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CAPITOLO SECONDO. SEGRETI

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Angel era in piedi, appoggiata alla grande vetrata, quando vide sua nonna. Era convinta che avrebbe trovato Isabel Hart nell’enorme veranda con vista sui giardini, a quell’ora del giorno.

Sentì una fitta al cuore, quando vide la cara nonna armeggiare coi comandi della sua sedia a rotelle , mentre si avvicinava a lei. L’ultima volta che l’aveva vista era in piedi, alta e fiera, che si asciugava le lacrime sulle guance mentre le diceva addio. Angel fece un profondo respiro, poi alzò la mano ad aprire la porta della vetrata.

“Nonna! – esclamò sorridendole, mentre si precipitava da lei. Il suo sorriso si fece raggiante, quando vide gli occhi della donna spalancarsi per la gioia. Chinandosi su di lei, Angel l’abbracciò stretta. “Oh Dio, nonna, quanto mi sei mancata!”

Isabel chiuse gli occhi, godendosi quell’abbraccio sincero. Questo era ciò che amava di Angel e Tristian… che erano sinceri, non come il resto della famiglia! Se amavano qualcuno, lo facevano con tutto il loro cuore!

“Ah, ecco il mio Angelo! – disse di rimando Isabel, toccando con affetto la schiena della nipote. Sentì un po’ della forza tornare in lei al solo contatto con la nipote. La ragazza aveva la capacità di intenerirla e farla sentire sempre amata! Malgrado ciò avrebbe continuato a giocare alla malata, pur di ottenere ciò che voleva. “Sono felice di poterti vedere per l’ultima volta!– esclamò Isabel, e per aggiungere incisività alle sue parole usò una voce adeguatamente strozzata.

“Cosa? – esclamò in risposta Angel, strabuzzando gli occhi e scostandosi violentemente dalla donna. – Ma nonna, che dici?” Al solo sentirla dire queste cose sentiva un dolore al cuore e gli occhi riempirsi di lacrime.

“Oh, ma non parliamo di me, cuor mio! Piuttosto, raccontami tutto quello che mi sono persa negli ultimi due anni, e dimmi: chi è questo famoso fidanzato di cui ho tanto sentito parlare?” Indossò un’aria arrabbiata. “ Non posso credere che la mia amata nipotina stia crescendo in un posto così lontano che io non posso prendere parte a ciò che le succede!”

*****

Il cellulare vibrò nella tasca di Tristian, mentre questi usciva dalla stanza di Ash e chiudeva la porta dietro di sé. Era Ray. “Ehi, che c’è? – rispose brevemente.

“La limousine è appena partita e la tua ragazza sta salendo per la collina. I clienti sono tutti andati. Vuoi ancora serrare i cancelli d’ingresso? – chiese Ray, ben sapendo che quello era un ordine di Isabel Hart e quindi…

“Assolutamente. Lo sai che la nonna non vuole assolutamente ospiti sgraditi, questa settimana! – confermò Tristian – Chiudi tutto e poi vieni su a divertirti. Se qualcuno avrà bisogno di qualcosa…beh, dovranno arrangiarsi con quello che c’è qui!”

“Ha l’aria di un piano.– mormorò tra sé Ray.

Disattivò la cellula fotoelettrica e serrò i cancelli. Quando anche l’ultimo dei massici blocchi fu sistemato, alzò lo sguardo sulle punte acuminate delle lance decorative in alto. Da lì non riusciva a vedere bene la torretta di controllo e quindi si diresse in quella direzione. Era l’unica postazione di guardia per una cinquantina di miglia e all’improvviso ebbe la sensazione che stava per diventare inutile.

*****

Angel aprì le porte che davano sulla terrazza e uscì fuori: aveva bisogno di una boccata d’aria, dopo la vista di sua nonna sulla sedia a rotelle! Ogni volta che le aveva chiesto della sua salute, la nonna aveva svicolato facendo domande su di lei.

