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PROLOGO

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Estate 1835

Lady Scarlett Lynwood guardava fuori dalla finestra della biblioteca di Weston Manor. Non doveva essere lì. Non nella biblioteca, nella tenuta di Weston ... Qualcosa dentro di lei le diceva che si sarebbe pentita di aver permesso a sua madre di portarla lì. Le sue premonizioni non avevano mai fallito, nemmeno una volta nella sua vita da quando si era accorta di poter predire il futuro. Ora aveva solo quindici anni, ma la sua diversità la faceva sentire vecchia. E anche quel giorno si sentiva così.

"Cosa fate qui da sola?" le chiese il gentiluomo.

Si voltò per incontrare lo sguardo di Christian Kendall, marchese di Blackthorn. Aveva un paio d'anni più di lei ma era un uomo fatto. Perché lei si trovava lì? Forse perché questa era la casa della sua famiglia, e un giorno sarebbe diventata del duca? O magari perché lei si sentiva fuori posto altrove? Qualunque fosse il motivo, non era importante. Scarlett si strinse nelle spalle con nonchalance. "Non c'è niente di interessante fuori da questa stanza."

Christian, non riusciva a pensare a lui come Lord Blackthorn, mantenne il suo comportamento compunto e formale, ma le lanciò uno strano sguardo. "E cosa c’è di divertente qui?"

"Molte cose. - rispose lei prontamente, indicando la libreria - Tra questi scaffali ci sono tanti libri che mi aiutano a volare con la fantasia.”

L’uomo sorrise. "Suppongo che abbiate ragione." Christian le si avvicinò. "Cercate un libro in particolare?"

Scarlett scosse il capo. "Sto cercando alcuni libri di cui mi parla spesso mia madre. Sapete, quelli della sua epoca…”

Il sorriso di Christian scomparve. Forse non amava parlare dei viaggi nel tempo? Sua madre, Alys, la duchessa di Weston, veniva dalla stessa epoca della madre di Scarlett. Nessuna delle due aveva tenuta la cosa nascosta ai propri figli. E Scarlett aveva origliato spesso, quando le due donne chiacchieravano tra loro dei ricordi del futuro. Le aveva sentite spesso parlare di automobili, cellulari e perfino di una cosa strana, che loro chiamavano doccia calda. Sembravano tutte cose molto interessanti, ma Scarlett dubitava che le avrebbe mai sperimentate di persona. Era convinta di essere una ragazza coraggiosa, ma non abbastanza da viaggiare in un altro tempo.

"Temo di aver capito male…"rispose Christian, con cautela.

Scarlett fece un bel sorriso. "Avete capito benissimo, invece! E’ inutile che fingete di ignorare i trascorsi delle nostre madri!”

Lui sollevò un sopracciglio, quasi con arroganza. "Sarebbe meglio non parlare di queste cose. Non quando potrebbero ascoltarci.”

Scarlett fece un sorrisetto sarcastico. Quel ragazzo era proprio uno stupido!” Non sta bene da parte vostra ignorare deliberatamente i segreti di coloro che ci hanno messo al mondo. Le nostre madri non ne hanno mai fatto mistero!”

Christian sospirò. "Avete ragione, mia cara." Si fermò davanti a un grande specchio e fissò il suo riflesso. Era un giovane piuttosto affascinante e probabilmente sarebbe diventato ancora più bello nel corso degli anni. Non era destinato a lei, però. Non conosceva il suo futuro, ma sapeva che non sarebbe mai diventata una duchessa. Aborriva un simile destino, ed evitava accuratamente di innamorarsi di un nobile col quale avrebbe dovuto condividere le feste e gli eventi di quella stupida nobiltà. Scarlett preferiva di gran lunga essere libera da tutti quei formalismi e quelle odiose ipocrisie!

"Sapete come funziona il viaggio nel tempo?" chiese lui, continuando a fissare lo specchio.

"Sì .- rispose Scarlett - Beh, non nei particolari, ma so che è possibile e che le donne delle nostre famiglie hanno questo dono, ma non so precisamente cosa bisogna fare per andare in un altro tempo.”

Scarlett fissò lo specchio. C'era qualcosa di magico in tutta questa faccenda, e lei ne era attratta. Avrebbe voluto toccarlo, ma questo significava avvicinarsi a Christian. Prima di potersi frenare, fece due passi e si fermò alle spalle del ragazzo. I suoi capelli erano un po' più chiari dei suoi, come se fossero stati bruciati dal sole, mentre i suoi ... erano quasi rossi. Le loro immagini riflesse li guardavano sornione, quasi spingendoli a darsi la mano per…? Cosa? Fare un salto ed entrare nello specchio? Non le sembrava la cosa più opportuna. Scarlett chiuse gli occhi e provò a immaginare la scena, lei e Christian che camminavano mano nella mano dentro lo specchio.

"E’ come se parlasse anche a voi, non è vero? - le sussurrò Christian - Ogni volta che vengo qui e mi guardo allo specchio è come se lui mi parlasse e mi spingesse a fare il salto. E ci sono dei giorni in cui ho dovuto fermarmi all’ultimo momento.”

