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Capitolo uno Julie

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Vedete questa ragazza sdraiata nel letto? Sì, la biondina magra con gli occhiali e con il pigiama di SpongeBob, avvolta nel piumone mentre ascolta i gemiti provenienti dall’appartamento vicino?

Sono io, piacere, e vi racconterò la mia storia.

Tutte le notti mi sveglio spaventata dai suoni che arrivano dalla casa accanto. E tutte le notti, provo invidia sentendo i gemiti delle ragazze occasionali, gemiti che dovrebbero essere i miei...

Mi chiamo Juliette Walsh, ma tutti mi chiamano Julie. Ho ventitré anni e, da quando ero bambina, sono perdutamente innamorata di un ragazzo che non mi vede. O meglio, lui mi vede, ma è come se fossi la sua sorella più piccola. Ed è questo ragazzo a causare, ogni notte, i gemiti delle altre...

Ho convissuto con Daniel praticamente per tutta la mia vita. Ha tre anni più di me e sua sorella, quella vera, è la mia migliore amica. Eravamo vicini di casa. I nostri genitori erano molto amici e, quando ho perso i miei in un incidente d’auto, sua madre ha iniziato a prendersi cura di me come se fossi sua figlia.

Sono figlia unica, così come lo erano i miei genitori, e i miei nonni erano già morti. Gli Stewart erano l’unica famiglia che mi era rimasta. La famiglia del cuore.

Mia madre era una bella donna, con dei lunghi capelli biondi e degli occhi azzurri molto espressivi. Ho ereditato da lei queste caratteristiche fisiche, ma non sono bella come lei neanche lontanamente. Era una di quelle persone assurdamente innamorate – di mio padre, ovviamente. Perdere tutta la mia famiglia in una volta sola è stato un grande dolore, ma in fondo è stato meglio così. I miei genitori erano una coppia fastidiosamente felice e non penso che l’uno sarebbe sopravvissuto alla perdita dell’altro.

È da loro che ho ereditato la convinzione che l’amore dovrebbe muovere le nostre vite e che un giorno anch’io troverò un principe azzurro che mi salverà dai miei problemi, mi porterà a cavallo verso il tramonto e con il quale sarò felice per sempre...

Ed io l’ho incontrato. Prima sotto forma di un bambino dispettoso che mi tirava le trecce e si faceva inseguire da me e Johanna.

Poi, durante l’adolescenza, ho visto quel bambino crescere diventando un ragazzo affascinante che, schioccando semplicemente le dita, poteva conquistare il cuore di tutte le ragazze della scuola. Compreso il mio.

Dopo aver perso i miei genitori, mi sono trasferita a casa degli Stewart che hanno ottenuto la mia custodia, cosa di cui sono estremamente grata, e Danny si è preso ancora più cura di me. Non mi lasciava uscire o frequentare i suoi amici perché diceva che non ero abbastanza grande da partecipare ai giochi “da grandi”. Non lo faceva solo con me, no. Trattava sua sorella Jo più o meno allo stesso modo.

Finché non è andato al college per frequentare la facoltà di Economia e finalmente ho avuto qualche fidanzato. Niente di serio. In realtà mi servivano per fare più esperienza per quando Danny sarebbe tornato a casa per sempre e, naturalmente, tra le mie braccia.

Ma non è quello che è successo. Dopo la laurea, è tornato più bello, più seducente e più affascinante e mi trattava ancora di più come la sua sorellina, come se fossi ancora quella ragazzina quattordicenne e non una donna di ventuno anni, il che mi faceva impazzire dalla rabbia.

Danny è tornato dal college con un progetto di vita che si adatta perfettamente al mio: ha deciso di aprire un’attività, in società con i suoi due migliori amici, Rafe e Zach. Un bar, con musica dal vivo tutti i giorni e dei barman molto simpatici. Diciotto mesi dopo, l’“After Dark” ha aperto le porte ottenendo un successo clamoroso ed è diventato un luogo famoso tra i giovani di Los Angeles.

Vi starete domandando in che modo il mio progetto di vita si adatti al suo. Semplice: quello che faccio meglio in questa vita è cantare. È l’unica cosa che so fare, che ho sognato e che mi sono preparata a fare... ma che Danny non mi lascia fare. Potreste accettare una cosa del genere?

