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Capitolo 3

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Chad non aveva ancora rivolto la parola a Trevor quando entrarono nel parcheggio del Moon Dance. Soltanto Evey era riuscita a farlo parlare un po’ e Trevor stava iniziando a sentirsi escluso. Non era scontento del fatto che Chad vivesse da solo, cavolo no, capiva il significato di ‘privacy’.

Quello che lo spaventava di più era il pensiero che lui tornasse in quell’appartamento e che qualsiasi cosa lo avesse ucciso potesse tornare per il secondo atto. L’ultima volta erano arrivati tutti troppo tardi e lui non voleva affatto rivivere la scena della morte di Chad. Una volta era più che sufficiente.

Trevor sospirò quando Chad scese dalla macchina senza dire una parola e si diresse a grandi passi verso l’ingresso del club.

“Ehi, aspetta un attimo.” gridò Trevor chiudendo un po’ troppo forte lo sportello. Fantastico, ora si sentiva in colpa per entrambi i suoi amici.

“Che c’è?” Chad ringhiò senza voltarsi.

“Dai, amico.” disse Trevor raggiungendolo e posandogli una mano sulla spalla “Non ci siamo alleati contro di te. Vogliamo solo assicurarci che chiunque ti abbia ucciso non ci riprovi.”.

“E lo fate privandomi della mia libertà?” chiese Chad con uno sguardo duro.

Trevor scosse la testa “Tu non ti sei visto, sdraiato lì per terra senza vita, in una pozza del tuo stesso sangue... è una cosa che non voglio rivedere mai più. So che adesso sei vivo e vegeto, ma questo non cancella il fatto che sei morto perché uno stronzo ti ha piantato un coltello nel cuore e l’ha fatto fermare.”.

“Perché ti preoccupi?” chiese Chad incuriosito.

“Ecco, l’altro giorno mi hai chiesto come sono riuscito a controllare le mie emozioni riguardo quegli agenti morti. Ti ricordi la mia risposta?” Trevor si passò le mani tra i capelli, sentendosi in colpa per ciò che aveva detto quel giorno.

Chad si accigliò “Sì, hai detto che dopo un po’ sei semplicemente diventato immune o qualcosa del genere.”.

Trevor lo guardò dritto negli occhi “Ho mentito.”.

“Cioè?” gli chiese Chad, ricordando di averlo colpito in faccia per quello che aveva detto. All’improvviso ebbe l’impulso di farlo di nuovo, ma questa volta ci pensò su. Rimase stupito per la confessione del suo amico e rimase lì per qualche secondo dopo che Trevor gli era passato accanto per entrare.

“Entri o vuoi restare lì tutto il giorno?” chiese Trevor, sentendosi meglio adesso che si era tolto un po’ del peso che aveva sulle spalle.

“Sì, arrivo.” mormorò Chad, sentendosi un perfetto idiota per essersi comportato da ragazzino per tutto il giorno.

Trevor lo fermò prima di entrare, per alleggerire la tensione “Ho una reputazione da difendere, quindi, se non ti dispiace...”.

Chad fece un cenno con la mano “Sì, sì, lo so... non devo farti sembrare una femminuccia, anche se la tentazione è forte.”.

Trevor gli mostrò un pugno e ringhiò, mentre Chad rise e sgattaiolò dentro. Era bello vederlo sforzarsi di ridere di nuovo. Chad odiava essere al centro dell’attenzione ma se lo meritava, per essersi fatto uccidere spaventando tutti a morte.

Quando Trevor sentì Envy gridare e Chad lamentarsi, aprì la porta ed entrò incuriosito. Un sorriso compiaciuto apparve sul suo viso quando vide Chad addossato al bancone, con un’estasiata Envy appiccicata a lui come un francobollo.

“È così bello vederti!” gridò Envy.

Gli occhi di Chad si spalancarono per la quantità di forza che lei stava usando per abbracciarlo. “Envy...” gemette lui scherzosamente “Non... respiro.”.

Seguirono alcune risatine alla reazione di Envy per suo fratello appena resuscitato... ma non potevano certo biasimarla.

