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Capitolo Uno

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Il Capitano Baker fu completamente irremovibile. “Tu andrai a questo seminario. Ci porterai Tanner. Presterai attenzione e mi risponderai con ’Sì, signore’. Sono stato chiaro su questo punto?"

I raggi laser che lo colpivano dai miei occhi infine si spensero e le cose divennero chiare.

A denti stretti, risposi: "Sì, signore." Ciò ebbe sicuramente lo stesso tono e la stessa enfasi di "vaffanculo".

Devo aver espresso il mio pensiero, perché il capitano disse: "Sono sorpreso. Consiste nell’essere ospitati da alcuni tuoi vecchi amici. Pensavo che saresti stata felice di andarci."

Guardai Baker, con il sospetto che mi scorreva dagli occhi. "Quali vecchi amici?"

"La Sicurezza di Justice."

Mi chinai sulla sedia che occupavo, e pensai all'ultima volta che avevo visto Joey Justice e la Sicurezza di Justice. Il cartello messicano della droga guidato dal generale Esteban Fernandez aveva tentato di prendere il controllo del traffico di droga a Chicago. La Sicurezza di Justice era venuta in città e mi aveva arruolato insieme al capitano Baker e Sam Tanner nel tentativo di fermarlo. Poiché si era trattata di una situazione concernente la Sicurezza Nazionale, a nessuno di noi fu permesso parlarne. Avevamo tutti ricevuto encomi presidenziali per l'aiuto... compreso il mio borioso ex-collega, Manny Salazar, cui era successo di salvare la vita di Joey Justice.

Avevo anche conosciuto il capo dell’FBI Marcus Moore, il collegamento dell'FBI con la Sicurezza della Giustizia. Avevamo sviluppato un rapporto particolare al di fuori del caso.

A Baker dissi: "Non verranno di nuovo a Chicago, vero?"

Baker sorrise. "No, grazie a Dio. Tu andrai lì. Su richiesta speciale."

Abboccai l’amo. "Richiesta speciale?"

Baker annuì, sorridendo ancora. "L'e-mail è arrivata stamattina. Richiede che tu e Sam andiate a questo seminario su un argomento top-secret."

Dopo un attimo chiesi: "Chi ha inviato l'e-mail?”

Baker rispose: "Joey Justice."

Merda.

"C'è altro?"

Baker sorrise ancora di più. "Diceva che voi dovete considerarla una richiesta della Sicurezza Nazionale, e di non pensare neanche a rifiutarla."

Joey, bastardo! Pensai tra me e me.

Ad alta voce, dissi: "Quel bastardo!"

***


"Oui, chere. Accetterò la vostra offerta di lavoro. Non c'è niente da fare. Un altro lavoro e me ne vado."

"Bueno. Ma, senor, la prego di ricordare che non sono una persona che accetta il fallimento di buon grado."

La voce al telefono rise. "Chere, io non fallisco mai. Ce n’est rien."

La voce che ne seguì fu fredda. "Forse non è niente per voi, senor, ma è tutto per me." La pausa fu loquace. “E per tutti.”

***


TIRAI VIA SAM DALLA scatola di ciambelle che si era ingoiate e lo trascinai nel mio ufficio. Una volta lì, chiusi la porta.

"Cosa c'è che non va, Mickey?" chiese Sam

Esplosi. "Joey Justice! Ecco cosa c'è che non va!"

Sam trasalì.

Schiaffai diversi dossier sulla mia scrivania. "Abbiamo tutti questi omicidi su cui dobbiamo lavorare, e Justice ci richiama all’ordine! Ci ha ordinato di andare a uno stupido seminario che sta tenendo in quella sua orribile città calda!”

Sam stringeva le labbra per evitare di ridere. Alla fine disse: "Quando si parte?"

"Il maledetto Venerdì!"

Sam mi guardò. "Mickey, andiamo. Sai che sarà divertente."

