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CAPITOLO 1

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Dieci anni dopo…

Jensen “JD” Drake guardava fuori dall'ampia finestra dell'ufficio, al decimo piano dell'edificio nel quale si trovava da più di un'ora. Sparkle City non era cambiata molto negli anni successivi alla sua partenza. Era già tornato qualche volta, ma solo per qualche partita occasionale. Non si era mai allontanato dallo stadio o dalla camera d'albergo che gli era stata riservata quando era tornato nella sua città natale. In quel modo, JD non avrebbe rischiato di imbattersi in qualcuno che preferiva non incontrare. Aveva fatto molti errori ai quali non avrebbe potuto porre rimedio. C'era una persona in particolare che aveva ogni ragione per odiarlo: Scarlett.

Chiedere scusa non sarebbe stato facile. Non voleva incontrarla prima di avere la possibilità di capire come avrebbe potuto compiere quel gran gesto. Era lei l'unica persona dalla quale voleva farsi perdonare. Le aveva fatto un grande torto. Tornare di nuovo a casa…gli aveva fatto provare nuovamente un gran senso di colpa e di rimpianto. Aveva odiato persino quei brevi soggiorni per le partite fuori casa, perché cercava di evitare i propri demoni interiori. Tuttavia, adesso non aveva altra scelta che esplorare la città: quella era di nuovo casa sua.

Quello stesso giorno, aveva acconsentito al trasferimento nella squadra degli Sparkle City Suns: sarebbe stato il loro nuovo ricevitore. Un tempo aveva sognato di giocare a baseball per la squadra dei Suns. Fare parte di una squadra e sposare Scarlett Oliver erano le uniche due cose che avesse mai desiderato, ma aveva distrutto quella donna ed ormai non aveva alcuna possibilità di riaverla nella propria vita. Cosa avrebbe fatto Scarlett, quando avesse saputo che lui era ritornato? Le sarebbe importato? JD non avrebbe potuto biasimarla, se lei non lo avesse più voluto vedere.

Tuttavia, non poteva permetterle di monopolizzare i suoi pensieri. Per lui era fondamentale prestare attenzione a cosa aveva da dirgli il suo nuovo manager. Qualcosa che riguardava il suo nuovo contratto…

“Mi stai ascoltando?”, gli chiese Calvin Rooney, lasciando trapelare l'irritazione dal suo tono di voce mentre parlava.

JD si voltò verso di lui. L'uomo più anziano aveva dei folti capelli sale e pepe e gli occhi marrone scuro come una tazza di caffè forte. Se il suo precedente manager non avesse deciso di lasciare tutto ed andare in pensione, JD non si sarebbe trovato nell'ufficio di Calvin Rooney. Non era ancora sicuro che gli piacesse quel tipo; c'era qualcosa di abbastanza…viscido in lui. Tuttavia, a parte quella sensazione viscerale quando si trovava in sua presenza, JD non aveva alcuna ragione di mettere in dubbio le sue capacità. Aveva negoziato il suo contratto meglio di quanto si fosse aspettato. Per questo JD aveva lasciato da parte i propri sentimenti ed aveva continuato a lavorare con lui. Almeno, finché non gli avesse dato una ragione per non farlo…”Scusami”, gli disse tranquillamente. “Ho un sacco di cose a cui pensare.”

La stagione era già iniziata. Entro un mese, avrebbero avuto una pausa per gli All- Star. Nel giro di due settimane le selezioni per il turno primario sarebbero terminate e poi sarebbe iniziato il primo turno. Sperava ancora di avere la possibilità di formare la squadra. Diamine, in verità sperava in molto più di quello, ma avrebbe iniziato con il far progredire la propria carriera. Scarlett…Beh, forse lei lo avrebbe preso a pugni se si fossero incontrati e lui se lo sarebbe ben meritato. Tuttavia, c'era sempre la possibilità che lei non fosse in città: avrebbe potuto anche essere in tour. JD non si era preoccupato di controllare, perché aveva troppa paura di conoscere la verità.

