Читать книгу Hades Online: Succube 2 - Alex Itsios - Страница 7
CAPITOLO 3
ОглавлениеRitorno al quartier generale, alla mia tenda, dalla mia squadra, con la consapevolezza di aver fatto il mio dovere. Farò ciò che mi è stato ordinato; credo a Calisto e andrà tutto per il meglio. Nel frattempo, le mie ragazze si stanno ancora lamentando per gli ordini ricevuti, così come hanno fatto da quando glieli ho comunicati.
“Non avremo neanche la possibilità di vedere che aspetto ha questa demoniaca succube, figuriamoci di ucciderla.” Ringhia Melyne scuotendo rabbiosamente la rossa capigliatura, mentre cammina nervosamente al centro della nostra tenda. Ha un aspetto minaccioso nonostante non sia armata e indossi solamente la tunichetta.
Iolanthe è distesa sui cuscini, allungata in tutta la sua femminea gloria. I lunghi capelli bianchi sono raccolti in una coda che le raggiunge e supera il punto vita. Non è meno irritata della situazione, ma, tra tutte, è quella che mostra meno il suo lato emotivo. Anche lei ha, però, la sua dose di lamentele da condividere.
“Questo sarebbe l’ordine? Combattere i goblin e gli altri mostriciattoli mentre gli idioti combattono nei pressi della fortezza?” si lamenta. “Abbiamo fatto così tanto per salire di Livello e sfrondare il numero di quelle creature e ora quell’armata di senzacervello avrà per prima la possibilità di ucciderla al posto nostro? Amyndas ha mai davvero avuto intenzione di farci guadagnare il premio che ci ha sventolato in faccia? Questo è un assegnamento del cazzo!”
“È completamente ingiusto” aggiunge la minuta Rena dall’alto del suo sgabello. “Amyndas ci ha promesso che, chiunque fosse riuscito nel compito di uccidere la demonessa, sarebbe diventato secondo solo a lui. Scommetto che potrei farci arrivare alla fortezza senza neppure la necessità di un assedio. Ci sta punendo per la nostra bravura! Dovremmo essere noi a dirigere la carica!”
Elenya concorda con la sua opinione mentre lucida il suo scudo, con colpi nervosi.
Sì, le mie ragazze sono ancora incazzate e si rivolgono a me per avere il mio supporto. In questo momento la mia leadership è messa alla prova. È compito mio rassicurarle con il mio autocontrollo, con la mia forza e facendo loro sapere che non permetterò che ci freghino da sotto al naso quello che ci è stato promesso.
“Sì, sappiamo tutti il valore che Amyndas dà alla sua eliminazione. Ed è chiaro, ormai, che non ci verrà data l’opportunità di ucciderla” concordo. “Farò del mio meglio per capire come potremo comunque avere la nostra possibilità. Ma ricordate, dovremo anche affrontare alcune tra le più potenti creature che Calisto chiamerà in suo soccorso, e non sarà affatto facile.”
In cambio ricevo bronci e sbuffi. Okay, devo fare di meglio.
“Probabilmente l’assedio fallirà,” continuo, “il castello è enorme e anche se attaccheranno i punti più vulnerabili, scommetto che la demonessa riderà di loro e li contrasterà con le difese che ha a sua disposizione. E più saremo forti, più saremo in grado di distruggerla quando sarà il momento.”
Per quanto possano valere i “Livelli di Minaccia” qui, io sono vicino al 20 e ognuna di loro ha già superato il 10. Calisto è comunque sempre di livello 100, quindi ne hanno ancora di strada da fare se vogliono riuscire a catturarla e a sopravvivere.
Il mio discorso migliora le cose. Almeno le ho rassicurate che la pensiamo tutti nello stesso modo.
In ogni caso c’è una tra di loro che ha deciso di dare sempre più di quanto riceve, si tratta di Rena. Quella notte viene da me e mi si offre proprio come ha già fatto in precedenza. Lo apprezzo molto.
Rena è di fronte a me, sdraiato sulla mia branda. Inizia a spogliarsi. Il mio sguardo indugia sul suo seno e scende lentamente verso la zona in mezzo alle sue gambe. Normalmente non è così audace, è una piacevole sorpresa. I capelli intrecciati lasciano alcune ciocche sfuggire libere sulla schiena. Scivola su di me, il suo volto illuminato dalla fiamma di una candela, inizia a slacciarmi i pantaloni e la tunica.
Il suo stomaco mi preme contro l’uccello, e la mia erezione crescente cattura la sua attenzione. Rena mi guarda negli occhi con un sorriso, finisce di spogliarmi, getta i miei vestiti di lato e si posiziona sopra di me. Sospiro appena mentre lei, intrecciando le sue dita alle mie, muove i fianchi, sopra di me. Anche se il suo corpo non è quello di un’incantevole succube, è adatto a soddisfare i bisogni che la mia padrona lascia insoddisfatti. È calda e mi stuzzica muovendosi sopra di me.