“Scusa.” disse lei con una risatina lasciando andare Chad, poi sorrise a Trevor. Lui distolse subito lo sguardo e lei capì il perché nel momento in cui sentì il braccio di Devon stringerla.

Trevor osservò i preparativi per Halloween. Il club aveva già distribuito i volantini per la grande riapertura e doveva essere tutto pronto. Avevano cambiato idea, passando da una festa privata per Halloween alla riapertura al pubblico del loro club ingrandito e rinnovato.

“Allora, che succede?” chiese Envy.

“Chad non starà al castello e si rifiuta di vivere al Night Light.” rispose Trevor, ricevendo uno sguardo fulminante da Chad.

Envy si accigliò, esternando la propria preoccupazione “E perché no? Non puoi stare da solo.”.

L’espressione di Chad divenne minacciosa quando si rivolse a sua sorella “Sono adulto ma non sono ancora pronto per la casa di riposo. Non dovrebbe importarvi se vivo da solo o no. Se chi mi ha attaccato vuole trovarmi allora niente lo fermerà.”.

“Chi, o cosa...” Devon s’intromise nella conversazione e gli tese la mano “Bentornato nel mondo dei vivi.”.

Chad gli strinse la mano “Già, mi piacerebbe solo poter vivere questa vita con un senso di libertà.” Sospirò quando vide Trevor e Devon snobbarsi a vicenda.

Envy si accigliò “Ma perché non puoi vivere al Night Light? È il posto perfetto. Nessuno entrerà senza che un paio di dozzine di lupi gli saltino addosso.”.

“Non mi sentirei a mio agio lì.” rispose Chad sinceramente. “Se proprio devo, mi sistemerò in una delle celle private in centrale.”.

“Vuoi dire nel ‘buco’?” chiese Trevor con una smorfia.

Chad scrollò le spalle “Almeno sarò al sicuro e sotto costante sorveglianza... che è quello che sembrate volere tutti.”.

“Non è questo, Chad.” disse Envy tristemente. “Noi siamo la tua famiglia, i tuoi amici. Vogliamo solo assicurarci che niente ti attacchi di nuovo.”.

Trevor si passò una mano tra i capelli quando la tristezza di Envy lo colpì come un muro di mattoni “Okay, ne ho abbastanza. Chad, puoi trasferirti da me... ho più di una stanza libera e sono spesso fuori casa. Starai quasi sempre da solo, io mi farò vivo ogni tanto. Ha uno dei sistemi di allarme migliori sul mercato ed è molto più bella del ‘buco’.”.

Chad lo guardò con un’espressione accigliata. Non ci aveva mai pensato e il fatto che Trevor si fosse offerto non andava sottovalutato, poiché tutti sapevano quanto tenesse alla propria privacy.

“D’accordo.” disse Chad sottovoce, in realtà l’idea gli piaceva. “Più tardi andremo a prendere le mie cose e verrò a stare da te. Ma...” continuò “... terrò il mio appartamento. Così quando vorrò stare un po’ da solo avrò un posto dove andare.”.

“Troppo tardi.” disse Envy senza sensi di colpa. “Ieri ho rescisso il contratto e tutte le nostre cose sono già impacchettate.” Scrollò le spalle allo sguardo che Chad le lanciò e alzò il mento con aria di sfida “Che c’è? Sul contratto c’era anche il mio nome.”.

“Pazienza.” Chad cedette, decidendo di abbandonare l’argomento.

Trevor annuì e gli diede una pacca sulla spalla “Beh, pensaci... è meglio questo che vederla dare fuoco alla casa e poi doverla arrestare. Io mi accontenterei, se fossi in te.” Guardò Envy appena in tempo per vedere la luce nei suoi occhi e capì che l’aveva appena resa molto felice.

“Andiamo.” disse Envy emozionata. “Devi vedere tutto quello che abbiamo fatto al club. È molto più grande di prima.”.

Chad sorrise e si lasciò trascinare da un lato all’altro del club. Trevor li seguì a poca distanza, osservando le nuove decorazioni e sogghignando per le numerose zucche illuminate che gli altri stavano attaccando alle pareti della pista da ballo.