“Comunque sia”, Calvin iniziò a parlare, riportando JD indietro dalle proprie riflessioni. “Dobbiamo parlare di molte cose prima che tu te ne vada. Ho il contratto definitivo, con l'aggiunta delle disposizioni che hai chiesto. Tutto quello che devi fare è controllare i cambiamenti, poi firmare e apporre la data.”

Con un semplice tratto di penna su un foglio, aveva apportato dei cambiamenti alla propria vita. Prima di questo contratto era stato un libero professionista. Una volta firmato, avrebbe giocato con i Suns per i successivi cinque anni. Non avrebbero potuto cederlo, senza il suo consenso. Gli piaceva l'idea della stabilità e di non dover più spostarsi continuamente. Stava già cercando un posto fisso in cui abitare: odiava vivere negli alberghi e non vedeva l'ora di lasciare quello in cui soggiornava al momento.

“Indicami dove devo firmare”, disse JD, facendo un cenno verso il documento sul tavolo. “Voglio che sia tutto a posto.” Aveva voglia di uscire dall'ufficio e di andare in giro per Sparkle City in macchina. Forse avrebbe seguito i propri ricordi e visitato i suoi posti preferiti. Eppure, tutto ciò gli avrebbero fatto ricordare cosa aveva perso- Scarlett. Dio, era stato talmente stupido!

Calvin indicò due punti. “Queste sono le disposizioni delle quali hai bisogno.”

JD le controllò, per assicurarsi che fossero corrette, poi firmò con le proprie iniziali. “Mi sembrano giuste.”

Il manager prese il contratto e lo sfogliò fino all'ultima pagina, poi lo posò di nuovo sul tavolo. “Firma qui.” Dopo avere firmato ed apposto la data, JD gettò la penna sul tavolo. “Se è tutto…”

“Per ora”, replicò Calvin. “Potremo rivedere in seguito qualsiasi nuova clausola.”

“Va bene”, disse JD. “Quindi me ne vado. Chiamami quando e se senti qualcosa.”

Non aspettò di vedere se Calvin avrebbe risposto a quell'ultima affermazione. Per quanto lo riguardava, aveva finito ed aveva molto di meglio da fare. JD uscì rapidamente dall'ufficio e si diresse verso la moto- un' Harley Davidson Street 750 di un colore “rosso cattivo.” Era il suo ultimo acquisto- Ora che viveva in una città dove il tempo era bello tutto l'anno, aveva la ferma intenzione di godersela.

JD slacciò il casco da dietro il sellino, poi se lo infilò e lo allacciò. Si sedette sulla moto ed accese il motore, poi partì in direzione della spiaggia. Una passeggiata sul lungomare sembrava proprio una buona idea. C'era qualcosa nell'oceano che aveva sempre un effetto calmante su di lui, una sorta di balsamo per i suoi nervi. Si sentiva molto nervoso da quando aveva accettato di venire a giocare nei Suns. Dopo avere avuto il tempo di calmarsi e di dare sollievo alla sua eccessiva ansietà, avrebbe fatto ciò che aveva cercato di evitare da quando era tornato in città una settimana prima: avrebbe cercato notizie di Scarlett e controllato il programma del suo tour. Non sapeva bene se sperare che lei fosse in città o che stesse lontana per settimane. In ogni caso, JD aveva bisogno di conoscere la verità, per essere pronto. Era fiero di lei e di quello che era riuscita a fare, ma nello stesso tempo non riusciva ad evitare di sentirsi vuoto dentro. Avrebbe dovuto stare con lei, mentre raggiungeva tutti i suoi obiettivi. JD non avrebbe mai dovuto abbandonarla a fare tutto da sola. Era l'uomo più stupido del mondo. Accidenti, lei non lo avrebbe perdonato, ma la voleva disperatamente. Gli mancava…

Era giunto il momento di affrontarla. Le doveva una spiegazione e delle enormi scuse. Se aveva fortuna, Scarlett lo avrebbe perdonato, ma lui dubitava che sarebbe stata così generosa. Comunque, dovevano fare almeno una tregua apparente, visto che avrebbero vissuto nella stessa città.