Guardai il mio partner mentre un sorriso si affacciava agli angoli della mia bocca. “Forse.”

Sam mi sorrise mentre dava un altro morso a una ciambella di gelatina. Il desktop del mio computer segnalò con un "bip" la sua notifica dell’e-mail.

Era da parte di Joey Justice.

Cara Mickey,

ormai il capitano Baker vi avrà parlato del "seminario" al quale voglio che tu e Sam partecipiate.

Scommetto anche che ti stai mangiando le unghie per come ho formulato la richiesta.

Non c'è nessun seminario.

Mi dispiace, ma ho bisogno di voi due qui. Abbiamo intercettato delle chiacchiere. Non posso parlarvene in una mail non protetta. Ovviamente, dovete tenere questo fatto tra te e Sam.

Tony Armstrong verrà a prendervi all'aeroporto venerdì. Sarete nostri ospiti, con le vostre suite al quinto piano, e Sam avrà accesso alla nostra caffetteria. È aperta 24 ore su 24, e può preparargli tutto quello che vuole.

È urgente, Mickey... non ti farei venire qua se non lo fosse.

Il tuo amico,

Joey

Post.Scriptum. Marcus non sa del vostro arrivo. Ho intenzione di sorprenderlo con te. Forse voi due potreste fare qualche “effusione” per conto vostro!

Stavo sorridendo da un orecchio all'altro e lessi l'e-mail a Sam. Tranne che per il P. S., naturalmente. Una signora deve avere qualche segreto, anche per il suo collega.

Sam smaniava. "Che cosa intendeva con tutto quello che voglio?"

“La Sicurezza di Justice ha la sua caffetteria interna," spiegai. “I cuochi lavorano ventiquattro ore il giorno. Il cibo è gratuito per i dipendenti che vogliono mangiare lì. Joey fa in modo che il suo staff non debba mai chiedersi da dove verrà il loro prossimo pasto. A quanto pare, l'ha esteso a te... ma non credo che si renda conto di quello che ha fatto."

Sam sgranò gli occhi, pensando a piatti esotici che non avrebbe mai potuto permettersi di preparare a casa, tanto meno ordinare in un ristorante. Sognante, chiese: "Chissà che tipo di chiacchiere ha sentito che lo portano a fare una cosa del genere?”

Scossi la testa, leggendo di nuovo l'e-mail. "Non ne ho idea, socio. Ma dev'essere una cosa grossa."

***


TRENTAQUATTRO ANNI prima, Lido Bouvier era nato in una zona paludosa (bayou) della Louisiana. Entrambi i suoi genitori erano Cajun, e parlavano più spesso il francese che l'inglese. Lido imparò a parlare fluentemente entrambe le lingue, ma questa fu l'unica cosa positiva della sua infanzia.

La baracca di Bouvier fu costruita su palafitte nel bayou ed era circondata da acqua paludosa. Alcune gobbe erbose di fango si erano fatte strada nell'acqua. Il muschio spagnolo pendeva dagli alberi, e quella parte del bayou era permanentemente nascosta al sole. La baracca non era stabile. Durante le tempeste, Lido si chiedeva spesso se l'intera baracca sarebbe crollata nel bayou.

La madre di Lido, Josephine, aveva perso la bellezza che possedeva per i demoni dell'alcol e per l’assiduità metodica di pugni da parte del marito. Si prendeva cura del suo piccolo figlio come meglio poteva, attraverso la foschia alcolica, con gli occhi spesso gonfi e occasionalmente le ossa rotte.

Anche il padre di Lido era un alcolizzato. Produceva vino, whisky e birra fatti in casa, ma non ne vendette mai - tra quel che ne bevevano i genitori di Lido, non ne rimaneva abbastanza da vendere. Il nome del padre di Lido era Pierre. Cacciava nel bayou, e per lo più cacciava alligatori. A quel tempo la caccia agli alligatori era illegale. Questo non fermò Pierre. Aveva un compratore amico che incontrava in un luogo tranquillo nel bayou, e Pierre gli vendeva tutte le pelli di alligatore, carne di alligatore essiccata e le altre pelli di animali che aveva messo insieme.

