Читать книгу Il Risveglio Del Killer - Блейк Пирс - Страница 13

CAPITOLO SETTE

Оглавление

Mentre Riley era seduta a fissarlo, Ryan ripeté quelle parole …

“Sono rovinato. Tutta la mia vita è rovinata.”

Riley ne fu scioccata. Non riusciva a ricordare l’ultima volta in cui lui si fosse espresso in un tono così sconfortato. L’arroganza e la sicurezza erano più nel suo stile.

“Che cosa vuoi dire?” gli chiese.

L’uomo fece un lungo e triste sospiro, per poi rispondere: “Paul e Barrett, mi vogliono fuori dallo studio legale.”

Riley non riusciva a credere alle proprie orecchie.

Paul Vernasco e Barrett Gaynor erano stati i partner di Ryan da quando i tre avevano fondato insieme lo studio. Per di più, erano stati gli amici più vicini a Ryan.

Lei chiese: “Che cosa è successo?”

Ryan alzò le spalle e disse con voce reticente: “Qualcosa che ha a che fare con la mia responsabilità con lo studio … non so.”

Ma Riley intuì che sapeva esattamente il motivo per cui lo stavano estromettendo.

E le ci volle poco per indovinare la ragione.

“Molestie sessuali” azzardò.

Ryan sussultò a quelle parole.

“Ascolta, è stato tutto un equivoco” replicò.

Riley dovette quasi mordersi la lingua per impedirsi di dire …

“Certo, scommetto che è così.”

Evitando lo sguardo dell’ex-moglie, Ryan proseguì: “Si chiama Kyanne, è una collega ed è giovane …”

Quando la sua voce si bloccò per un momento, Riley pensò …

Naturalmente è giovane.

Sono sempre giovani.

Ryan disse: “E pensavo che fosse una cosa reciproca. Dico davvero. Abbiamo iniziato a flirtare, entrambi, credimi. Poi, è successo che … beh, è andata da Paul e Barrett a lamentarsi di un brutto ambiente lavorativo. Hanno provato a gestirla con un accordo di riservatezza, ma lei non ha accettato. Nulla sarebbe bastato direi, tranne che io me ne andassi.”

Poi, divenne di nuovo silenzioso, e Riley provò a comprendere tutto ciò che l’uomo non aveva detto. Non era difficile ricostruire uno scenario ipotetico. Ryan si era fatto affascinare da una collega carina ed estroversa, forse una giovane ambiziosa intenzionata ad un’eventuale collaborazione.

Fin dove si è spinto Ryan? si domandò.

Dubitava che le avesse promesso una promozione in cambio di favori sessuali …

Lui non è quel tipo di uomo viscido, pensò.

E forse Ryan diceva anche la verità in merito all’attrazione reciproca, almeno all’inizio. Forse avevano persino avuto un rapporto consensuale. Ma, all’improvviso, le cose si erano guastate, e alla donna, Kyanne, non era piaciuto quello che stava accadendo tra loro.

Probabilmente con buona ragione, Riley immaginava.

Inevitabilmente Kyanne aveva pensato che il suo futuro nello studio legale fosse in qualche modo connesso al suo rapporto con Ryan, che era un socio dopotutto. Esercitava il potere nel loro rapporto.

Eppure, qualcosa a Riley proprio non tornava …

Disse: “Quindi, Paul e Barrett ti vogliono fuori? E’ la loro soluzione?”

Ryan annuì, e Riley scosse la testa, incredula.

Paul e Barrett non erano esattamente dei Boy Scout, e Riley aveva sentito per caso delle discussioni piuttosto volgari tra i tre partner nel corso degli anni. Senz’altro, sapeva che il loro comportamento non era migliore di quello di Ryan, forse anche di gran lunga peggiore.

Replicò: “Ryan, hai detto che lei non ha firmato un accordo di non divulgazione.”

Ryan annuì e prese un sorso del suo drink.