Erano due ore che Scarlett era in casa e sentiva il bisogno di fare una passeggiata sulla spiaggia. Quei sussurri che la guidavano sempre, la spingevano ad uscire e non si erano mai sbagliati. Le voci che sentiva le procuravano le melodie meravigliose con le quali scriveva le sue canzoni e l'avevano aiutata a costruirsi una carriera di successo. Inoltre, poteva dedicare qualche ora a se stessa e persino alla meditazione. Si sentiva a terra e, di quel passo, sarebbe finita all'ospedale.

Odiava…essere a casa.

Lì c'erano troppi ricordi legati all'amore che aveva perso. Scarlett non si era mai ripresa veramente, dopo essere stata abbandonata all'altare. Il tradimento di JD aveva lasciato delle cicatrici e, per colpa sua, aveva difficoltà ad affezionarsi a qualcuno. Non era facile avere fiducia, quindi si aggrappava alla propria indipendenza con tutte le forze. Non avrebbe mai più permesso a nessuno di ferirla come aveva fatto JD.

Lasciò la macchina in un parcheggio nelle vicinanza e spense il motore, poi scese dalla Camaro rosso ciliegia. Non aveva aperto la capote, ma forse lo avrebbe fatto al ritorno. Scarlett amava sentire il vento tra i capelli, l'aiutava a sentirsi viva e libera. Si mise in tasca le chiavi e si incamminò verso il lungomare. Le onde si infrangevano a riva con spruzzi di schiuma bianca, poi si ritiravano nuovamente nel mare. La sabbia bianca brillava alla luce del sole e Scarlett immaginò che si sarebbe bruciata, se avesse camminato a piedi nudi. Era tentata di provare, ma tenne le scarpe e continuò a camminare sul lungomare, come aveva programmato. Camminando lungo il ponte azzurro che collegava la spiaggia alla passeggiata, sarebbe arrivata ad un muro costruito per impedire alle onde più alte di infrangersi sulla costa. Le era sempre piaciuto camminare sul quel muro di pietra e acciaio, specialmente quando le onde erano molto alte e un po' di quegli spruzzi salati cadevano su di lei.

Scarlett infilò le mani nelle tasche dei suoi jeans a si incamminò lungo il ponte. Il mare era tranquillo e la aiutò a calmarsi. Non riusciva a capire perché si sentisse così nervosa, ma non riusciva a scrollarsi di dosso quella sensazione. C'era già molta gente che attraversava il ponte, alcuni diretti verso il muro, mentre altri stavano tornando indietro verso la riva. Scarlett ignorò la maggior parte di loro, perché non voleva che qualcuno la riconoscesse. Quello era un momento per se stessa.

Quando arrivò al muro frangiflutti, si fermò ad un'estremità, fissando l'acqua blu scura, e trasse un sospiro. Si sporse lungo la ringhiera e chiuse gli occhi, poi fece un respiro profondo e rimase in ascolto del vento. Una dolce melodia stava già formandosi nella sua mente.

“Scarlett?”, disse una voce maschile.

Era una voce familiare. Dei ricordi che Scarlett voleva dimenticare, che aveva creduto di aver sepolto per sempre, iniziarono a riaffiorare. La risata di quell'uomo riecheggiò nella sua mente. Il tono roco della sua voce si abbatté su di lei, come quando le aveva sussurrato parole dolci, aveva fatto insinuazioni maliziose e le aveva promesso di amarla per sempre. Il cuore prese a batterle più veloce ed aveva difficoltà a respirare ed espirare. Il dolore le attraversò i polmoni, lasciati privi di ossigeno.