Warren era sull’impalcatura, appeso a testa in giù davanti alla palla stroboscopica per appendervi qualcosa.

“Accendi.” gridò Warren dopo essersi alzato in piedi.

Le luci si spensero e la sfera si illuminò. Trevor rimase perplesso mentre la palla rifletteva la luce sul pavimento e sulle pareti. Centinaia di streghe, scheletri e gatti neri sembravano rincorrersi a vicenda.

“È fantastica, fratellone.” gridò Devon.

“Ti sei ricordato di ordinare il fluido per la nebbia?” chiese Warren.

Devon fece un cenno col pollice in su “Arriva domani mattina. Nick si è offerto di andare a ritirarla.”.

“È VIVO!” si sentì urlare.

Chad gridò per lo spavento quando si sentì afferrare da dietro all’improvviso e si girò di scatto. Quando i suoi piedi toccarono di nuovo il pavimento dovette aggrapparsi alla ringhiera per reggersi. Guardando dietro di sé vide Nick.

“Nick.” lo ammonì Envy. “Non fare così.”.

“Perché no?” chiese Nick con un ghigno. “È il periodo giusto per spaventare a morte la gente. E poi non capita tutti i giorni di vedere qualcuno che ha ingannato la morte. Anch’io merito un abbraccio.”.

Chad si era ripreso e sbatté le palpebre verso Nick. “Perché, signor Wilder?” disse con voce dolce e mielosa “Non sapevo che le importasse.”.

Nick si fermò e girò lentamente lo sguardo verso Chad, che stava ridendo come un ebete.

“Accidenti.” disse Nick quando realizzò che Chad lo stava prendendo in giro. “Finché non lo rifarai MAI più andrà tutto bene.”.

“Ciao, Trevor.” disse Alicia, arrivando dietro Nick. Non vedeva Micah da due giorni perché lei e Damon stavano ancora testando la loro nuova casa al Love Bites. Anche Michael e Syn dovevano vivere lì ma, fino a quel momento, non si erano ancora trasferiti. “Micah si sta comportando bene al lavoro?”

Trevor sorrise “Se non contiamo le battaglie con gli aeroplanini di carta, usando la finestra per colpire i passanti ignari, e il continuo impedirgli di ricoprire l’auto di Tasuki di stelle filanti... sì, si sta comportando bene.”.

Alicia sorrise “Già, mi ha raccontato del nuovo arrivato che si è unito a lui e Titus e, da quello che dice, Tasuki sembra piuttosto carino.”.

Damon ringhiò alle sue spalle e lei si voltò prontamente per schiaffeggiarlo sul braccio. “Smettila.” disse Alicia, poi si rivolse a Nick “A proposito di vampiri pazzi, ho qualcosa per te.” Lo allontanò dagli altri, non volendo che nessuno vedesse il regalo che aveva per lui.

Nick si accigliò quando Alicia gli mise qualcosa in mano. “Che cos’è?” chiese incuriosito mentre fissava la collana nel proprio palmo.

“È un ciondolo che ho creato per proteggermi dall’incantesimo dei vampiri.” sussurrò Alicia, poi sorrise maliziosamente a Damon. “Ho sostituito la catenina d’oro che indossavo io con un laccio di cuoio nero, così ti starà meglio. Non dire a nessuno che ce l’hai. Se la indosserai alla festa allora Michael non potrà costringerti a travestirti da donna.”.

Nick aveva un sorriso stampato sulla faccia “Fantastico! Chi ha detto che devo aspettare Halloween per indossarla?” S’infilò subito la collana, sentendosi già più al sicuro. Ignorò Damon che aveva ripreso a ringhiare e nascose il ciondolo sotto la maglietta. “Ti sono davvero debitore.”.

Damon trascinò Alicia verso Envy, prima che Nick decidesse di abbracciarla. Lei non sarebbe stata molto contenta se avesse strangolato il giaguaro con la sua collana. Sapeva che Nick non ricordava nulla ma l’immagine di lui e Alicia nel salotto di Michael era ancora troppo fresca nella sua mente.