Con molta cautela, domandò: “A quanti accordi di non divulgazione per molestie sessuali hai lavorato negli anni?”

Ryan sussultò di nuovo, e Riley seppe che aveva colto nel segno.

Poi, aggiunse: “E Paul e Barrett, quanti accordi di non divulgazione hanno dovuto negoziare per se stessi?”

Ryan esordì: “Riley, preferirei non mettermi nei …”

“No, certo che no” Riley l’interruppe. “Ryan, sei stato il capro espiatorio. Lo sai, vero? Paul e Barrett stanno provando a ripulire l’immagine dello studio, facendo sembrare che applichino una politica di tolleranza zero nei confronti delle molestie. Sbarazzarsi di te è un modo per riuscirci.”

Ryan alzò le spalle e disse: “Lo so. Ma che cosa posso fare?”

Riley certamente non aveva una risposta. Non intendeva mostrarsi comprensiva con lui. Si era scavato la fossa da solo per anni. Nonostante ciò, odiava il tiro mancino che i soci gli avevano tirato.

Ma sapeva che lui non poteva farci proprio niente. Inoltre, c’era dell’altro che la preoccupava.

Annuendo verso le valigie, la donna chiese: “Per cosa sono queste?”

Ryan guardò i bagagli per un momento.

Poi, disse con voce spezzata: “Riley, non posso andare a casa.”

Riley fu percorsa da un fremito.

“Che cosa intendi?” gli chiese. “Hai perso la casa?”

“No, non ancora. E’ solo che …”

La voce di Ryan scemo, poi disse …

“Non posso affrontarlo da solo. Non posso vivere in quella casa da solo. Continuo a ricordare i bei momenti con te ed April. Continuo a ricordare quanto abbia rovinato tutto nel peggiore dei modi per tutti noi. Quel posto mi spezza il cuore, Riley.”

Tirò fuori il suo fazzoletto e si asciugò gli occhi. Riley era scioccata. Aveva raramente visto l’ex-marito in lacrime. Era quasi sul punto di piangere lei stessa.

Ma sapeva di avere un serio problema da risolvere al momento.

Disse allora con tono gentile …

“Ryan, non puoi restare qui.”

Ryan si accasciò sulla sedia, come un palloncino bucato. Riley avrebbe voluto che le sue parole non fossero state così dolorose. Ma doveva essere onesta.

“Ho la mia vita ora” disse. “Ho due ragazze da crescere. Ed è una bella vita. Io e Blaine abbiamo una relazione seria, davvero seria. Infatti …”

Fu quasi sul punto di rivelargli del piano di Blaine di ampliare la sua casa.

Ma no, sarebbe stato troppo, decise.

Così aggiunse: “Puoi vendere la nostra vecchia casa.”

“Lo so” Ryan disse, continuando a piangere a bassa voce. “Voglio farlo. Ma nel frattempo … proprio non posso viverci.”

Riley avrebbe voluto poter fare qualcosa per confortarlo, prendergli la mano, abbracciarlo, o dimostrargli conforto con un altro gesto fisico.

Era invitante, e parte dei vecchi sentimenti che nutriva per lui stavano riemergendo ma …

Non farlo, si disse.

Resta fredda.

Pensa a Blaine.

Pensa alle ragazze.

Ryan singhiozzava pateticamente. Con voce davvero agitata, disse …

“Riley, mi dispiace. Voglio ricominciare tutto daccapo. Voglio essere un buon marito e un buon papà. Senz’altro, posso farlo se … ci riproviamo.”

Continuando a mantenere una distanza fisica tra loro, Riley rispose …

“Ryan, non possiamo. E’ troppo tardi per questo.”

“Non è mai troppo tardi” Ryan pianse. “Andiamo via, noi due, rimettiamo insieme i pezzi.”

Riley ne rimase scioccata.

Non sa che cosa dice, pensò.

Ha un esaurimento nervoso.

