Читать книгу Attenti Alle Timide Bamboline - Dawn Brower - Страница 9

SECONDO CAPITOLO

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Ma che cosa c’era di così eccitante in una festa da ballo, per le donne? Teddy scosse la testa e sospirò. Odiava le serate danzanti. A volte era convinta di detestare tutto il genere umano, ma non era così. Amava molta gente, ad esempio i suoi parenti…ma chissà se i parenti non facevano eccezione. Magari era solo apparire in società, davanti a tutte quelle galline, che la metteva in ansia: erano tutte così critiche…Bastava che facessi un piccolo errore di etichetta ed erano là, col dito puntato, a far circolare la notizia…C’era di buono che, fino a quel momento, nessuna sembrava essersi accorta della sua presenza. Per ora Teddy poteva dirsi al sicuro dalle loro lingue velenose.

Fino a quel momento non poteva dire di aver fatto da tappezzeria per tutta la sera, alla festa di casa Windley, ma era a buon punto. Nessun gentiluomo le aveva chiesto di ballare, e nemmeno aveva guardato nella sua direzione. A Teddy andava bene…anche se un po’ si sentiva ferita nell’orgoglio. In fondo non era male, fisicamente; anzi, si riteneva piuttosto graziosa. Aveva i capelli color miele di sua madre e i suoi stessi occhi blu. La sua figura era snella e aggraziata. Tuttavia, sembrava che fosse addirittura invisibile.

Pensò di recarsi in biblioteca; tanto, non se ne sarebbe accorto proprio nessuno. Lì avrebbe trovato un buon libro da leggere, per ingannare il tempo. Chiaramente, c’era il problema di sua sorella. Billie avrebbe notato la sua scomparsa. Non subito, ma abbastanza presto. Per ora stava ballando felice con suo marito, e Teddy era l’ultimo dei suoi pensieri. Ma, quando avesse finito di ballare, sarebbe venuta a cercarla e avrebbe tentato di presentarla a qualche gentiluomo.

Sì, meglio rintanarsi in biblioteca...

Teddy lasciò la sala da ballo e si diresse nelle ali posteriori del palazzo, che davano sul giardino. Nessuno avrebbe fatto caso a lei. Sarebbe arrivata fino in fondo, come se avesse intenzione di prendere un po’ d’aria, e poi avrebbe svicolato per il corridoio che portava in biblioteca. Forse si era arresa troppo facilmente, ma…meglio così.

S’imbatté in un coro di voci, poco prima che girasse l’angolo verso la sala che le interessava. Non riusciva a distinguere chi fosse, ma sperò che non l’avessero vista. Non sopportava l’idea di essere additata come topo da biblioteca, e ormai era in tutt’altra direzione, rispetto al giardino. Meglio nascondersi dietro una di quelle enormi piante decorative. Almeno non si era appartata con un uomo: se l’avessero scoperta a fare una cosa simile, per lei sarebbe stata la fine.

"Lady Windley, - stava dicendo una voce maschile - volevo ringraziarvi per l’invito a questo ballo. Mia sorella Amelia ne è stata entusiasta!”

"Il piacere è stato tutto mio. - rispose formalmente Lady Windley - Mi auguro che vi stiate entrambi divertendo.”

L'uomo si schiarì la gola. "Certamente.” sussurrò. Strano: a Teddy sembrò che l’uomo mentisse. Il suo tono era educato, ma celava una nota…di orrore, di disgusto? Tuttavia, fingeva bene. Le sarebbe piaciuto avere il suo talento.

Comunque sia, quell’uomo sembrava annoiarsi decisamente. Dovette trattenere una risatina, altrimenti quei due si sarebbero accorti della sua presenza. Quel poveraccio doveva essere stato costretto a partecipare al ballo! Sentì quasi un moto di pietà verso di lui, e pensò di toglierlo d’impaccio in qualche modo. Ma alla fine desistette: non aveva alcuna voglia di farsi scoprire.

"Meraviglioso! Ne sono felice.” tubò Lady Windley. Quella donna aveva delle mire nascoste. Dalla sua voce trasudavano latte e miele! Che aveva intenzione di fare? Sedurlo?

Teddy lanciò un’occhiatina. No, il gentiluomo sembrava molto più giovane di Lady Windley. Come poteva lui trovarla attraente? Si augurò che non si mettessero ad amoreggiare, mentre lei era ancora lì. Sarebbe stato…molto spiacevole.

