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Capitolo 1

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Londra, 1812

Il cielo si oscurò quando Diana uscì dalla casa di città della sua famiglia. Avrebbe dovuto affrettarsi per evitare la pioggia che già minacciava di venir giù. Era il giorno del suo compleanno e ora aveva ventidue anni. C'era stato un tempo in cui era entusiasta di celebrare quel particolare giorno, ma la gioia era morta molto tempo fa. Con il passare degli anni aveva dovuto accettare il suo destino prima come una timida asociale e ora come zitella. Tecnicamente, non lo era ancora, ma perché negare la verità? Lei era tutto ciò che le signore dell’alta società temevano: timida e asociale, saputella e zitella. C'era però una marcata differenza. Diana aveva accettato volentieri tutti quei titoli e li aveva usati a suo vantaggio. Amava la persona che era diventata. No, non avrebbe festeggiato il giorno del suo compleanno. C'era qualcosa di molto più importante da commemorare, il giorno in cui si era presa cura del suo futuro. Quel giorno di sei anni prima quando aveva incontrato Lulia.

Guardò di nuovo verso l'alto e imprecò sottovoce. Diana aveva un sacco di cattive abitudini che le donne di un certo livello non avevano. Imprecare era solo una delle cose blasfeme che faceva e per cui non si scusava mai; sebbene sapesse quando resistere all'impulso di mormorare qualche parolaccia ad alta voce. Andare al negozio di sartoria era abbastanza sicuro. In giro non c'era nessuno dell'alta società che la potesse vedesse e quindi giudicare.

In genere faceva quello che voleva…ovviamente entro certi limiti. La società non dimenticava facilmente le trasgressioni scandalose. Le piaceva avvicinarsi al limite tra correttezza e scorrettezza, ma non poteva permettersi di essere tagliata dalle buone grazie dell’alta società. Le sue finanze dipendevano dalla sua capacità di adattarsi perfettamente alle sfere della società.

Diana girò per la strada che conduceva al negozio di sartoria di Madame Debroux. Quando raggiunse il negozio, si guardò intorno prima di andare sul retro ed entrare nel salotto di Fortuna. A quell’ora non voleva usare l'ingresso segreto all'interno del negozio e disturbare i normali clienti della stilista. Non aveva la scusa di aver bisogno di altri abiti e non voleva fingere. Una volta raggiunto il secondo piano, si diresse verso l'ufficio e bussò alla porta prima di entrare. Narissa rimase seduta a fissare i libri del circolo e mordicchiarsi il labbro.

"Siete occupata?"

Alzò gli occhi e fece un sospiro. "Niente affatto." Narissa chiuse il libro. “Basta ricontrollare i numeri. È tutto pronto per la gara di scherma di stasera al ballo di Silverton? ”

"Tra poco incontrerò Lulia nel retro per discutere i dettagli finali. Oggi ha un'ultima sessione di allenamento con Bessie prima della gara di stasera. I libri delle scommesse stanno andando bene con le probabilità a suo favore. Se stanotte perde, sarà sconvolgente ".

Narissa annuì. “Fatemi sapere se avete bisogno di qualcosa. Non parteciperò stasera. Devo soprintendere il circolo. "

Diana fece una piccola smorfia con le labbra e disse "Andrà tutto bene. Lulia sarà lì e lei non ha paura di niente. "

"La vostra gitana è più che impavida…è intrattabile. Quasi mi dispiace per qualsiasi uomo che osi amarla. "

Diana non poté darle torto. Lulia non aveva scrupoli nel dire a qualcuno ciò che pensava di loro e non evitava alcuna sfida. Solo pochi anni di età le separavano, ma Lulia era molto saggia per la sua età. A volte, Diana invidiava alla sua amica la libertà che aveva. Poteva essere qualsiasi cosa volesse essere e andare ovunque volesse. Lulia non doveva render conto a nessuno; mentre Diana aveva troppe persone che si occupavano dei fatti suoi. Un giorno avrebbe avuto tutto ciò che aveva mai desiderato. Doveva solo essere paziente e attenersi al suo piano. Una volta raccolti abbastanza risparmi, avrebbe aperto una scuola per ragazze. Una scuola che avrebbe insegnato più del portamento e del cucito: le donne avevano bisogno di ben altre abilità nella vita.

"Non vi sbagliate" concordò Diana. "Lulia non si accontenterà di un uomo qualsiasi. Dovrà essere forte come lei, se mai si deciderà di sistemarsi. Non credo che abbia fretta di trovare un marito di alcun tipo ".

