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Capitolo 3 “Baci maliziosi”

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L’aria era sempre più fredda e Toya rallentò, notando un’aura malvagia in lontananza. Il sangue di Kyoko si gelò quando la sensazione innaturale prese il sopravvento. Lui saltò giù dai rami, fermandosi di colpo in cima ad una collina. Lei scivolò a terra mentre gli altri apparvero rapidamente dietro di loro, guardando in lontananza.

Kyoko vide una nube minacciosa che incombeva su tutta l’area. «Sento un talismano.» disse, e scosse la testa. «Non uno soltanto, ce ne sono altri.» aggiunse. «Il male che circonda i frammenti è soffocante.».

Suki le si avvicinò, imbracciando la propria arma per facilitare la presa in caso di battaglia. «È Hyakuhei quello che senti?». Guardò Shinbe che camminava accanto a loro, il suo soprabito e i suoi lunghi capelli blu notte soffiavano nel vento che si era levato di nuovo.

Gli occhi di Toya si socchiusero e divennero si argento fuso. Percependo il pericolo vicino a loro, guardò a sinistra e abbassò il braccio. La lama di un pugnale balenò nel suo palmo. «Vieni fuori bastardo, sento il tuo odore!» ringhiò, facendo un passo davanti a Kyoko e agli altri per proteggerli. La collina e la valle sottostante erano infestate dal forte tanfo del male.

Una figura con indosso un’ondeggiante veste nera si materializzò dal nulla proprio di fronte a loro, con un’espressione malvagia. «Allora hai risposto alla mia chiamata.».

Kyoko rabbrividì quando quegli occhi scuri incontrarono i suoi. Il ricordo del sogno che aveva fatto la sera prima le tornò in mente, dandole i brividi. Fece un passo indietro, nascondendosi dietro Toya e guardando Hyakuhei. Aveva la brutta sensazione che l’unico motivo per cui lui era lì fossero lei e i suoi talismani.

Toya notò che l’attenzione di Hyakuhei era incentrata su Kyoko e si sentì impazzire. Ringhiò, afferrando il manico del pugnale e lanciandosi per colpire il nemico. Il mantello nero cadde a terra come previsto. Era soltanto uno dei fantocci di Hyakuhei. «Avrai mai il coraggio di affrontarmi davvero?!» Toya s’infuriò.

«I poteri della sacerdotessa saranno miei, perciò… vieni da me.» la voce fredda di Hyakuhei fu lentamente spazzata via dal vento.

Kyoko sentiva brividi gelidi strisciarle lungo la schiena a quelle parole. «Andare da lui? Sta dando i numeri?» sussurrò, sentendo il vigliacco alzare la testa spaventato.

Toya le andò accanto. Sapeva che i guardiani erano incaricati di tenere il cristallo lontano dal male, ma non gli piaceva che ciò mettesse in pericolo Kyoko. Hyakuhei aveva ucciso tanti innocenti per i talismani. Sarebbe stato maledetto se avesse lasciato che Kyoko diventasse una delle vittime di quella guerra.

L’avrebbe protetta. Il suo bisogno di proteggerla era così forte che era diventato la sua unica ragione di vita e, in quel momento, aveva una sensazione molto brutta. Poteva sentire il battito accelerato di Kyoko e l’odore della paura irradiava da lei. La guardò stupito quando lei si voltò con un sorriso gelido. «Bene, andiamo a prendere un altro talismano?», Kyoko alzò il mento a dispetto della paura che provava e raddrizzò le spalle.

Toya guardò dietro di sé e vide che anche gli altri erano pronti. Gli altri… le uniche persone di cui si fosse mai fidato.

*****

Hyakuhei guardò nello specchio che il suo servo Yuuhi reggeva. Lo specchio delle anime che gli permetteva di seguire ogni mossa di Kyoko. La ragazza era il suo obiettivo, per il momento. Solo lei aveva il potere di controllare il Cuore di Cristallo Protettore e lui aveva bisogno di quel potere.

Ma… aveva bisogno di lei anche per fondere i talismani di nuovo insieme. Per fare ciò, avrebbe dovuto trovare un modo per convincerla ad andare da lui di sua spontanea volontà. Non la voleva morta, la voleva accanto a sé.

