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Capitolo 2 “La fiamma della gelosia”

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Kyoko strinse i denti, la tensione tra loro si toccava quasi con mano e stava davvero iniziando a darle sui nervi. Toya era seduto su un ramo dell’albero accanto al fuoco e lei si sedette a terra da sola. Ancora non si erano detti una sola parola e lui non l’aveva neanche guardata. Kyoko si accigliò, sentendosi quasi insultata. Baciarla era stato così brutto?

Toya era imbronciato. L’aveva vista turbata… l’aveva baciata così male? Lei non gli aveva detto una sola parola sull’accaduto. Preferiva quando lo sgridava o faceva qualsiasi altra cosa, ma non sapeva cosa pensare quando era silenziosa. Era arrabbiata con lui? Doveva chiederle scusa?

Le sue labbra si assottigliarono in segno di diniego. Non le avrebbe chiesto scusa per qualcosa che non aveva intenzione di fare. Doveva semplicemente ignorare la cosa e comportarsi come se non fosse successo niente? A quel punto, avrebbe solo voluto che tutto ritornasse com’era, anche se lui stesso non avrebbe dimenticato il bacio. Toya si voltò verso di lei, chiedendosi a cosa stesse pensando.

Kyoko osservava il cielo che stava diventando buio. Avrebbe voluto che Kamui fosse lì, ma sapeva che non sarebbe tornato prima di mattina. Un po’ di compagnia sarebbe stata ben accetta. In quel momento, si sarebbe accontentata anche di vedere Shinbe e Suki litigare. Sorrise… era sempre un divertimento.

Pensò all’idea di tornare a casa, ma era già tardi e ci sarebbero volute ore per tornare al Cuore del Tempo, a meno che non la accompagnasse Toya. Ricordare il modo in cui lui reagiva ogni volta che voleva andare a casa le impediva di chiedergli di accompagnarla. Per Toya sembrava quasi un peccato lasciare quel mondo, anche per un solo giorno. L’ultima cosa che voleva fare era litigare con lui in quel momento.

Infilò la mano nella sacca da viaggio e tirò fuori la sua coperta sottile, non sapendo cos’altro fare. Forse, se si fosse sbrigata ad addormentarsi, al suo risveglio ci sarebbe stato qualcun altro lì… qualcuno oltre a lui. Toya si comportava come se avesse già dimenticato il bacio e questo la infastidiva. Non aveva detto che gli era piaciuto, né le aveva chiesto scusa. Semplicemente non aveva detto nulla, come se non fosse mai accaduto.

Kyoko gettò la coperta a terra e vi si stese, decidendo di mettersi a fissare le stelle che stavano lentamente iniziando a comparire. Era più forte di lei, era stata baciata due volte nelle ultime ventiquattr’ore e, non essendo mai accaduto prima, era l’unica cosa a cui riusciva a pensare. Iniziò a confrontare i due baci.

Il bacio di Kyou era stato energico ed emozionante, anche se si era quasi spaventata per chi era lui. Le sue labbra erano calde, mentre lei pensava che sarebbero state fredde. Anche le sue mani erano calde, invece del tocco gelido che aveva immaginato. Gemette quando il ricordo le provocò un’ondata di calore in tutto il corpo.

Toya s’irrigidì quando sentì un flebile lamento di Kyoko. Guardandola, si accorse che sembrava persa nei propri pensieri. I suoi occhi divennero di oro fuso. Il suo odore stava cambiando e lo chiamava. Inspirò quel sapore dolce. Stava pensando a lui?

I suoi pensieri ritornarono a quando aveva ripreso i sensi, dopo essere tornato normale. Le sue labbra erano morbide e non gli aveva opposto resistenza. Poteva sentire ancora il suo sapore. Niente lo aveva mai colpito così. Con Kyoko era una tutta un’altra cosa. Quando non gli urlava contro, era una delle persone più felici che avesse mai conosciuto. Non che Toya avesse conosciuto molti umani, eppure lei era come la sua luce nel buio.

