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Prologo

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Kyran era esausto e senza fiato. Si era spinto oltre i propri limiti per arrivare da Mackendra. Nel momento in cui Elsie aveva pronunciato il nome di lei quando aveva conferito della premonizione più recente, non aveva avuto altra scelta se non quella di abbandonare i festeggiamenti dell’accoppiamento di Jace. Era stato spinto da una forte urgenza, e se n’era andato senza proferire parola a nessuno. Si era infatti alzato in piedi ed era sparito mentre gli altri discutevano il da farsi.

Aveva rinunciato a salire in auto, quindi attraversò la città di corsa fino a Queen Anne. Non era mai stato così grato della propria abilità di percorrere quindici metri in un batter di ciglia. Avanzava di diverse miglia in pochi secondi senza dover utilizzare gli ordinari mezzi di trasporto. Non aveva importanza che le strade fossero stipate di auto; il fumo gli raggiungeva le narici, facendo accrescere la sua preoccupazione per lei, e gli faceva fare appello alla propria energia come non mai.

Si trovava ad almeno un miglio da Mackendra, e sapeva che non sarebbe riuscito ad arrivare a destinazione in tempo, nonostante la sua ansia glielo imponesse. Non era abituato a preoccuparsi, e gli dava molto fastidio che la propria agitazione per la sicurezza di lei lo assillasse a tal punto da rischiare di venir beccato ad aggirarsi nella parte più frequentata della città. Non gli importava nemmeno che suo fratello, il Re Vampiro, non avrebbe avuto altra scelta se non quella di giustiziarlo se avesse compromesso il Reame di Tehrex. Più si avvicinava a casa della ragazza, più il fumo si faceva spesso, fino a quando non perse l’abilità di concentrarsi sui propri movimenti. Accelerò improvvisamente, proseguendo a tale velocità per il resto del tragitto; non era in grado di calmare il proprio battito cardiaco.

Si fermò sui propri passi, e perse un battito quando raggiunse la via dove abitava lei. Il fumo si sollevava nel cielo, diffuso dalle finestre i cui vetri esplosero. Il calore aumentava, e vide le fiamme abbracciare i muri. Doveva essere viva. Non sapeva che cos’avrebbe fatto se fosse arrivato troppo tardi. Non ponderò ulteriormente sulla questione, quindi chiuse gli occhi e si concentrò. L’incendio si espandeva velocemente, e non aveva più molto tempo.

Un paio di vicini erano usciti dalle loro abitazioni, e stavano sollecitando un intervento delle autorità. Li ignorò e inclinò il capo, aprendo completamente i propri sensi. Il ruggito del fuoco si fece assordante, e Kyran impiegò alcuni secondi, ma finalmente individuò un battito cardiaco accelerato sulla parte posteriore della casa, seguito da dei colpi di tosse. Era certo di averla trovata, quindi si affrettò alla porta d’ingresso e corse su per le scale. Delle violente lingue di fuoco arancioni stavano distruggendo tutto sul loro cammino, producendo fumo che gli pervase i polmoni, rendendogli difficile la respirazione.

Venne preso dal panico. Se lui, un essere soprannaturale, si trovava in difficoltà, c’era la possibilità che lei non sarebbe sopravvissuta. I polmoni di Kyran sarebbero guariti appena fuori dall’abitazione, ma lei non era altrettanto resistente. Seguì il suono del battito cardiaco di lei; odiava il fatto che il polso decresceva con ogni secondo che passava. La sua velocità preternaturale gli fece raggiungere la porta della stanza dov’era intrappolata la ragazza. Abbatté il serramento con un calcio e ignorò le fiamme che stavano consumando rapidamente la casa. Si guardò attorno, quindi la notò rannicchiata sul letto con una mazza in mano. Portò indietro il braccio e infranse velocemente il vetro della finestra.

“Mackendra!” Esclamò lui sovrastando il baccano. La ragazza si voltò e sgranò gli occhi quando lo vide. Per un assurdo momento assaporò la speranza che lesse sul bellissimo volto di lei. L’espressione negli occhi di Mackendra gli suggeriva che lo vedesse come il cavaliere dall’armatura scintillante. Nessuno l’aveva mai guardato in quel modo, e gli faceva battere il cuore all’impazzata. Allontanò per un momento tale sensazione, non indugiando a raggiungerla e a sistemarsela sulla spalla. La udì strillare quando la portò nel giardino sul retro in un istante.

Mackendra lo colpì sulla schiena sorprendentemente con vigore, quando gli urlò di farla scendere. La ignorò e si guardò attorno in cerca di un modo per scappare senza incontrare le autorità umane, le quali si dirigevano verso la casa a sirene spiegate. Kyran sapeva che l’avrebbero aiutata, ma non era pronto per affidarla a loro. Si impose di assicurarsi per prima cosa che la ragazza non fosse ferita. Allontanò la voce nella propria testa che insisteva sul fatto che Mackendra sarebbe stata meglio se non avesse interagito ulteriormente con lui. Forse i suoi polmoni erano danneggiati e aveva bisogno di vedere un dottore, ma ciò non lo invogliò a metterla giù. L’uomo strinse invece la presa sulle gambe di lei, imprigionandole al petto.

Il fatto che i polsi minuti di lei lo stessero colpendo con ulteriore forza alimentò solamente il desiderio di Kyran di tenerla con sé. Innanzitutto si rese conto che le proteste di lei lo stavano eccitando. La cosa lo disturbava immensamente, specialmente dato che normalmente era lui a infliggere dolore e non lo riceveva. Gli si indurì il membro nei pantaloni, e l’istinto lo spinse a darle una pacca sul sedere mentre avanzò nel giardino.

“Ti conviene non avermi schiaffeggiato il sedere. Mi avrai salvato la vita, ma adesso è meglio se mi metti giù, buffone” lo ammonì.

Sul viso di lui si allargò un sorriso, e Kyran non rallentò il passo. “Il tuo bel sedere è una tentazione a cui non so resistere” rispose con charme prima di darle un’altra pacca sul didietro. Un istante più tardi venne circondato da una magia a lui sconosciuta che fece scomparire il mondo come lo conosceva.

Il Guerriero Depravato

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