Читать книгу I misteri del castello d'Udolfo, vol. 2 - Анна Радклиф - Страница 4
CAPITOLO XV
ОглавлениеIl giorno seguente, di buonissim'ora, i viaggiatori partirono per Torino. La ricca pianura che si estende dalle Alpi a quella magnifica città, non era allora, come adesso, ombreggiata da grossi alberi. Piantagioni d'ulivi, di gelsi, di fichi, frammiste di viti, formavano un magnifico paesaggio, traverso il quale l'impetuoso Eridano si slancia dalle montagne, e si unisce a Torino colle acque dell'umile Dora. A misura che i viaggiatori avanzavano, le Alpi prendevano ai loro sguardi tutta la maestà del loro aspetto. Le giogaje s'innalzavano le une sopra le altre in una lunga successione. Le cime più alte, coperte di nubi, si perdevano qualche volta nelle loro ondulazioni, e spesso slanciavansi di sopra ad esse. Le falde di que' monti, le cui irregolari cavità presentavano ogni sorta di forme, tingevansi di porpora e di azzurro al movimento della luce e delle ombre, variando ad ogni istante la scena. A levante si spiegavano le pianure di Lombardia; scoprivansi già le torri di Torino, e, in maggior distanza, gli Appennini circoscrivevano un immenso orizzonte.
La magnificenza di quella città, la vista delle sue chiese, dei suoi palagi e delle grandiose piazze, oltrepassavano non solo tutto ciò che Emilia avea veduto in Francia, ma tutto quello ancora che si era immaginato.
Montoni, il quale conosceva già Torino, e non n'era sorpreso, non cedè alle preghiere della consorte, che avrebbe desiderato vedere qualche palazzo; non si fermò che il tempo necessario per riposarsi, e si affrettò di partir per Venezia. Durante il viaggio, egli si mostrò altiero e riservatissimo, specialmente colla moglie; ma questa riserva però era meno quella del rispetto che dell'orgoglio e del malcontento. Si occupava pochissimo di Emilia. I suoi discorsi con Cavignì avevano sempre per soggetto la guerra o la politica, che lo stato convulsivo d'Italia rendeva allora molto interessanti. Emilia osservava che, nel raccontare qualche fatto illustre, gli occhi di Montoni perdevano la loro fosca durezza, e sembravan brillare di gioia. Sebbene ella dubitar potesse talvolta che questo istantaneo cambiamento fosse piuttosto l'effetto della malizia, che la prova del valore, pure questo pareva convenir molto bene al di lui carattere, e alle sue maniere superbe e cavalleresche; e Cavignì, con tutta la sua disinvoltura e buona grazia, non era in grado di stargli a confronto.
Entrando nel Milanese, lasciarono il loro cappello alla francese pel berretto italiano scarlatto, ricamato in oro. Emilia fu sorpresa nel vedere Montoni aggiungervi il pennacchio militare, e Cavignì contentarsi delle piume che vi si portavano di solito. Credè finalmente che Montoni prendesse l'equipaggio soldatesco per traversar con più sicurezza una contrada inondata di truppe, e saccheggiata da tutti i partiti. Si vedeva in quelle feraci pianure la devastazione della guerra. Laddove le terre non restavano incolte, si riconoscevano le tracce della rapina. Le viti erano strappate dagli alberi che dovevano sostenerle; le olive giacevano calpestate; i boschetti di gelsi erano stati tagliati per accenderne il fuoco devastatore de' casali e dei villaggi. Emilia volse gli sguardi, sospirando, a settentrione, sulle Alpi Elvetiche: le loro solitudini severe parevano essere il sicuro asilo degli infelici perseguitati.