Читать книгу Ombra Di Morte - Amy Blankenship, Amy Blankenship - Страница 4

Capitolo 2

Оглавление

Aurora inalò il respiro tremante dello sconosciuto, facendo scivolare le dita tra i suoi capelli setosi per afferrarlo e tirarlo ancora più a sé. Piegò la testa all’indietro quando il suo braccio la circondò come un nastro d’acciaio e la strinse a lui. Il suo atto di forza non la spaventava... contribuì soltanto a renderlo più reale ai suoi occhi.

Michael la bloccò contro il muro di mattoni mentre approfondiva il bacio. Poteva sentire il suo seno sfiorargli il petto mentre lei iniziava a muoversi contro di lui ad un ritmo molto seducente, ma non quanto i versi che emetteva mentre lo baciava.

Per un attimo Michael si chiese se lei fosse una specie di demone che si nutriva di sesso, poi scacciò il pensiero. Al momento non gli importava... se era quello che voleva allora l’avrebbe nutrita a sufficienza.

Muovendo la mano lungo la sua coscia, la prese in braccio e le spostò le gambe finché non furono avvolte saldamente attorno alla propria vita. Quando la sua mano scivolò sotto la gonna per sorreggerla gli mancò il respiro, sentendo il suo sedere nudo sotto le proprie mani.

Michael ringhiò, spingendosi contro di lei. Non sarebbe potuto essere più eccitato mentre si premeva contro il suo nucleo, sentendo il suo calore attraverso i vestiti.

Aurora era inebriata dalla sensazione di essere baciata così ferocemente e dominata dall’unico caduto maschio che avesse mai incontrato. Passandogli la mano sul petto si stupì dei muscoli scattanti nascosti dalla camicia. Per la fretta non perse tempo a scoprire ciò che era nascosto lì... il suo vero obiettivo era più in basso.

Allungò una mano e afferrò la dura erezione che trovò lì. Pulsava contro la sua mano impaziente e lei emise un suono strozzato in gola. D’istinto, si alzò e liberò rapidamente la sua virilità dai pantaloni. Con una sola mossa lo tenne lì dove voleva che fosse.

Michael si ritrasse dal bacio e la guardò negli occhi mentre la propria erezione pulsante premeva contro la sua apertura calda e tesa. Rimase senza fiato quando quella tensione avvolse e risucchiò la punta del suo membro con una lentezza inquietante. Si guardarono a vicenda quando lei gli afferrò le spalle per fare leva e si spinse verso il basso, affondando su di lui.

L’aria tornò nei polmoni affamati di Michael quando lui si spinse verso l’alto per penetrarla ancora più a fondo. Ma lei aveva una vaga idea di cosa gli stava facendo?!

Spingendosi in avanti Michael la intrappolò contro il muro, affondandole il viso nella curva del collo quando le sue zanne si allungarono improvvisamente. Le ringhiò forte all’orecchio e la sollevò, lei si ribellò per quella separazione e si sforzò per abbassarsi di nuovo. Roteò i fianchi e si fiondò su di lui, annientando tutto il controllo che era rimasto in Michael.

Sbattendo i palmi contro il muro lui spinse al suo stesso ritmo, ignorando il treno che stava arrivando.

Serrando le labbra in modo che lei non vedesse le sue zanne, Michael si scostò un po’ e la osservò in estasi, mentre il vento della metropolitana le faceva ondeggiare i capelli intorno al suo viso angelico, e le sue grida si mescolavano al rumore tonante del treno che passava. La sentì pulsare attorno al proprio membro quando arrivò, e lui capì che quella visione gli sarebbe rimasta impressa per sempre nella mente.

Aurora premette la schiena contro il muro tenendogli una mano sulla spalla e muovendo l’altra verso un tubo che sporgeva dal muro di sopra di lei. Usandolo a proprio vantaggio si abbassava e si sollevava, costringendo Michael ad un ritmo forsennato.