Alicia si accigliò quando diverse lampadine sul soffitto s’illuminarono e poi esplosero. Guardò Damon quando Warren, da sopra le travi, gridò qualcosa a proposito di un corto circuito. Nascose il proprio sorriso mentre avvolgeva le braccia attorno a Damon nel tentativo di risparmiare un sacco di fatica extra al club.

“Da cosa ti travestirai?” chiese Chad a Nick quando raggiunse gli altri.

“Sarò la versione moderna di ‘Billy the Kid’.” rispose Nick con aria seria.

“In poche parole...” mormorò Alicia “... si travestirà da se stesso.”.

Tutti ridacchiarono quando Nick scrollò le spalle e andò ad aiutare Quinn e Kat dietro al bancone. Alicia sussultò all’improvviso e si precipitò verso il retro del club, con Damon che la seguì con uno sguardo predatorio.

“Secondo te che succede?” chiese Chad perplesso.

“Tu che dici?” Devon sorrise.

Trevor guardò Envy e si accigliò quando notò che, tutto d’un tratto, sembrava un po’ pallida.

“Envy, stai bene?” le chiese piano.

La ragazza gli rivolse un sorriso smagliante e mentì “Certo, sto benissimo...”.

Lui si lanciò per afferrarla nel momento in cui i suoi occhi si chiusero.

“Envy.” Chad la raggiunse mentre Trevor la adagiava sul pavimento. “Che diavolo è successo?”

Devon si era mosso nello stesso istante ma Trevor era più vicino. S’inginocchiò accanto a Chad e accarezzò la guancia della sua compagna.

“Envy.” sussurrò lui mentre le sfiorava la pelle. “Avanti, piccola, apri gli occhi.”.

“Ha dormito abbastanza?” chiese Chad con tono accusatorio.

Envy strizzò gli occhi mentre le voci si allontanavano e gemette prima di riaprirli lentamente. Si accigliò quando tutti e tre gli uomini sospirarono di sollievo.

“Perché mi guardate in quel modo?” chiese, e si guardò attorno confusa. “Sono caduta?”

“Sei svenuta.” spiegò Chad, ottenendo una piccola rivalsa per tutta la preoccupazione che sua sorella aveva scaricato su di lui. “Stai bene?”

Envy gli afferrò la mano e si alzò lentamente in piedi “Sì, dev’essere tutta l’eccitazione del momento. Mi stavo divertendo così tanto con i preparativi che magari ho dimenticato di mangiare, o qualcosa del genere.”.

Trevor scosse la testa per quella bugia “Questa non me la bevo.” Prese il cellulare e compose rapidamente un numero. Il telefono squillò alcune volte prima che una voce familiare e cordiale rispondesse.

“Pronto?”

Lui sorrise “Salve signora Tully, sono Trevor.”.

“Trevor caro, come stai?” chiese lei.

“Tutto ok, ma ho bisogno di un favore enorme.” Vide Chad e Devon che aiutavano Envy a sedersi su uno dei sedili morbidi attorno ai tavolini.

La signora Tully sorrise “Se posso sarò più che felice di aiutarti.”.

“Sono al Moon Dance ed Envy è appena svenuta. Adesso sembra a posto ma qualcosa non va. Ha un po’ di tempo per venire a darle un’occhiata?” le chiese.

“Certo che sì.” rispose lei. “Dammi una ventina di minuti per prendere la mia borsa e mettermi in macchina.”.

Trevor sorrise “D’accordo, a tra poco.”.

“Buona idea.” disse Devon, lasciando gli altri di stucco.

*****

Jason giaceva sul letto tra veglia e sonno, nella camera in fondo al corridoio, da dove sentiva Tiara e Zachary che stavano facendo l’amore... di nuovo. Anche nel suo stato semicosciente poteva sentirli... percepiva la sua estasi come una carezza sulla propria pelle riscaldata. Premette la nuca sul cuscino quando quell’estasi aumentò, ignaro che l’anello aveva iniziato a brillare.

La sua espressione s’incupì e improvvisamente si ritrovò ai piedi del letto di Tiara e Zachary, ad osservare ciò che aveva sentito solo pochi istanti prima. Tirò quasi un sospiro di sollievo quando si rese conto che stava sognando. Quando i due non si accorsero di lui, Jason si mosse sul letto per guardare il viso di Tiara. Rimase meravigliato per il suo aspetto e cercò di distogliere lo sguardo, ma non ci riuscì.