Era così che succedeva? Era lo specchio a convincere le persone ad attraversarlo? Questo era successo a sua madre, o alla madre di Christian? Scarlett non aveva mai avuto il coraggio di chiedere come fossero andate realmente le cose, e sua madre non era mai scesa nei particolari. Ma adesso moriva dalla voglia di scoprirlo. Forse, più tardi, le avrebbe chiesto di spiegarle tutto. Più probabilmente la donna glielo avrebbe svelato spontaneamente: l’empatia era il suo altro dono, in grado di farle capire in un lampo cosa frullava nella mente delle persone. Una cosa di cui Scarlett aveva sempre avuto paura.

"Sì, non so se mi sta parlando, ma qualcosa sta facendo…” ammise. Scarlett afferrò la mano di Christian e la strinse con forza. Non capiva perché ne sentisse il bisogno, ma non era riuscita a frenarsi. Abbassò lo sguardo sulle loro mani intrecciate, poi i due ragazzi si guardarono fissi negli occhi.

"Se volevate la mia mano, bastava chiederlo.” ridacchiò Christian.

"Oh, tacete, per favore!” lo rimproverò lei, poi allungò una mano e toccò lo specchio. Lo sentiva muoversi sotto le dita, come le onde che faceva lo stagno quando gli si lanciava un sasso. Lei sussultò a quel contatto, e ritrasse la mano. "Avete visto?" esclamò.

"Sì e non credo che dovreste rifarlo.” rispose Christian, con la voce tesa.

Di colpo lo specchio cambiò: piuttosto che le loro immagini riflesse cominciò a mostrare qualcos’altro, delle ombre…forse il loro futuro. Scarlett rimase senza fiato. Le sembrò di vedere loro due abbracciati, che si baciavano in una stanza molto diversa da quella in cui si trovavano in quel momento. Lui la stava baciando come se non esistesse un domani, e ciò le generò dei sentimenti contrastanti, a metà tra l’eccitazione e l’imbarazzo. A un tratto le scappò un gemito, e subito l’immagine confusa scomparve. Ma Scarlett era sicura di avere dato una sbirciatina al futuro.

"Quello ..." La voce di Christian si era fatta roca. "Non può essere vero!"

"Davvero?" Scarlett si voltò verso di lui e inarcò un sopracciglio. "Mi trovate così disgustosa?"

"Non ho detto questo! - esclamò lui, sulla difensiva. Lanciò uno sguardo alle loro mani ancora intrecciate e liberò di colpo la sua. "E’ solo che ... Lo specchio ci sta attirando in una stupida trappola!"

"A che scopo?" esclamò lei, stizzita. Quel ragazzo era un vero idiota! Avrebbe voluto schiaffeggiarlo, per averla offesa a quel modo, ma si trattenne. Non meritava di respirare la sua stessa aria!

"State forse dicendo che lo specchio intende farci da paraninfo?” Sbuffò. "Non siate ridicolo."

Scarlett gli voltò le spalle e fece per andarsene, quando lui la chiamò. “Secondo voi, quello che abbiamo visto è il futuro, dunque? Avete il dono di prevederlo anche voi?”

Lei si raddrizzò tutta e non si voltò per incontrare il suo sguardo. La maleducazione di quel tanghero cresceva a vista d’occhio. Scarlett non gli aveva mai parlato del suo dono, come faceva lui a saperlo?

"State tranquillo, il mio futuro non avrà mai nulla a che fare con il vostro!” esclamò. Dopodiché uscì dal salone. Non gli avrebbe parlato del suo dono, e lei stessa non sapeva se quello che avevano visto nello specchio fosse realmente il futuro…Tuttavia, in un angolo del suo cuore, sperava che Christian avesse ragione, che si trattasse solo di un illusione creata dallo specchio. Detestava l’idea che un giorno avrebbe potuto desiderare quell’uomo, e voler condividere la sua vita con lui. Non gli avrebbe mai permesso di baciarla con la passione che aveva vista riflessa nello specchio. Scarlett, almeno per il momento, non aveva alcuna voglia di prendere marito, e di solito i baci erano gli inganni che conducevano una donna direttamente su quella strada. Christian era fuori discussione: lui e il peso del suo titolo nobiliare. Un giorno sarebbe diventato duca e lei non aveva nessuna aspirazione di essere la sua duchessa o, cosa più importante, la moglie che avrebbe dovuto condividere con lui responsabilità e doveri insopportabili.

Ma dentro di sé sapeva di non essersi mai sbagliata, e temeva che quello che aveva visto si sarebbe prima o poi avverato. Anche se avesse provato a negarlo fino all'ultimo respiro. Christian le piaceva fin da quando era bambina, ma continuava a ripetersi che quella vita non era per lei. Se lo sarebbe ripetuta nella mente fin quando non si sarebbe convinta davvero... Lui aveva bisogno di una donna di tutt’altra pasta, una che potesse concedersi completamente. E lei non era di quel tipo. Non voleva innamorarsi di nessuno. IL suo cuore sarebbe rimasto insensibile al fuoco dell’amore. Scarlett era fermamente convinta che amare significasse soffrire, e lei non voleva essere infelice. No, non si sarebbe mai innamorata, né ora né mai. Sicuro.

Scioccato Dalla Mia Volpina

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