Читать книгу Quasi morta - Блейк Пирс - Страница 10

CAPITOLO SEI

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Cassie rimase seduta in silenzio, con la mente che correva a mille all’ora. Sapeva che la Sig.ra Rossi stava attendendo che parlasse, e che la sua esitazione avrebbe fatto sorgere delle domande, ma non aveva idea di cosa dire.

La parola “omicidio” sarebbe stata sufficiente per scoraggiare qualunque datore di lavoro. Indipendentemente dalle circostanze, avrebbero deciso che non ne valeva la pena.

Cassie non poteva biasimarli. Stava cominciando a chiedersi se non fosse lei stessa ad attirare la cattiva sorte – o se le sue decisioni avessero causato quegli incidenti.

La sua unica possibilità era quella di sorvolare sulle sue recenti esperienze, e concentrarsi sul lavoro che aveva svolto negli Stati Uniti.

Si schiarì la voce e iniziò a parlare.

“Ho lasciato casa quando avevo sedici anni, e ho frequentato il college, lavorando perlopiù come cameriera”, disse.

Non spiegò le ragioni per cui se ne era andata, ma sperò che l’essere indipendente e autosufficiente funzionasse a suo favore agli occhi della Sig.ra Rossi. Con suo sollievo, l’imprenditrice annuì in approvazione.

“Durante quel periodo ho dato lezioni, aiutato ragazzini coi compiti, e per un breve periodo ho lavorato in un asilo nido, come sostituzione maternità. Sono stata autorizzata e ho tutti permessi per lavorare, che le posso mostrare sul mio telefono. Ho anche delle referenze dal ristorante dove ho lavorato per due anni, in cui dicono che sono una persona affidabile e una gran lavoratrice, che fa di tutto per rendere i clienti felici”.

Fortunatamente, quei documenti avevano fatto parte della sua prima candidatura come ragazza alla pari, e aveva delle copie salvate in rete. Anche se il lavoro al ristorante non era rilevante, era la sua unica vera referenza.

“Eccellente”, disse la Sig.ra Rossi.

“Da quando sono in Europa ho viaggiato un po’. Ho cominciato come ragazza alla pari per una famiglia a Parigi. I bambini si sono trasferiti nel sud della Francia, perciò io ho trascorso del tempo nel Regno Unito a dicembre”.

Cassie si sentì il volto in fiamme. La sua storia era piena di buchi. Se la Sig.ra Rossi le avesse fatto delle domande, avrebbe scoperto velocemente che Cassie non aveva detto tutta la verità. Ma, con sua sorpresa, l’imprenditrice parve soddisfatta, e fu il suo turno di parlare.

“Ti darò alcune informazioni sulla mia situazione. Ho divorziato qualche mese fa, e sebbene io sia stata in grado di lavorare da casa per un po’, il lavoro è diventato molto più impegnativo ora. Ci stiamo espandendo in nuovi mercati, e stiamo acquisendo nuovi marchi. Era una crescita già in programma, ovviamente, ma sta succedendo più velocemente del previsto. Mia madre si trasferirà qui per occuparsi dei bambini, ma le serve tempo per prepararsi e fare le valigie. Perciò avrò bisogno di te per tre mesi. Vivrai qui, ovviamente. Le bambine sono molto educate, e abbiamo un cuoco e un autista, quindi non dovrebbe essere una responsabilità troppo gravosa”.

Cassie deglutì.

“Come sono le bambine? Può dirmi qualcosa in più di loro, per favore?”

“Due bambine, di otto e nove anni. Nina è la più grande, e Venetia la piccola. Sono molto educate”.

Dato che la Sig.ra Rossi non sembrava avere molto da dire sulle figlie, Cassie raccolse il coraggio per chiedere.

“Potrei conoscerle, magari? Vedere se andiamo d’accordo, prima di decidere?”

Non aveva idea se la Sig.ra Rossi potesse trovare questa richiesta scortese, visto che aveva garantito per il loro comportamento.

La donna annuì.

“Certamente. Saranno tornate da scuola ormai. Seguimi”.

Si alzò ed uscì dalla stanza, con Cassie che la seguiva di corsa.

Cassie fu colpita dall’aria autorevole di questa donna. Se ciò era quel che serviva per dirigere una multinazionale di successo, non riusciva neanche a immaginare se stessa fare lo stesso. Neanche in un milione di anni. Non era una persona di quel calibro e non aveva la stessa presenza autoritaria.

Per fortuna sentì di piacere alla Sig.ra Rossi. In ogni caso, la donna non sembrava provare un implicito disprezzo nei suoi confronti, cosa che invece Cassie aveva provato con i suoi datori di lavoro francesi.

Si diressero verso le scale di marmo e al piano di sopra. La casa era costruita a forma di ferro di cavallo, con due ali principali. Le camere dei bambini erano al piano di sopra, sul lato destro.