Poi guardò Zachary, vedendo il suo corpo muoversi sopra quello di Tiara, e fece un passo indietro. Per un breve istante si vide al suo posto, tentato da ciò che avrebbe potuto avere.

Jason sentì improvvisamente qualcosa nella mano e vide il pugnale. L’impugnatura era fredda contro la sua pelle riscaldata e i bordi sembravano brillare, invitandolo ad usarlo.

La voce di Tiara echeggiò chiamando il nome di Zachary e Jason, freddo e inorridito, alzò il braccio, affondando il coltello dritto nella spina dorsale di Zachary. Le grida di piacere di Tiara si trasformarono in grida di terrore, un suono rilassante per le orecchie di Jason. Guardò il sangue che colava dalla ferita di Zachary e impregnava il materasso.

Jason riprese improvvisamente il controllo del proprio corpo e si destò dal sogno mettendosi a sedere sul letto. Fu solo grazie alla forza di volontà che si trattenne dal gridare per quella scena così orribile. L’estasi di Tiara lo pervase di nuovo e lui si mise le mani nei capelli, combattendo le lacrime che gli bruciavano agli occhi. Incapace di sopportare quel tumulto emotivo, scese dal letto e si precipitò fuori dalla porta d’ingresso, sentendosi un traditore.

Non gli importava se era un sogno o no... i sogni erano un’estensione dei desideri del cuore e del suo desiderio per Tiara.

*****

Falco Notturno era in piedi accanto allo stesso albero da cui andava e veniva dalla prima notte di Tiara al cottage. Sapeva che c’era una stanza per lui accanto alla sua ma, più le si avvicinava mentre lei e Zachary erano soli, più emozioni provava. Non emozioni qualunque... era soprattutto il desiderio a pervaderlo a ondate.

All’inizio era rimasto sorpreso di provare qualcosa e apprezzò la fugace carezza. La fame di Tiara era soddisfatta... sembrava essere l’unica cosa che lei e Zachary facevano quando erano soli. Erano fortunati se riuscivano a dormire per un’ora. L’unico momento in cui Falco Notturno non poteva sentire il suo richiamo sensuale era quando si recavano nei cimiteri per le lezioni con Craven.

Scacciò via dalla mente le grida di passione di Tiara quando notò che Craven lo aveva raggiunto sotto l’albero.

Craven rimase perplesso quando sentì il legame di sangue con Tiara intensificarsi al suo arrivo. Aveva trascorso tutta la settimana a radunare anime, cercando di costruire il suo esercito, e ciò aveva scatenato la sua fame diverse volte, al punto da provare la stessa cosa che provava Tiara... ma essere un demone a tutti gli effetti gli consentiva di non assecondarla mai. Il bisogno non lo esponeva con le anime come accadeva a Tiara. Quella era la debole linea di sangue di sua madre, non la sua.

Essere così vicino alla passione di Tiara non era facile ma a Craven non piaceva, lo annoiava. Tuttavia, il desiderio di toccare qualcuno stava lentamente iniziando a farsi strada in lui. Non importava se ne avesse il controllo o meno, il desiderio sarebbe affiorato di tanto in tanto e lui sapeva che avrebbe dovuto soddisfarlo presto, altrimenti non sarebbe stato in grado di aiutare Tiara durante la pratica.

Aspettò pazientemente che la creatura della notte si rivelasse. L’ultima volta che era stato con Tiara lei gli aveva manifestato la propria preoccupazione nel non vedere Falco Notturno da alcuni giorni. Subito dopo averlo detto si era guardata attorno e aveva mormorato “Non importa... è qui.”.

Craven si sentì divertito quando finalmente l’Indiano apparve accanto a lui. Era strano vedere tanto pallore sulla sua pelle dorata e abbronzata, e ciò rivelava la verità dietro il suo rifiuto di socializzare. Era sicuro che, se fosse stato al posto di Falco Notturno, probabilmente il continuo accoppiamento dei due avrebbe avuto conseguenze anche su di lui.

