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Che cos’è la Tradizione?

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Nel documento dell’Episcopato Polacco è scritto: “La "reincarnazione del peccato"o il "passaggio"del peccato alle generazioni successive, che è sostenuto dai seguaci della "guarigione intergenerazionale", non è giustificato né nelle Scritture né nella Tradizione e nell'insegnamento della Chiesa. Tali idee ingiustificate sono molto pericolose per la vita spirituale dei fedeli e la dottrina della Chiesa stessa. La loro propagazione porta a una sorta di "calmare"o "reprimere"le coscienze spostando la responsabilità per i propri errori, i propri peccati e il male commessi alle generazioni precedenti. Questo libera il credente dall'atteggiamento di vigilanza, che diventa la fonte dei suoi ulteriori peccati” .

Certamente, sono 100% d’accordo con loro, che i peccati degli antenati non si trasmettono dalla generazione alla generazione come un'ape da un fiore all’altro fiore che li impollina. Pensare così sarebbe ridicolo. Sono d’accordo anche, che non esiste “reincarnazione del peccato”. Sono rimasto un po’ sorpreso della dichiarazione dell’Episcopato, che concetto di "reincarnazione del peccato" è usato nell'ambiente cattolico dai sostenitori della preghiera per la guarigione dalle conseguenze dei peccati intergenerazionali. Ho servito di questa preghiera per tanti anni e sinceramente dicendo non lo sentito mai. Per la prima volta l’ho letto nella Delibera della Conferenza Episcopale Polacca.

Così, per curiosità ho fatto la ricerca di questo termine in internet ed essa ha confermato questo che ho detto prima, non l’ho trovato, soltanto nel documento dell’Episcopato Polacco. Da dove l'Episcopato ha preso questo termine? Perché lo usa legandolo con i gruppi cattolici dei sostenitori della preghiera per la guarigione intergenerazionale? Secondo me, da parte dell’Episcopato, questo è una accusa ingiustificata e non confermata. Non voglio dire, che i vescovi in questo modo vogliono discreditare i sostenitori della preghiera della guarigione intergenerazionale, ma purtroppo sembra così. Un colpo basso?

Adesso vorrei fermarmi un po’ per capire che cos’è la Tradizione: Il termine Tradizione (dal latino traditiònem deriv. da tràdere = consegnare, trasmettere) può assumere diverse accezioni, fortemente interrelate:

  come sinonimo di consuetudine (spesso è utilizzata in tale senso la definizione "tradizioni popolari"o "folklore"), intendendo la trasmissione nel tempo, all'interno di un gruppo umano, della memoria di eventi sociali o storici, delle usanze, delle ritualità, della mitologia, delle credenze religiose, dei costumi, delle superstizioni e leggende; in particolare è detta Tradizione orale la trasmissione non mediata dalla scrittura,

  come corpus più o meno coerente di credenze e pratiche condivise da un gruppo di persone all'interno di un campo di attività umano, come può essere ad esempio una Tradizione religiosa o una Tradizione scientifica,

  in ambito filosofico (con la iniziale maiuscola: Tradizione), come concetto metastorico e dinamico, indicante una forza ordinatrice in funzione di principi trascendenti, la quale agisce lungo le generazioni, attraverso istituzioni, leggi e ordinamenti che possono anche presentare una notevole diversità [36] .

Secondo la Chiesa Cattolica la Tradizione si può distinguere in divina, apostolica oppure in ecclesiastica in base alla sua origine [37] :

  Divina è iniziata da Dio o da Cristo.

  Apostolica se "proviene dagli apostoli e trasmette ciò che costoro hanno ricevuto dall'insegnamento e dall'esempio di Gesù e ciò che hanno appreso dallo Spirito Santo", ed è pertanto eterna e non mutabile.

  Ecclesiastica se c'è una trasmissione attraverso la Chiesa, ovvero passa per san Pietro e i suoi successori, perciò in materia di "ordini teologici, disciplinari, liturgici o devozionali sono nate nel corso del tempo nelle Chiese locali", pertanto è mutabile e "queste «tradizioni» possono essere conservate, modificate oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero della Chiesa".

  La Tradizione apostolica è custodita e trasmessa dalla Chiesa, regolata per la prima volta dal Decreto tridentino del 1548 e dalla Professio fidei tridentina emanta nel 1564 da papa Pio IV, e solo in seguito dalla Dei Verbum del 1965 [38] .

