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CAPITOLO SECONDO

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Scarlett aveva inviato le sue scuse alla duchessa per non poter essere presente a cena. Aveva chiesto di essere servita nelle sue stanze, sostenendo di essere troppo stanca del viaggio. La verità era che aveva bisogno di un'altra notte di pace. Lord Blackthorn sarebbe stato a cena, quella sera; quindi, lei aveva deciso di non andarci. Sarebbe rimasta al castello per circa due settimane: come avrebbe fatto ad evitare Christian per tutto quel tempo? Un'ultima notte in santa pace era chiedere troppo?

Aveva già cenato da tempo. Ora cominciava ad annoiarsi. Si era già riposata abbastanza, anche troppo… La maggior parte degli ospiti si era ritirata nelle proprie stanze; probabilmente non avrebbe corso alcun rischio, se si fosse recata in biblioteca a scegliere un bel libro. Poteva trovare qualcosa da leggere per tenere la mente occupata finché non si fosse sentita abbastanza stanca da dormire. Ma c’'era un problema. La biblioteca di Weston Manor le faceva paura. Lì c’era quel dannato specchio, e lei non aveva molta voglia di vedersi riflessa dentro. E se le avesse fatto vedere qualcosa di ancora più terribile?

Scarlett arricciò il naso con disgusto. Si stava comportando da sciocca. Era uno specchio, niente di più. Quella visione era stata un'invenzione della sua mente ... e, se avesse continuato a ripeterselo, alla fine ci avrebbe anche creduto. Raddrizzò le spalle e fece un bel respiro. Poteva farlo. Non le ci sarebbe voluto molto per trovare qualcosa degno di essere letto. Conosceva bene la sala biblioteca e sapeva che era organizzata molto bene. Le sarebbe bastato andare direttamente alla sezione che conteneva i libri d’avventura, sceglierne uno velocemente, e si sarebbe ritrovata in camera sua senza nemmeno rendersene conto.

Presa la decisione, si infilò la vestaglia e si diresse alla porta. Lentamente, la aprì e sbirciò fuori per dare un’occhiata al corridoio. Avrebbe voluto portare una candela con sé, per non inciampare. Ma sarebbe stato un inutile rischio, qualcuno avrebbe potuto vederla: c’erano delle torce ai lati dello scalone, anche se creavano parecchie ombre. Pensò di portarsi comunque un lume e accenderlo solo quando fosse giunta in prossimità della biblioteca…ma scartò subito l’idea. Non voleva sembrare una cospirata, voleva solo andarsi a prendere un libro da leggere!

Sembrava che non ci fosse nessuno in giro. Bene, molto bene. Scivolò fuori dalla sua camera e si avviò lungo il corridoio il più silenziosamente possibile. Con una candela avrebbe diretto meglio i suoi passi, ma forse era meglio così. Usò i muri per andare avanti, scivolando piano in modo da sentirli sotto le dita. Tirò un sospiro di sollievo quando raggiunse il fondo delle scale. La ringhiera l'aiutò a scendere gli ultimi gradini. Per ora tutto bene, e la sala che le interessava era proprio dietro l’angolo.

Scarlett fece un respiro profondo e girò a sinistra. Continuò ad andare a tentoni, appoggiandosi al muro per non inciampare in qualcosa, e contò le porte in modo da entrare direttamente nella biblioteca. Era passato parecchio tempo dalla sua ultima visita, quindi sperò di non sbagliarsi. Alla fine raggiunse quella che le sembrava la porta giusta. Con cautela l’aprì e scivolò dentro. Il legno scricchiolò leggermente, e Scarlett trasalì: fino a quel momento era stata molto silenziosa, ma ora quello scricchiolio poteva tradirla! Rimase in attesa, schiacciandosi sulla porta con il cuore in gola. Che stupida! Ma chi poteva esserci in giro, oltre a lei, a quell’ora tarda?

Lasciò la porta socchiusa, per evitare che facesse altro rumore, e si addentrò nella sala. La luce della luna filtrava attraverso le finestre, rischiarando l’ambiente abbastanza da permetterle di scorgere qualcosa su un tavolo vicino. C’era un candelabro con tanto di acciarino: ottimo! Adesso aveva tutto l’occorrente per cercarsi un libro in pace. Accese le candele e, quando ebbe terminato, appoggiò il candelabro su un altro tavolino, più vicino agli scaffali dei libri. Rischiarata da quella tenue luce aguzzò lo sguardo sul dorso dei volumi, per leggerne i titoli. "Allora…vediamo se c’è qualcosa che mi piace…" borbottò tra sé e sé, mentre faceva scorrere la punta del dito sui bei libri.

"Potrei consigliarvi un titolo o due." esclamò un uomo alle sue spalle.

