Читать книгу La Fidanzata Perfetta - A. C. Meyer - Страница 6
Due
ОглавлениеBruno entrò nel ristorante italiano a mezzogiorno e mezzo in punto. Si tolse gli occhiali da sole mentre veniva salutato dall’addetta alla sala e fu condotto al tavolo dove era solito sedersi, in fondo al ristorante, quando ci andava con Jonas. Salutando i camerieri mentre attraversava il ristorante, salutò un famoso presentatore televisivo, seguendo il dolce ondeggiare dei fianchi della bella donna che lo accompagnava. Avvicinandosi al tavolo dove era seduto Jonas, notò che, come sempre, il suo amico era circondato da molte persone. Per lo più donne che desideravano un autografo, un selfie o anche l’opportunità di ricevere un invito o un appuntamento… o, chissà, di trascorrere una notte con la grande stella della televisione.
L’agente osservò il suo cliente e amico, mentre si avvicinava: i capelli castani spettinati e troppo lunghi, la barba da radere, la maglietta nera, attillata sul suo corpo muscoloso, che lasciava intravedere il tatuaggio che copriva gran parte del bicipite e il suo sorriso, il suo marchio di fabbrica, urlavano a gran voce “Canaglia.”
Cattivo. Malvagio.
Con un sorriso che non arrivava ai suoi occhi, Bruno si avvicinò al tavolo, facendosi largo tra la folla.
— Va bene. Grazie a tutti per l’affetto. Sono sicuro che non volete che il pranzo si raffreddi — disse, mentre le persone si allontanavano. E poi strizzò l’occhio a una delle giovani in piedi accanto a Jonas con la scollatura del vestito quasi fino al naso dell’attore.
— Parleremo più tardi, angelo mio. — Sentì Jonas sussurrare alla bionda che fece qualche passo e appoggiò dolcemente le labbra su quelle dell’attore prima di andarsene.
Bruno stava per sedersi quando sentì una voce sussurrare qualcosa.
— Signore, posso fare una foto con lui? — domandò una bambina dai capelli rossi con le lentiggini sul naso, tenendo in mano un cellulare.
Bruno sorrise alla piccola che non doveva avere più di otto anni.
— Certo — rispose, incapace di dire di no a una bambina così carina.
La piccola si avvicinò a Jonas, che la abbracciò e le baciò il viso.
— Mia madre ha detto che non sarei dovuta venire qua, ma io sono la tua fan numero uno — disse la bambina, sbattendo i suoi grandi occhi verdi.
— Veramente? Dì a tua madre che non mi dai fastidio e che potrai venire a parlare con me tutte le volte che vorrai.
La piccola sorrise.
— Mamma ha detto che sei un donnaiolo e che dovrei scegliere un altro attore come mio finto fidanzato, ma nessun altro è carino come te. — I due ragazzi aprirono la bocca increduli. Nel frattempo la bambina continuava a parlare. — Quando crescerò e avrò circa trent’anni, sarai il mio fidanzato? Mio padre ha detto che non posso avere un fidanzato fino a dopo i trent’anni.
Jonas rise e Bruno sollevò il cellulare per scattare la foto mentre rispondeva alla bambina.
— Quando avrai trent’anni, lui sarà vecchio e fuori di testa. Sono sicuro che per allora avrai trovato un fidanzato più bello di Jonas e della tua età.
Bruno scattò la foto mentre la piccola rideva delle sue parole.
— Sei una bambolina — le disse Jonas, facendole scorrere la punta del suo indice sul naso. Lei sorrise e lo ringraziò, prendendo il cellulare dalla mano di Bruno e tornando al tavolo da dove sua madre la stava osservando con attenzione.
— Ci rendiamo conto che la reputazione di un uomo è veramente pessima quando ne parla anche una bambina — sottolineò Bruno, prendendo il menu sul tavolo.
La risata di Jonas riecheggiò nella sala.
Dopo che il cameriere prese le ordinazioni e portò le bevande, vino rosso per Jonas e acqua naturale per Bruno, l’agente iniziò a parlare:
— Amico, sei una mina vagante. Che cosa ti passa per la testa?
— Non ho fatto niente… — Jonas iniziò a parlare ma fu interrotto dal suo amico.
— Non mi prendere in giro. Ti conosco da quando avevamo sette anni e hai baciato quasi tutte le bambine della nostra scuola alle elementari. Sai che ti scuso sempre siccome sei un donnaiolo, ma questa volta hai veramente esagerato, — si lamentò e abbassò la voce. — Dovevi metterti nei casini proprio con la moglie di Daniel Avelar? È uno degli uomini più potenti dell’emittente!
Mentre Bruno si passava la mano tra i capelli scuri, Jonas sollevò il suo bicchiere di cristallo, agitò il liquido rosso e ne inalò l’aroma. Con quel sorriso che incantava dieci donne su dieci, ne bevve un sorso e guardò il suo amico.
—Che cosa ci posso fare se mi desiderava? — rispose Jonas a bassa voce e sfoggiando un sorriso sicuro. — Ed è bellissima… oltre che un uragano e...
Bruno osservò il suo amico con un’espressione annoiata, agitando la mano per farlo smettere di parlare.
— Non mi interessa che fenomeno della natura sia. La tua reputazione è a terra. Hai perso numerosi contratti pubblicitari, ho quasi dovuto implorare Raquel per farle continuare a creare il tuo guardaroba e… — Jonas guardava Bruno con indifferenza, bevendo un altro sorso del suo vino. — Hai perso la parte nella soap delle nove.
— Contatta Aloísio Neto. Ha appena approvato la trama per la prossima soap delle sei. È in costume. Ti vedrei bene nella parte del cavaliere.