Era diverso da come lo aveva fatto con Samuel. Questa volta non aveva dovuto lottare per poi perdere, né era stata sedotta al punto da arrendersi per permettere la violazione del proprio corpo.

Strofinandosi su di lui fu pervasa da dolci onde di dolore e inquietante piacere che la fecero contrarre. Lo sentì pulsare dentro di sé nello stesso modo in cui aveva pulsato nel proprio palmo, ma quell’incredibile sensazione era dieci volte più forte. Incapace di trattenersi, piegò la testa all’indietro e gridò, lasciando che il suono scomparisse con il treno che rombava.

Michael le sfiorò il collo con le labbra, aumentando il ritmo che lei aveva desiderato sin dall’inizio. Quando lei premette il collo contro le sue labbra lui si ritrasse, prima di sfidare il destino, e le infilò la mano sotto i capelli per afferrarle la nuca. Usando l’altro braccio la intrappolò, bloccando i suoi movimenti per poter intraprendere un ritmo lento e costante.

Dopo solo un paio di spinte strazianti lei si liberò dalla sua presa e lo dominò ad un ritmo frenetico... sopraffacendolo completamente. Michael si sentì risucchiare dentro di lei e ringhiò mentre cercava di trattenersi. Quando lei si contrasse e si sollevò, lui la afferrò e la spinse giù mentre lei arrivava.

Aurora piegò la testa all’indietro e si inarcò... questa volta non emise alcun suono perché era senza fiato, e fu inondata dall’estasi.

Prima di riuscire a trattenersi, Michael affondò le zanne affilate nel suo collo, escoriando la pelle mentre arrivava in modo violento, facendo esplodere il proprio seme caldo dentro di lei.

Aurora sussultò e aprì la bocca quando sentì le sue zanne. Anche Samuel l’aveva fatto, nutrendosi del potere del suo sangue. Il suo primo istinto fu quello di lottare, ma l’improvvisa scarica di orgasmi sconvolgenti non glielo permise. Gemette per il piacere accecante, rendendosi conto che lui non era un caduto.

Michael sentì i loro cuori iniziare a battere all’unisono quando risucchiò la sua essenza vitale. Si sentì disorientato quando il sangue di lei entrò in circolo nelle proprie vene, scatenando in lui qualcosa di cui non era a conoscenza. Ritraendo le zanne, il rumore del loro respiro affannoso riempì il silenzio assordante.

Aurora gli afferrò la parte anteriore della camicia e fissò quei brillanti occhi color ametista, sentendosi tradita mentre il potere di lui aumentava. Non fidandosi di ciò che stava accadendo, usò ogni grammo di forza che aveva e lo spinse via, facendolo finire oltre la ringhiera.

Strinse tra le dita il pezzo di stoffa strappato dalla sua camicia, poi guardò alla sua sinistra quando sentì un altro potere avvicinarsi ad un ritmo pericolosamente veloce. Le sfuggì un singhiozzo che riecheggiò nel tunnel quando sentì le pulsazioni dell’orgasmo che non aveva avuto abbastanza tempo per essere soddisfatto.

Michael colpì il binario elettrificato così forte che, per un attimo, rimase disteso lì, ancora in preda alle conseguenze provocate dal sangue di lei. La corrente elettrica non era niente per lui, si aggiunse soltanto al ronzio frenetico che lui sentiva già. Il mondo intorno a lui pulsava con il battito del suo cuore mentre si rialzava lentamente.

Guardando la ringhiera rotta ringhiò non vedendo più lei. Girandosi intorno, il suo ringhio si intensificò quando non la trovò da nessuna parte.

“No!” Michael ruggì e strinse i pugni, non capendo ciò che era appena accaduto e non contento di ciò che stava ancora accadendo.

Volgendo lentamente lo sguardo nella direzione da cui era venuto, percepì una lieve scintilla e corse più veloce che poté. Attirando le ombre attorno a sé, superò gli esseri umani nella stazione e percorse le scale fin quando non fu investito dalla luce del sole.