Dopo aver parlato per un po’, la nonna aveva detto di essere stanca e che si sarebbe ritirata nella sua camera da letto per il resto della giornata, ma aveva fatto giurare ad Angel che sarebbe andata a trovarla l’indomani mattina. Il fatto che sua nonna si ritirasse così presto la metteva in ansia, e cominciò a chiedersi quanto stesse realmente male. Era sempre stata una donna così attiva, prima che Angel lasciasse Sanctuary per andare a vivere in California! Anzi, dopo la morte del nonno sembrava addirittura rifiorita!

Le labbra di Angel si serrarono al ricordo dell’odioso vecchio che aveva sempre visto come un mostro. Non aveva mia odiato nessuno, nella sua vita, ma proprio poche ore prima che morisse quell’uomo l’aveva sorpresa mentre tornava da una nuotata nel laghetto con Hunter.

Suo nonno le aveva urlato contro, accusandola di essere ormai troppo vecchia per stare a giocare con quella marmaglia Indiana che lavorava alla reception! Sbattè Hunter fuori dal resort e gli chiuse la porta in faccia. Vedere l’amico adorato trattato in quel modo fu una cosa terribile, per lei! Quando aveva cercato di parlare col nonno, questi si era voltato e le aveva mollato uno schiaffo in piena faccia così forte da farla cadere per terra!

Angel si era messa a urlare per il dolore, ma non aveva detto niente a nessuno, perché pensava che forse suo nonno aveva ragione. L’uomo non sapeva che da tempo lei e Hunter facevano cose che non avrebbero dovuto fare… baciarsi, leccarsi, toccarsi. Se lui l’avesse saputo, l’avrebbe picchiata di santa ragione!

“Hai visto? Te l’avevo detto che non era una statua di Angel. E’ proprio lei, in carne e ossa!” Una risata vigorosa dietro di lei la scrollò dai suoi amari ricordi. Si voltò e si trovò alle spalle i figli dello zio Robert, i gemelli monozigoti Devin e Damien.

“Ehi, ragazzi, ma come siete cresciuti! – esclamò. Sorrise mentre, uno alla volta, i gemelli la facevano ruotare su se stessa per guardarla bene da tutte le parti e poi la prendevano in braccio… Avevano la stessa età di Tristian, ma negli ultimi due anni lo avevano superato in altezza di almeno venti centimetri! Sembravano dei bodyguard, con quella pelle abbronzata e le magliette nere con su il logo di Sanctuary!

Tastò i muscoli delle loro braccia poderose, notando uno scintillio di soddisfazione nei loro occhi grigi. “Beh, questa maglietta mi fa capire la mansione che avete al resort. Per il resto che mi dite? Siete riusciti a rimanere fuori dai guai? – chiese, ridendo.

“ Chi, noi? – rise Devin mettendola giù, facendo scivolare le mani sui fianchi e le gambe di lei.

“Dovresti conoscerci, ormai! – esclamò Damien, cingendole la vita col braccio e sottraendola alla presa del fratello. Era un gioco che facevano fin da piccoli, quei due: fare a gara tra loro per aggiudicarsi la ragazza più carina.

“Buon per voi, ragazzi! – esclamò Hunter, sorridendo, mentre Angel trasaliva e si girava al suono della sua voce.

Lei sorrise, posando lo sguardo su di lui dopo due anni di lontananza. All’improvviso un’ondata di ricordi la sommerse, facendole battere forte il cuore e tremare le ginocchia. Email e telefonate non erano niente, rispetto al fatto di vederlo di persona!

Aveva i capelli più lunghi di quanto ricordava, e anche più scuri. Sembrava uno di quei personaggi dei romanzi d’appendice in cui si vedono un Nativo Americano e una donna bianca che si baciano. Arrossendo al pensiero, si staccò dai cugini e si avvicinò a lui.

“Sei più alto di quanto ricordassi – gli disse in un fiato. Hunter era l’unica persona al mondo, dopo suo fratello che la conoscesse nel profondo.

“No, sei tu che sei più bassa! – esclamò lui ridendo e sollevandola in aria, facendola volteggiare tra le sue braccia. – O forse sono io che ti ricordo male!”