Dobbiamo sapere che è impossibile parlare della Tradizione Eclesiastica senza fare riferimento alla Bibbia. La Sacra Scrittura e Tradizione non sono due entità tra loro separate, ma il rapporto tra di loro è determinato in funzione della unità originaria, della reciproca dipendenza e della loro differenza. Scrittura e Tradizione hanno la stessa origine e tutte le due testimoniano la rivelazione di Dio, e proprio lui è l’autore di ciò che esse comunicano. Dio è il garante della rivelazione che ci giunge attraverso Scrittura e Tradizione. Infatti la Sacra Scrittura e la Tradizione provengono dalla stessa divina sorgente, ciò significa che in un certo modo sono una cosa sola. Questa medesima origine costituisce l’unità originaria di Scrittura e Tradizione. Da questa deriva l’unità di servizio, poiché esse tendono allo stesso fine, cioè comunicare la rivelazione di Dio. La Chiesa per rimanere se stessa non può fare a meno di richiamarsi continuamente alla Scrittura e alla Tradizione.

Tra Scrittura e Tradizione c’è anche una unità di contenuto, in quanto discendono da una stessa e unica fonte, il Vangelo di Cristo: la Scrittura va letta alla luce della Tradizione e la Tradizione va intesa come luogo di interpretazione della Scrittura [39] .

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica: “La Tradizione di cui qui parliamo è quella che viene dagli Apostoli e trasmette ciò che costoro hanno ricevuto dall'insegnamento e dall'esempio di Gesù e ciò che hanno appreso dallo Spirito Santo. In realtà, la prima generazione di cristiani non aveva ancora un Nuovo Testamento scritto e lo stesso Nuovo Testamento attesta il processo della Tradizione vivente. Vanno distinte da questa le “tradizioni” teologiche, disciplinari, liturgiche o devozionali nate nel corso del tempo nelle Chiese locali. Esse costituiscono forme particolari attraverso le quali la grande Tradizione si esprime in forme adatte ai diversi luoghi e alle diverse epoche. Alla luce della Tradizione apostolica queste “tradizioni” possono essere conservate, modificate oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero della Chiesa” [40] .

La Costituzione Dei Verbum così spiega che cos’è la Tradizione: “7. Dio, con somma benignità, dispose che quanto egli aveva rivelato per la salvezza di tutte le genti, rimanesse per sempre integro e venisse trasmesso a tutte le generazioni. Perciò Cristo Signore, nel quale trova compimento tutta intera la Rivelazione di Dio altissimo, ordinò agli apostoli che il Vangelo, prima promesso per mezzo dei profeti e da lui adempiuto e promulgato di persona venisse da loro predicato a tutti come la fonte di ogni verità salutare e di ogni regola morale [41] , comunicando così ad essi i doni divini. Ciò venne fedelmente eseguito, tanto dagli apostoli, i quali nella predicazione orale, con gli esempi e le istituzioni trasmisero sia ciò che avevano ricevuto dalla bocca del Cristo vivendo con lui e guardandolo agire, sia ciò che avevano imparato dai suggerimenti dello spirito Santo, quanto da quegli apostoli e da uomini a loro cerchia, i quali, per ispirazione dello Spirito Santo, misero per scritto il messaggio della salvezza [42] .

Gli apostoli poi, affinché il Vangelo si conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, lasciarono come loro successori i vescovi, ad essi « affidando il loro proprio posto di maestri » [43] . Questa sacra Tradizione e la Scrittura sacra dell'uno e dell'altro Testamento sono dunque come uno specchio nel quale la Chiesa pellegrina in terra contempla Dio, dal quale tutto riceve, finché giunga a vederlo faccia a faccia, com'egli è (cfr. 1 Gv 3,2).

8. Pertanto la predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva esser conservata con una successione ininterrotta fino alla fine dei tempi. Gli apostoli perciò, trasmettendo ciò che essi stessi avevano ricevuto, ammoniscono i fedeli ad attenersi alle tradizioni che avevano appreso sia a voce che per iscritto (cfr. 2 Ts 2,15), e di combattere per quella fede che era stata ad essi trasmessa una volta per sempre [44] . Ciò che fu trasmesso dagli apostoli, poi, comprende tutto quanto contribuisce alla condotta santa del popolo di Dio e all'incremento della fede; così la Chiesa nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede.

Questa Tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo [45] : cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la contemplazione e lo studio dei credenti che le meditano in cuor loro (cfr. Lc 2,19 e 51), sia con la intelligenza data da una più profonda esperienza delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità. Così la Chiesa nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa vengano a compimento le parole di Dio.