Come se avesse letto la mente del suo maestro, Yuuhi parlò con voce calma e senza emozioni: «Tu vuoi il potere della ragazza, ma lei è pura e non verrà da te di sua spontanea volontà.». La figura spettrale del ragazzo scrutò Hyakuhei con occhi neri che contenevano la conoscenza di migliaia di anni.

«Catturare lei è come catturare un cuore puro e, per farlo, è necessario intrappolarla in una rete di inganni.». Il ragazzo misterioso guardò lo specchio, osservando Kyoko con i suoi occhi del colore della morte.

Hyakuhei sorrise perfidamente. Il suo corpo e il suo viso perfetti nascondevano la sua malvagità. I suoi lunghi capelli scuri ricadevano in onde scintillanti. Era molto sensuale, con muscoli asciutti che s’increspavano sotto la pelle ad ogni movimento. La sacerdotessa che i guardiani proteggevano aveva le sembianze dell’unica persona che lui avesse mai amato.

Sapeva che Kyoko era la reincarnazione di colei che aveva perso tanto tempo fa… colei che gli era stata portata via senza pietà.

Strinse un pugno appena i ricordi di un altro tempo cercarono di riaffiorare. Li spinse via con un ringhio e si concentrò nuovamente sulla sacerdotessa che aveva davanti. Come poteva far innamorare di sé un cuore incontaminato, quando lui era il male in persona? Lei aveva il potere che lui aveva dato alla sua antenata molto tempo fa. Questo era ciò che l’attirava, il pensiero di contaminare una tale purezza. Avrebbe dovuto irretirla con gli inganni.

«Invocherò la magia del Tenshi per lanciare un incantesimo sulla sacerdotessa e farla innamorare di me.» disse Hyakuhei, poi iniziò a ridere, ma non c’era divertimento nella sua risata. Chiudendo gli occhi, convocò la figura di uno dei demoni che aveva inglobato nel proprio corpo e che ora controllava.

Il Tenshi avrebbe potuto tessere un incantesimo attorno alla ragazza, facendola innamorare inconsapevolmente di colui che la possiede. Invocando anche un demone di immensa forza e una massa di fluttuanti spiriti maligni per tenere a bada Toya e gli altri, Hyakuhei li inviò contro il gruppo mentre osservava tutto attraverso lo specchio delle anime.

*****

Quando Toya e il gruppo si avvicinarono all’aura sinistra della valle, Kyoko si fermò. Il male… lo sentiva intorno a loro, ma non riusciva a vederlo. «C’è qualcosa.» sussurrò, facendo un passo indietro, spaventata. I suoi occhi color smeraldo si volsero verso una collina di fronte a loro proprio quando un enorme demone sbucò da terra, come se uscisse da una tomba senza nome.

Toya ringhiò ai demoni minori provenienti anch’essi da sottoterra. Sembrava che qualcuno avesse aperto una porta dell’inferno. I pugnali gemelli scintillarono all’istante e Shinbe e Suki si misero al suo fianco. Kaen digrignò i denti e Kamui si precipitò verso Kyoko per starle davanti, nel caso in cui i demoni superassero gli altri.

Toya balzò in avanti urlando: «Kyoko! Vedi un talismano nel demone più grande?».

Lei guardò la creatura e notò una luce soffusa sulla fronte. «La fronte!» gridò in risposta, mentre Suki colpiva gli spettri che volavano verso di loro passando davanti al demone.

Kyoko vide Shinbe che iniziava a srotolare il bracciale di perline di ametista per creare il buco nero con cui lo aveva maledetto Hyakuhei da bambino, lo stesso buco nero che avrebbe potuto inghiottirlo per intero semmai i suoi poteri fossero finiti fuori controllo. Il vuoto del buco nero risucchiava i demoni nelle sue profondità, divenendo una delle loro armi migliori e più pericolose nella battaglia contro Hyakuhei e i suoi servitori.

Kyoko vide un’ombra volare sopra di sé e guardò in alto. «Shinbe! Non farlo! È una creatura fasulla!» gridò, e Shinbe alzò lo sguardo, chiudendo rapidamente il buco nero e facendole un cenno per ringraziarla dell’avvertimento. Poi, uno sciame di demoni volò verso di loro. Quelle creature fasulle erano la sola rovina dei buchi neri.

