Читать книгу Infedele: Commedia in tre atti - Bracco Roberto - Страница 3
ATTO PRIMO
SCENA I
ОглавлениеCLARA e SILVIO, poi UN SERVO
Clara
(innanzi ad uno specchio, dopo di essersi lungamente mirata) Che ne dici? Ti va?
Silvio
(seduto sopra una seggiola a sdraio, fumando una sigaretta) Il Lohengrin?
Clara
No. La mia acconciatura.
Silvio
Credevo che tu parlassi ancora del Lohengrin. Sì, mi va… Io poi ho una competenza molto limitata.
Clara
Per il ritratto a pastello vorrei posare proprio in questa toilette.
Silvio
De Negris è un provetto ritrattista… Ti rimetterai al suo parere.
Clara
(sempre mirandosi allo specchio) Non ti pare un po' troppo scollata?
Silvio
Voltati, fammi vedere. (Clara si volta. Egli dissimula il fastidio che gli produce la eccessiva scollatura) No… Troppo scollata non mi pare…
Clara
Guardami bene in faccia.
Silvio
Ti guardo.
Clara
(ridendo) Ah! ah! ah!
Silvio
Che c'è?
Clara
I tuoi occhi non hanno la stessa opinione della tua bocca. Sai che dicono essi?
Silvio
Sentiamo.
Clara
Dicono… dicono: «che indecenza!».
Silvio
Nondimeno, io non te ne faccio una colpa! La decenza non è che una diplomazia delle donne, perchè tutto ciò che esse nascondono aumenta di valore. Non è indispensabile, quindi, che alle fanciulle… affinchè possano trovare marito.
Clara
Obbedisco alla moda, io!
Silvio
Ma la moda per le donne la fanno le donne.
Clara
Anche gli uomini, sai.
Silvio
Oh! gli uomini, al più al più, fanno la moda per le donne altrui.
Clara
Lo vedi, lo vedi che sei scontento!
Silvio
Dio mio, se mi stuzzichi, mi fai dire quel che non vorrei dire.
Clara
(rimproverandolo con affetto) E credi mi basti che certe cose tu non le dica? Credi male. Io desidero che tu non le dica e non le pensi. (Si sdraia sopra un canapè.)
Silvio
Sottilizzi sempre, tu. E sottilizzi troppo!
Clara
(col tono con cui si parla ad un bimbo) Poverino, poverino! Che pretendono da lui?.. Che pretendono? (Pausa.) Qui… vicino a me… vicino a questo mostro di moglie…
Silvio
(va a sederle accanto)
Clara
(lisciandogli la barbetta) Passa?
Silvio
Tranquilla!..
Clara
Passa?
Silvio
Cosa passa?
Clara
Il malumore per la scollatura?
Silvio
(sorridendo bonariamente) Eh, sì! Il malumore passa… ma la scollatura resta.
Clara
Via, chiudi un po' gli occhi…
Silvio
Preferirei, veramente, che li chiudessero gli altri. Ma purtroppo!.. (Sospirando, si alza) Di': non è l'ora d'andare?
Clara
Sì: va pure.
Silvio
E tu?
Clara
Io aspetto Ricciardi. L'ho pregato di accompagnarmi.
Silvio
(con falsa disinvoltura) Sicchè… posso andare?
Clara
Ma sì.
Silvio
(lentissimamente, prende il cappello, la pelliccia, i guanti, il binoccoletto, il bastone. Poi, ad un tratto, rimette tutto sopra un mobile. Poi, riprende la pelliccia e adagio adagio l'indossa. Poi, riprende il bastone, il binoccoletto, i guanti, il cappello.) Dunque, vado!.. (Indugiando) Buona sera, eh?
Clara
Verrai a farmi una visita, o resterai tutta la serata, come al solito, sprofondato nella tua poltrona?
Silvio
Se non ci sarà troppa gente nel tuo palco, verrò. (Si avvia per andarsene.)
Clara
(quando egli è giunto all'uscio in fondo) Silvio!..
Silvio
Clara? (Ritorna.)
Clara
Che è?
Silvio
Non mi hai chiamato?
Clara
No. Ho semplicemente pronunziato il tuo nome: «Silvio», così, per tenerezza: non t'ho mica chiamato…
Silvio
Avevo creduto…
Clara
Va, va.
Silvio
(arriva un'altra volta sino all'uscio: si sofferma)… E se Ricciardi non venisse?..
Clara
Verrà, verrà… Oh! non dubitare, verrà.
Silvio
Però… non sarebbe meglio che aspettassi anch'io?
Clara
Sarebbe meglio, perchè?
Silvio
Perchè… se, per una circostanza qualunque, egli non venisse, t'accompagnerei io: è semplice.
Clara
Ti assicuro che verrà…
Silvio
D'altronde, si potrebbe andare tutti insieme…
Clara
(recisa) Questo, poi, no!
Silvio
In fin dei conti, non t'ho detto nulla di così strano.
Clara
Silvio! Silvio! Che hai stasera? Che significa questa recrudescenza?
Silvio
Recrudescenza di che?
Clara
Di che? Lo vuoi proprio sapere? Lo vuoi proprio sapere? Recrudescenza di… ge-lo-si-a.
Silvio
Io, geloso!
Clara
Tu geloso, sì, tu, tu! E ciò non va bene! Di tanto in tanto, caro Silvio, tu dimentichi il nostro patto.
Silvio
Io lo ricordo e lo mantengo.
Clara
Tu non lo mantieni niente affatto!
