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CAPITOLO PRIMO. — IO!

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Cavalier Ginetto Sconer, fisonomia rosea, da cui spira intelligenza e coraggio; capigliatura solida, denti solidi, tutto solido.

Questo sono io!

In questa valle di dolore e di lagrime ho l'onore di trovarmi bene.

Quando io viaggiavo ancora con la marmottina dei campioni, i clienti mi dicevano: «Voi, signor Sconer, fate molto onore alla vostra Ditta». In realtà la mia presenza è stata sempre molto distinta.

Peso controllato, kg. 80.

Ed ora passiamo all'esposizione morale. Anche il morale è molto favorito. Io sono uno spirito equilibrato e sereno, e questo mi piace, [pg!2] perchè la Fortuna dà le sue preferenze alle persone equilibrate e serene. Però non è vero che io sia così insensibile che se ricevessi una pedata nella sedicesima lettera dell'alfabeto, il mio volto non tradirebbe nessuna emozione. Questa è stata una volgare facezia di Lionello.

Certamente non sono eccitabile. Gli individui eccitabili vivono poco. Achille, personaggio eccitabile, è morto giovane. Questa sentenza si legge nel libro di réclame della nostra Ditta: Come devo preservare la mia vita.

La parte scientifica del libro è stata affidata al dottor Pertusius; ma la parte morale è di mia creazione.

— Realmente — mi osservava il dottor Pertusius — gli individui eccitabili, sensibili, vivono poco, oltre che vivere male, perchè sperperano troppa energia vitale.

— Allora diciamo vitalina — dico io.

— Ma la vitalina non esiste! — dice il dottore.

— Non importa, la creiamo noi: vitalina, alcaloide della vita, produzione della Ditta.

— È un bluff — dice il dottore.

— E per questo? Il bluff ha la sua ragione di esistere in quanto esistono le persone capaci di farsi bluffare.

Il dottore aveva scritto: evitate i dolori morali! [pg!3] Ed io vi ho aggiunto: «quando i dolori vanno a passeggio per il marciapiede di destra, non c'è motivo plausibile perchè voi non preferiate il marciapiede di sinistra».

— Ma lei — mi disse il dottore — non tiene conto che della sua sacra persona!

Rimango stupito dell'intonazione ironica.

— Ma questo è un dovere, caro dottore.

Una signora, mia cliente, mi osservava che il prezzo della mia Violetta ideale è un po' caro.

— Mia signora — ho risposto — se io vendessi per meno, forse avrei più guadagno: ma le signore eleganti come lei diserterebbero il mio negozio: e se rivelassi che si chiama ideale perchè la violetta non c'entra, ma c'entra il catrame, la comprerebbe lei?

— Lei è poco onesto! — mi dice la signora.

«E lei che vende la sua gallina anziana per pollastrina novella, è forse onesta?»

Questa era la risposta da dare se non fossi un gentleman. Ah, sì! Io sono anche troppo scrupoloso; e quando penso a certi tremendi uomini d'affari, non posso a meno di dire a me stesso: «Tu, Ginetto, sei un modesto sì, ma perfetto galantuomo,» che è sempre una bella qualità.

Quando poi penso che venti anni fa sono entrato in commercio senza l'esposizione di un centesimo, [pg!4] ed ora sono gerente della Società in accomandita X*** e Compagni; sono consigliere di amministrazione dell'anonima Y***, e come tale dispongo di molta influenza personale per operazioni di credito, non posso a meno di dire a me stesso: «Ginetto, tu sei un bravo ragazzo!»

Una favorevole combinazione mi ha permesso, di recente, di essere proprietario di una palazzina di stile rococò, collocata in uno dei quartieri più moderni della città. I due piani superiori sono affittati a inquilini selezionati e tranquilli. Il rez-de-chaussée, con annesso giardino, è riservato per me. Ho pavimenti tirati a lucido, salle à manger, stile renaissance, salotto stile Louis Kenz! La camera da letto è in istile impero con lettino di mogano, e annesso gabinetto di toilette, stile liberty. Sopra il letto pende un arazzo con la sacra famiglia, dipinta da un distinto pittore. La mia governante si chiama Desdemona. Essa è stata per tanti anni al servizio di una casa principesca, e il suo aspetto incute una certa soggezione. Benchè molto riservata, tuttavia si è permessa questa osservazione: — Lei, signor cavaliere, potrebbe formare la felicità di tante signorine!

— Voi ne siete convinta?

— Certamente, signore.

[pg!5]

*

La regolarità è una delle mie qualità più notevoli. Esco di casa al mattino alle dieci, accuratamente sbarbificato; la cravatta, il colletto in ordine, perchè questo non soltanto è un dovere di una individualità distinta verso se stesso, ma è anche una necessità per chi ha molto personale alla sua dipendenza. Attendo ai miei affari, e alla sera rientro per il pasto nella mia proprietà. Quando guardo e tocco la mia proprietà, ho la perfetta sensazione di vivere. Spesso convito gli amici, fra i quali Lionello, che è un bel ragazzo, biondo anche lui e autore di libri assai in voga. Egli mi diceva giorni fa:

— Io non capisco: io sono uno dei pochi uomini di genio che siano in Italia; eppure non ho mai la disponibilità di mille lire.

— Vedi — gli ho risposto —, io e tu siamo due artisti, e abbiamo tutti e due la sensazione esatta del pubblico: tu gli dài i tuoi libri; io i miei prodotti. Io e tu guadagniamo: ma il denaro ubbidisce ad una sua legge, cioè rifugge da alcuni individui....

— Come sarei io —, dice Lionello.

— Press'a poco; e affluisce verso altri individui, benedetti da Dio.

[pg!6] — Come saresti tu —, dice Lionello.

— Press'a poco —, dico io.

— Facciamo cambio —, dice Lionello.

— Non si può, perchè bisognerebbe che tu ti mettessi dentro di me, e io dentro di te. Tu sei nato per consumare, e io per accumulare. Ma tu sei molto più felice del povero Ginetto, perchè tu, quando sarai morto, lascierai il tuo nome alle tavole immortali della gloria; e io, il mio capitale a chi lo lascierò?

— Lascialo a me —, disse Lionello.

— Perchè no, amico mio? Sono certo che nessuno, meglio di te, saprebbe farne un uso veramente simpatico; ma non si può, perchè tu, Lionello, morirai prima di me, perchè consumi troppa energia vitale. Io sono, invece, destinato a vivere almeno sino ai novantanove anni; e accumulare, accumulare, accumulare sempre, secondo la volontà del Signore.

Io cerco moglie!

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