Shinbe era quasi morto l’ultima volta che, accidentalmente, ne aveva risucchiata una. Il loro potere rifletteva nel vuoto, facendolo finire fuori controllo con il rischio che lui venisse consumato dal buco nero.

La baionetta di Suki spuntò in aria all’ultimo secondo, uccidendo alcuni demoni. Shinbe lanciò scongiuri ed incantesimi a quelli rimasti che li attaccavano.

In quel momento stava accadendo di tutto e Kyoko guardava il gruppo combattere contro un grande sciame di demoni. Creature volanti attaccarono Toya con movimenti troppo veloci da seguire, fornendo al demone mammut un varco per attaccare. Toya fu gettato a terra solo per rialzarsi e finirci di nuovo.

Kyoko puntò la balestra, con l’intenzione di aiutarli più che poteva, quando qualcosa attirò la sua attenzione, bloccando i suoi movimenti. Un’aura luminosa la circondò, respingendo Kamui come se fosse stato lanciato da qualcuno. Era così lucente che Kyoko chiuse gli occhi e si riparò con il braccio per non essere accecata.

Toya vide la sfera di luce scendere su Kyoko. Il cuore gli batteva nel petto… la sua attenzione era puntata su di lei invece che sulla lotta con il demone quando si alzò da terra ancora una volta.

Aprendo gli occhi, Kyoko rimase a bocca aperta quando vide un uomo proprio davanti a sé. Era bello… con le ali lucenti… proprio come nei libri di letteratura a scuola. Chiunque avrebbe detto che era un angelo. Ma quell’uomo non era affatto un angelo… lei lo sentiva. Tese la corda della sua balestra e una freccia eterea si formò mentre ricordava la storia del bellissimo angelo cacciato dal cielo perché era cattivo.

Kyoko inquadrò il proprio obiettivo mentre lo guardava negli occhi, ma non riuscì a colpirlo. Come poteva danneggiare qualcosa di così prezioso? Aveva lunghi capelli bianchi che gli svolazzavano intorno, non aveva mai visto niente di così bello in vita sua. La creatura le si avvicinò lentamente, sussurrando parole che lei non riusciva a capire.

Suki e Shinbe avevano spazzato via quasi tutti gli spiriti volanti e corsero ad aiutare Toya con il demone infuriato che lo stava sbattendo a terra perché si era distratto dalla lotta. Era impegnato a cercare di vedere cosa stesse succedendo a Kyoko.

Suki estrasse la sua arma e squarciò la guancia del demone, ottenendo la sua attenzione. Shinbe la prese proprio mentre il demone attaccava, sollevando detriti quando i suoi artigli mancarono il colpo e graffiarono il terreno. Urlò a Toya: «Tu va’ ad aiutare Kyoko! Ci occuperemo noi di questo essere!».

Toya corse verso la luce, vedendo l’immagine di un uomo con le ali fluttuanti davanti a Kyoko all’interno della barriera. Corse verso di loro ma la barriera lo respinse come aveva fatto con Kamui. Piccoli fulmini di colore nero gli sfrigolavano sulla pelle. Volando all’indietro, atterrò con un rumore di ossa rotte. Rimase lì per un momento, stordito, e cercò di riprendere fiato.

Kamui si trovava dall’altra parte della sfera, lanciando freneticamente ogni incantesimo che potesse destabilizzare la barriera, ma non funzionava. Ringhiò per la frustrazione, mentre cercava ancora di violare lo scudo e raggiungere Kyoko. Congiungendo le mani davanti a sé, lanciò il suo incantesimo più potente, ma lo vide riflettere contro la barriera e tornare indietro, facendolo slittare sull’erba in preda alla rabbia.

Kyoko stava cercando di colpire la figura di fronte a lei. Lo sentiva sussurrare incantesimi e provava una strana sensazione nel petto. Non era doloroso… ma… sembrava che stesse per scoppiare. Non era dolore… era un sentimento d’amore. Era ancora abbastanza lucida da provare paura allo stesso tempo.