Scarlett sussultò al suono di quella voce. Deglutì a fatica e si voltò, per incontrare lo sguardo di Lord Blackthorn. Cavolo! Era ovvio che solo lui poteva essere ancora in giro, nel cuore della notte!

"Vi ringrazio, milord, ma credo di essere in grado di farlo da sola!”- esclamò, raddrizzandosi tutta e tenendo la testa alta

"Sì, ma non è divertente. - rispose l’uomo, con un tono di voce divertito - Alcuni dei migliori libri che ho letto mi sono stati consigliati da un amico fidato.”

"E’ proprio questo il problema, milord. Non mi fido di voi." rispose Scarlett, acidamente. In realtà era di se stessa che non si fidava, ma non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Tuttavia il termine usato da Christian, ”amico fidato” le schiarì un po’ le idee. Se lui si considerava un buon amico per lei allora le cose erano due: o mentiva oppure il problema era la propria debolezza nei confronti di quell’uomo. Ma Scarlett temette che in realtà la verità fosse un’altra: entrambi erano innegabilmente attratti l’uno dall’altra, e non sarebbero riusciti a resistere ai propri impulsi.

Christian era appoggiato allo stipite della porta. Non riusciva a distinguere i suoi lineamenti in quella penombra, ma poteva vedere abbastanza. Scarlett si sentì improvvisamente fragile, davanti a lui. Non avrebbe ceduto alla sua debolezza, mai! Ecco perché non voleva tornare a Weston. Temeva che, quando lo avesse fatto, tra loro sarebbe successo quello che aveva visto nello specchio. Lord Blackthorn non poteva far parte del suo futuro! Detestava già solo l’idea, nel profondo della sua anima ... Scarlett temeva che, se avesse ceduto al suo desiderio per Christian, si sarebbe rovinata con le sue stesse mani.

Lui sospirò e si avviò verso di lei. Lei fece un passo indietro. Era abbastanza vicino da poterlo vedere più chiaramente ora. Lui sollevò un sopracciglio, beffardamente. “Non siete mai stata un coniglietta spaventata, prima d’ora. Non crederete mica che voglio mangiarvi?”

Scarlett inclinò la testa di lato. "Ma voi siete davvero un lupo. Credo che mi terrò a distanza.”

Lord Blackthorn ridacchiò piano. "Forse è più prudente, ma che divertimento c’è?" Le si avvicinò, anche troppo: erano così a contatto che Scarlett potè quasi sentire il calore del suo corpo. "Vi assicuro che, se decidessi di mangiarvi, vi piacerebbe.” Ora la voce di Christian era roca, e Scarlett provò un intenso e lungo brivido dietro la schiena.

Fece due passi e si voltò per fuggire dalla stanza. Ma lui l’afferrò per un polso e la portò direttamente all’unico posto dove non voleva andare: davanti a quel maledetto specchio. Quella cosa infernale ... Le parve di vederci dentro della nebbia bianca che vorticava confusamente. Deglutì a fatica, ma non riusciva a togliere gli occhi dallo specchio, era come ipnotizzata… Improvvisamente, apparve un'immagine di lei e di Lord Blackthorn. Questa volta sembrava leggermente diversa, ma il messaggio era chiaro: lui faceva parte del suo destino, e lei poteva anche provare a resistere, ma sarebbe stato tutto inutile. Alla fine, sarebbe stata sua. Ma che diavolo….

Lo specchio la stava ingannando! Si voltò, inciampò mentre indietreggiava e atterrò direttamente tra le braccia di Lord Blackthorn. Lui la tenne stretta, mentre lei si dimenava per fuggire.

"Calmatevi." sussurrò. Il suo tono era leggermente ansioso, ma a lei non importava. Doveva scappare!

"Lasciatemi andare!” Il grido le uscì soffocato.

"Scarlett." Lui la chiamò per nome con la sua voce roca, e lei si bloccò subito e lo guardò nei suoi meravigliosi occhi blu. Era così dannatamente bello.

"Per favore! - mormorò - Lasciatemi tornare nella mia camera. Non posso restare... "

Lui le sistemò una ciocca ribelle dietro l’orecchio. "Come volete. Possiamo parlarne più tardi, quando starete meglio."

Lei annuì con furia. "Ora lasciatemi andare!" Scarlett non aveva alcuna intenzione di discutere con lui di un bel niente! Sarebbero state due settimane d’inferno, a Weston Manor!

Alla fine, Christian la mise a terra e la lasciò andare; Scarlett fuggì dalla biblioteca. Barcollava, mentre tornava nella sua camera, e riuscì a respirare di nuovo solo dopo che si fu chiusa la porta alle spalle e l’ebbe serrata con il chiavistello. Scivolò nel letto come una bambina spaventata, e non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte. Ogni volta che provava ad addormentarsi, la nuova immagine che aveva visto allo specchio la tormentava.