Amava proteggerla e starle vicino. Frantumare il Cuore di Cristallo Protettore ne era valsa quasi la pena… quasi. Ora doveva proteggerla da Hyakuhei e da ogni demone in circolazione. Si voltò verso di lei e vide che si era addormentata. Sapeva che, se non fossero rimasti concentrati sul ritrovamento del talismano, le cose sarebbero diventate molto pericolose… troppo pericolose perché lei si trovasse in mezzo a tutto questo. Ecco perché lui esortava costantemente il gruppo a proseguire nella ricerca.

Toya saltò dall’albero e atterrò in silenzio accanto a lei. Le si avvicinò e si sedette. Lo faceva spesso dopo che si era addormentata, in modo da poterle stare vicino se fosse successo qualcosa, e anche perché semplicemente gli piaceva starle vicino. Si rilassò in un leggero dormiveglia. Il minimo rumore lo avrebbe svegliato e lui sarebbe stato pronto.

Kyoko era in un sonno profondo… sognava. Toya aveva appena ucciso Hyakuhei e le si era avvicinato sorridente, stringendola a sé. Era straordinario. Guardandola profondamente negli occhi, avvicinò le labbra alle sue e il suo sguardo si addolcì. Vedeva l’amore riflesso lì. Lei esitò, improvvisamente insicura di quanto stava accadendo.

«E il portale del tempo? Non devo riportare il Cuore di Cristallo Protettore nel mio mondo?» sussurrò preoccupata.

Toya le sorrise e scosse la testa. «Non lo sai che ti amo e che non ti lascerei mai andare via?». Abbassò le labbra sulle sue e il bacio le tolse il respiro. Era profondo e appassionato. Sembrava così reale.

Poi chiuse gli occhi e il bacio cambiò. Era affamato e sensuale allo stesso tempo. Sentendo la differenza, aprì gli occhi e si ritrovò davanti gli occhi dorati di Kyou. Poteva sentire le sue mani sul proprio corpo, muovendosi lentamente e sfidandola a reagire. Si arrese alle sensazioni e chiuse di nuovo gli occhi.

In quel momento tutto cambiò e Kyoko sentì un brivido gelido strisciarle lungo la spina dorsale. Le labbra calde divennero bollenti e sentiva il male irradiare da esse. Le mani che accarezzavano il suo corpo erano come fuoco e gli artigli lasciavano sottili strie di sangue ovunque la toccassero. Spalancò gli occhi e vide due occhi color mezzanotte… Hyakuhei. Lo sentì sussurrare con una flebile, voce seducente e cattiva,: «Nessuno può salvarti.».

Kyoko iniziò a dimenarsi e sentiva le sue stesse grida, ma lui era troppo forte. La teneva ferma con una presa mortale. Urlò di nuovo, cercando di respingerlo. Le mani che la tenevano scomparirono e si sentì sollevare e premere contro qualcosa di solido.

«Kyoko, svegliati… Kyoko.». Aspetta… non era Hyakuhei. Smise di dimenarsi e sentì una mano scivolarle tra i capelli, cullandola e facendola sentire al sicuro.

Aprì lentamente gli occhi e vide i capelli neri con riflessi d’argento. Si trovava davanti il petto di Toya e lui la stringeva… cullandola lentamente avanti e indietro. Pensando di star ancora sognando, Kyoko si rannicchiò e chiuse di nuovo gli occhi, non volendo che il sogno finisse.

Finché Toya la teneva stretta allora Hyakuhei non sarebbe tornato a tormentarla nei suoi sogni. Era quasi nel suo grembo e lo sentiva dire: «Va tutto bene, Kyoko. Sono qui. Va tutto bene, adesso. Shhh…». Il proprio corpo tremava ancora per il sogno, ma si calmò al suono della dolce voce di Toya. Il rumore del suo battito cardiaco la cullava in modo sicuro in un sonno senza sogni.