Cercò di fare un passo indietro mentre lui si avvicinava ancora di più e, in quel momento, capì esattamente cosa le stesse facendo. Quel demone malizioso la stava ammaliando… e adesso era troppo tardi. Kyoko sbatté le palpebre lentamente. Sentiva la schiacciante sensazione di essere innamorata. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per quella persona, ma non sapeva chi fosse quella persona. Chi amava così tanto da provare dolore?

Sentì la terra tremarle sotto i piedi e cominciò a sprofondare in un vuoto proprio mentre il demone attraente giungeva ad un soffio da lei. Le labbra setose sfiorarono le sue e il mondo divenne buio.

*****

Hyakuhei guardò attraverso lo specchio e osservò l’incantesimo che veniva lanciato su Kyoko. Sapeva che, quando si sarebbe svegliata, avrebbe amato la persona che si sarebbe trovata davanti. I suoi occhi brillavano di una debole luce color cremisi mentre apriva un portale sotto la sfera protettiva in cui l’aveva intrappolata ed iniziò ad attirarla verso di sé.

«Sì, vieni da me. Sono io colui che ami veramente.». I suoi pensieri divennero distorti e sentiva che lei stava finalmente tornando a casa. «Com’è giusto che sia.» sussurrò.

Yuuhi osservava Hyakuhei senza che un acenno di emozione attraversasse il suo pallido, giovane volto. «Non verrà perché Toya la fermerà.».

Gli occhi di Hyakuhei si strinsero sul ragazzo prima di voltarsi di nuovo verso lo specchio.

*****

Toya si fermò sopra la sfera protettiva che teneva Kyoko lontana da lui. Con il corpo tremante per la paura e la rabbia, raccolse i propri poteri di guardiano e li inviò ai pugnali gemelli.

«Non la porterai via da me!». I suoi occhi divennero immediatamente argento fuso appena i suoi poteri affiorarono, emanando un’onda d’urto che gli fece svolazzare selvaggiamente i capelli e vestiti per l’esplosione. Tenendo insieme i pugnali gemelli, le lame incrociate divennero di un blu elettrico quando il Tenshi baciò Kyoko.

Il demone alzò lo sguardo proprio mentre Toya scendeva. In un lampo, lo scudo protettivo scomparve e le lame entrarono in contatto con il Tenshi, uccidendolo all’istante.

Toya raggiunse Kyoko e la afferrò per la vita, tirandola fuori dal vuoto che si era creato sotto di lei. Saltò proprio quando il grosso demone contro cui stavano combattendo Suki e Shinbe cercò di attaccarlo di nuovo.

Vedendo che Kyoko era incosciente, e non sapendo che cosa le avesse fatto il demone alato, Toya era furioso. Alzando il pugnale di fuoco con un ringhio, sentì aumentare il calore nel proprio sangue guardiano e lo lanciò contro i demoni che avanzavano, riducendoli in mille pezzi.

*****

Yuuhi allontanò lo specchio delle anime da Hyakuhei, che aveva distolto lo sguardo per la delusione.

La voce di Hyakuhei rimase calma, «Non importa, l’incantesimo durerà solo un paio d’ore, dal momento che il Tenshi è stato ucciso.». Non aveva alcun rimpianto perché avrebbe avuto altre possibilità per catturare la sacerdotessa. Aprì il palmo della mano, rivelando i piccoli frammenti di cristallo che l’avrebbero condotta da lui. «Lei verrà da me.» disse con voce seducente mentre Yuuhi guardava di nuovo nello specchio.

*****

Toya era così sconvolto da non accorgersi nemmeno che le nuvole nere erano scomparse e il sole splendeva di nuovo. Avvicinò Kyoko in modo che la sua testa gli poggiasse sulla coscia mentre s’inginocchiava. Non vedeva nessuna ferita, ma l’idea che potesse morire lo spaventava terribilmente. Non si curò degli altri che si strinsero intorno a lui.

Kamui gli s’inginocchiò accanto, «Sta bene?» gli chiese, guardando Kyoko con un nodo in gola. «Avrei dovuto proteggerla.» sussurrò, allungando una mano e sfiorandole la guancia con la punta delle dita. «Kyoko, ti prego svegliati… fallo per me. Avanti, perché non ti svegli?». Il tremito nella voce di Kamui spazzò via il senso di colpa che provava per non averla salvata.