Quando hanno iniziato a fare i colloqui con le band per il bar, mi sono offerta, ho chiesto, ho implorato di avere una possibilità ma Daniel ha risposto che non ero pronta ad affrontare il pubblico e ha proibito ai ragazzi di affrontare quest’argomento.

Quando ho detto che avrei fatto l’audizione da un’altra parte, è scoppiato il panico. Abbiamo discusso molto e, alla fine, ho ceduto. Perché?

Perché l’amore è cieco, sordo, muto e stupido.

Poiché non potevo inseguire il mio sogno di cantare, ho finito per accettare un lavoro all’After Dark come cameriera.

Non sono mai voluta andare all’università, il sogno della mia vita era di guadagnarmi da vivere con la musica. Ho preso innumerevoli lezioni di canto, di danza, ho imparato a suonare diversi strumenti. Quindi non mi sono preparata per nessun altro tipo di lavoro.

Poco tempo dopo l’inaugurazione dell’“After Dark”, ho deciso di lasciare la casa degli Stewart. Amo i genitori di Daniel come se fossero i miei, ma volevo i miei spazi. Per caso, una proprietà accanto alla casa di Daniel, che vive da solo, si è liberata, e lui mi ha suggerito di trasferirmi lì. In questo modo non avrebbe dovuto preoccuparsi di me ed io avrei avuto vicino qualcuno della “famiglia”.

Speravo che avesse capito che ero cresciuta, che non ero più la bambina con i codini che conosceva. Ho liquidato uno degli investimenti che il commercialista aveva creato con l’eredità dei miei genitori e ho comprato la casa, sognando che, se fossi rimasta nei paraggi, un giorno Danny mi avrebbe notata.

E pensavate che avrebbe funzionato veramente? Già, non avrei dovuto pensarlo neanche io. Ecco perché sono sdraiata nel mio letto, da sola, durante il mio venerdì sera libero, ad ascoltare i gemiti sempre più forti della “sciacquetta” di turno, che se la fa con quello che dovrebbe essere il mio uomo.

La casa di Danny è simile a un bordello. È un donnaiolo dichiarato e, ogni notte, ha una compagnia diversa. Per fortuna, la maggior parte degli abitanti del quartiere è single e non si preoccupa di questo. Sarebbe complicato se avessimo dei vicini anziani che vogliono guardare le soap opera mentre, nella casa accanto, sembra venga girato un film porno.

Il fatto di essere il proprietario di un bar rende le sue conquiste molto più facili. Ogni sera Daniel lascia il bar abbracciato a una ragazza diversa e si dirige verso il suo nido d’amore. E, nonostante tutta questa rotazione e varietà di donne, non mi ha mai dato l’opportunità di provare il sapore di un suo bacio.

Certo che no. Io sto qui, a sospirare frustrata, mentre lui si sazia con la scopata del giorno.

Vi starete chiedendo perché non cambio casa, perché non cambio la mia vita.

Vi rispondo subito, anche se sono sicura che penserete che sia ancora più pazza: ciò che mi trattiene qui, è la speranza... È ciò che mi fa restare qui e accettare un lavoro che non sognavo, che mi fa rinunciare al mio desiderio e trascorrere le notti ad ascoltare i gemiti della casa accanto. La stupida speranza che un giorno lui si svegli e capisca che sono io la donna della sua vita. Oh, Dio. Sembra stupido anche a me. Ma chi dice che io possa rinunciare a quest’uomo?

Ed è per questo che ogni notte vivo lo stesso tormento. Prima la rabbia e poi la frustrazione. Mi alzo e bevo un po’ d’acqua per cercare di calmarmi, perché mi rifiuto di masturbarmi per trovare un po’ di sollievo dal tormento mentre lui fa sesso con qualche ragazza. Così mi sdraio di nuovo sul letto, accendo la televisione, accedo a internet per vedere se c’è qualcosa d’interessante sui social o almeno qualcuno con cui parlare. Mi giro di nuovo nel letto. A volte sono ispirata e scrivo delle canzoni che non canterò mai a nessuno e che esprimono tutto l’amore che provo per questo idiota. E così vado avanti, finché non arriva l’alba, la casa accanto è silenziosa ed io, esausta, riesco a dormire.

Pazza Di Te

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