Toya la sentì calmarsi lentamente. Lo aveva quasi spaventato a morte, agitandosi e urlando nel sonno in quel modo. Qualunque cosa fosse ad averla terrorizzata, aveva terrorizzato anche lui. La tirò su fino al proprio grembo e la tenne stretta quando iniziò a scivolare per il tremore. La sua guancia era premuta sul proprio petto e la stava cullando tra le braccia. Per lui era leggera come una piuma e amava quella sensazione.

«Shhh… sono qui. Niente potrà farti del male. Non lo permetterò. Adesso torna a dormire.». Lui la cullava dolcemente e con la punta delle dita le scostò i capelli dal viso. Kyoko si era agitata per il sogno e aveva gli occhi chiusi… ma Toya percepiva che lei sapeva chi era a tenerla stretta. Ebbe un tuffo al cuore al pensiero che Kyoko si fosse accorta di lui e non aveva ancora fatto storie.

Era di nuovo addormentata quando le sfiorò leggermente la guancia tracciandone il contorno, sentendo la sua pelle di seta. Nel sonno, sembrava un angelo tra le sue braccia… il suo angelo. Questo era ciò che voleva. Non avrebbe mai permesso a nessuno di portargliela via, né ai demoni né ai suoi fratelli, soprattutto.

Lentamente, per non svegliarla, Toya si appoggiò sulla coperta e si fece scivolare giù, tirandola per coprirsi. Continuava a stringerla, tenendola a sé e avvolto intorno a lei con un abbraccio protettivo. Non era mai stato così comodo in vita sua e ci volle solo un minuto per cadere in un sonno profondo come non accadeva da… sempre.

Diverse ore dopo, Kyoko percepì del calore e vi si avvicinò. Poi si bloccò. Girò la testa lentamente, come se avesse paura di scoprire la verità, quando Toya si mise a sedere.

Sentendo la sua agitazione lui si accigliò, sapendo che avrebbe dovuto alzarsi e allontanarsi ore prima.

Kyoko lo guardò incuriosita cercando di vedere i suoi occhi, ma la testa era abbassata e i capelli li coprivano, nascondendo la loro espressione. Lui si alzò senza dire niente e si diresse verso i cespugli circostanti.

Kyoko si sentiva confusa. Toya aveva dormito con lei la scorsa notte? Poi un ricordo le balenò nella mente. Ricordava che stava sognando e lui… rimase senza fiato. Non era un sogno. L’aveva tenuta stretta a sé. Guardò la coperta che aveva ancora le sue forme. Doveva essersi addormentato accanto a lei. Sorrise, ricalcando con le dita i segni che lui aveva lasciato sulla stoffa.

Alzò lo sguardo quando Kamui giunse nella radura, «Ciao, Kamui. È bello rivederti.». I suoi capelli arruffati rilucevano di riflessi viola al sole del mattino e gli occhi mostravano i colori più belli. Chi gli era abbastanza vicino da vederli, sapeva che c’erano riflessi multicolore in quelle sfere lucenti, ma per Kyoko era il suo sorriso a renderlo irresistibile.

Kamui si guardò intorno, vedendola da sola, e si chiese perché. «Dove sono tutti? Suki e Shinbe non sono ancora tornati? E Toya?». Si tolse una sacca dalla spalla e la mise davanti a Kyoko, alzando un sopracciglio.

«No, non ancora, ma Toya dovrebbe tornare tra pochi minuti. Cosa c’è qui dentro?» gli chiese, vedendo che Kamui aveva iniziato ad estrarre del cibo dalla sacca.

«Sennin vi manda questi e ha detto di mangiare, visto che mangiamo raramente qualcosa di buono, a meno che non lo porti tu dal tuo mondo.». Lui la guardò con i suoi grandi occhi rilucenti di una vasta gamma di colori e s’illuminò per l’espressione di lei quando vide i dolci mandati insieme a tutto il resto. «Dai, diamoci dentro.» le disse.

«Kamui, sei tornato presto.» disse pigramente Toya mentre rientrava nella radura. Guardò Kyoko con emozioni illeggibili poi distolse subito lo sguardo.