Fu Shinbe a rispondere: «Ho riconosciuto il demone che era con lei. Avevo studiato i suoi segreti, un po’ di tempo fa. È un Tenshi. È molto debole negli attacchi fisici e può essere distrutto facilmente. Il suo vero potere è un ingannevole incantesimo d’amore.». Rivolse a Toya la domanda successiva: «Non l’ha baciata, vero?».

Toya annuì, ricordando il lampo di gelosia che lo aveva attraversato quando la bella creatura aveva osato baciare Kyoko.

Shinbe sospirò e si portò la mano agli occhi, poi sbirciò tra le dita, «Allora potremmo avere un problema quando si sveglierà.».

Toya sentì lo stomaco stringersi al pensiero che Kyoko fosse ferita in qualche modo. «Shinbe, qual è il problema? Che tipo di incantesimo le ha fatto quel bastardo? C’è un modo per aiutarla? Un antidoto o qualcosa del genere?» chiese con calma, senza distogliere lo sguardo da lei per paura di vederla smettere di respirare. Non si era mai sentito così paralizzato in vita sua.

«Be’, il Tenshi le ha lanciato un incantesimo d’amore quando l’ha baciata. È tutto ciò che so. Probabilmente la stava portando da Hyakuhei quando hanno iniziato a sprofondare nel vuoto che si era aperto. Ma, dal momento che hai ucciso il demone, l’incantesimo non dovrebbe durare molto a lungo.». Shinbe guardò Toya con aria preoccupata, desiderando che i suoi studi fossero stati più approfonditi… per il bene di tutti.

Toy, accigliato, si scostò da lei e si alzò in piedi. Il suo battito accelerò quando chiese: «Che cos’è un incantesimo d’amore e perché Hyakuhei vuole Kyoko sotto il suo effetto?». Poi capì quali erano le intenzioni del nemico. Strinse i pugni, aprendo e richiudendo subito gli occhi, «Maledetto bastardo! Lo ucciderò!».

Si sedette di nuovo accanto a Kyoko e chise: «Be’, che cosa accadrà quando si sveglierà, adesso che Hyakuhei non è qui?». Toya cercava di nascondere la rabbia che provava al pensiero che Hyakuhei volesse Kyoko.

Shinbe si chinò e rispose: «Scopriamolo.», sfiorando la ragazza su una guancia. «Kyoko, tesoro. Svegliati.». Sorrise quando le sue ciglia cominciarono a muoversi. Suki si sedette accanto a lui in attesa che Kyoko aprisse gli occhi, per vedere se era tutto a posto.

La vista di Kyoko era sfocata quando aprì gli occhi. Il petto le faceva male. Alzò una mano, posandola sul cuore e chiuse gli occhi per un secondo. Poi sentì Shinbe: «Kyoko, stai bene?». Era chino su di lei, ora vedeva meglio.

Kyoko lo fissò per un momento, sentendo ogni nervo del proprio corpo prendere vita. Dio, Shinbe era bellissimo con i lunghi capelli blu notte che gli incorniciavano il viso perfetto.

I suoi occhi sembravano cristalli di ametista mentre la guardava. «Sto bene.» gli disse, poi si mise a sedere e gli avvolse le braccia intorno al collo per avvicinarlo. «Oh, Shinbe. Ti amo così tanto.».

Gli occhi di Shinbe emanarono un lampo di gioia pura quando Kyoko lo abbracciò. Dimenticando che gli altri stavano guardando, le sorrise e le chiese: «Kyoko, tesoro, mi darai un figlio?».

Lei sorrise, «Lo vorrei tanto.». Aspettava mentre Shinbe le guardava le labbra. In quel momento, l’arma di Suki colpì Shinbe in testa, stordendolo. Lui rimase a bocca aperta per il dolore, come se stesse morendo.

Kyoko si accigliò quando Shinbe cadde di colpo a terra. Leggermente confusa, si voltò a guardare Suki che stava poggiando la sua arma a terra con uno sguardo compiaciuto.