Le asserzioni dei santi Padri attestano la vivificante presenza di questa Tradizione, le cui ricchezze sono trasfuse nella pratica e nella vita della Chiesa che crede e che prega. È questa Tradizione che fa conoscere alla Chiesa l'intero canone dei libri sacri e nella Chiesa fa più profondamente comprendere e rende ininterrottamente operanti le stesse sacre Scritture. Così Dio, il quale ha parlato in passato non cessa di parlare con la sposa del suo Figlio diletto, e lo Spirito Santo, per mezzo del quale la viva voce dell'Evangelo risuona nella Chiesa e per mezzo di questa nel mondo, introduce i credenti alla verità intera e in essi fa risiedere la parola di Cristo in tutta la sua ricchezza (cfr. Col 3,16).

Relazioni tra la Scrittura e la Tradizione

9. La sacra Tradizione dunque e la sacra Scrittura sono strettamente congiunte e comunicanti tra loro. Poiché ambedue scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in certo qual modo un tutto e tendono allo stesso fine. Infatti la sacra Scrittura è parola di Dio in quanto consegnata per iscritto per ispirazione dello Spirito divino; quanto alla sacra Tradizione, essa trasmette integralmente la parola di Dio - affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli apostoli - ai loro successori, affinché, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano; ne risulta così che la Chiesa attinge la certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Scrittura e che di conseguenza l'una e l'altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e riverenza [46] . Relazioni della Tradizione e della Scrittura con tutta la chiesa e con il magistero

10. La sacra Tradizione e la sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa; nell'adesione ad esso tutto il popolo santo, unito ai suoi Pastori, persevera assiduamente nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle orazioni (cfr. At 2,42 gr.), in modo che, nel ritenere, praticare e professare la fede trasmessa, si stabilisca tra pastori e fedeli una singolare unità di spirito [47] .

L'ufficio poi d'interpretare autenticamente la parola di Dio, scritta o trasmessa [48] , è affidato al solo magistero vivo della Chiesa [49] , la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo. Il quale magistero però non è superiore alla parola di Dio ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l'assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone a credere come rivelato da Dio.

È chiaro dunque che la sacra Tradizione, la sacra Scrittura e il magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti che nessuna di queste realtà sussiste senza le altre, e tutte insieme, ciascuna a modo proprio, sotto l'azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime.

La Tradizione della Chiesa, come dice il nome, è legata strettamente con esistenza della Chiesa, finché esiste la Chiesa si rea anche la Tradizione. Come la Tradizione Apostolica si è finita con la morte dell’ultimo apostolo, anche la Tradizione della Chiesa si finisce con la fine della Chiesa. Come curriculum della vita di ogni uomo si aggiorna durante la sua vita” [50] .

Secondo Bouyer: “ la Tradizione in senso cattolico non è qualcosa del passato, fissata una volta per tutte in una forma scritta dettagliata, non modificabile o progressiva. Inoltre non è qualcosa di variabile, che può essere modellato a volontà dai singoli o dalle autorità ecclesiastiche. È una specie di modello vivente, un modello dato una volta per sempre da Cristo e dai suoi apostoli. Questo modello deve essere vissuto sia dal clero che dai laici in modo attivo. Non è solo che i laici debbano accettare passivamente la regola dei vescovi. Per mostrare il modo corretto di vivere una Tradizione in tutta la Chiesa, L. Bouyer ha citato la distinzione di Bl. Cardinale J. H. Newman. Il teologo inglese ha visto due elementi della Tradizione: la Tradizione episcopale che ha esercitato il cosiddetto lo straordinario Magistero della Chiesa, come tale, è autorevole nel modo giusto ed esatto, e la Tradizione profetica. Non possono essere separati o addirittura più contrastati. La Tradizione profetica appartiene a tutto il corpo della Chiesa, non solo passivamente ma attivamente, ma sempre in unione con coloro che sono alla loro testa” [51] .

Vediamo, che la Tradizione della Chiesa non è qualcosa di statico, ma dinamico, vivo, sorvegliata dal Magistero della Chiesa che si sviluppa secondo l’insegnamento delle Sacre Scritture. Nello sviluppo della Tradizione partecipa tutto il popolo di Dio, cioè i vescovi e i laici.

Sappiamo che la Tradizione Apostolica si è finita con la morte dell’ultimo degli Apostoli – san Giovanni Apostolo e Evangelista nel 104 d.C. In modo analogico possiamo dire, che finché esiste la Chiesa, la sua Tradizione e nel continuo sviluppo - rivelazione. La Tradizione della Chiesa si finirà quando essa smette di esistere. Durante lo sviluppo della Tradizione possiamo scoprire le cose che ci sorprendono. Questo può riguardare anche il problema della preghiera della guarigione intergenerazionale. Può essere che siamo i testimoni dello sviluppo di qualcosa di nuovo nella Tradizione della Chiesa, che fino ad adesso ancora non è stato scoperto. Questo è possibile o no? Se qualcuno dicesse che è impossibile, limiterebbe l’azione della grazia di Dio nella storia.