Kamui lo guardò. Litigavano spesso ma, in realtà, lui ammirava Toya. Era cambiato molto da quando passava così tanto tempo accanto a Kyoko. Secondo lui, Kyoko aveva reso Toya una persona migliore.

«Sennin ha detto che nella foresta ad est c’è stata un’invasione di demoni che ha terrorizzato la zona nell’ultima settimana. Potrebbero essere coinvolti dei talismani, quindi dovremmo controllare.» Kamui pronunciò le ultime parole e addentò un pezzo di pane.

«Ehi, me ne lascerai un po’, vero?» Toya si sedette accanto a loro ed iniziò a prendere del cibo.

Kyoko sorrise mentre li guardava litigare per un dolcetto di riso alla fragola mandata da Sennin. Tuttavia, la normalità di quel momento non durò a lungo.

Toya s’irrigidì, percependo un odore nell’aria. «Dannazione!», balzò in piedi con gli occhi socchiusi, «Che diavolo vuole?».

Prima che Kyoko potesse chiedere di chi stesse parlando, una folata di vento soffiò nella radura e si fermò a pochi passi da lei, facendo perdere l’equilibrio a Toya. Kyoko si ritrovò a fissare negli occhi color ghiaccio di Kotaro, un altro dei cinque guardiani. Come Kyou, anche lui dava la caccia al talismano da solo, alla ricerca di indizi su dove si nascondesse Hyakuhei.

Kotaro era la perfezione, con muscoli asciutti, capelli neri spettinati che gli ricadevano lungo la schiena e occhi blu di ghiaccio. Era vestito di nero, con una maglietta viola che si intravedeva sotto. Lui e Toya non si sopportavano, soprattutto perché Kotaro diceva in giro che Kyoko era sua.

«Buongiorno, Kyoko.» disse Kotaro con voce bassa e profonda, tenendo le mani nelle sue e alzandole davanti a sé. «Come sta la mia futura compagna, stamattina?», la guardò negli occhi facendola arrossire.

Non importava quante volte Kyoko gli avesse detto che non era sua né di nessun altro, la chiamava ancora la “sua futura compagna” con tanta sicurezza e fascino.

«Kotaro, dannazione! Lascia stare Kyoko. Perché non stai mai attento a quello che fai?» ringhiò Toya, scostandosi dall’albero… era stato praticamente spinto dal vento di Kotaro.

L’altro arricciò il naso senza nemmeno degnarsi di guardarlo, «Mi sembrava di aver sentito il tuo odore da qualche parte.» gli disse offensivamente.

Con stupore, Kamui vide Toya stizzirsi e capì che Kotaro lo stava facendo imbestialire sempre di più. Si avvicinò a Kyoko sussurrando: «Ehm, forse sarebbe meglio fermare la cosa ancora prima che inizi.». Sapendo che Kyoko era l’unica cosa che impediva loro di distruggersi a vicenda, Kamui indietreggiò, allontanandosi dal trio.

Kyoko sapeva che Kotaro era innocuo… be’, almeno per lei. Scostò le mani dalle sue… ancora imbarazzata per il modo in cui la stava guardando. Poteva effettivamente vedere l’amore e la devozione brillare nei suoi occhi di ghiaccio.

«Kotaro, come mai qui?» gli chiese lei, distogliere la sua attenzione da Toya.

Kotaro sorrise, dimenticando subito Toya e rispondendo alla sua domanda: «Ho sentito che ci sono problemi nella zona ad est della foresta. Speravo di trovare Hyakuhei e ucciderlo per te, così diventerai presto la mia compagna, mia dolce Kyoko.». Oh, lui amava Kyoko, ma amava anche far imbestialire Toya.

Kyoko divenne quasi rossa nel sentire le sue parole. Aprì la bocca per dire qualcosa ma, perdendo il filo dei propri pensieri, ci rinunciò.

Toya aveva sentito abbastanza idiozie da quello stupido sbruffone. Balzando di fronte a Kyoko per nasconderla dalla vista di Kotaro, ringhiò: «Stai indietro!». Restrinse lo sguardo e aggrottò la fronte, «Non abbiamo bisogno del tuo aiuto per sbarazzarci di Hyakuhei. Quindi perché non cerchi di stare alla larga da noi e lasci in pace Kyoko? Dannazione!».

