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L'anatra prototipo dei volatili per industria

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Un sagace avicultore italiano scriveva recentemente che se l'allevamento razionale dei polli può dare in Italia guadagni elevatissimi, quello dei palmipedi e delle anatre specialmente produrrebbe degli utili anche superiori; e facendo la supposizione che tre milioni di contadini tenessero quattro femmine di buona razza con un maschio, ognuno di loro avrebbe dai 150 ai 200 anatrotti all'anno, macellabili a due mesi o due e mezzo d'età. Risultato: 450 a 600 milioni di capi che a 2 chilogr. ciascuno costituirebbero 900 milioni ad un miliardo e più di chilogrammi di carne, ed ossa, ben inteso; ora, questi, convertiti in moneta corrente, se non sonante, darebbero la bellezza di 3600 a 4800 milioni di lire italiane.

Non trovo esagerazione in questi calcoli, anzi in taluni si rimane perfino un po' al disotto della realtà, poichè una femmina di buona razza non darà mai meno di 60 uova, quindi per quattro femmine 240 uova, ed anche deducendo le perdite possibili nello allevamento si avrebbero sempre più della cifra suindicata di anatrotti; il guaio si è, a mio avviso, che i tre milioni di contadini italiani decisi a mettersi sulla buona strada non si rinverrebbero facilmente, e ritengo che lo stesso autore dell'articolo non si farà troppe illusioni in proposito. Quanti ve ne sono come quello che al buon Pascal, uscì fuori a dire che le sue anatre mangiavano più del majale, quindi dava la preferenza a quest'ultimo! ce lo racconta lui, il grande scrittore allevatore nel suo «Anatre ed oche da prodotto».

Ed è questa erronea convinzione tenacemente conficcata nella materia cerebrale dei nostri buoni villici, nella gran maggioranza almeno, che li rende apatici se non ostili; essi tengono assai più volentieri i polli, le oche, i tacchini che si procurano da se stessi se non tutto, quasi tutto il nutrimento, mentre alle anatre bisogna provvederlo nella massima parte. Ma non calcolano, che un anatrotto di buona razza in poche settimane, se ben nutrito è vendibile, per cui in confronto ai polli, grazie al suo rapido sviluppo, viene a consumare assai meno. Egli queste cose le ignora ed in fin dei conti non è tanto da biasimare se nessuno gli insegna come dovrebbe fare per guadagnare con la pollicoltura; dove sono gl'istituti governativi dove si formino degli allievi capaci di diffondere le buono pratiche fra le popolazioni agricole?

Eppure governanti ed economisti ci rintronano gli orecchi col solito ritornello dell'immenso bisogno di lavorare d'intensificare la produzione; ma mentre vi sono numerose scuole ed istituti per certe industrie e qualcosa si è fatta anche per quella chiave di volta della nostra produzione che è l'agricoltura per l'allevamento degli animali da cortile che condotto con sistemi meno empirici darebbe dei risultati sorprendenti, è una miseria, una ridicolezza quanto lo Stato ha fatto fin'ora in materia d'insegnamento pratico.

Un'altra questione che rattiene molti dal dedicarsi all'allevamento dell'anatra è quella dell'acqua, la maggioranza credendo che per vivere e prosperare il palmipede ne abbia assoluto bisogno. Scorrendo queste pagine il lettore vedrà come se l'acqua è un elemento utile, in certi casi non è affatto indispensabile ed in altri è anzi contrario.

L'anatra è fra i diversi volatili domestici quello che per rapida e forte produzione di carne risponde meglio d'ogni altra all'interesse dell'allevatore; il colombo la precede bensì sviluppandosi in venti giorni ma poi rallenta mentre l'anatra progredisce continuamente in modo meraviglioso fino a due mesi, epoca in cui è già abbastanza grossa per esser mangiabile e di un bel volume. L'oca non si trova in simili condizioni fino a che non abbia sette od otto mesi d'età, un galletto delle migliori razze da carne ha bisogno di almeno tre mesi e così il tacchino è assai lento nel suo sviluppo in confronto al nostro palmipede.

Oltre al crescere costantemente mangiando di continuo, l'anatra offre pure il vantaggio di approfittare di tutti gli alimenti che le si presentano; essa rappresenta nella categoria dei piccoli animali domestici ciò che è il maiale in quella del grosso bestiame e forma, per tutte le qualità che le si riconoscono il prototipo dei volatili industriali.

Non tutte le anatre però sono ugualmente precoci come non tutte hanno le stesse buone qualità; le comuni, ad esempio, sono rimaste appena nella mediocrità per corporatura e per produzione di carne ed uova, mentre in seguito a cure intelligenti, ad un lungo lavoro di selezione non mancano le razze che raggiungono in poco tempo un volume straordinario con carne assai più bianca, delicata, abbondante e danno una quantità d'uova ben superiore all'ordinario.

Se la nostra gente di campagna sapesse come selezionando ed incrociando con razze pregiate le anatre comuni, come distribuendo un'alimentazione più razionale potrebbe migliorare i suoi animali ed accrescerne la produzione non direbbe più che l'anatra mangia ad ufo; ma salvo poche eccezioni, in generale i nostri contadini ignorano queste cose o non vi prestan fede.

È dunque alla classe di persone più elevate che il presente lavoro è specialmente dedicato; lungi da me l'idea di consigliare le colossali speculazioni americane ed inglesi d'allevamento intensivo, ciò da noi non potrebbe riuscire e neanche lo si è tentato finora in altri paesi dove avrebbe migliori probabilità, ma ho in pari tempo l'intima convinzione che non pochi sarebbero in grado d'intraprendere e praticare in modeste proporzioni l'allevamento dell'anatrotto precoce e dell'anatra di razza per la riproduzione ricavandone un ottimo frutto, ciò che appunto ho cercato di addimostrare in queste pagine, ed, in ogni caso, di divulgare le cognizioni fra quanti potrebbero trovare un reale profitto e non lo fanno, per ignoranza o per ignavia.

L'anatra: Allevamento per la produzione della carne

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