A volte Diana desiderava trovare qualcuno. Non solo un uomo da amare, ma un uomo che la amasse in cambio. Non voleva sposarsi per il gusto di avere un marito però. Se avesse mai detto “per sempre”, quel “per sempre” avrebbe dovuto significare qualcosa. Trovare qualcosa di così sfuggente sembrava impossibile. Se mai ci fosse riuscita... Scacciò via il pensiero. Desiderarlo non lo avrebbe fatto accadere e aveva smesso di essere una sciocca molto tempo fa.

"Non capita tutti i giorni di incontrare un uomo buono", disse Narissa con voce malinconica. "Potrei aver trovato l'ultimo uomo decente nell’alta società."

"Potreste avere ragione." Narissa aveva sposato il Duca di Blackmore ed erano felici e contenti. "Perdonatemi, adesso devo andare a incontrare Lulia."

"Molto bene," disse Narissa e la mandò via con un gesto della mano. "Sapete dove trovarmi se avete bisogno di me."

Diana uscì dall'ufficio e andò nel retrobottega dove si esercitavano per I duelli di scherma. Lulia e Bessie erano già lì. Lulia aveva le sue nere ciocche di capelli raccolte in una lunga treccia che le ricadeva in mezzo alla schiena. Non indossava indumenti protettivi mentre faceva lezione a Bessie. Bessie non avrebbe indossato indumenti protettivi più tardi durante il duello, ma li indossava adesso che si esercitava. Non voleva infortuni che avrebbero potuto impedire il duello di quella sera. Tutti nel programma di scherma prendevano le lezioni sul serio. Imparare la scherma era un’occasione preziosa che non capitava spesso. Non era facile per una donna trovare un istruttore, ed era una passione che Diana aveva dalla sua sedicesima estate.

Lulia e Bessie cominciarono a parare, le loro lame scivolarono l'una contro l'altra. Il rumore metallico risuonò ed echeggiò in tutta la stanza. Diana sospirò mentre continuavano a fluttuare nella stanza in una danza di braccia, piedi e lame. Forse una volta terminato l’incontro, si sarebbe presa il tempo di duellare con Lulia. Era uno sport che amava moltissimo e ne approfittava per prenderne parte.

Finalmente, dopo diversi lunghi attimi, l’incontro terminò. Bessie e Lulia erano entrambe senza fiato, ma avevano grandi sorrisi e sprizzavano gioia da tutti i pori.

"Non siete così male", disse Lulia a Bessie. "Potreste vincere."

Diana batté le mani. "È molto più di “non così male”. Non c'è dubbio che batterà Lady Mary ".

Lady Mary Addington giocava liberamente d'azzardo nel salotto di Fortuna. Suo padre l'aveva viziata ed era stata addestrata da un maestro di scherma. Si vantava di poter battere chiunque avesse una spada e Bessie aveva accettato la sfida. Questo non era il primo incontro di scherma che Diana organizzava, ma era uno dei più significativi. Bessie era la cameriera di Mary. Se Bessie avesse vinto, Mary le avrebbe dato una piccola fortuna concedendole quindi la possibilità di ritirarsi in campagna. Se avesse perso, sarebbe stata licenziata senza referenze. Era l’incontro più importante da quando Diana aveva cominciato a organizzare gli incontri. Bessie stava correndo un rischio enorme e, se avesse vinto, la ricompensa sarebbe stata monumentale.

"Sono pronta" dichiarò Bessie. "Anche se perdo ne sarà valsa la pena."

Diana avrebbe volute dire a Bessie che si sarebbe assicurata di trovare un'altra posizione se avesse perso, ma si trattenne. Avrebbe combattuto più duramente se avesse pensato di avere tutto da perdere. Se avesse fallito, Diana si sarebbe offerta di assicurarle una nuova posizione. Sarebbe stato molto meglio se avesse tenuto l'offerta per sé per il momento.

"Sono contenta che voi ci crediate", le disse Diana. "Perché potrebbe essere quello a cui dovrete aggrapparvi dopo che questa notte sarà finita." Si rivolse a Lulia. "È tutto pronto per il duello di stasera?"

"Ho una cameriera che si assicura che tutta la nostra attrezzatura sia sistemata nel mezzo del giardino di Silverton." Lei sorrise. "E un servitore che ha accettato di aiutarla se necessario."