“Quando è pronta portala al cimitero dove ci siamo incontrati la prima volta.” disse piano Craven. “Quello piccolo... e assicurati che i suoi compagni di squadra non la seguano.”.

L’Indiano non disse nulla mentre Craven svaniva, ma sentì un leggero peso cadergli dalle spalle. Se Craven voleva tornare nel luogo del loro primo incontro magari significava che le avrebbe insegnato qualcosa di nuovo. Era ora di accelerare la sua istruzione ma Falco Notturno non era riuscito ad allontanarla dal suo compagno per il tempo necessario.

Il pensiero di rapirla per lezioni private gli era venuto in mente diverse volte ed era contento di non avere più un motivo per non farlo. Strinse gli occhi quando la porta d’ingresso del cottage si aprì lentamente e vide Jason uscire nel freddo della notte. Aveva una mano premuta sulla fronte ed era coperto di sudore.

Si chiese se stesse avendo il suo stesso problema a causa delle emozioni di Tiara, provenienti dall’anello. Non c’era da meravigliarsi se era davvero così.

Jason inspirò profondamente, lasciando che l’aria fresca della notte gli sfiorasse il viso. Aveva sentito e percepito abbastanza nell’ultima settimana, da quando si era trasferito da Tiara. Come se ascoltare i due novelli sposini non fosse già abbastanza, adesso percepiva anche quello che lei provava. In più, doveva ignorare il fatto che fosse Zachary a far sentire Tiara così... era abbastanza da fargli fischiare le orecchie.

Uscire dalla casa lo aiutò un po’ ma soltanto le sue orecchie trovarono sollievo. Guardò l’anello desiderando di poterlo togliere per qualche minuto. All’inizio doveva concentrarsi per percepire le emozioni di Tiara... adesso, invece, sembrava non riuscire ad allontanarsene. Si sentiva come tra l’incudine e il martello.

Vide la propria mano tremare per un attimo prima di infilarla in tasca. Non voleva far sapere a nessuno che aveva problemi con l’anello, nel timore che glielo togliessero e lo mandassero via.

Il problema era che, in alcuni momenti, si sentiva la febbre e dei desideri oscuri avevano iniziato ad entrargli in testa negli ultimi due giorni. Desideri che erano l’esatto opposto della sua personalità. Finora riusciva a controllarli ma, se la situazione fosse cambiata, sapeva che avrebbe dovuto dire tutto.

I peli sulle braccia si rizzarono ed ebbe la sensazione di essere osservato. Si girò e strinse gli occhi verso un grande albero in lontananza. Per un momento si chiese se la sagoma che aveva appena visto fosse frutto della sua immaginazione o un fantasma.

I suoi pensieri furono interrotti quando, all’improvviso, sentì qualcosa dietro di sé. Si girò convinto che uno Spinnan fosse sopravvissuto in qualche modo e lo avesse seguito fin lì.

“Preso.” disse Guy ridendo. “Avresti dovuto vedere la tua faccia. È strano che i tuoi pantaloni sono ancora asciutti.”.

Jason gli rivolse un lieve sorriso ma non abboccò all’amo.

Guy smise di ridere, notando che Jason non aveva una bella cera. “Stai bene? Pensavo che un anello che rende invincibili impedisce anche di essere malati.”.

“Non sono malato, non ho dormito bene.” brontolò Jason, infilando ancora di più la mano nella tasca dei jeans. Forse era giunto il momento di dirlo a qualcuno e Guy non era una cattiva idea, visto che era pratico di magia. “Prima dovevo concentrarmi per sapere cosa provava Tiara, invece ora che l’anello si è riattivato sento più di quanto avessi mai immaginato. La cosa strana è che questo coso sta iniziando ad essere un po’ tormentato.”.

“Che vuoi dire?” chiese Guy serio.

Jason scosse la testa, non sapendo come spiegarlo “Niente, probabilmente è solo il jet-lag... passare da essere umano a superman nel giro di due secondi è parecchio stressante.”.

“Mi chiedo per quanto tempo ne avranno ancora Zachary e Tiara.” disse Guy sedendosi sugli scalini, mentre Jason si appoggiava a uno dei montanti che circondavano la veranda.