Michael rimase senza fiato quando il dolore lo bruciò e gli ci volle un po’ per capire che era un effetto del sole. Combattendo il dolore fece per toccarsi il ciondolo in confusione, poi ringhiò quando non lo trovò.

Proteggendosi gli occhi sensibili, rientrò nella stazione e si appoggiò al muro, desiderando che il mondo smettesse di girare un attimo solo per fargli schiarire la mente. Non era stato il sole... era stato il sangue di lei.

Guardando verso l’uscita si chiese se lei sapesse che cos’era il ciondolo per lui e se glielo aveva preso per impedirgli di seguirla.

Prendendo il cellulare dalla tasca, Michael lo guardò quando lo sentì scricchiolare nella propria mano. Non credendo ai propri occhi, concluse che forse aveva bisogno di rinfrescarsi e aspettare che il sole tramontasse. Ritornando nel punto in cui avevano fatto l’amore, si guardò intorno per cercare qualsiasi indizio della sua provenienza, visto che era comparsa all’improvviso.

L’intersezione si suddivideva in cinque cunicoli ma soltanto due erano da quel lato. Non trovando alcuna traccia del suo passaggio afferrò il guardrail, cedendo alla rabbia. Strappandolo via dal cemento lo lanciò così forte verso uno dei tunnel che, quando finalmente incontrò un ostacolo contro cui schiantarsi, l’eco fu a malapena un sussurro. Come aveva osato fargli questo e poi sparire come un fantasma...

Sentendo il proprio potere pulsare di nuovo in modo inquietante, alzò lo sguardo e notò il tremolio della luce lungo uno dei due tunnel. Non era una sola luce a tremolare, ne erano tante... era come un’ondata di oscurità diretta verso di lui.

Gli occhi ametista di Michael brillarono e le sue zanne si allungarono proprio quando l’oscurità lo assalì e una mano possente lo afferrò alla gola.

Le labbra di Samuel accennarono un ghigno quando lui guardò l’uomo. S’incuriosì subito poiché stava usando tutta la sua forza solo per tenerlo fermo lì. Aveva seguito Aurora da quando erano usciti dalla crepa ma, ogni volta che le si avvicinava, lei lo respingeva con quella dannata spada e fuggiva. Non poteva evocare la spada nel mondo dei demoni ma, giungendo in questo mondo, aveva in qualche modo sbloccato il suo potere.

Adesso sembrava aver adottato una nuova tattica per evitarlo... nascondersi nelle zone in cui gli altri demoni stavano ancora combattendo. Non gli era rimasta altra scelta che aiutarla ad uccidere i demoni che le si avvicinavano, nel caso in cui uno di loro fosse abbastanza forte da rivendicare ciò che gli apparteneva.

I suoi occhi scuri si concentrarono su quello che credeva fosse un vampiro maestro che odorava di sesso e del sangue di Aurora.

“Vedo che hai trovato la mia Aurora.” Samuel inalò l’odore persistente di un accoppiamento passionale e sentì l’afflusso dei propri ricordi nutrire la gelosia. Voleva sapere come aveva fatto quell’uomo a sfuggire alla sua spada. “Sento il suo odore su di te.”.

Michael sogghignò, ringraziando silenziosamente il demone per avergli detto il nome della donna che lo aveva abbandonato. Sentendo la propria gelosia emergere, rispose con voce fredda “Non mi sembrava che fosse tua quando, pochi minuti fa, ero dentro di lei.”.

Samuel socchiuse gli occhi, nascondendo le proprie intenzioni più oscure “Pensi di poter prendere il mio posto facendo l’amore con lei una volta? È mia da oltre mille anni e un incontro nella metropolitana non infrangerà il diritto che ho sul suo corpo.”.