Kotaro agì come se Toya non fosse nemmeno lì. Con una mossa fulminea, lo aggirò per posare un casto bacio sulla guancia di Kyoko. Con un occhiolino, se ne andò velocemente così come era apparso.

Toya strinse i pugni lungo i fianchi. Era così furioso da sentirsi come se stesse per esplodere. Perché diavolo tutti volevano improvvisamente baciare Kyoko? Era sua, dannazione! «Kotaro, torna qui e combatti, bastardo!» urlò con tutto il fiato che aveva.

Kyoko si rivolse a Kamui come se non fosse successo niente. «A quanto pare, le informazioni di Sennin erano corrette.».

Toya si arrese e si voltò. «Forza, raccogliamo le nostre cose. Recupereremo Suki e Shinbe lungo il tragitto. Dobbiamo passare comunque dove si trovano loro per andare ad est della foresta.» disse, ancora arrabbiato con suo fratello per aver sparato bugie su Kyoko. Non avrebbe mai permesso a Kotaro di averla e non vedeva l’ora di scontrarsi con lui e farlo a pezzi per farglielo capire.

Kyoko sapeva che Toya era geloso di Kotaro. Tuttavia, per come la vedeva lei, almeno Kotaro era capace di dirle i propri veri sentimenti, mentre Toya continuava a confonderla. Si chinò e cominciò a raccogliere il cibo avanzato che avrebbero poi condiviso con gli altri.

Toya si chinò davanti a lei in attesa che gli salisse sulla schiena. In quel modo sarebbero arrivati prima ed era l’unico momento in cui poteva camminare tenendola in braccio senza che nessuno si meravigliasse.

Kyoko trattenne il respiro per un secondo, poi espirò lentamente, non voleva rendere la cosa diversa dalle altre volte in cui lo avevano fatto… ma lo era. Strinse le braccia al suo petto mentre lui le mise le mani sotto le ginocchia per tenerla stretta a sé. Alzò lo sguardo verso il cielo, chiedendosi se gli dei si stessero divertendo ancora.

Kamui rise silenziosamente per come si comportava Toya ogni volta che qualcun altro cercava di attirare l’attenzione di Kyoko. Raccogliendo la sacca del cibo dopo che si erano allontanati, le sue ali trasparenti presero a brillare, inviando una pioggia di polvere di stelle multicolore su tutto l’accampamento, che magicamente cancellò tutte le tracce della loro presenza.

Percependo Kaen dietro di sé, disse: «Si prospetta una giornata interessante. Andiamo con loro?». I suoi piedi si alzarono da terra mentre scivolava dietro di loro.

Kyoko amava salire sulla schiena di Toya quando dovevano affrettarsi. Sentiva i suoi muscoli contrarsi e distendersi. Gli posò una guancia sulla spalla e rimase così mentre i suoi lunghi capelli le svolazzavano intorno, solleticandole il viso. Toya si muoveva come se lei non pesasse nulla mentre saltava da un ramo all’altro, a volte saltando a terra solo per prendere la rincorsa e tornare di nuovo tra gli alberi. Sembrava avere un debole per l’altezza.

Toya amava portare Kyoko in spalla ma non glielo avrebbe mai detto. Gli piaceva sentire che si stringeva a lui nel tentativo di aggrapparsi. A volte andava ancora più veloce solo per farla aggrappare più forte, con le gambe e le braccia strette attorno a lui. Per questo motivo non le aveva mai mostrato le proprie ali.

A volte, lei gli posava la guancia sulla schiena e Toya capiva che le piaceva tanto quanto lui. La sua mente tornò alla foresta ad est. Era già stata recuperata una metà del Cuore di Cristallo Protettore e Hyakuhei era in vantaggio, a quel punto. Le cose si stavano facendo molto pericolose e lui doveva stare in guardia.