"Ehm, sì ..." Altro che seduzione! Lui aveva tutta l’aria di voler scappare! "E io sono, um, felice per voi…” mugolò l’uomo.

Teddy non riuscì a trattenersi e scoppiò in una risatina soffocata. Dio, e ora? Sgusciò via velocemente, con una mano sulla bocca. Diamine, che aveva combinato! E dire che stava cominciando a divertirsi. Quella era la cosa più interessante che le era accaduta quella sera…

"Avete sentito?" esclamò Lady Windley, con un sussulto.

"Sentito cosa?" rispose l’uomo.

"Quel suono ...- sospirò la dama - Possibile che non l’abbiate sentito?"

Teddy trattenne il respiro. Dannazione. Non avrebbe dovuto perdere il controllo. Si era nascosta un po’ più lontano, ma non poteva infilarsi nel corridoio, altrimenti sì che l’avrebbero notata! E lei…voleva vedere il seguito di quella…scenetta di seduzione.

"Purtroppo, non mi sono accorto di niente.” si stava giustificando l’uomo. Era evidentemente più sollevato. “Forse, è il caso che ci separiamo, milady. Avrete sicuramente molte cose da fare e…non vedo vostra figlia. Non era in sala, poco fa?”

"Avete ragione, mio caro. - rispose Lady Windley, visibilmente delusa - E’ meglio che vada a vedere dove si è nascosta. Ci vediamo più tardi in salone?”

Teddy moriva dalla voglia di vedere in faccia quel tizio. Era chiaro che quella donna gli dava sui nervi e che non vedeva l’ora che se ne andasse. Ma…chi era? E che ci faceva lì se, come sembrava, detestava quel posto e la padrona di casa? Teddy era notoriamente curiosa, e fremeva dalla voglia di saperne di più. Magari, poteva seguirlo e vedere dove andava e con chi si vedeva. Forse, anche il gentiluomo aveva delle mire nascoste.

"Sicuro. - stava dicendo lui, mentendo anche stavolta - Ma sapete che sono qui per vegliare su mia sorella.”

"Oh, non temete! Con un fratello come voi, non corre alcun pericolo!” esclamò allegramente la dama.

Beh, in base alle esperienze di Teddy non era proprio così. Non sempre la propria famiglia è un baluardo contro l’esterno, anzi…E lei lo aveva sperimentato sulla propria pelle.

"Eh, non si sa mai, cara Lady Windley! - rispose infatti il gentiluomo - Comunque avete colpito nel segno: lei mi definisce il suo mastino da guardia!”

"Un giorno ve ne sarà grata. Quando sarà abbastanza matura da capire che avevate ragione a volerla proteggere. Non si è mai al sicuro da nessuno…specialmente dai giovanotti!” E ridacchiò. “Tutte le fanciulle credono di saperne di più degli adulti. Bene, allora a dopo. Andrò anch’io a dare un’occhiata a mia figlia. Ma vi reclamo per la fine della serata: mi piacerebbe fare un altro ballo con voi. Sempreché…non troviate detestabile danzare con una vecchia signora…”

Entrambi risero, poi il gentiluomo salutò la donna con un elegante baciamano e i due si separarono. Teddy tirò un sospiro di sollievo, quando vide che Lady Windley si dirigeva in una direzione diversa rispetto al suo nascondiglio. Meno male! Stava appunto tirando un sospiro di sollievo, quando sentì una voce alle sue spalle, che la fece sussultare per la paura.

“Bene, bene, cosa abbiamo qui? - esclamò qualcuno, con tono beffardo - Perché ve ne state nascosta qui dietro?”

Teddy deglutì, quando si voltò e incontrò lo sguardo dell’uomo che aveva parlato: dannazione, era proprio lui! L’unico gentiluomo che le era sempre piaciuto! Chiaramente, non era adatto a lei, ma aveva passato più di una notte fantasticando su di lui. Era bello come un dio e tenebroso come il peccato…

“Salve, Lord Carrolton. Mi chiedevo appunto la stessa cosa. Che ci fate voi, qui?”


Ezra fissò la bella donna di fronte a lui. Sembrava conoscerlo, ma lui non ricordava di averla mai vista. E nessuno li aveva mai presentati. Che imperdonabile errore da parte sua! Come aveva fatto a non notare una bellezza simile?

"Comunque, mi sono nascosta qui dietro per discrezione - sbuffò Teddy - Non avevo intenzione di disturbare il vostro tête-à-tête con Lady Windley.”