«Aaah, Suki.» disse Kyoko strisciando verso di lei e sorridendo sensualmente. Raggiungendola, le sfiorò una guancia, «Sei così bella.».

Suki spalancò gli occhi mentre strisciava all’indietro nel tentativo di scappare, ma Kyoko la seguiva, continuando a sorridere.

Toya se ne stava seduto lì, troppo stordito per fare qualsiasi cosa. Aveva appena visto Kyoko infatuarsi di Suki.

«Toya, ti prego portala via!» Suki sembrava avere più paura di Kyoko che di qualsiasi altro demone.

Toya sorrise e afferrò Kyoko da dietro, cingendole la vita e facendola sedere in braccio. Sorrise a Suki finché Kyoko non si girò, sedendosi a cavalcioni.

Il suo mondo si fermò quando Kyoko lo guardò. L’amore per lui che le brillava in quegli occhi di smeraldo gli faceva male al petto e si sentiva come se gli stessero prendendo il cuore a calci. Non riusciva a respirare. Era lo sguardo che aveva sempre desiderato e che aveva sognato spesso. Adesso lei era lì, lo guardava dritto negli occhi. Kyoko… era innamorata di lui.

«Toya…» sussurrò lei a bassa voce, «… ti prego, baciami.». Prima che lui potesse acconsentire alla sua dolce richiesta, Kyoko si chinò, stringendogli le braccia intorno al collo. Mormorò: «Ti amo.», e posò le labbra sulle sue.

Toya sentì una scossa di piacere attraversargli il corpo, come se fosse appena morto e risorto. Quando lei dischiuse le labbra, lui non poté fare a meno di guidare la propria lingua in profondità, cedendo al bacio di una vita, alla ricerca di tutti i luoghi nascosti che aveva desiderato trovare.

Trattenne il respiro quando Kyoko cercò di dominare il bacio.

Circondandola con le braccia, si avvicinò ancora di più e un’ondata di possessività infuriò nelle sue vene. L’esile mano di Kyoko aveva trovato la strada fino ai suoi capelli, che lei afferrò, tenendolo prigioniero.

Shinbe riprese conoscenza. Mettendosi a sedere, seguì gli sguardi attoniti di Kamui e Suki. Girandosi a guardare, rimase a bocca aperta. Sembravano due amanti totalmente presi l’uno dall’altra che non sapevano di essere osservati. Shinbe allungò la mano e afferrò il braccio di Suki per ottenere la sua attenzione, anche se i suoi occhi erano ancora fissi sulla coppia.

Suki girò leggermente il viso per fargli capire che lo aveva sentito ma il suo sguardo era ancora fisso su Toya e Kyoko. Nessuno dei due riusciva a credere a ciò che stavano vedendo.

Shinbe provò a riprendersi scuotendo la testa per cancellare i cattivi pensieri che minacciavano di prendere il sopravvento. Ricorrendo al proprio buonsenso, si chinò verso Suki. «Non pensi che dovremmo fermarli prima che vadano oltre?» sussurrò, sentendosi un guardone. «Voglio dire, una volta che l’incantesimo svanisce e Kyoko ritorna alla normalità, sarà arrabbiata… se sarà ancora tutta intera.». Shinbe sapeva che Suki avrebbe capito il doppio senso.

Suki arrossì mentre lo guardava. «Sì, io sono solo contenta che l’abbia fermata prima che lo facesse a me.» disse, e gli rivolse un sorriso smagliante.

Shinbe sollevò un sopracciglio, chiedendosi cosa diavolo si fosse perso.

Kamui, che rimasto a guardare in silenzio e con stupore, aveva sentito l’osservazione di Suki. Non poté fare a meno di immaginare Kyoko che intrappolava Suki con un bacio del genere. Scoppiò a ridere e cercò di trattenersi, ma non ci riuscì.

Shinbe e Suki sghignazzarono quando Kamui scoppiò a ridere, ma poi Suki si voltò verso Toya e vide che il suo corpo stava già iniziando a muoversi ad un ritmo sensuale. Capì che dovevano intervenire in qualche modo.