Michael sentì una rabbia innegabile pervaderlo mentre immaginava Aurora con quel demone. Gli era stato insegnato che era peccato mettersi tra un uomo e la sua compagna ma quello non era un uomo e, al momento, non gliene importava affatto.

Samuel si bloccò quando gli occhi dell’uomo iniziarono a brillare pericolosamente e un potere a lui sconosciuto gli solleticò la mano nel punto in cui lo stava toccando. Sarebbe stato un errore mostrarsi impaurito.

Sporgendosi, Samuel fece un sorrisetto e mentì “Se lei è rimasta così colpita allora perché ti ha lasciato per venire a cercarmi?” Si rese conto del proprio errore quando il tunnel iniziò a tremare sotto i suoi piedi e capì che la causa di quel terremoto era proprio davanti ai suoi occhi.

Michael sentì la pelle iniziare a formicolare come quando aveva colpito la ringhiera prima... e la cosa gli piaceva. Sentendo il rombo di un treno in avvicinamento, rivolse al demone un sorriso agghiacciante e poi lo spinse all’improvviso. Il sorriso di Michael si oscurò quando il demone finì oltre la ringhiera, dritto davanti al treno.

Esso si scontrò con il mezzo ma, in una frazione di secondo, Michael vide che il demone si era girato e si era aggrappato al treno come per farsi dare un passaggio. Prima di riuscire a seguirlo e finirlo, Michael sentì la terra tremare e muoversi proprio mentre un pezzo di cemento si schiantò accanto a lui.

Ignorandolo, volse lentamente il proprio sguardo furioso nella direzione in cui il treno aveva portato il demone. Non gli importava se il mondo sarebbe crollato, avrebbe prosciugato ogni goccia di sangue da quel figlio di puttana. Muovendosi più velocemente del treno, si schiantò contro una fiancata, così forte da farlo oscillare sui binari.

Prima di potersi arrampicare sul tetto, sentì qualcosa sbattergli contro la schiena e lottò contro il dolore bruciante, cercando di liberarsi da qualunque cosa fosse.

Syn aveva sentito il sole sfiorare la pelle di Michael e aveva usato il legame per raggiungere rapidamente suo figlio. Arrivò giusto in tempo per vedere Michael attaccare il treno e il suo sorriso oscuro gli fece capire tutto quello che c’era da capire... Michael aveva appena affrontato il suo vero potere e non lo stava gestendo molto bene.

Andando dietro di lui, Syn estrasse un eliotropio dal proprio bracciale e glielo affondò nella schiena, spingendolo tra la carne e il sangue. Lo tenne fermo mentre affondava la gemma dietro il suo cuore, quasi come Michael aveva fatto con Kane.

Il tunnel iniziò a vibrare attorno a loro per la rabbia di Michael, e Syn pensò subito ad un riparo in cui portarlo se non avesse controllato la sua rabbia. Piantando i piedi contro la fiancata del treno, si spinse via portando Michael con sé. Cercando di stordirlo per calmarlo, Syn lo sbatté contro il muro così forte da lasciare un buco ma Michael lottava ancora freneticamente.

Sentendo quella rabbia acquistare forza, Syn sospirò stancamente prima di afferrargli il collo... piegandolo.

Afferrò il corpo inerte di Michael e lo prese tra le braccia. Percorrendo qualche metro fino ad un incavo nascosto nel buio, Syn portò Michael nella sala di manutenzione più vicina e forzò la porta. Lo adagiò a terra e lo guardò per un momento, prima di lasciarlo lì.

Chiudendo la porta dietro di sé, si voltò e vi posò il palmo, ergendo una barriera contro i demoni, in modo che suo figlio non venisse disturbato. Non poteva aiutarlo a guarire... serviva tempo perché quel tipo di rabbia svanisse.

Sogghignò, sapendo che la femmina di caduto aveva destabilizzato il mondo di Michael, poi si accigliò guardando di nuovo nella direzione in cui si trovava Angelica. Il mondo di Michael non era l’unico ad essere stato destabilizzato.