Josephine e Lido non furono mai invitati a questi viaggi. E il compratore non fu mai invitato alla baracca.

Madre e figlio non erano mai stati visti da altre persone. Erano isolati in mezzo al bayou, e Pierre si assicurò che nessuno sapesse di loro. Pierre aveva sposato Josephine sull'isola caraibica della Martinica, e l'aveva fatta entrare di nascosto negli Stati Uniti da New Orleans e poi nel bayou. Nessuno tranne Pierre sapeva che era negli Stati Uniti.

Lido era nato nella baracca. Josephine non ebbe anestesia epidurale, non ebbe assistenza e non ebbe un medico. L'unico anestetico era stato del whisky al 50% di alcol. Quando Lido fece la sua apparizione, Pierre aveva colpito il bambino sul sedere... o ne ebbe l'intenzione. Pierre era troppo ubriaco per colpire il bersaglio e diede uno schiaffo al bambino sulla faccia. Il risultato era stato lo stesso, però - il bambino aveva iniziato a piangere con tutte le sue forze.

Schiaffeggiare il figlio in faccia fu un’abitudine che Pierre aveva continuato per anni.

Josephine chiamò suo figlio "Lido", come una spiaggia in Italia che aveva visitato da bambina.

Quando Pierre festeggiava una grande vendita di pelli di alligatore e pellicce di animali, di solito diventava molto ubriaco. Durante queste sbronze, usava sua moglie, e a volte suo figlio, come sacchi da boxe. Josephine di solito sopportava il peso di queste violente percosse, ma, talvolta, se Josephine era troppo ubriaca o troppo ferita per proteggere il bambino, Pierre colpiva Lido allo stomaco o al viso. I pugni erano abbastanza forti da far cadere il bambino piccolo e sbatterlo contro il muro. Pierre lo trovava molto divertente, e spesso rideva alla vista fino a svenire da quanto aveva bevuto.

Lido aveva otto anni quando sua madre morì. Era andato a svegliarla per colazione, ma non si svegliò. Suo padre era svenuto sul vecchio divano malconcio nella cucina/soggiorno. Lido aveva scosso suo padre, terrorizzato dall'umore in cui Pierre avrebbe potuto svegliarsi. Quando suo padre si era svegliato, Lido disse: "Non riesco a svegliare Maman."

Pierre disse al ragazzo di ripetere due volte la sua affermazione prima di memorizzare le parole. Pierre si alzò, si strofinò le mani sul viso due volte come se lo stesse sciacquando, e si alzò. "Fammi vedere."

Lido condusse Pierre da Josephine, che era morta. Non era stata picchiata da quasi due settimane, e non aveva bevuto la sera prima. A quanto pare, era morta per cause naturali.

Lido non poteva essere sicuro se fosse una lacrima sulla guancia di suo padre, o semplicemente una goccia di sudore per l'umidità.

“Lei è morta. Tu resta qui, garcon.” Pierre prese sua moglie tra le braccia e si mise in piedi. “Seppellirò la tua maman e poi parleremo, no?”

“Sì, Papa,” rispose Lido.

Pierre mise Josephine sulla sua spalla come un pompiere, e scese dalla scala fino alla larga barca a fondo piatto. L’ultima volta che Lido vide sua madre, lei giaceva sul fondo della barca, mentre Pierre spingeva la barca in profondità nel bayou.

In tarda serata, Pierre ritornò, portando tranquillamente la barca presso la scala. Mise giù il palo, legò la barca a uno dei pilastri e si arrampicò nella baracca.

Lido sedeva tranquillamente al tavolino in cucina.