Silvio
(col pretesto della briga, ritorna di nuovo, molto felice di restare) E io ti ripeto che lo mantengo. Oh bella! Dov'è questa mia famosa gelosia? Tu vai, vieni, fai quello che ti pare e piace… Io non sono mai vicino a te… Il tuo salotto è sempre pieno di giovanotti… Te li conduci a teatro, te li conduci alla passeggiata, te li metti in carrozza, a tutte le ore, coi loro grandi carciofi all'occhiello e con quell'aria sfiaccolata di conquistatori esausti… Ti scrivono delle lettere, tu ne scrivi a loro, e io non so che diamine avete da scrivervi dopo che vi siete visti quattro volte in una giornata!.. Essi ti circondano, ti sequestrano, ti assediano, ti mangiano con gli occhi, ti esaminano dalla testa ai piedi e… dai piedi alla testa, ti chiamano confidenzialmente: Clara: Clara, tout-court, così come chiamerebbero una di quelle donnine a cui… quando non possono dare altro, si contentano di dare del tu… e io? Io, zitto: lascio fare, lascio dire, e non un lamento, non un rimprovero, non un'osservazione, e, con una santa pazienza, aspetto ch'essi ne abbiano abbastanza per ricordarmi d'essere tuo marito. Era questo il programma della nostra vita? Era questo il programma enigmatico proposto… cioè, che dico?.. imposto da te? E io mi ci sono uniformato…
Clara
Per forza…
Silvio
Ma giacchè vedo che è stato inutile, sì, te lo voglio dire: la corte di Gino Ricciardi m'impensierisce, mi secca. Egli è più vanesio, ed è forse meno imbecille degli altri. Anzi… è un giovane intelligente, esperto, simpatico, colto, infarinato d'arte e di letteratura, ed è abituato a non farsi canzonare. Sicuro! Gino Ricciardi è un pericolo:… è un pericolo anche per una donna onesta.
Clara
Anche per me?
Silvio
Un uomo non sarebbe pericoloso se non lo fosse per tutte le donne!
Clara
E una donna non sarebbe onesta se non lo fosse per tutti gli uomini! (Pausa.) Ma già, perchè discutere? (Severa, nervosa)… Forse, non ci tengo neppure a essere una donna onesta, e non so neppure se lo sono. Ti sposai solamente perchè t'amavo; ti sono fedele solamente perchè t'amo. Se questa è onestà, io sono onesta. (Sempre acre, sempre nervosa) E del resto, tu lo sai, tu lo comprendi come e quanto io t'ami. Se tu non lo comprendessi più, io non ti amerei più. Ed è questa, in fondo, la chiave del sedicente enigma. Non mi basta, no, che tu non sembri geloso; è necessario che tu non lo sii. Il nostro patto dovea consistere non soltanto nella forma, ma anche nella sostanza. «Io, fedele; tu, fiducioso…» Ma tu, a quale programma ti sei uniformato? Sciocco! Credi tu che io non m'accorga delle tue continue indagini e di tutto ciò che fai allo scopo di ricostruire minutamente la mia giornata, di controllare quel che ti racconto, di tenermi d'occhio, di spiarmi?
Silvio
Di spiarti?!..
Clara
Di spiarmi, e peggio ancora. Un mese fa hai perfino aperta una lettera diretta a me!
Silvio
Clara!
Clara
Eppure, finsi di niente, perchè… (con un moto d'orgoglio e di gentilezza pietosa) perchè mi facesti pietà. Ma, bada, Silvio. Te lo avvertii quando eravamo sposati da pochi giorni e te lo avverto ora, solennemente, per l'ultima volta: la gelosia, a lungo andare, mi renderebbe infelice, e la infelicità potrebbe rendermi colpevole. Tanto, il mio carattere non so cambiarlo. Sono nata così. Io non commetterò mai neanche un peccato di pensiero; ma non rinunzierò mai alla mia innocua libertà!.. Sono civetta? Meglio! La civetteria di una moglie serve a tante cose! – Prima di tutto la civetteria è la valvola di sicurezza dell'onestà femminile, e poi è un eccellente regime per guarire la gelosia d'un marito. Ti sono e ti sarò fedele illimitatamente; ma saresti indegno di questa mia fedeltà se tu mi offendessi col dubbio, con la diffidenza, col sospetto. E, vedi, (molto energica) ti giuro che il giorno in cui tu osassi d'accusarmi davvero, io – mettitelo bene in mente, Silvio – io mi risolverei a tradirti davvero. E adesso vattene a teatro, e arrivederci.
(Un silenzio.)
Silvio
(umile) Arrivederci. (Indugiando ancora) Ora, sei in collera con me?..
Clara
Non sono in collera, no.
Silvio
Mi perdoni?
Clara
Ti ho già perdonato: e ti perdonerò anche meglio…
Silvio
(con ansia affettuosa) Quando?
Clara
Più tardi, più tardi…
Silvio
Ma quando?
Clara
… Te lo dico all'orecchio…
Silvio
Dimmelo forte: non c'è nessuno.
Clara
Come! Ci sei tu in frac e cravatta bianca, e ci sono io in gran toilette. In questi abiti, non si è mai veramente soli.
Silvio
E allora dimmelo all'orecchio.
Clara
(gli dice qualche cosa all'orecchio con graziosità intima e birichina.)
(Tutti e due ridono molto vivacemente.)
Clara
Ti conviene?
Silvio
Altro che mi conviene!.. (Continuando a ridere) Che matta!..
Un servo
(annunzia) Il signor Ricciardi. (Via.)
Clara
L'uomo del pericolo!
Silvio
Io te lo lascio tutto intero… sai… e me ne fuggo… perchè non vorrei che egli s'illudesse di darmi delle preoccupazioni… (Si avvia precipitosamente.)