Sentiva di dover proteggere la Kyoko con la propria vita, soprattutto se il pericolo era ovunque. Il demone con cui aveva combattuto ieri era stato un campanello d’allarme. Toya accelerò, nella speranza di incontrare Suki e Shinbe che ritornavano al campo, così da potersi affrettare e arrivare ad est prima di Kotaro e Kyou.

Sopra di loro, Kyou volava nel cielo senza espressione, come una divinità. I suoi vestiti fluttuavano attorno a lui mentre si dirigeva verso est. Dunque nella foresta orientale si erano perse le tracce di Hyakuhei. Era lo stesso luogo in cui erano diretti Toya e la sacerdotessa. Le sue labbra accennarono un sorriso.

«Ehi!» esclamò Toya, scorgendo un rapido movimento in lontananza. Saltando giù da un albero all’altro e di ramo in ramo, atterrò con grazia davanti a Shinbe e Suki.

Kyoko scivolò dalla schiena di Toya e, sorridendo, si avvicinò subito ai suoi amici. «Abbiamo appena saputo che dovremmo andare nella foresta ad est.» li informò.

Shinbe guardò Toya di scatto. «Ah, sì? Che sta succedendo in quella zona?» gli chiese, avvicinandosi per discutere della questione. Kamui abbandonò i confini della foresta per unirsi ai guardiani, annuendo quando Kaen sbucò dal nulla, come faceva spesso, proprio al momento giusto.

Prendendo Suki in disparte e lontano dagli altri, Kyoko le sussurrò: «Allora, com’è andata?» e piegò la testa di lato, sorridendo.

Suki alzò lo sguardo in direzione di Shinbe. «Ci credi che quell’idiota ha cercato di baciarmi?». Incrociò le braccia sul petto e guardò in cagnesco il ribelle guardiano ametista.

Toya s’irrigidì a causa del suo udito eccezionale. Aveva sentito il commento di Suki e, mentre ascoltava, Kyoko aveva guardato direttamente verso di lui, incrociando il suo sguardo. Girò il viso per nascondere il rossore che gli stava salendo sulle guance, ma non prima che Suki e Shinbe se ne accorgessero.

Shinbe si piegò verso il fratello mantenendo la voce bassa, «Toya, che è successo tra voi due mentre eravamo via?». Si sentì percorrere da un brivido di gelosia ma cercò di ignorarlo, sapendo che era una causa persa. Anche Kamui si avvicinò per sentire la risposta.

Toya spalancò gli occhi e gli si drizzarono i peli sulla nuca, facendolo indietreggiare con aria colpevole. «Oh, non è successo niente.», incrociò le braccia e li guardò, sfidandoli a smentire la sua bugia.

Suki afferrò Kyoko per un braccio e la portò a buona distanza dai ragazzi, questa volta.

«Va bene, sputa il rospo. Che mi sono persa?» le chiese con le labbra contratte da una gioia nascosta a malapena. Da quando Suki aveva conosciuto Kyoko, si sentiva come se si conoscessero da sempre. Le voleva bene come una sorella e, in quel momento, sapeva che c’era sotto qualcosa.

Kyoko non la guardava negli occhi e aveva il viso ancora rosso. «Dai, dimmelo.» la supplicò Suki.

Kyoko guardò la sua migliore amica, che era alta qualche centimetro in più, e strinse le spalle. «Va bene, sono stata baciata, questo è tutto.», e girò in fretta gli occhi cercando di farla passare come una cosa da niente.

Suki guardò Toya. «Quindi ti ha baciato, finalmente?». Tornando a Kyoko, sorrise finché non la vide scuotere la testa, e si accigliò. «È stato Toya a baciarti o no?» alzò un sopracciglio, confusa.

Kyoko gemette. «È una lunga storia, quindi sarò breve. Tre ragazzi diversi mi hanno baciata mentre eri via. E no, non ho chiesto a nessuno di loro di farlo. Perciò, ripeto, non è stato niente di importante!», mise enfasi sulle ultime tre parole.