— Se non salviamo la tua reputazione entro tre mesi, me ne andrò.
Jonas quasi sputò il vino che stava bevendo.
— Non posso credere che mi abbandonerai solo per questo!
— Non ho detto questo. Ma Mauro è stato molto chiaro. Ho tre mesi di tempo per trasformarti in un vero principe, altrimenti posso dire addio alla mia carriera di agente. E tu, assassino, dovrai trovarti un altro manager.
Jonas si chinò in avanti e mise la mano sul braccio dell’amico.
— Non posso crederci, Bruno... — iniziò a parlare ma fu interrotto dalla luce del flash di una macchina fotografica. — Maledizione! — imprecò, facendo una smorfia.
— Sai che domani sarà pubblicata sulla rivista Spettegolando con il titolo: Attore, presunto donnaiolo, ha una relazione con un bel ragazzo. Maggiori dettagli a pagina due.
I due scoppiarono a ridere e Jonas tornò a sorseggiare il suo vino.
— Sono fottuto.
— Proprio così. Parlo seriamente, Jonas. — L’espressione di Bruno tornò seria. — Devi stare lontano dalle riviste di gossip, dai portali delle notizie sulle celebrità e, soprattutto, dalla rubrica di Bel Dias. È pericoloso.
— È un pettegolo e... — Bruno lo interruppe di nuovo, sollevando la mano.
— È molto pericoloso e renderà pubblici tutti i tuoi segreti. Anche quelli che non sai nemmeno di avere.
I due restarono in silenzio mentre il cameriere si avvicinò per servire i piatti. Jonas prese il primo boccone di pasta e sospirò. Mentre masticava, si protese verso la bottiglia di vino ma Bruno la allontanò.
— No.
— Ma...
— Un bicchiere. Non voglio pensare che tu non ti stia comportando bene. Niente alcolici. Nessuna sigaretta sospetta.
L’attore lo interruppe, annoiato.
— Ho fumato erba solo una volta. Avevo diciotto anni.
— È stato sufficiente per tutta la vita. Niente più feste. Né fare il mangiatore di donne.
— Frutti — Jonas lo corresse.
— Che cosa?
— Vengono chiamate “donne frutta”. *1
— Non mi interessa. Da oggi, farai voto di castità. A costo di dover tagliare il tuo amico.
— Oh, Bruno... Che cosa hai detto?
— Quello che hai sentito. Vivo in funzione tua da anni. Ho rinunciato al mio futuro per occuparmi del tuo. Della tua carriera. — Gli occhi azzurri di Bruno erano scuri come il mare in una notte di tempesta. — Per colpa tua, per rispetto della nostra amicizia, ho accettato di aiutarti e ho finito per essere il tuo agente. Ma se non cambi, sarò io a pagarne le conseguenze.
Jonas spalancò gli occhi sentendo lo sfogo di Bruno e poi distolse lo sguardo. Non era abituato a vedere il suo amico perdere la pazienza in quel modo.
— Va bene. Mi comporterò bene.
Prese un altro boccone, masticando il cibo che adesso sembrava sabbia nella sua bocca. Non voleva danneggiare il suo amico, né la sua carriera… voleva solo godersi la sua gioventù e la vita da single che stava conducendo. Non capiva nemmeno perché la gente fosse così interessata a chi frequentava. Va bene che era un donnaiolo e, nel momento in cui la moglie di uno dei direttori principali dell’emittente televisiva gli aveva sorriso, aveva capito che sarebbe stato un problema. Ma amava le donne e non poteva resistere al loro fascino.
Jonas sollevò lo sguardo e vide che Bruno era intento a leggere qualcosa sul suo cellulare. Nonostante fosse ben vestito, come sempre, sembrava stanco. L’agente si accigliò e storse la bocca, fissando il display.
— È successo qualcosa? — domandò Jonas, richiamando l’attenzione di Bruno.
— Mel mi ha inviato delle informazioni su alcuni tuoi contratti. È riuscita ad annullare la cancellazione della campagna del marchio di jeans. —Sospirò. — Un problema di meno.
Continuarono a mangiare, parlando di amici in comune, di calcio e dei contratti di lavoro confermati dopo lo scandalo. Uscendo dal locale, Bruno fece di nuovo delle raccomandazioni al suo amico.
— Amico mio, per favore. Stai lontano dai guai. Mi fido di te.
Jonas annuì.
— Che cosa faremo per cambiare questa situazione? Hai qualche idea?
Bruno si passò la mano sui capelli e sospirò, frustrato.
— Per ora dovrai essere molto discreto. Scomparirai per un po’. Tra qualche giorno il tuo nome non sarà più associato a nessun pettegolezzo e la gente inizierà a dimenticare. Questa settimana abbiamo una riunione con dei dirigenti della TV via cavo. Speriamo che abbiano una proposta interessante… Forse una serie?
— Mi piacerebbe condurre un programma — disse Jonas, con lo stesso sorriso che era solito sfoggiare quando voleva qualcosa… o qualcuna.
— Dopo questo scandalo non ti assumerebbe neanche il canale delle televendite per presentare i gioielli mediorientali per sei ore di fila, senza neanche la pausa per andare al bagno. — I due risero e si strinsero le mani. — Prenditi cura di te. E per l’amor di Dio, stai lontano dai guai.
Jonas annuì e si diresse verse il parcheggio mentre Bruno pregava che nessun culo con la gonna apparisse lungo il tragitto dell’attore verso casa. Tutto ciò di cui aveva bisogno era tenersi alla larga dalle tentazioni.