Il ticchettio dei tacchi di Ottavia Rossi sul pavimento piastrellato era talmente alto da informare le bambine del suo arrivo, e Cassie fu impressionata nel vedere le due bimbe dai capelli scuri uscire dalle loro stanze e posizionarsi fianco a fianco, in attesa, mentre loro si avvicinavano.

Indossavano due abiti eleganti a maniche lunghe, che parevano essere identici, ad eccezione del colore – uno era giallo, l’altro blu. I loro mocassini dai colori accesi portarono Cassie a domandarsi se Rossi Shoes avesse anche una linea per bambini, e in caso, se questi ne facessero parte.

“Bambine, vorrei presentarvi Cassie”, disse la Sig.ra Rossi. “È qui per un colloquio, e potrebbe prendersi cura di voi nelle prossime settimane. Vi va di salutarla e rispondere a qualche domanda?”

“Buon pomeriggio, piacere di conoscerti”, dissero le bimbe in coro, e Cassie fu sorpresa nel sentire che il loro accento inglese era perfetto.

La ragazzina più alta fece un passo in avanti.

“Sono Nina”.

Tese una mano e Cassie la strinse, sorpresa dalla formalità del saluto.

“Io sono Venetia”, disse la più piccola.

Cassie strinse la sua piccola mano calda. Anche se la situazione pareva abbastanza imbarazzante, e stare in piedi in modo formale in corridoio non era il modo ideale per chiacchierare e rilassarsi, Cassie sapeva di dover dimostrare di essere una persona amichevole e piacevole.

Sorrise alle bambine.

“Avete dei bellissimi nomi”.

“Grazie”, disse Nina.

“Siete andate a scuola oggi?”

Venetia sembrava voler rispondere.

“Sì. Di pomeriggio facciamo i compiti. È quello che stiamo facendo ora”.

“Wow, siete davvero delle brave bimbe. Qual è la vostra materia preferita a scuola?”

Le due bambine si scambiarono uno sguardo.

“Inglese”, si offrì volontaria Nina.

Venetia fece una pausa.

“A me piace la matematica”.

Cassie fu meravigliata. Certamente, questi erano gli ingredienti per il successo – disciplina e amore per lo studio, sin dalla tenera età. Poteva già vedere che queste ragazze stavano seguendo i passi materni e riusciva già ad immaginarsi il sentiero dorato che costituiva il loro futuro.

Intuì che queste ragazze avrebbero avuto opportunità che lei non era neanche mai stata in grado di immaginare. Per un momento, Cassie si chiese come potesse essere nascere con un amore innato per lo studio, ed essere l’erede di un impero della moda.

“E per quanto riguarda le vostre attività? Cosa vi piace fare fuori da scuola?”

Le ragazze si scambiarono di nuovo un’occhiata.

“A me piacciono le lezioni di canto”, disse Nina.

“A me piace andare a cavallo. Abbiamo lezione la domenica”, aggiunse Venetia.

“Sembra meraviglioso”, disse Cassie, ed ebbe una più ampia impressione delle loro vite. Non solo queste ragazzine erano determinate, motivate, e portate per gli studi, ma avevano la possibilità di fare attività che Cassie aveva sempre solo sognato di potersi permettere.

Si rese conto che questa famiglia, nella casa moderna ma graziosa, era simile a quelle di cui lei aveva letto nelle riviste patinate dal parrucchiere. Erano l’elite della società, e l’idea di essere associata a loro era eccitante e intenso.

L’unica pecca nella loro vita perfetta doveva essere stato il divorzio, e Cassie si chiese come fosse il marito della Sig.ra Rossi. Presumibilmente, dato che l’impero Rossi era proprietà del suo lato della famiglia, o lei aveva ripreso il nome da nubile dopo il divorzio, o non aveva mai usato il nome del marito. Cassie si chiese se le bambine fossero rimaste traumatizzate dal divorzio, e se passavano del tempo col padre. Queste erano tutte domande che doveva porre alla sig.ra Rossi, o anche direttamente alle bimbe, ma non in quel momento.

Con sorpresa, Cassie si rese conto di star guardando avanti, come se nella sua mente avesse già deciso di accettare il lavoro.

Le bambine la stavano osservando con ansia. Non si erano mosse dalla loro posizione. Era come se stessero aspettando il suo permesso per andarsene, e Cassie fu nuovamente impressionata dal loro autocontrollo.

“Grazie mille per aver parlato con me”, disse. “È stato un piacere conoscervi. Dovete continuare a fare i compiti ora?”

“Andate, bambine”, disse la sig.ra Rossi, e le due sparirono nelle loro stanze.

Mentre tornava indietro lungo il corridoio, Cassie non potè fare a meno di lodarle.

“Sono fantastiche. Non ho mai conosciuto bambini piccoli così obbedienti e disciplinati. E con un tale amore per lo studio, anche, deve essere molto fiera di loro”.

La sig.ra Rossi parve compiaciuta mentre rispose.

“Sono dei lavori in corso, come credo ogni bambino”, rispose. “Dovranno ereditare l'azienda un giorno, perciò sto cercando di inculcare in loro i giusti valori”.