Era sempre stata leggera come una piuma, per lui. Lei si avvicinò ancora di più a lui e lo abbracciò stretto, mentre lui terminava quel gioco infantile. Inspirò profondamente il suo odore e rammentò tutti i motivi che l’avevano spinta a tornare.

Sapendo di essere osservati; Hunter la mise giù e guardò i gemelli. “Ehi, ragazzi, la festa in piscina è già cominciata e vi stanno aspettando!”

“Stacey! – esclamarono i gemelli all’unisono.– Beh, allora ci vediamo dopo!– dissero, e poi si misero a correre cercando di superarsi in velocità per arrivare primi dalla ragazza.

“Non hanno ancora smesso di condividere la stessa ragazza? – chiese Angel, con un risolino, mentre guardava i gemelli che si allontanavano di corsa.

“Amano la competizione – rispose Hunter – Questa Stacey sta sempre lì, e quindi combatteranno tra loro finché uno dei due non avrà partita vinta!”

Angel sorrise con dolcezza, guardando che una ciocca di capelli color ebano di Hunter gli pendeva ribelle sulla fronte, da quando l’aveva presa in braccio. Teneramente si avvicinò a lui e con le dita afferrò la ciocca e gliela sistemò dietro l’orecchio. “Mi sento come se finalmente fossi libera di respirare. – gli disse.

“E cosa ti tratteneva dal farlo? – le chiese il ragazzo, con la stessa voce morbida di Angel. Ma Hunter sapeva cosa lei intendesse, perché erano le stesse emozioni che provava anche lui. Le provava così violentemente che gli bruciavano gli occhi!

Si chinò sulla ragazza, con la stessa voglia di baciarla di quando lei se n’era andata. Era stato lui a insegnarle a baciare, anche se sapeva bene che per Angel era stato più un gioco che altro. La ragazza aveva vissuto quei momenti come un’esperienza adolescenziale… ma lui si era sentito legato a lei, per sempre.

“Una persona non dovrebbe mai essere separata a forza dal suo migliore amico, mai! Fa troppo male! – sospirò Angel. E lo abbracciò di nuovo.

Alla parola “amico” Hunter si bloccò. Benché la ragazza avesse pronunciato quella frase con affetto, per lui si era trattato di un pugno allo stomaco! L’abbracciò di rimando e le scioccò un bacio sulla fronte, mentre cercava di controllare le sue emozioni. “Lo so.” – disse.

Angel aveva iniziato a usare quel termine anni prima, quando gli aveva confidato tutti i suoi segreti… perfino il fatto che pensava di essere innamorata di suo fratello. Allora Hunter aveva cominciato a portarla nei boschi… solo loro due…e le aveva insegnato quelle cose e fatto provare quelle emozioni che suo fratello non avrebbe mai potuto darle.

Quello era stato il momento di svolta nei rapporti tra Hunter e Tristian… perché lui sapeva che anche Tristian amava sua sorella. Con suo grande sgomento si rese conto che l’unica cosa che era riuscito ad ottenere… era convincere Angel che amava contemporaneamente lui e il fratello.

Si staccò da lei e insieme si misero a passeggiare per il giardino, cingendole le spalle con un braccio. “Scommetto che non hai avuto neanche un attimo di relax per riprenderti dal tuo volo pauroso! – sorrise lui, conoscendo bene quanto lei e Tristian odiassero volare!

“Beh, – disse Angel, con un mezzo rimbrotto – Avresti potuto parlare con la nonna ed evitarmelo. Lo sai che, quando ti ci metti, ottieni da lei tutto quello che vuoi!”

“No, non è più così – rispose Hunter con un ghigno – Non dare la colpa a me per quel viaggio in elicottero! Ultimamente lascio tua nonna molto più libera di prendere le sue decisioni!”

Attraversarono il prato verde e arrivarono in un punto dove sapevano che dalla stanza di Ash potevano essere visti, quindi lui rallentò, ma solo per dispetto. Non era mica un santo!