Toya era in paradiso, stava prendendo tutto ciò che poteva. Intensificò il bacio e la sua passione iniziò a divampare. La necessità di possedere Kyoko pulsava nel suo sangue di guardiano. Emise un ringhio sommesso mentre la afferrava dietro la testa. Le intrecciò le dita tra i capelli mentre si spingeva oltre in quel bacio ormai incandescente.

Kyoko era seduta sopra di lui a cavalcioni, e questo gli faceva sentire il suo calore attorno alla propria erezione. Toya le mise l’altro braccio attorno alla schiena e si stese sopra di lei. Quella sensazione gli stava facendo perdere il controllo. Non gli importava di niente, solo del suo bisogno di averla completamente.

Lo stimolante odore di desiderio che lei emanava gli fece capire che era pronta a diventare sua… per sempre. Tutto quello di cui aveva bisogno era entrare in lei… in profondità.

Shinbe e Suki capirono che le cose erano andate troppo oltre e che nessuno dei due aveva più il controllo. Shinbe si alzò e Suki lo seguì, adesso i loro sorrisi erano svaniti. Entrambi avevano troppa paura per avvicinarsi. Non era più divertente.

«Toya, ti prego, fermati subito. Ricorda… Kyoko è sotto un incantesimo e non sa quello che sta facendo. Toya!» gridò Shinbe, sperando che non fosse troppo tardi. Fece un passo indietro quando Toya si voltò.

I suoi occhi erano diventati d’argento e poi rossi quando grugnì, inviando loro l’avvertimento di stare indietro.

Shinbe si mise davanti a Suki per proteggerla. «Non è Toya.» sibilò mentre stringeva il suo bastone così forte che le nocche divennero bianche. Doveva trovare un modo per destare Toya dal suo attuale stato mentale prima che le cose andassero oltre.

«Io non ho paura del lato demoniaco di Toya.» Kamui aggrottò la fronte e si diresse verso di loro con tutte le intenzioni di allontanare Kyoko da suo fratello. Fu fermato bruscamente da Suki che gli afferrò un braccio, mentre Shinbe gli afferrò l’altro.

«No, Kamui!» lo implorarono all’unisono.

Il cuore di Suki batteva forte per la paura che nutriva per i suoi amici. «Che sia dannato Hyakuhei e le sue maledizioni!». Lei cercò ancora una volta di farlo ragionare: «Toya, lei ti odierà se la reclami adesso che non è in sé. Ti prego, cerca di riprendere il controllo.», poi alzò la voce, «Devi lasciarla andare!».

Lo sguardo di Toya si volse verso Suki mentre le parole attraversavano lentamente la nebbia del desiderio e penetravano nel suo subconscio. Il colore del pericolo svanì dai suoi occhi, facendoli ritornare al color oro fuso. Controvoglia, riportò l’attenzione su Kyoko con il cuore a pezzi. Quasi perse di nuovo il controllo quando lei stessa si spinse verso il basso, circondando di calore la sua erezione dura come una roccia.

Gli occhi di Kyoko erano vitrei e colmi di passione sfrenata e lui sentiva l’odore del suo desiderio. Lo sguardo di Toya s’intenerì. Lei voleva fare l’amore. Lo voleva quanto lui.

Resistette all’idea di prenderla e volare via con lei. Con tutta la forza di volontà che gli era rimasta, comprese la verità delle parole di Suki. Kyoko lo avrebbe odiato. L’aveva già baciata contro la sua volontà, e ora questo. Toya la allontanò gentilmente e si alzò, chiudendo gli occhi per non vedere il suo sguardo deluso.

Kyoko non capiva perché lui se ne stesse andando. Allungò una mano per afferrargli la camicia, desiderando che restasse. Sembrava che il suo mondo sarebbe andato in frantumi se l’avesse lasciata. «Toya, ti prego, io ti amo.». I suoi occhi si offuscarono mentre cercava di convincerlo a guardarla. Sussurrò con voce confusa: «Non lasciarmi.».

Toya rimase immobile, incapace di respingere la sua mano. Cercò di ricordare a se stesso che lei avrebbe detto la stessa cosa a Hyakuhei, se lui non avesse infranto la barriera in tempo prima che scomparissero in quel vuoto. I suoi artigli s’infilzarono nei palmi, facendo uscire del sangue, e lui cercò di concentrarsi sul dolore per ristabilire la propria forza di volontà.