*****

Shadow era nascosta nella prigione che si era creata da sola, nel labirinto delle creature della notte chiamato “regno degli spiriti”. Poteva anche essere intrappolata lì in quella dimensione alternativa, ma ciò non significava che doveva rendersi oggetto dell’attenzione indesiderata di Deth o dell’orda di demoni che lui aveva portato con sé.

Le mancava quel mondo vitale che adesso era da qualche parte dall’altro lato della sottile barriera che separava i due mondi. Superare quella barriera era piuttosto doloroso ma lei lo avrebbe fatto senza pensarci due volte, se Deth glielo avesse permesso. Il problema era che lui non glielo avrebbe mai permesso.

Vide Deth dare ancora una volta un po’ del proprio sangue a Myra, faceva parte dell’accordo che aveva stretto con la donna prima di ucciderla nel mondo umano. Come promesso, l’aveva risvegliata dalla morte, ma era un processo lento perché quel demone geloso aveva preteso di essere l’unico a nutrirla.

L’unica cosa positiva per la donna era stata la sua permanenza di appena un paio d’ore tra i morti. Quel risveglio non era niente in confronto al processo che servirebbe ad uno zombie per riformarsi dopo essere stato nella tomba per anni, o addirittura secoli. Shadow sospirò per la noia, sarebbe stato più divertente vedere l’erba crescere.

Per come la pensava lei, i demoni stupidi meritavano umani stupidi. Era stata testimone dell’accordo... anzi, di entrambi gli accordi. Quello che Deth aveva proposto a Myra quando lei aveva partorito la loro figlia mezzosangue, e quello che Myra aveva proposto a Deth per concedergli almeno una delle due cose che voleva.

Ottenere metà di ciò che si vuole non ha mai reso felice nessun demone. Invece di vedere il bicchiere mezzo pieno, per Deth era sempre mezzo vuoto.

Shadow ricordò che lui e Myra avevano iniziato a combattere piuttosto pesantemente all’epoca. Myra trascorreva la maggior parte del tempo a fuggire dall’errore che aveva commesso, ma non era mai riuscita a seminare il demone, che seguiva il suo odore. Più lei lo combatteva, più Deth la voleva.

Shadow scosse la testa, rendendosi conto che gli umani e i demoni erano molto più simili di quanto pensassero. Stanca della guerra tra loro, Myra alla fine aveva smesso di fuggire e aveva proposto un patto a Deth.

Il primo accordo fu che Myra sarebbe stata la sua amante ogni volta che lui lo desiderava, a patto che lui stesse lontano dalla bambina. Deth era sotto l’influenza della fame di Myra quando aveva accettato, proprio come un umano che pensa in modo sbagliato.

Il secondo accordo fu comunque interessante. Deth minacciò Myra che, se non avesse potuto sorvegliare né vedere Tiara, allora avrebbe mandato qualcuno per farlo al suo posto... l’accordo non lo vietava. Myra si fece prendere dal panico e tentò di stringere un altro accordo con il suo amante demoniaco. Era incredibile, non era mai riuscita ad imparare a non fidarsi di un demone, anche se aveva studiato meglio quell’accordo finale.

Myra accettò di entrare nel mondo dei demoni e che Deth la risuscitasse, a condizione che lui fosse rimasto lì con lei. Shadow sapeva che era l’ultimo passo per assicurarsi che Deth non mettesse mai le mani su Tiara, “la piccola principessa”.

Shadow suppose che Myra amasse Deth almeno un po’, ma non era per quello che aveva stretto il patto... se la donna fosse stata abbastanza potente lui sarebbe andato incontro alla propria fine già prima di stringere il primo accordo.