Scesero l’alta scalinata e tornarono nello studio.

“Perciò, ora che hai conosciuto la famiglia, ti parlerò della posizione”, disse. “Sei la prima ad arrivare – dopo la confusione che ha fatto Abigail col lavoro, non siamo riusciti a contattare molti altri candidati. Sembri in gamba, e le bambine sembrano interagire bene con te. Se vuoi il lavoro, sono disposta ad offrirtelo. Ti verrà richiesto di trascorrere tempo con loro dopo scuola e alla domenica. La scuola va dalle otto all’una e mezza, a meno che non abbiano attività pomeridiane”.

Cassie fece un respiro profondo. Si sentì orgogliosa per il fatto che la sig.ra Rossi la ritenesse una persona di un calibro abbastanza elevato per potersi prendere cura delle sue figlie eccezionali. Non le aveva neanche chiesto un numero di telefono per controllare le sue referenze.

“Credo che ogni opportunità apra delle porte”, continuò la sig.ra Rossi. “Se ti dimostrerai capace in questa posizione, potrebbero esserci altre possibilità nel tuo futuro. Abbiamo posizioni di tirocinio che si aprono regolarmente, perciò se dopo il termine di questo incarico vorrai rimanere in Italia per altro tempo, e lavorare nel campo della moda, probabilmente si potrà fare”.

Cassie sentì un tuffo al cuore. Si trattava di più di un lavoro temporaneo. Poteva persino diventare una futura carriera, e un modo per migliorare le sue possibilità di trovare e ricongiungersi con Jacqui.

Immaginò se stessa e la sorella, entrambe con lavori di successo nell’industria della moda, affittare un fantastico appartamento in un quartiere suggestivo e lussuoso. Alla sera, avrebbero potuto chiacchierare delle loro giornate lavorative e fare a turno per cucinare, prima di andare in centro a ballare e divertirsi.

Più Cassie ci pensava, e più era contenta che le si fosse presentato questo incarico. Dato che si trattava molto più di un semplice lavoro come ragazza alla pari, non poteva certo rifiutare. Doveva metterci anima e cuore, e assicurarsi di svolgere il lavoro al meglio, perché rappresentava un’opportunità che avrebbe potuto cambiarle la vita.

“Un tirocinio sembra stupendo ed è qualcosa che mi piacerebbe fare in futuro. Sarei felice di accettare la posizione come ragazza alla pari per ora. Grazie per avermela offerta”, disse.

La sig.ra Rossi le fece un piccolo sorriso.

“In questo caso, sei assunta. Hai con te le tue cose?”

“Sono nella mia macchina”,

“Una delle domestiche ti aiuterà a portare tutto nella tua stanza. Stasera, io e le bambine andiamo a far visita a mia madre, perciò mangeremo da lei. È la serata libera della cuoca, ma abbiamo a disposizione un servizio di consegna a domicilio. Ci sono i menù nel cassetto della cucina. Ordina ciò che preferisci e chiama dalla linea fissa. Consegnano in mezz’ora, e lo aggiungeranno al nostro conto”.

“Grazie”, disse Cassie.

La donna si sporse in avanti, e Cassie si ritrovò a fare lo stesso.

“Ti prego di non lasciar entrare nessuno in casa a meno che tu non abbia avuto conferma della loro identità. Viviamo in un quartiere ricco, ma sfortunatamente la criminalità è ovunque. Siamo stati obiettivo di ladri e scassinatori in passato. Con due bambine piccole, rapimento e traffico di minori sono sempre una minaccia, perciò devo stare all’erta. A meno che tu non stia aspettando una consegna, non lasciare entrare sconosciuti. Capito?”

Cassie annuì, sentendosi nervosa al pensiero che i bambini potessero essere l’obiettivo di qualcuno. Grazie alla sua recente esperienza in centro a Milano, sapeva che questo genere di crimini sono un rischio reale.

“Capisco. Starò molto attenta”, disse.

“Bene. Ci vediamo domani”, confermò la sig.ra Rossi.

Sollevò il ricevitore di un interfono, premette un pulsante, e parlò brevemente e rapidamente in italiano prima di posarlo nuovamente.

“La domestica sta arrivando”, disse a Cassie.

In quel momento, il telefono della sig.ra Rossi squillò.

“Ciao”, rispose, sembrando impaziente.

Rendendosi conto che sarebbe stato scortese ascoltare la conversazione, Cassie si alzò di fretta e si diresse verso la porta, per attendere la domestica all’esterno.

Uscendo dalla stanza, sentì la sig.ra Rossi dire duramente, “Abigail?”

Cassie ricordò che quello era il nome della donna che per errore le aveva detto che il lavoro come ragazza alla pari non era più disponibile.

Ci fu una pausa e poi Cassie la udì parlare di nuovo, con voce alta ed arrabbiata.

“Hai fatto un casino, Abigail. Non è accettabile, e neanche lo sono le tue scuse. Non venire a lavorare domani. Sei licenziata!”

Quasi morta

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