Sono d’accordo che il peccato del bisnonno è il suo peccato personale come i peccati commessi da noi sono nostri. Ognuno di noi è responsabile dalle proprie azioni. Tale ragionamento è giusto. Però, anche è vero, che noi purtroppo non conosciamo tutta la realtà del peccato del passato, che cosa l’ha suscitato. Non conosciamo tutte le sue conseguenze. Non conosciamo tutta la sua realtà. Non conosciamo tutte le sue circostanze materiali e spirituali. Non conosciamo tutte le sue sfumature che l'hanno accompagnato. Siamo sicuri che i peccati degli nostri antenati non hanno trasmesso qualcosa alle nostre generazioni? La risposta onesta è, che non conosciamo.

Vorrei porre la domanda a Stanisław Gądecki, Arcivescovo Metropolita di Poznan, Presidente KEP e Artur G. Mizinski, Segretario generale KEP, che hanno firmato la Delibera di proibire la celebrazione della Santa Messa e tutte le funzioni di preghiera per la guarigione dei peccati intergenerazionali o la guarigione intergenerazionale; siete sicuri al cento per cento che il nostro peccato non è stato in alcun modo influenzato dal peccato del nostro nonno o bisnonno? La teologia morale ci insegna, che con i dubbi non si dovrebbe prendere nessuna decisione.

Capisco, che durante la preghiera della guarigione intergenerazionale potevano essere gli abusi da qualcuno che le praticava e sono sicuro che erano, ma ciò ancora non significa che l'idea di questa preghiera non sia vera. Penso che nella formulazione di questo documento si è nascosto un errore logico ed è stato usato il quantificatore sbagliato:

A abusato e B abusato,

risultato:

A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T V X Y Z abusano.

Siete d'accordo con questo approccio? Sicuramente no. È come se avessi detto:

il vescovi A e B non vivono secondo il Vangelo,

risultato:

tutti i vescovi non vivono secondo il Vangelo,

oppure che la Chiesa non è di Dio!

Secondo voi, approccio così sarebbe giusto? No! La giusta reazione dell’Episcopato Polacco sarebbe indignazione. Sono d’accordo pienamente. Anche tanti sostenitori di questa preghiera possono sentirsi indignati.

Non voglio entrare in polemica con l’Episcopato, ma dove nella Bibbia si parla dell’indulgenza? Penso che nella Sacra Scrittura troviamo più testi che parlano dell’influenza del peccato intergenerazionale che dell’indulgenza.

A proposito dell’indulgenza, proprio nella Costituzione Apostolica di Paolo VI che parla di essa, il papa esprime un pensiero molto interessante : “Regna tra gli uomini, per arcano e benigno mistero della divina volontà, una solidarietà soprannaturale, per cui il peccato di uno nuoce anche agli altri, così come la santità di uno apporta beneficio agli altri. In tal modo i fedeli si prestano vicendevolmente l’aiuto per conseguire il loro fine soprannaturale. Una testimonianza di questa solidarietà si manifesta nello stesso Adamo, il peccato del quale passa per "propagazione"in tutti gli uomini. Ma Cristo stesso nella cui comunione Dio ci ha chiamato, è maggiore e più perfetto principio, fondamento ed esemplare di questa soprannaturale solidarietà” [52] .

Interessante, che papa nella costituzione parla di una solidarietà soprannaturale tra gli uomini , la quale riguarda anche il peccato o delle conseguenze di esso. Dal contesto della costituzione possiamo capire, che questi legami si riferiscono ai vivi e ai morti. Il papa non dice, che questi legami toccano prima, seconda o terza generazione. Parla soltanto “ Regna tra gli uomini, per arcano e benigno mistero della divina volontà, una solidarietà soprannaturale, per cui il peccato di uno nuoce anche agli altri, così come la santità di uno apporta beneficio agli altri”.

Penso, che nessuno di noi ha dubbi, che la santità dei santi influenza le generazioni future e suscita nei cuori il desiderio di seguire Gesù, proprio sulla strada e in modo del santo. Un perfetto esempio sono gli Ordini religiosi che per la grazia dell’esempio di un santo possono vivere nella storia per lunghi secoli attirando le persone che continuano il carisma del fondatore (benedettini, francescani, domenicani). In modo analogico questo riguarda anche il peccato.

La domanda sorge spontanea: le parole del Papa non possono riferirsi a una migliore comprensione della preghiera della guarigione dagli effetti dei peccati intergenerazionali?

Purificazione Della Memoria. Giovanni Paolo II E La Guarigione Intergenerazionale

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