“Sei il mio eroe, lo sai ? – gli disse Angel, dolcemente. Lui si bloccò e la guardò – Se non avessi soccorso mia nonna, quando ha avuto l’infarto… Le hai salvato la vita!”

Ash si avvolse l’asciugamano intorno alla vita, uscendo dal bagno. Una bella doccia calda era proprio quello che ci voleva, per iniziare una settimana di vacanza! Forse avrebbe dovuto impegnarsi per fare una buona impressione sulla famiglia di Angel, e scommettere su di lei! Non aveva mai lavorato così duramente su se stesso per affascinare una ragazza!

L’ultima che aveva avuto era una vera troia a due facce, e si era visto costretto a darle una bella lezione… ma Angel… Era poco più di una verginella di provincia che aveva quasi dovuto costringere con la forza per baciarla! Ma questo non gli dava fastidio… Se voleva sesso, c’erano abbastanza troie in giro. Poteva uscire con qualcuna e poi tornare da Angel!

Asciugandosi i capelli davanti allo specchio del comò, notò uno strano riflesso. Voltandosi di botto potè vedere, giù in fondo, Angel e Hunter tanto vicini da sembrare in atteggiamento… intimo!

Strinse i denti così forte che la mascella gli scricchiolò, alla vista della sua ragazza e di quel ragazzo Indiano che lei chiamava affettuosamente “ Il mio migliore amico!” Dentro di se sapeva che Hunter non si sarebbe mai sognato di usare lo stesso appellativo nei confronti di lei… nessun ragazzo sano di mente lo avrebbe mai fatto!

“Angel, tua nonna è sempre stata buona con me e mio fratello, anche quando non era necessario! Mi dispiace quello che le è successo! – stava dicendo Hunter con un sospiro, consapevole di mentire. Se Isabel Hart non avesse avuto … quell’attacco di cuore, ora Angel non sarebbe qui! Si sentì un verme, al pensiero di ciò che aveva fatto!

Lo sciamano della sua tribù gli aveva impartito tutte le conoscenze erboristiche necessarie per far guarire una persona… o anche per stimolare un malanno. In tal modo era stato in grado di mescolare le erbe giuste per procurare quel piccolo infarto a Isabel. Era l’unico modo che era riuscito a trovare per indurre Angel a tornare da lui.

“Non ringraziarmi per l’aiuto che le ho dato! – esclamò, sotto il peso della sua coscienza sporca.

Angel gli sorrise e gli posò un bacio leggero sulla bocca, fiera della modestia dell’amico. Si alzò in punta di piedi per baciarlo, perché voleva che lui sentisse quanto gli era grata! Mentre si staccava da lui, i loro sguardi si incrociarono e si mantennero fissi. Angel si sentì invadere le cosce e lo stomaco da una tempesta di emozioni simili a fuochi e fulmini. Non era la prima volta che Hunter le faceva quest’effetto… ma era la prima volta che sapeva che non doveva provare queste cose per lui! Era fidanzata, ora, e desiderare Hunter doveva rimanere un tabù. Deglutì e si staccò violentemente da lui.

“Comunque ti sono davvero grata! Se mia nonna fosse morta, non so cos’avrei fatto!”

Hunter chiuse gli occhi: aveva capito che lei stava cercando di mettere un freno al fuoco di passioni che le era divampato dentro. Non poteva impedirsi di provarle… ma mettere un freno, sì. Tuttavia Hunter non poteva permetterle di lasciarlo di nuovo. Non era tipo, lui, da essere gettato nel dimenticatoio così facilmente!

La prese per mano e, con lei al fianco, si avviò verso la porta della hall. “Dai, avviamoci – disse.

Ashton si aggrappò così forte al davanzale di legno della finestra, da farlo scricchiolare. Angel non gli aveva mai dato motivo di essere geloso, prima, ma il modo in cui guardava Hunter … la tenerezza con cui gli aveva dato quel bacio casto, gli faceva salire il sangue al cervello! No, la cosa non gli piaceva nemmeno un po’! Non l’aveva mica accompagnata a casa per vederla flirtare con altri!