Le afferro i piccoli seni tra le mani, sfiorando i minuscoli capezzoli con i pollici. Rena arrossisce e si volta. Mi dimenticavo che, a letto, Rena è più timida delle altre. Il contrasto con Calisto è impressionante. Calisto è orgogliosa, sicura di sé, e ama mettere in mostra il proprio corpo. Rena è a suo agio con il proprio corpo ma non è così sfrontata e orgogliosa come la mia demonessa. I suoi occhi fissano il mio petto o restano chiusi mentre mi tocca. Rena si china in avanti per baciarmi e io le afferro il culetto con le mani. I suoi baci, dolci ed esitanti mi rendono impaziente. La prendo per la nuca e, praticamente schiaccio la sua bocca con la mia, invadendola con la lingua. Per un attimo, si ritrae dall’aggressione, ma si abitua presto al ritmo. Adesso siamo sulla stessa onda, il suo corpo si struscia contro di me con mosse rapide e intense. I suoi capezzoli contro il mio petto e con la fighetta si sfrega su di me, titillandomi. Il contatto fisico è delicato, mi sfiora appena in modo molto piacevole. Scalpito, la mia impazienza ha la meglio. Le afferro nuovamente il culo e la giro in modo che sia sotto di me. I suoi occhioni mi fissano con un misto di confusione e piacere, ma non si oppone al mio desiderio.
Scruto brevemente il suo corpo. Sebbene sia attraente, non mi soddisfa del tutto. Una crescente e pura fame che non può essere soddisfatta. Le sollevo le caviglie sulle mie spalle e affondo profondamente dentro di lei.
Chiudo gli occhi e mi lascio andare al ritmo impazzito e disperato che desidera il mio corpo. Mi sfuggono gemiti quasi incontrollati mentre sbatto ripetutamente dentro di lei. Rena si contorce e mugola sotto di me. Il mio corpo si rilassa un po’ al percepire la sua umidità. È stretta e ferma attorno a me, anche se il resto del suo morbido corpo femminile soccombe al mio intenso desiderio, si aggrappa alle mie braccia per sostenersi. Sento le sue piccole unghie penetrarmi la pelle e il dolore mi scatena qualcosa dentro. Con tutta la forza e con tutto il mio vigore mi muovo dentro il suo corpicino per andare il più in profondità possibile. Vedo quasi l’impronta del mio pene attraverso la sua pelle tesa come se potesse passarci attraverso in qualunque momento.
Mi sento come se stessi cercando sollievo ad un prurito, come se ad ogni spinta stessi grattando via quella sensazione. Anche se ho gli occhi chiusi e il suo corpo mi regala piacevoli sensazioni al tocco, un generale senso di insoddisfazione emerge dal profondo. La mia impazienza e frustrazione diminuiscono e mi spingo più a fondo dentro di lei.
I gemiti si fanno più tremolanti mentre la sbatto, le stimolo il clitoride con la mano. Con la punta delle dita lo sfioro con movimento circolare, guardando il suo viso, leggermente scostato di lato; mi guarda attraverso la frangia scompigliata. Si morde il labbro inferiore mentre si inturgidisce. Ho la conferma che la sto facendo godere, anche se continuo a sentire un vuoto in me.
Intuisco che sta per venire e uso tutta l’energia che ho per farle raggiungere l’orgasmo.
Le sue cosce iniziano a tremare e i gemiti di Rena si fanno più tremolanti, le sue labbra si distendono in una larga O mentre gode. Sento le sue pareti contrarsi attorno a me e finalmente inizio a sentire la positiva e piacevole sensazione crescermi dentro. Uso questa energia per pompare più a fondo e per riversarle dentro il mio seme spruzzando ad ogni contrazione. Resto dentro di lei quando ho finito, cercando di aggrapparmi ai pochi secondi di estasi che ho vissuto. Entrambi abbiamo bisogno di diversi istanti per riprenderci, mentre siamo ancora uniti. Mi ritraggo da lei e le crollo a fianco per riprendere fiato.
Quando anche lei si è ripresa, Rena si solleva sul gomito a fissarmi. Ha lo stesso sguardo analitico di quando indaga e perlustra durante le missioni. Non sono abituato a quell’espressione e le rispondo con un sorriso stanco.
“Cosa c’è?” le chiedo.
La domanda la coglie di sorpresa, scuote la testa. Quando riappoggia la testa sul mio petto ha di nuovo l’abituale espressione timida.
“Niente. È solo che mi sembravi…diverso, questa volta.” Osserva.
“Diverso?” le chiedo.
“Sì, Come se fossi…stufo di me, o qualcosa di simile.” Mi dice con voce triste.
Abbraccio strettamente il suo corpo minuto e la sento rilassarsi contro di me.
“Sciocchezze” insisto.
Resto sdraiato a pensare a Rena, raggomitolata contro di me; il suo corpo caldo, il suo petto nudo che mi preme sul fianco ad ogni respiro.
Il sesso con lei è totalmente l’opposto di quello che provo con la succube. Ma, nonostante tutto, di sicuro mi aiuta a distogliere il pensiero da Calisto, almeno per un breve periodo. La succube prende, Rena dà, entrambe le cose mi procurano immenso godimento. Ma anche le cure di Rena hanno effetto solo per un breve periodo e sento ancora l’urgenza di agire per colei che stringe la mia anima tra sue mani.
Non riesco proprio a mettere a tacere la fitta di preoccupazione per la battaglia che sta per arrivare, e per Calisto che, forse, non è pronta ad affrontare le forze che gli emissari dispiegheranno in massa.