“Già, anch’io.” roteò quasi gli occhi, ma ringraziò silenziosamente Guy per aver sviato il discorso dall’anello, poi fece un cenno verso l’albero “Credo di aver visto Falco Notturno laggiù pochi minuti fa, osservava la casa.”.

Guy aggrottò la fronte nella direzione indicata da Jason, chiedendosi cosa facesse l’Indiano. Era stato sorpreso un paio di volte da Carley mentre cercava un incantesimo che avrebbe reso visibile Falco Notturno e lei gli aveva detto di lasciarlo in pace. Sembrava seria quindi Guy aveva lasciato perdere. Era contento di aver portato tutti i loro libri di incantesimi e le pergamene al cottage, era un ottimo modo per ammazzare il tempo e sovrastare il... rumore.

“Non è proprio un tipo amichevole, vero?” chiese Jason.

Guy scrollò le spalle “Non deve esserlo per forza, lui è fedele a Tiara.”.

L’Indiano li superò ed entrò in casa. Il suo viaggio lungo la strada dello spirito lo portò in camera di Tiara... un posto in cui era stato diverse volte ma dove non si fermava mai a lungo. All’improvviso si trovò a guardare in silenzio i due che finivano di vestirsi.

Zachary si avvicinò a Tiara che si stava infilando un paio di mutandine e le cinse le spalle con un braccio. “La parte peggiore della giornata è quando decidi di rivestirti.” la stuzzicò baciandole la spalla scoperta.

Tiara ridacchiò e allungò la mano verso la gonna prima che Zachary le dicesse di non andare al lavoro.

‘Stanotte vedremo Craven da soli.’ le disse Falco Notturno.

Tiara sussultò e si mise una mano sul cuore. “Non spaventarmi così.”.

“Così come?” chiese Zachary confuso.

“Non tu... Falco Notturno.” disse lei con un tenero sorriso, poi iniziò rapidamente a sistemarsi la gonna. Avere il busto scoperto era già abbastanza.

“Chi, quel surreale indiano invisibile che non ha doti di socializzazione né personalità, e adora entrare nelle camere delle persone quando sono da sole?” chiese Zachary quando la temperatura nella stanza aumentò di parecchi gradi.

Tiara si trattenne dal ridere e mentì “Non è così e lo sai.”.

“No, non lo so.” ringhiò Zachary. “Per come la vedo io, in questo momento ci sta guardando e sta ascoltando ogni mia parola. Il fatto che ti osserva dal nulla è più che inquietante.”.

Falco Notturno apparve all’improvviso a meno di un centimetro da Zachary, facendolo saltare per la sorpresa. Tiara non si preoccupò di trattenersi, stavolta, e iniziò a ridere mentre s’infilava il top.

“Te la sei cercata.” riuscì a dire lei dopo essersi calmata.

Zachary prese la giacca e se la infilò. “Sì, certo... allora, Tonto, dove andiamo stasera?”

“Noi niente.” disse Falco Notturno con voce fredda. “Tiara e io incontreremo Craven da soli.”.

“Perché da soli?” chiese lei mentre s’infilava le scarpe.

“Vuole insegnarti qualcosa di nuovo.” rispose l’indiano e le afferrò il braccio.

Tiara spalancò gli occhi e tutto ciò che rimase di lei fu il rumore echeggiante di un sussulto mentre scompariva.

Non appena i due svanirono, Zachary si precipitò fuori dalla camera da letto e si diresse verso la porta d’ingresso, chiudendo la porta non proprio dolcemente.

“Andiamo.” ringhiò, vedendo Guy e Jason in attesa.

“E Tiara?” chiese Guy guardando dietro di sé.

“Se n’è andata.” rispose Jason, e seguì Zachary fino alla macchina.

L’altro lo fulminò con lo sguardo “Quel maledetto guardone indiano invisibile l’ha portata via per una lezione privata con Craven e non mi ha detto dove stavano andando. Quindi ho bisogno che tu usi quel dannato anello e scopri dove diavolo sono.”.

Jason guardò Guy “Mi siedo dietro con te.”.

Ombra Di Morte

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