Pierre era sobrio... per ora.

"Hai mangiato qualcosa?"

Lido scosse la testa.

Pierre aprì senza parole un armadietto e tirò fuori due mele. Le porse al ragazzo.

"Mangia queste e vai a letto."

Mentre Lido dava un morso, suo padre disse: "Domani imparerai a cacciare alligatori, no?"

***


“OH, È COSÌ GRANDE! ”disse la donna bionda stando a gambe divaricate sul grembo di Manny Salazar.

Manny, che stava esaminando i seni nudi della signora, distrattamente disse: "Davvero?"

"Oh, sì! Non ho mai visto una finestra così grande in un ufficio così piccolo!"

Manny, che era nudo, scivolò più in basso sulla sedia della sua scrivania in modo di potersi muovere con un po' più di energia. Naturalmente, anche la giovane donna a cavallo del suo grembo era nuda, e stava usando parte del suo corpo per avvolgere parte del corpo di Manny. Con grande piacere di Manny, muoveva lentamente i suoi fianchi su e giù lungo il suo pene.

La testa di Manny scese sotto la parte superiore della sedia della scrivania, proprio mentre la testa della donna s’innalzava.

Manny sentì un TINK! che diede l’impressione di un vetro che si rompeva. Notò che un piccolo buco rotondo era apparso sulla fronte della donna, e un grosso pezzo del suo cranio e del suo cervello era schizzato sulla sua scrivania, e sul muro di fronte alla scrivania.

La donna era diventata un peso morto.

Manny eiaculò involontariamente.

***


IL MIO TELEFONO STAVA squillando.

Avevo appena dato un morso enorme a un panino con salciccia italiana di Lucky, quindi non potei rispondere subito.

Borbottai qualcosa a Sam.

Lui sorrise. "Vuoi che risponda io, Mickey?"

Annuii in modo bizzarro.

Ridacchiando tra se, Sam spinse il pulsante. “Polizia di Chicago, detective Tanner.” Pausa. “Aspetta, cosa?” Pausa. “Oh, merda. E deve andarci lei?” Pausa.

A questo punto, avevo già masticato il pezzo di panino che mi riempiva la bocca. “Sam, cosa c’è?”

Sam mise la mano sulla cornetta e disse: “È un poliziotto di pattuglia. Dice di essere stato chiamato al servizio di emergenza 9-1-1 dall’ufficio di qualche investigatore privato. Hanno sparato a una ragazza. Il proiettile è entrato dalla finestra."

Avevo una brutta sensazione. Avevo paura di esprimere il pensiero di chi pensavo fosse l'investigatore privato.

“Era Manny.”

Oh, merda. Certo che lo era

“Lei e Manny erano...el flagrante delicto.” Al telefono, Sam disse, “Niente scherzi.” A me, disse: “Lui eiaculò quando le è esplosa la parte posteriore della testa. Poi, si gettò a terra.”

Scossi la testa. Poteva andare peggio di così?

Afferrai la mia borsa e il mio cappotto. "Di’ loro che stiamo arrivando."

***


“Bon sang!” Il fucile era stato smontato e riposto nella sua valigetta. Mentre lasciava l'edificio di fronte all'ufficio di Manny, l'assassino si scrollò le spalle. “Malchance. Ma, forse, la mia fortuna cambierà!"

***


POTEI SENTIRE MANNY non appena uscii dall’ascensore.

“Come diavolo faccio a saperlo? Non ho avuto nessun caso da quando lasciai la polizia che potesse finire con qualcuno che mi voleva morto!”

Manny mi vide mentre percorrevo il corridoio verso il suo ufficio. “Mickey! Diglielo! La maggior parte della gente mi ama!” Allargò le mani mentre diceva questo.

Indossava un asciugamano intorno alla vita.

Scossi la testa. "Manny, cosa hai fatto?"

I suoi occhi si sgranarono per la sorpresa. "Mickey, lo sai bene!"