Angel entrò nell’ascensore, cercando di scrollarsi di dosso l’ultima scarica elettrica che le aveva suscitato il contatto con Hunter. “Allora, dove dormirò stanotte? – esclamò, sapendo che quello era un vecchio gioco tra loro.

Quando erano più giovani lei, Hunter, Tristian e Ray si erano divertiti molto a nascondere i registri della reception e a scambiare il numero delle stanze, solo per creare casini. E la cosa ora le sembrava ancora più divertente, perché Hunter era il responsabile della stessa cosa per cui in passato erano stati tutti puniti.

Lui scrollò le spalle: “Ho pensato che volessi stare vicina a tuo fratello.” Allungò la mano e premette il pulsante del quarto piano. “ Così, ti ho ridato la tua vecchia stanza.”

“Sono felice di riavere la mia bella enorme stanza! – sorrise lei, compiaciuta, perché le stanze ai piani superiori erano molto più grandi di quelle dei piani bassi. Inoltre, questo la faceva sentire ancora di più a casa. “Grazie, Hunter!”

“Beh, ho sempre pensato che voi due siate un po’ viziati – rispose lui, facendole l’occhiolino – Ecco perché ho deciso di dormire anch’io in albergo!” Tirò fuori la chiave dalla tasca. Era quella della stanza proprio vicina quella di Angel, e lui vi si era trasferito lì già da un mese. In tal modo riusciva a sentirla vicina, anche se Angel era tanto lontana!

“Davvero ti sei trasferito a Sanctuary? – chiese lei, incredula. Lui e Ray avevano sempre fatto la spola da casa loro al resort, per evitare di lasciare la madre sola di notte… e questo già molto prima che Ray prendesse la patente! I due fratelli amavano moltissimo la madre, e facevano in modo di darsi il cambio per starle vicino.

Quando l’ascensore toccò il piano, Hunter mise una mano sulla porta, per tenerla aperta. “Scusami, Angel, ma avevo pregato Tristian di non dirti niente. Non volevo che ti preoccupassi per noi.” I suoi occhi s'incupirono, sapendo che se lei gli avesse fatto una sfuriata avrebbe avuto perfettamente ragione.

“Allora dimmelo ora! – esclamò la ragazza. Aveva una bruttissima sensazione. Aveva sempre pensato che Hunter non fosse il tipo da tenerla all’oscuro di qualcosa, e per la prima volta si chiese se invece non si fosse sbagliata. – Cos’è che non so?”

“Nostra madre è morta un mese fa, perché la casa ha preso fuoco.” Deglutì a fatica come uno che si sforza di parlare. “ I vigili del fuoco hanno detto che si è trattato di un incidente. Deve essersi addormentata mentre stava cucinando.”

Gli occhi di Angel si spalancarono e si riempirono di lacrime. “Oh, Hunter, perché non me lo hai detto? Se lo avessi saputo… sarei tornata molto prima! – esclamò.

“Non volevo che tu… mi vedessi così..– rispose Hunter, mentre Angel lo abbracciava per la terza volta in mezz’ora.

Lasciò andare la mano perché la porta si chiudesse, e poi premette il bottone di arresto. Questa volta il ragazzo perse il controllo e la cinse con le braccia per attirarla a sé, lasciando che il profumo dei capelli di lei lenisse in parte il suo dolore. Un dolore che non aveva niente a che fare con la morte di sua madre.

Angel avrebbe voluto tanto confortarlo, ma non appena i loro corpi entrarono in contatto e lui la schiacciò verso la parete dell’ascensore, infilando una gamba tra le sue cosce, si sentì immediatamente presa dalla passione.

“Oddio, Angel… – le sussurrò Hunter sulla morbida pelle del collo, mentre sentiva il pene inturgidirsi al di sotto della stoffa dei calzoni. Spingendole ancora di più la gamba tra le cosce le sollevò la testa premendo sulle sue labbra un bacio di frustrazione. Fece scivolare le dita lungo le braccia di lei, per catturarle le mani. Poi la premette ancora di più contro la parete perché, se ben ricordava, a lei piaceva sentirsi dominata. Se questo poteva chiamarsi sesso… allora erano amanti da una vita!

