del brivido che prendea tutti gli amici di lady Margherita ogni qualvolta le correva alla lingua quella benedetta visita del re a Tillietudlem) ell'è ora di prendere il luogo che vi compete fra le persone del corteggio. Mi permetterete di scortarvi sino a casa vostra? Perchè diverse bande di Presbiteriani sono sparse per la campagna e si dice che insultino i Reali.»

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