"Ma davvero?” sorrise l’uomo, scoccandole un sorriso ammaliante. Diamine, come faceva a essere così sexy? Lui si chinò su di lei e le sussurrò: “Quindi, stavate spiando. Confessate: speravate di assistere a qualcosa di…compromettente…”

"Ma cosa dite?” si ribellò Teddy. Poi alzò lo sguardo su di lui…e tutte le sue difese crollarono. “Non avrei mai…” farfugliò.

"Sì, invece, e lo sapete. State mentendo. Siete arrossita, avete il respiro affannoso e non avete il coraggio di guardarmi negli occhi. Confessate, milady: stavate spiando.” esclamò lui, sornione. E la fissò dritto in faccia.

Lei si strinse nelle spalle. “Mi sono trovata a passare…e vi ho visti. Mi sono nascosta per educazione. In realtà avevo solo voglia di fuggire dal salone.”

Lui spalancò gli occhi, deliziosamente sorpreso. “Ma davvero? E come mai? C’era qualcosa che vi turbava, là dentro?”

"Sì, tutto quanto! - esclamò Teddy, con stizza - Odio queste feste, e non amo ballare! Per me è solo una tortura e non vedo l’ora di tornare a casa!”

Era così accorata, mentre pronunciava queste frasi, che lui ne rimase colpito. "Credevo che a tutte le signorine piacesse ballare.” esclamò.

"Vi assicuro che non tutte le donne sono …delle stupide oche!” Si allontanò da lui e corse vero il corridoio. Arrivata a metà si voltò, e lo trovò ancora impalato, là dove lo aveva lasciato.

“Che fate? Siete in attesa di Lady Windley?" gli disse, scherzosamente.

"E voi…ancora in attesa di qualche scandalo? Siete sfortunata: non è certo con Lady Windley che mi leverei…qualche capriccetto.”

Ma…che stava facendo? Stava scambiando frasi allusive, in un luogo appartato…con una fanciulla? Eszra cominciò a sentirsi a disagio. Per quanto quella ragazza fosse avvenente, non voleva ritrovarsi legato a lei, accusato di averla compromessa in qualche modo! Aborriva il matrimonio, e come marito sarebbe stato una frana, tuttavia...quella fanciulla gli piaceva davvero molto…

"Non ho alcun dubbio che siate un Don Giovanni, signore. Ma vi ripeto: mi son trovata qui per caso.” rispose Teddy, che cominciava ad agitarsi. Sollevò il mento in aria di sfida: non voleva che lui si accorgesse della sua paura.

Eszra era combattuto. Da un lato voleva fuggire ma dall’altro…non poteva lasciarla andare. Gli sarebbe piaciuto conquistarla e sedurla, anche se solo per divertimento. Fece qualche passo verso di lei, titubante. Poi, vedendo che lei non si muoveva, la raggiunse. Rimasero a fissarsi per un attimo, poi lui si chinò su di lei e le sussurrò:

"Chissà perché, ma non vi credo".

Lei scrollò le spalle con nonchalance. “Problemi vostri, signore.” esclamò, con fastidio. Provò ad allontanarsi, ma lui fece un passo verso di lei e la sbatté con le spalle contro il muro. In realtà non l’aveva nemmeno sfiorata, ma l’aveva certamente bloccata. Teddy si guardò intorno con ansia: come faceva a fuggire? Se solo ci avesse provato, avrebbe dovuto passare sopra di lui…

Eszra alzò un braccio e posò la mano sul muro, bloccandola definitivamente: ecco, adesso era in trappola!

"Allora, siete disposta a dirmi la verità, questa volta?” le sussurrò.

Lei scosse la testa. Lui la scrutò negli occhi e vi trovò dentro una luce diversa. Anche se si sforzava di mostrarsi imperturbabile, quella fanciulla aveva…decisamente paura! Ciò lo innervosì e annientò la sua eccitazione. Si scostò da lei e fece un passo indietro, lasciandola libera. Non voleva turbarla. Non l’avrebbe mai conquistata, incutendole paura. Poteva certamente rubarle un bacio, ma nulla di più; e non era questo, che voleva. Eszra non era tipo da forzare le donne a concedersi.

“Lasciatemi andare!” la sentì farfugliare con tono soffocato, e ciò confermò i suoi sospetti: aveva paura di lui.

"Perdonate, milady. - sussurrò, tirandosi indietro, in modo da lasciarle un varco abbastanza grande dove lei potesse passare - Non era mia intenzione spaventarvi.”

"Non mi avete spaventata…” esclamò Teddy, con voce soffocata. Poi gli lanciò un ultimo sguardo e sgusciò via nel corridoio, scomparendo presto alla sua vista.