Non poteva succedere, non proprio adesso. Doveva essersi sbagliata…Non era possibile che lui fosse a Sparkle City. Cioè, era possibile, ma erano dieci anni che non lo incontrava. JD aveva fatto del suo meglio per evitarla e lei aveva fatto lo stesso. Riaprì le palpebre lentamente, poi si voltò a guardare nella direzione dalla quale era giunta la voce. Scarlett non stava impazzendo, non era possibile. Lui era ancora bello come lo ricordava, anzi, ancora di più. Aveva un po' di barba sul mento, che lo rendeva ancora più sexy; aveva anche una cicatrice sulla fronte che, invece di renderlo meno attraente, lo rendeva ancora più affascinante. Aveva i capelli i disordine, come se li avesse pettinati con le dita- o come se qualcuno lo avesse fatto al suo posto. Scarlett scacciò quella punta di gelosia nell'immaginarlo con un'altra donna. Non era più suo e non lo sarebbe stato mai più. “JD”, disse. La voce di Scarlett era appena più di un sussurro. JD era veramente lì e lei avrebbe dovuto parlargli. No…Non era necessario. Scarlett non gli doveva niente.

Si voltò per andarsene, ma lui allungò la mano e le afferrò il braccio, impedendole di fare un passo avanti. Scarlett si girò e lo guardò storto. “Lasciami andare.”

“Per favore, non andartene”, disse JD. Aveva la voce roca dall'emozione, ma lei non era sicura del perché. “Io…”, deglutì con difficoltà. “Ci sono delle cose che dovresti sapere.”

“Non credo”, insistette lei. “Se ha a che fare con te, è meglio se te lo tieni per te. Qualsiasi cosa ci fosse tra noi, è finita quando mi hai abbandonata all'altare.” Dio, era così difficile dirlo ad alta voce. “Ora, gentilmente, toglimi le mani di dosso e potremo separarci in pace.”

JD la lasciò andare e si infilò le mani in tasca. “Ho sbagliato.” La sua voce era colma di rimorso e Scarlett stava quasi per credergli.

Sbuffò a quelle parole e scoppiò a ridere come una pazza. “Un errore?” Scarlett scosse la testa senza riuscire a credergli. “E' così che chiami l'avermi abbandonata per scappare via con la mia migliore amica?”

“Non è stato così…” JD emise un sospiro di frustrazione. “Non c'è mai stato niente tra me e Shayla. Non avrei mai potuto farti una cosa del genere.”

“No”, disse Scarlett disgustata. “Hai preferito lasciarmi ad affrontare tutti i nostri amici e le nostre famiglie da sola.” Fece un passo avanti e gli piantò varie volte l'indice nel petto. “Hai preferito scappare come un codardo ad inseguire i tuoi sogni. Senza considerare affatto cosa volessi io.” Lo colpì di nuovo. “E mi hai lasciato credere le cose peggiori su di te, in modo da semplificarti la vita.” Lo guardò storto. “Ma vuoi sapere una cosa? Nulla di tutto ciò è importante. Sono andata avanti e dovresti farlo anche tu. Se ci incontriamo di nuovo, fammi un favore, non disturbarti a parlarmi. Non mi importa un accidente delle tue spiegazioni o della tua versione confusa di scuse.”

Con quelle parole, si allontanò da lui a gran passi. Perché quelle voci le avevano detto di andare alla spiaggia? Non voleva vedere JD e, dannazione, non desiderava affatto avere una conversazione con lui. Una parte di lei si chiedeva se lui fosse tornato definitivamente a Sparkle City. L'altra parte tremava alla sola idea. Se era tornato a casa, c'erano buone possibilità di incontrarsi di nuovo. Ciò avrebbe comportato nuove opportunità di litigare e di trovarsi in situazioni imbarazzanti.

Cosa aveva fatto per meritarsi tutto questo? Forse avrebbe dovuto partire per un tour, almeno avrebbe evitato di fare di nuovo soffrire il suo cuore.

I Diamanti Non Piangono Mai

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