Mentre venivamo qua, Sam mi chiese cosa fosse successo veramente quando Manny lasciò la polizia. Manny ed io eravamo stati partner per anni - Sam lo sapeva. E sapeva che Manny aveva lasciato la polizia con disonore, a causa di uno scandalo. Sam ed io eravamo partner da quattro anni... da quando ero diventata tenente.

Sapevo che sarebbe arrivato il giorno in cui Sam me l’avrebbe chiesto. Era oggi, a quanto pare.

Feci un bel respiro. “Manny ed io eravamo stati assegnati a un caso di rapimento di bambini. Stavamo lavorando al caso nel miglior modo possibile. I Federali avevano dei limiti su questo caso perché era all’interno della città, e sai quanto bene i poliziotti locali lavorano con i federali.”

Sam sbuffò. "Sì. In concreto per niente. Salvo che non si sia arruolati, come lo siamo stati noi con Justice."

Annuii e sorrisi. “ Hai ragione. Beh, il giorno in cui successe era il mio giorno libero. Mi ero messa in pantaloncini, con una maglietta, e i capelli a coda di cavallo e un cappellino dei Cubs, e mi diressi in fondo alla strada verso Wrigley Credo che i Cubs stessero giocando ad Atlanta o qualcosa del genere... non ricordo bene. So che non avevo il cellulare Avevo dimenticato quel dannato coso - di proposito - e non seppi nulla di tutto questo fino a quando non tornai a casa tardi quella sera.” Guidai per un po'. “Arrivò una soffiata sulla localizzazione della bambina. Manny rispose alla chiamata. Cercò di contattarmi, ma..." Scrollai le spalle. “Così, si diresse a controllare il luogo - era sul lato est, vicino al lago. Ma, ebbe un'improvvisa chiamata per una scopata veloce. Aveva una vecchia fidanzata che viveva nella stessa zona, così fermò per occuparsi della richiesta sessuale." Presi un bel respiro. “La bambina fu uccisa. Il medico legale fissò l’ora negli stessi momenti in cui Manny si stava sbaciucchiando con la sua vecchia ragazza."

Presi respiro per un po'. "Il capitano Baker era furioso. Si scambiarono parole molto dure, e Manny alzò le mani e se ne andò. All’istante." Svoltai lungo la strada di Manny. "Quando lo trovai, ero disgustata. Da allora sono rimasta disgustata da Manny." Diedi un'occhiata a Sam. "Manny era un buon poliziotto. Normalmente, si sarebbe occupato del lavoro prima del piacere, soprattutto se ero con lui. . . ma non questa volta. E ciò gli si ritorse contro."

Sam annuì mentre parcheggiavo il Maggiolino e abbassò la visiera in modo che la placca "Detective in servizio" apparisse attraverso il parabrezza. "Non ho mai pensato che fosse un cattivo poliziotto, perché sapevo che non saresti rimasta in coppia con lui se lo fosse stato."

Mentre uscivamo, dissi: "Manny non riusciva proprio a tenerselo nei pantaloni." Feci un gesto verso il suo palazzo. "Un esempio calzante.”

Ora, guardai Manny. "Sì, Manny, ti conosco bene. Ho sentito che... hai completato le cose... dopo la morte della ragazza."

"Non ho potuto evitarlo! Non l'ho fatto apposta, dannazione!"

Mi divertivo guardando Manny agitarsi. Neanch'io potevo farne a meno. C'era qualcosa... di karmico... in Manny che cercava di giustificare l'eiaculazione dentro una ragazza morta.

Pensai che fosse stato molestato abbastanza al riguardo. A Sam, dissi: "Diamo un'occhiata."

Sam ed io passammo oltre gli agenti davanti alla porta dell'ufficio di Manny. Manny ci seguì, per una volta tenendo la bocca chiusa. Un giovane detective era dentro, si guardava intorno e studiava la disposizione dell'omicidio. Alzò lo sguardo quando entrammo.