Inizialmente Angel lo lasciò fare, perdendosi nella sensazione inebriante dei suoi baci, ma poi l’immagine di Ash prese forma nella sua mente e li si staccò con violenza da Hunter, interrompendo a mezzo uno dei baci. Gemette, al respiro di lui sul collo: ma poi si liberò dalla stretta delle sue mani e gliele mise sul petto, per respingerlo.

“Stai cercando di sedurmi?” Angel teneva lo sguardo fisso sul pavimento, terrorizzata dall’idea che lui vedesse quello che realmente portava scolpito negli occhi. “ Mi dispiace…io..”

“Schhh.. – la zittì dolcemente lui, mettendole un dito sulla bocca. Le sollevò il mento, costringendola a guardarlo. Sapeva perché lei si era bloccata. Aston Fox era già stato battuto… anche se lui era ancora ignaro. Gli occhi di Hunter si fecero più scuri, osservando quello che era riuscito a scatenare in lei semplicemente con un bacio.

“ Non ti creare problemi. L’amore non deve mai essere una cosa di cui pentirsi. Almeno adesso so che non ce l’hai con me, perché non ti ho detto di mia madre.” Hunter la mollò e si costrinse ad alzare la mano e a disattivare il pulsante di arresto, per permetterle di uscire dall’ascensore.

Con l’idea di tornare sul fatto della madre quando sarebbe stato possibile, Angel si precipitò fuori dell’ascensore, perché ormai non si fidava più di lei a rimanere da sola con Hunter. Una volta fuori si mise a correre, finché lui non definitivamente fuori portata. Solo allora rallentò la sua corsa.

Poveri Hunter e Ray! Erano così affezionati alla madre, e lei li amava tanto! Angel ricordò che avrebbe tanto desiderato avere lo stesso rapporto con sua madre. Ma lei era quasi un’estranea… da sempre!

Quando le porte dell’ascensore si richiusero, Hunter appoggiò le mani sulla parete su cui lei era stata confinata in quei pochi attimi…e da dove l’aveva respinto! Contò fino a dieci per riprendere il controllo. Chiuse gli occhi e fece dei profondi respiri, finché non si fu calmato. Quando li riaprì, aveva ripreso il controllo sulle sue emozioni.

Compose il numero di Tristian sul cellulare e lo avvertì via messaggio che la sorella era a posto. Si accigliò, quando vide che non c’era segnale sul cellulare dell’amico.

Angel entrò nella sua stanza, e si rilassò, vedendo che tutto era come l’aveva lasciato prima che si trasferisse. Si fiondò sul letto e chiuse gli occhi, felice. Non appena l’ebbe fatto, il ricordo di ciò che era appena successo tra lei e Hunter in ascensore riaffiorò, facendola nuovamente vibrare di desiderio.

Era stata lontano così a lungo che aveva immaginato che lui non la volesse più. In fondo, Tristian era uscito con qualcuno… e allora perché Hunter no?

Quando aveva iniziato la relazione con Ash, aveva cercato di dimenticare sia Tristian che Hunter. Ma ora che era tornata i ricordi sembravano perseguitarla. Si era sentita innamorata di entrambi così profondamente e tanto a lungo che aveva intrapreso la relazione con Ash proprio per questo… per dimenticare. Eppure, adesso che Hunter l’aveva toccata in ascensore, ecco che sprofondava nei suoi incubi peggiori: non amava affatto Ashton Fox, e lui non avrebbe mai scatenato in lei ciò che sentiva per Hunter!

Fece scivolare morbidamente la mano sulla sua vagina, e si lasciò andare alla passione, inarcandosi tutta. Chiuse gli occhi quando l’immagine tremolante di Hunter svanì… per essere rimpiazzata da quella di Tristian.

Legami Che Incatenano

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