Suki la guardò a bocca aperta. Nel frattempo, Toya si era irrigidito sentendo Kyoko dire che non era stato niente di importante. “Bene, adesso so che cosa pensa.”, si disse con una smorfia, voltandosi di nuovo verso i suoi fratelli e concentrandosi nel dirgli quello che sapeva riguardo la foresta.

Suki finalmente ritrovò la voce, ma la mantenne bassa, «Kyoko, chi ti ha baciata?». che non apriva bocca, sospirò. «Avanti, dimmi chi ti ha baciata per primo.».

Kyoko chiuse gli occhi, «Il primo è stato Kyou.».

«Kyou?» gridò Suki, portandosi una mano alla bocca con un riflesso incondizionato.

Toya strinse un pugno nel tentativo di frenare la propria rabbia. Si voltò e lanciò un’occhiataccia verso Kyoko prima di accorciare rapidamente la distanza tra loro, poiché non gradiva la piega presa dalla conversazione. «Non abbiamo tempo per queste stronzate!» sbottò, fissando le ragazze. «Dobbiamo trovare i talismani prima che il nemico li prenda tutti.».

Kamui annuì: «Sì, Kotaro è venuto al campo e ha detto che era diretto nello stesso posto, poi ha baciato Kyoko sulla guancia ed è sparito.». Toya gli diede uno scappellotto, ringhiando.

«Ahi, ma perché? Non ho fatto niente!» esclamò Kamui, strofinandosi il bernoccolo che gli si era formato in testa, con le lacrime agli occhi. Stava fingendo ovviamente, perché dentro di sé stava morendo dal ridere per l’espressione di Toya.

Suki roteò gli occhi, «Anche Kotaro?», poi si girò di scatto verso Kyoko, chiedendosi cosa diavolo stesse succedendo.

Shinbe si avvicinò a Toya, «Allora, qual è il problema?». L’altro lo fissò come per sfidarlo a dire un’altra parola.

Suki afferrò il braccio di Shinbe e lo allontanò da Toya prima che finisse con un bernoccolo in testa come Kamui.

Toya volse lo sguardo verso Kyoko. Lei s’irrigidì e ricambiò lo sguardo. «Che problema hai? E non colpire Kamui!» gridò, balzando davanti al guardiano come per proteggerlo. Non sapeva che Kamui stava sogghignando verso Toya come se fosse migliore di lui.

Suki sapeva che avrebbero litigato. Afferrando la mano di Kyoko, la trascinò lungo il sentiero. «Andiamo, camminiamo insieme per un po’.» e non le diede il tempo di rifiutare mentre la spingeva.

Non sentendosi molto sicuro così vicino a Toya, Kamui se ne andò con le ragazze, lasciando suo fratello da solo.

Una volta lontane da Toya, Suki si rivolse a Kyoko. «Adesso, per favore, vuoi dirmi che diavolo è successo? Perché Kyou ti ha baciata?» quasi gridò, guardando la sua amica con aria preoccupata. Il pensiero che Kyou baciasse chiunque era semplicemente… inquietante.

Kyoko strinse le spalle. «Non ho la più pallida idea del perché lo abbia fatto. Stavo nuotando, è volato giù e mi ha spaventata a morte. Prima che io capissi cosa stava facendo mi ha baciato, poi se n’è andato senza dire una parola.».

Kamui si sentiva come se qualcuno gli avesse appena dato un pugno nello stomaco. Si affrettò dietro Kyoko, mettendole una mano sulla spalla. «Ti ha lasciato qualche segno?» le chiese con voce tesa.

Kyoko aggrottò la fronte. Girandosi, vide Kamui con uno sguardo confuso. «Toya mi ha chiesto la stessa cosa. Che significa “lasciarmi un segno”? Che vuoi dire?».

Le labbra di Kamui si assottigliarono. «Se Kyou ti bacia così, di punto in bianco, vuol dire che sta pensando di reclamarti come sua compagna.».

«Che cosa?!» urlò Kyoko, portando le mani sui fianchi, «Stai scherzando?».