Era certa che l’uomo avesse bevuto prima di raggiungerla.

Poi, con una risata nervosa, disse …

“Ci sono! Andiamo allo chalet di tuo padre! Non ci sono mai stato, riesci a crederci? Nemmeno una volta in tutti questi anni. Possiamo passarci qualche giorno e …”

Riley l’interruppe bruscamente: “Ryan, no.”

Lui rimase a fissarla, come se non potesse credere alle proprie orecchie.

Con tono più gentile, Riley disse: “Ho venduto lo chalet, Ryan. E anche se non fosse così …”

Poi, restò in silenzio per un momento, e continuò …

“Ryan, devi venire tu fuori da tutto questo. Vorrei poterti aiutare, ma non posso.”

Le spalle di Ryan si abbassarono e i singhiozzi si fecero più lievi. Sembrava stesse riflettendo sulle parole di Riley, che continuò: “Sei un uomo tenace, intelligente ed intraprendente. Puoi venirne fuori. So che puoi. Ma non posso aiutarti. Non sarebbe giusto per me, e, se sei onesto con te stesso, sai che non farebbe bene nemmeno a te.”

Ryan annuì tristemente.

“Hai ragione” disse, con voce più ferma ora. “E’ un mio casino e devo sistemarlo io. Mi dispiace di averti disturbata. Ora vado a casa.”

Quando l’ex-marito si alzò in piedi, Riley disse …

“Aspetta. Non sei in condizioni di guidare fino a casa. Lascia che ti accompagni. Puoi tornare a prendere la tua auto quando starai meglio.”

Ryan annuì di nuovo.

Riley tirò un sospiro di sollievo: non aveva dovuto litigare per convincerlo, mentre temeva di dovergli strappare le chiavi della sua auto dalle mani con la forza.

Riley osò infine prenderlo per il braccio, guidandolo fino alla sua auto. L’uomo sembrava davvero aver bisogno del suo sostegno fisico.

Restarono entrambi in silenzio durante il tragitto. Quando accostarono davanti alla grande e bella casa che una volta condividevano, Ryan riprese: “Riley, c’è qualcosa che vorrei dirti. Io … io penso che tu sia stata davvero brava. E ti auguro ogni bene.”

Riley sentì un nodo in gola.

“Oh, Ryan …” iniziò.

“No, per favore, ascoltami, perché è una cosa importante. Io ti ammiro. Hai fatto tante cose grandiose. Sei stata una grande mamma per April, ed hai adottato Jilly, e stai iniziando una nuova relazione, e posso dire che è un uomo favoloso. E tutto mentre svolgi il tuo lavoro, fermi i cattivi, salvi vite. Non so come tu ci sia riuscita. La tua vita è completa.”

Riley ne fu profondamente sorpresa e turbata al contempo.

Quando era stata l’ultima volta che Ryan le aveva detto una cosa simile?

Non aveva proprio idea di che cosa dire.

Con suo sollievo, Ryan uscì dall’auto senza aggiungere altro.

Riley restò a fissare la casa, mentre Ryan entrava. Empatizzava davvero con lui. Non riusciva ad immaginare di affrontare quella casa da sola, non con tutti i ricordi che conteneva, belli o brutti.

E quelle parole che lui aveva detto …

“La tua vita è completa.”

Sospirò e mormorò ad alta voce …

“Non è vero.”

Era ancora difficile per lei, crescere due ragazze mentre svolgeva un lavoro intenso e spesso pericoloso. Era attratta in troppe direzioni, aveva troppi impegni, e non aveva ancora imparato a gestire tutto.

Sarebbe sempre stato così?

E che posto avrebbe occupato Blaine?

Un matrimonio felice era possibile per lei?

La spaventava l’idea di potersi ritrovare come Ryan un giorno.

Poi, si allontanò dal luogo in cui aveva vissuto, e guidò fino a casa.

Il Risveglio Del Killer

Подняться наверх