Anche Deth era stato più intelligente, la seconda volta, e aveva rivisto l’accordo prima di accettarlo. Si era assicurato che Tiara avesse il protettore che lui voleva, prendendo l’anello di Shadow e facendone una copia usando il suo sangue di creatura della notte. Secondo l’accordo, Deth avrebbe indossato la copia e Tiara avrebbe potuto scegliere un umano che indossasse l’anello vero, in modo che lui avesse potuto controllarlo con l’incantesimo vincolante.

Shadow, più di chiunque altro, conosceva i segreti che nascondeva l’anello vincolante egiziano. Si accigliò pensando all’umano che adesso, indossandolo, era intrappolato nel gioco di Deth.

Tramite gli anelli avveniva la vera connessione tra Deth e sua figlia. Grazie ad essi lui poteva tenerla d’occhio da lontano. Semmai Tiara avesse incontrato un nemico che l’avrebbe battuta, allora l’anello lo avrebbe avvertito e gli sarebbero state concesse ventiquattr’ore dall’altra parte della barriera per salvare sua figlia, prima che l’accordo lo richiamasse indietro.

Myra era stata una stupida ad accettare quei termini. Se a Deth fosse stato permesso di andarsene, avrebbe trovato il modo di portare Tiara con sé. Ciò che non aveva detto a Myra era che l’anello gli dava anche il controllo sulla persona che lo indossava, o almeno abbastanza controllo da farla rimanere accanto a Tiara se lui lo voleva.

Shadow osservò Deth che fissava l’anello e si chiese quanto ci sarebbe voluto prima che lui decidesse di inviare un demone da sua figlia solo per ferirla, così da potersi riprendere ciò che gli apparteneva. Conosceva Deth, lo conosceva da più tempo di quanto riusciva a ricordare. Forse lui amava Myra e Tiara a modo suo, ma era abbastanza malvagio da distruggerle entrambe senza provare molto rimorso.

Un demone che ti odia è una cosa, ma un demone potente come Deth che ti ama è un destino ben peggiore. Myra non sapeva che, accettando di essere risuscitata con il sangue di Deth, non sarebbe mai riuscita a combatterlo come aveva fatto nel mondo umano. Ora sarebbe diventata poco più che una bambola di pezza ubbidiente, che lui avrebbe manipolato per l’eternità. L’unica cosa che Deth non le aveva tolto era la sua anima.

Shadow guardò i segni sui propri polsi e desiderò che Deth non le avesse mai restituito la sua anima usando un incantesimo per legarla a sé come una creatura della notte. Almeno, senza un’anima, il torpore le avrebbe impedito di annoiarsi a morte.

Abbassò le braccia rassegnata, ormai non importava. Finché Deth lo avesse voluto, lei sarebbe rimasta intrappolata in quel mondo come Myra. L’unica cosa che ormai aspettava era che lui decidesse quando uccidere sua figlia.

Deth scostò lentamente il proprio petto nudo dalle labbra di Myra e si alzò dal letto, disinvolto nella propria nudità. Aveva creato quel luogo tra le dimensioni molti secoli prima, dominandolo dalla vetta più alta con un esercito intoccabile... migliaia di anime al suo comando.

Così come la bella Myra, anche lui era un negromante, ma il suo forte era schiavizzare le anime invocate piuttosto che guidarle nell’aldilà.

Esse si aggiravano nella sua magnifica dimora implorando la libertà, ma Deth non lasciava mai andare ciò che era suo. Sapeva che Myra non lo amava davvero e comunque non gli importava se era così o no. Lei era sua e quello era tutto ciò che contava.

Guardò fuori dalla finestra della sua camera da letto mentre si infilava una pesante vestaglia di broccato. Si era stancato del mondo. Senza più niente per cui combattere, persino rubare le anime non aveva più il suo fascino. Gli mancavano il mondo demoniaco che ricordava e il fratello che aveva perso tanto tempo prima.

Craven era nato dalla stessa donna solo pochi attimi dopo di lui, eppure non erano uguali. Lui non aveva avuto la forza di gestire la guerra che stava imperversando e fu sopraffatto, trascinato via nella crepa che si era richiusa. Che ragazzo debole, caduto così in fretta.