«No… con quel bacio Kyou ha iniziato a preparare il terreno.». Gli occhi di Kamui si adombrarono come se mostrassero interesse, «Adesso ti seguirà pian piano, finché non ti marchierà e ti farà sua.». Le scostò la mano dalla spalla e aggiunse: «Vedilo come un appuntamento.».

Intuendo improvvisamente più di quanto volesse, Kamui sibilò tra i denti: «Ecco perché Toya è così sconvolto. Poi Kotaro arriva e ti bacia sulla guancia… è la stessa cosa. Anche lui ti ha dato un appuntamento.».

Kyoko non sapeva cosa dire. Rimase immobile per un attimo. Poi, guardando dietro Kamui, notò Toya e Shinbe che camminavano verso di loro, ancora intenti a pianificare la loro prossima mossa mentre si dirigevano ad est.

Suki richiamò la sua attenzione, «Va bene, hai detto tre. Quindi anche Toya ti ha baciato, giusto?».

Kyoko annuì, poi scosse la testa, «Ma lui non voleva davvero baciarmi. È stato quasi un… incidente.».

Guardò di nuovo indietro, notando che gli altri erano quasi arrivati. «Abbiamo lottato contro un demone, Toya ha perso i suoi pugnali e il suo sangue demoniaco ha preso il sopravvento. Ha ucciso il demone e io cercavo uno dei pugnali, ma mi ha presa appena l’ho trovato. Ho pensato che mi avrebbe uccisa, e invece… mi ha baciato. Poi il contatto con i pugnali ha spezzato l’incantesimo ed è tornato normale.».

Suki guardò Toya, poi di nuovo Kyoko. «Aspetta, vuoi dire che è tornato normale mentre ti stava baciando?», alzò un sopracciglio quando Kyoko annuì.

Kamui sorrise, «Lo sapevo! Gli piaci davvero. Ecco perché nella sua forma demoniaca ti ha baciato, invece di ucciderti. Lo ha fatto perché si sentiva se stesso.». Kamui si allontanò da loro, sapendo di essere ormai a portata dell’udito di Toya.

«Bene, teniamogli compagnia.». Suki decise di seguire l’esempio di Kamui e lasciar perdere, per ora… peccato che Shinbe non fosse altrettanto intelligente.

Avendo ascoltato l’ultima frase di Kamui, Shinbe si rivolse a Kyoko, «Ecco perché è così nervoso!». Sorrise, chiedendosi se avesse dovuto aggiungere il proprio bacio alla lista, prima che fosse troppo tardi.

Toya si avvicinò grattandosi il collo. «La smettete di dire stronzate su di me? Dannazione!».

Il collo era già arrossato e Kyoko ridacchiò. Sapeva che iniziava a prudergli in quel punto quando pensava che qualcuno stesse parlando di lui alle sue spalle, e lo irritava da morire.

Le dita di Toya si contrassero udendo la risatina di Kyoko. Gli inviò una scarica di piacere attraverso il corpo e gli fece desiderare che lo facesse più spesso. Si guardò intorno, notando che tutti avevano finalmente smesso di chiacchierare. Soddisfatto che nessuno stesse più parlando di lui, abbassò la mano.

«Muoviamoci, non abbiamo tempo per giocare. Dobbiamo fermare Hyakuhei e prendere i talismani prima di lui.». Si chinò davanti a Kyoko e aggiunse: «Lasciamoli andare per la loro strada, tu vieni con me. Faremo più in fretta.» e aspettò che lei montasse su. Almeno, in questo modo, non avrebbe dovuto sentir parlare dei suoi rivali.

Kyoko sorrise e saltò su. Poi lo abbracciò e lo strinse gentilmente per fargli capire che era pronta.

Lontano da tutti in modo che nessuno potesse vedere, Toya chiuse gli occhi mentre assaporava l’abbraccio che aveva appena ricevuto. Riaprendo gli occhi, bagliori argentati brillavano nelle sue iridi d’oro e partì ad una velocità tale che avrebbe potuto competere con il fratello del vento, Kotaro.

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