Suki arrivò dietro Kyoko e, tenendola stretta, guardò Toya. «Forse dovresti allontanarti per un po’ finché l’incantesimo non svanirà e non avrete ripreso entrambi il controllo.», gli fece cenno con la testa verso gli alberi, sperando che lui le desse ascolto per una volta.

Toya abbassò la testa… i capelli nascondevano a malapena il desiderio nei suoi occhi.

Dio, voleva farla sua, voleva marchiarla proprio lì e poi… ma Suki aveva ragione, Kyoko non era se stessa in quel momento. Dopo, lo avrebbe solo odiato per questo e lui non voleva che accadesse. Strinse i denti. Semmai avesse fatto sua Kyoko, non l’avrebbe mai lasciata andare. Sarebbe stata sua… per tutta la vita.

Suki si stupì per l’espressione di Toya quando finalmente alzò la testa per guardare Kyoko. Era uno sguardo di desiderio represso a stento… l’argento nei suoi occhi era uguale ai riflessi argentei che gli striavano i capelli color ebano.

Fece un passo avanti, guardando Kyoko mentre si chinava verso il basso, e la baciò con delicatezza sulle labbra prima di sussurrarle: «Mi dispiace.». Poi, con tutto l’autocontrollo che aveva, si voltò e scomparve nella foresta.

Suki sospirò quando Kyoko iniziò a piangere. Il suo esile corpo tremava. Le mise una mano su una spalla e guardò Shinbe, non sapeva cosa fare. Il suo labbro inferiore tremò quando notò che Shinbe era girato e le sue spalle erano tese.

Kamui era divenuto silenzioso, non pensava più che fosse divertente. C’era troppa verità in quella situazione e gli stava spezzando il cuore.

*****

Kyou inalò l’aria che, fino a poco prima, era intrisa del cattivo odore delle creature nemiche. Il profumo era mutato rapidamente e il sole era tornato, ora sentiva l’odore della sacerdotessa. Il suo profumo lo attirava, portato dalla brezza, ma sentiva anche l’odore delle sue lacrime. Seguendo il profumo agrodolce, la cercò.

Non voleva che nessuno la turbasse e, per qualche ragione, l’idea che stesse piangendo gli fece salire la rabbia. Che cos’era accaduto al punto da portare le lacrime in quegli occhi di smeraldo? Il suo volto calmo non mostrava alcuna emozione, ma il suo istinto protettivo emerse mentre volava nella direzione da cui proveniva il profumo di Kyoko.

Toya non era andato lontano quando sentì qualcuno avvicinarsi. Emise un sibilo arrabbiato… e la sua agitazione aumentò. L’odore di Kyou era sempre più forte. Lui era calmo e tranquillo mentre gli aleggiava intorno, muovendosi in direzione di Kyoko. Con un ringhio, Toya si voltò e corse di nuovo al punto in cui aveva lasciato Kyoko e gli altri.

Dopo pochissimi secondi, Kyou osservava freddamente il gruppo da un’altezza da cui non poteva essere visto. La piccola piangeva in ginocchio mentre la cacciatrice di demoni le teneva una mano sulla spalla, cercando di confortarla. Shinbe e Kamui sembravano tranquilli e le osservavano da lontano.

Sentiva l’odore persistente di Toya, ma non riusciva a vederlo da nessuna parte. Sentiva anche l’odore del suo desiderio ancora forte nell’aria.

Il suo stupido fratello aveva cercato di fare del male alla ragazza, per caso? Silenziosamente, Kyou fece sì che Kyoko guardasse verso di lui, inviando il pensiero nella sua mente mentre la guardava, senza esternare emozioni. Il suo cuore prese a battere più forte quando lei alzò il viso rigato di lacrime per incontrare il suo sguardo.

Kyou guardò con freddezza verso gli altri in piedi intorno a lei. Tutti si voltarono verso di lui appena la sua voce risuonò dall’alto: «Chi ha osato fare del male a questa ragazza?». La sua voce calma smentiva il pericolo in cui si erano messi… chiunque le avesse fatto del male, avrebbe pagato.

Cuori Infuriati

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