Mi avvicinai a lui e porsi la mano. "Tenente Mickey Rooney. Questo è il mio partner, Sam Tanner."

Il giovane mi strinse la mano. "Detective di Terzo grado Bryan McGee, signora." Fece un cenno con la testa a Sam, che rispose con un cenno.

“Cos'ha per me, detective?" Chiesi.

"Ho guardato la traiettoria del colpo, e credo che sia stato sparato dal tetto dall'altra parte della strada." Ci mostrò il punto in cui il proiettile era entrato dalla finestra. Stranamente, aveva lasciato solo un piccolo buco, invece di frantumare l'intera finestra. McGee usò un metro per mostrare il percorso del proiettile. L'angolo era di circa trentacinque gradi. Continuò: "Ora, se ci fate caso, è entrato lì, ha colpito la vittima e si è conficcato nel muro." Puntualizzò. "Da quanto ho capito dal signor Salazar, e a giudicare dalla traiettoria del colpo, non credo che la donna fosse il bersaglio designato." McGee fece una pausa. "Credo che il colpo fosse destinato al signor Salazar."

***


IL PADRE DI LIDO PRESE Lido con forza a calci nella gamba.

"Svegliati, garçon! Oggi impari a cacciare l'alligatore!"

Lido si sedette a letto, strofinandosi gli occhi. Non era ancora l'alba.

"Vestiti! Dobbiamo essere sul bayou prima che sorga il sole!"

Lido si vestì. Andò in cucina.

Suo padre gli diede un biscotto raffermo piuttosto grande. "Mangialo. Conserva le briciole se vuoi le dejeuner!"

"Sì, Papa."

Scesero la scala per entrare nella barca. Pierre teneva in mano una lampada a cherosene per illuminare la strada. Gli animali che risiedevano nel bayou facevano molti rumori mentre i due Bouvier iniziarono il loro viaggio nel profondo del bayou.

"Papa?"

"Sì?"

"Dove sono le altre persone?"

Pierre sbuffò. "Perché hai bisogno di altre persone? Hai me, e hai il bayou. Di cos'altro hai bisogno?"

Lido rimase tranquillo.

Pierre infine diede un’occhiata al ragazzo, e poi si girò. "Le altre persone, sono fuori dal bayou. Non abbiamo bisogno di loro. Qui abbiamo tutto quello che ci serve." Si voltò verso Lido. "Basta chiacchiere, eh? Siamo vicini agli alligatori."

Lido si guardò intorno, ma non vide alcun alligatore. Vide diversi tronchi galleggiare nell'acqua torbida. Guardandosi intorno, vide una camicia rossa su un ciuffo d'erba. Sembrava identica a quella che indossava sua madre l'ultima volta che la vide.

"Papa! Guarda! È la camicia di Maman!" Lido la indicava in modo frenetico.

Pierre rapidamente schiaffeggiò il ragazzo sulla bocca. "Calme, garcon!" sibilò Pierre, ” Gli alligatori... sono tutti intorno a noi!"

"Ma, Papa...!"

"Sì, è la camicia di tua maman!" Pierre indicò i tronchi galleggianti. "Fa da esca! Questi alligatori, non vengono mica quando fischi!"

Lido non avrebbe potuto essere più scioccato. Suo padre aveva usato il corpo della madre per attirare gli alligatori!

Pierre impugnò un fucile. “Ora guarda, garcon, e vedrai come si spara all’alligatore!” Cominciò a sparare.

Con orrore crescente, Lido assistette al tentativo di fuga degli alligatori, ma suo padre era troppo veloce per loro. Il fucile continuava a rimbombare, e il suono era un rumore continuo.

Infine, Pierre posò il fucile. Rideva. "Ne abbiamo almeno dieci! Ora siamo a posto!"

Il Ballo Di Lido

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