A Scarlett bruciavano gli occhi, per la mancanza di sonno. Mordicchiò un pezzo di pane tostato e imburrato e sorseggiò il suo the. Non aveva un’ombra di appetito, ma doveva pur mettere qualcosa nello stomaco. Sperava che mangiare le avrebbe attenuato il senso di nausea.

Lord Blackthorn non era nella sala colazione, quindi almeno una cosa stava andando a suo favore. Le cose potevano cambiare, certo, ma lei sperava vivamente di no. Fece un altro morso di pane tostato, poi sorseggiò il suo the.

"Siete taciturna, stamane. C’è qualcosa che non va?" esclamò sua cugina Giacinta, versandosi del the nella tazza.

"Nulla d’importante.” rispose Scarlett. Amava sua cugina, ma con Giacinta si poteva parlare solo di moda e di vestiti.

"Non ci credo." Giacinta batté con impazienza la punta delle dita sul tavolo. Il suo tono di voce era un po’ petulante.

"Mi dispiace che non ci crediate. - ribatté Scarlett, causticamente - Non avete nessun principe da rincorrere, oggi?”

Giacinta fece una smorfia di disappunto. "Mio Dio, siamo un po’ odiose stamattina, non vi pare? Avete dormito male, per caso?" Sbatté le ciglia, atteggiandosi a brava bambina.

Scarlett avrebbe voluto strozzarla, ma si trattenne. Giacinta non immaginava quanto avesse colpito nel segno: dormito male? Non aveva chiuso occhio!

"Niente affatto. - rispose, con tono leggero - Anzi, ho dormito meravigliosamente.” Che bugiarda! Continuava a ripetersi di non voler avere niente a che fare con Lord Blackthorn, eppure bramava dalla voglia di rivederlo! Più di quanto avesse mai immaginato ...

"Scarlett cara… - tubò Giacinta - Credo proprio che stiate mentendo.” Ammiccò, con un sorrisetto furbo. “Non abbiate paura, confidatevi pure con la vostra cuginetta…” Pur di averla vinta, Giacinta avrebbe fatto di tutto. Non l’avrebbe più mollata.

Scarlett alzò gli occhi al cielo. “Certo che avete una grande immaginazione! La scorsa notte non è successo niente. Non ho dormito bene, tutto qui."

In realtà, temeva che non avrebbe chiuso occhio per tutta la settimana. Quegli incubi la tormentavano anche quando era sveglia, ma erano infinitamente più spaventosi quando cercava di dormire.

Giacinta scosse la testa, dichiaratamente incredula. "Capisco." Fece un sorso di the. "Ma su una cosa avete ragione: ho un principe da conquistare. Avevo intenzione di chiedervi una mano. Vi prometto che, se mi aiuterete, potrete tenervi tutti i segreti che volete, non vi tormenterò più... "

Scarlett non era una stupida. Giacinta non avrebbe mai mantenuto la parola. Se fosse scesa a patti con lei, sarebbe stato come ammettere che aveva qualcosa da nascondere.

"No, grazie." Fece un altro morso del suo pane imburrato e lo masticò lentamente, poi deglutì. "Non ho nulla che mi affligge. Voi siete libera di credere a quello che volete. Dio solo sa quanto siete testarda!”

"Non siete affatto divertente!" Giacinta arricciò il naso. "Sono ancora convinta che stiate mentendo e alla fine scoprirò la verità. Tenetevi pure i vostri segreti!" Si alzò e si spazzolò via le briciole della colazione dalla gonna. “Godetevi il vostro the. Io mi occuperò del mio principe!”

"Buona fortuna! - rispose seccamente Scarlett - Io invece ho in programma una mattinata tranquilla nella mia camera. Spero che il sonno si ricordi di me." Comunque sia, si sarebbe rintanata in camera sua anche solo per riposare la mente. Era il posto migliore per nascondersi da Lord Blackthorn.

"Buona fortuna a voi! - le augurò Giacinta, con acredine - Mi auguro che sarete più gentile, quando avrete riposato un po’! Mi dispiacerebbe che il vostro malumore rovinasse la mia gioia più grande, quella di fidanzarmi col mio principe!” Ciò detto, uscì dal salone, lasciando Scarlett in pace. Finalmente.

Anche Scarlett si augurava di sentirsi meglio, più tardi. Per ora era così stanca che avrebbe volentieri messo le mani su qualcuno. Ma temeva che non avrebbe riposato neanche un attimo. Era troppo preoccupata per ciò che aveva visto del suo futuro… e ormai era convinta che non potesse fare nulla, per cambiarlo.

Scioccato Dalla Mia Volpina

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