Probabilmente Lulia aveva flirtato con lui e lo aveva così convinto ad aiutarla. Era piuttosto bella e la maggior parte degli uomini la trovava irresistibile. “Meraviglioso. Ci vediamo lì. "Si voltò come per andarsene e concedere loro più tempo per esercitarsi. E così fece, e, per la prima volta da quando aveva iniziato, aveva una sensazione di vuoto nello stomaco. Avrebbe dovuto essere eccitata, eppure, non riusciva a liberarsi della sensazione che mancasse qualcosa. Diana non si era pentita delle sue scelte di vita. Come avrebbe potuto quando aveva realizzato così tanto?

"Diana," la chiamò Lulia. "Aspettate. C'è qualcosa che vorrei discutere con voi".

Si fermò e si voltò verso la sua amica. In un certo senso Lulia aveva tutto. Non dovrebbe dovuto provare risentimento nei confronti della sua amica; tuttavia, non poteva farne a meno. A volte non importava se qualcosa avesse un senso o no – era così e basta. "Sì?"

Lulia si avvicinò e la strinse in un abbraccio. “Sembrate triste, piccola. Cosa vi assilla?"

Forse perché oggi era il giorno in cui era nata. Forse era per questo che era così maledettamente malinconica. Nessuno se ne era accorto o le aveva almeno augurato una buona giornata. "Non è niente." Diana non voleva essere un peso per la sua amica. Non c'era motivo di ricordare a nessuno che oggi sarebbe dovuto essere in qualche modo speciale. Era sciocco da parte sua desiderare che qualcuno lo ricordasse.

“In qualche modo ne dubito” sorrise Lulia. “Ma sorvoliamo per ora. Ho qualcosa per voi."

Lulia si avvicinò a una sedia nell’angolo dove giaceva il suo mantello. Allungò una mano ed estrasse una piccola scatola, quindi la portò a Diana. "Non è molto, ma volevo che voi aveste qualcosa per festeggiare la vostra giornata."

"Non pensavo che qualcuno ricordasse ..."

"Non dimentico nulla." Disse Lulia toccandosi la testa. “Nulla sfugge una volta memorizzato qui. Sono i dolci di quel negozio che vi piace così tanto. Non mangiateli tutti in una volta o finirete con un mal di stomaco. "

"Siete una buona amica." Non aveva mai avuto amica migliore. L'unica altra donna con cui aveva una relazione stretta era Lady Katherine Wilson. Si erano conosciute alla fine della scuola ed erano entrambe timide e poco socievoli. L'avevano seguita nel salotto di Fortuna e erano entrate a far parte del gruppo. "Grazie per questo." Sollevò la scatola di dolci. "Non so cos'altro dire."

"Bah." Lulia agitò la mano. "Non ringraziatemi. Non è niente."

"Non è vero." La sua famiglia non si accorgeva più di lei. I suoi genitori non erano nemmeno venuti a Londra. Preferivano il paese e l’avevano mandata lì con solo una domestica come accompagnatrice. Non le dispiaceva davvero. Le dava la libertà di gestire i suoi incontri di scherma, ma a volte si sentiva piuttosto sola.

“Andate a fare ciò che tutte le donne fanno prima di un ballo. Devo fare un po’ di allenamento con Bessie. Ha bisogno di tutto l'aiuto possibile. "

Il sorriso di Diana si allargò. Non aveva bisogno di ringraziarla ancora. Lulia era ben consapevole di quanto Diana la apprezzasse.

"Ottimo. Allora vado via e vi lascio alla vostra esercitazione. Non stancatela troppo. Abbiamo bisogno che dia il suo meglio stasera. ”

Lulia si chinò e sussurrò: "Sarà eccellente, ma non ditele che l'ho detto. Non vorrei che si montasse la testa. Deve rimanere umile ancora per un po’. La renderà una combattente migliore. "

Diana rise. "Non dirò niente". Si portò il dito sulle labbra. "Il vostro segreto sarà al sicuro con me."

Con queste parole Diana lasciò la stanza ed uscì dal circolo. Il salotto di Fortuna era pieno di attività e pieno di donne di tutte le classi. Il covo segreto era il suo paradiso, e non si era mai pentita di essere entrata a farne parte. Ora doveva tornare alla casa di città e prepararsi per la serata. La gara di scherma doveva andare liscia, senza alcun intoppo. Il futuro di Bessie dipendeva da questo.

Cercami, Amore

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