Ezra aggrottò la fronte e la seguì con gli occhi, finché lei non girò l’angolo del corridoio. Non era decoroso, e avrebbe destato sospetti rientrare insieme in salone, quindi attese un tempo ragionevole, prima di seguirla. Voleva saperne di più, su quella fanciulla. Avrebbe trovato l’occasione giusta per conoscerla meglio.

Ma quando entrò in salone, si accorse che lei era scomparsa. Dov’era finita? O meglio: dove si era nascosta, questa volta? In giardino? O magari dietro qualche altro vaso di piante? Ma poteva semplicemente essersi mimetizzata tra la folla. Il salone era gremito, e trovarla lì dentro sarebbe stata un’impresa. Entrò nella sala con nonchalance, continuando a cercarla con discrezione. Era diversa da una normale debuttante: quelle non facevano che mettersi in mostra, sperando di accalappiare l’attenzione di qualche possibile pretendente. Ma da quel che aveva capito quella ragazza non era come le altre, quindi sarebbe stato difficile localizzarla.

Guardò meglio negli angoli più appartati e oscuri della sala fino a quando, finalmente, la vide.

Non era nascosta da una pianta, ma quasi: questa volta aveva scelto un enorme pilastro con sopra un gigantesco busto di uno dei Conti di Windley. Fece per raggiungerla, quando fu bloccato a metà strada da Lady Evelyn Andrews, la figlia di Lady Windley.

"Visconte, che fortuna! - esclamò la ragazza, in brodo di giuggiole - Speravo proprio d’incontrarvi!” Gli sventolò davanti al naso il suo carnet. “Mi chiedevo se vi facesse piacere farmi da cavaliere per il prossimo ballo.”

Eszra si accigliò. Di solito non ballava, e quella piccola civetta lo sapeva. Come sapeva che era lì solo per colpa di Amelia. Ma, con quelle poche frasi, lo aveva incastrato. Provò a inventarsi una scusa che non offendesse la figlia della sua ospite.

“Sono dolente, ma temo che non sia possibile. Ho già promesso questo ballo a un’altra persona…solo che non la vedo…” Alzò la testa, per scrutarsi fintamente intorno. “Magari, un’altra volta, che ne dite?”

Ma la ragazza non aveva intenzione di mollare. Anzi, aprì la bocca con sorpresa e disgusto, e strillò come un’oca:

“Un’altra persona? E chi sarebbe, di grazia?”

Era così maleducata che per un attimo Eszra pensò di stuzzicarla, solo per metterla in ridicolo, più di quanto non stesse facendo da sola. Alla fine cambiò idea: non gli sembrava il caso, e non voleva farsi stupidamente dei nemici. Invece, le indicò con discrezione la fanciulla che aveva adocchiato, e che ora si nascondeva dietro il pilatro di marmo.

“Quella signorina laggiù.” Eszra sperò caldamente che l’oca non gli chiedesse il nome della prescelta…scoprendo così gli altarini.

La ragazza guardò nella direzione del suo dito. Sulla sua faccia si disegnò una smorfia di disapprovazione e di rabbia.

“Lady Theodora? Perché? È un pollo freddo e scipito. Nessuno balla mai con lei."

Eszra si sentì disgustato da quelle parole. “Ah, davvero? Nessuno di questi gentiluomini ha mai saputo apprezzare la sua bellezza e la sua virtù? Tutti ciechi o stupidi, allora." esclamò.

Così dicendo, s’inchinò ad una lady Evelyn chiaramente infuriata e si diresse con decisione verso Teddy. Quando fu di fronte a lei, s’inchinò elegantemente e le tese una mano.

“Signorina Theodora, mi concedete l’onore di questo ballo?”

Senza nemmeno aspettare la sua risposta, la strattonò e la forzò a mettersi in piedi. Poi le porse il suo braccio e l’accompagnò…o meglio, la trascinò, al centro della sala, dove tutti si erano fermati a guardarli, esterrefatti.

Teddy lo seguì, come in trance. Quando lui fece i primi passi di danza lei lo imitò, senza dire una parola. Eszra era pienamente soddisfatto anche se temeva che, una volta ripreso il controllo, Lady Theodora gliel’avrebbe fatta pagare per averla esposta agli sguardi di tutti. Beh, almeno adesso sapeva il suo nome. Quell’oca di Lady Evelyn era servita a qualcosa…

Attenti Alle Timide Bamboline

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