Quando aveva visto Myra per la prima volta desiderò averla... il potere che lei aveva sulle anime lo aveva attirato, ricordandogli il potere di suo fratello. Era un sapore debole ma sensuale e seducente nella sua natura.

Dopo averla osservata dall’ombra, Deth si scoprì attratto dalla sua fame sessuale. Per ragioni che non comprendeva si sentiva geloso quando lei si rivolgeva a quei deboli maschi umani per saziare il proprio bisogno. Quella era una delle ragioni per cui si era allontanato con lei dal regno umano... sapeva che alla fine lei avrebbe trovato un modo per sfuggirgli se non l’avesse tenuta lontana da occhi indiscreti.

Deth si concentrò sull’anello e sentì la gioia di Tiara. La sensazione di quel sentimento fece brillare i suoi occhi rossi e lui affondò il pugno in uno dei tanti ritratti di Tiara fatti da Myra nel corso degli anni. Lei aveva speso tutte le sue energie per tenerlo lontano da Tiara e adesso la felicità della figlia era un ostacolo sgradito.

Se Tiara avesse sofferto lui sarebbe potuto andare a prenderla. Guardò tutti i dipinti sorridenti di sua figlia, poi guardò il letto su cui Myra era sdraiata. Aveva intrappolato l’anima della sua amante in quel corpo in modo che lei non avrebbe mai potuto lasciarlo, e avrebbe fatto lo stesso con Tiara.

Shadow si bloccò mentre ascoltava i pensieri di Deth e vide il ghigno malvagio che apparve sulle sue labbra. Capì che aveva percepito la sua presenza, cosa che non accadeva da quando erano giunti in quella dimensione e che, probabilmente, non sarebbe più accaduta se lei lo avesse accontentato.

‘Shadow.’ Deth chiamò la sua creatura della notte. Vedendo apparire di fronte a sé i lunghi capelli neri e il flessuoso corpo della giovane egiziana, capì di aver trovato il modo per portare via il sorriso a sua figlia.

“Vuoi che la uccida?” gli chiese Shadow, stringendo lo sguardo sul suo padrone.

Gli occhi di Deth ripresero la loro sfumatura di rosso terrificante quando lui mostrò a Shadow la mano con l’anello.

“E cosa ti fa pensare che ti darei questa soddisfazione? Sarò io a porre fine alla sua vita.” La voce di Deth era più di un sibilo irritato. Il colore rosso svanì dalle sue iridi come se non ci fosse mai stato e lui le prese il mento. “Tu troverai mia figlia e distruggerai ciò che la rende felice.”.

Shadow rimase ferma quando lui invocò un piccolo manipolo di servitori, ordinando loro di sorvegliare Shadow e obbedire ad ogni suo ordine. Lei annuì, impaziente di provare il dolore nell’attraversare la barriera. Avrebbe fatto anche di più, se lui le avesse concesso un paio di giorni di lontananza.

Deth vide Shadow svanire nel mondo degli spiriti e sorrise quando i suoi sottomessi la seguirono. Rivolgendo la propria attenzione all’anello, si spostò alla luce della finestra per ammirarlo. Inclinò la testa, sentendo non soltanto il piacere di Tiara ma anche la frustrazione di colui che portava l’altro anello.

“Oh, tu la vuoi.” sussurrò Deth con voce suadente.

Girò l’anello, recitando silenziosamente gli incantesimi runici incisi su di esso, e sorrise di nuovo. L’anello iniziò a brillare di un rosso acceso e piccole fiammelle eruppero dall’iscrizione, illuminando le parole mentre lui le recitava.

“Tu avrai lei e tutto quello che ha da offrirti.” promise Deth. “Tutto quello che devi fare è uccidere chiunque si trovi sul tuo cammino.”.

Ombra Di Morte

Подняться наверх